Istanza di prosecuzione del giudizio per l'esame del merito della pretesa possessoria (art. 703, comma 4 c.p.c.).InquadramentoIl procedimento possessorio è caratterizzato da una duplice fase, la prima, di natura sommaria, che si conclude con ordinanza con cui vengono disposti i provvedimenti immediati, la seconda, eventuale, a cognizione piena, avente ad oggetto il merito della pretesa possessoria, qualora sia proposta apposita domanda al riguardo (art. 703, comma 4 c.p.c.), da concludersi con sentenza soggetta alle impugnazioni ordinarie. Con d.m. n. 110/2023 (G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023) è stato dettato regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti dimensionali e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., come modificato dall'art. 4 del d.lgs. n. 149/2022.I criteri di redazione degli atti sono descritti nell'art. 2 d.m. cit., mentre i limiti dimensionali, valevoli per le cause di valore inferiore a euro 500.000, sono fissati nell'art. 3 del medesimo d.m., salve le deroghe di cui ai successivi articoli 4 e 5. Per ciò che attiene agli schemi informatici, l'art. 8 d.m. cit. dispone che gli atti giudiziari devono essere redatti secondo le regole dettate dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011, e devono essere corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche di cui all'art. 34 dello stesso d.m. I disposti del d.m. n. 110/2023 si applicano ai procedimenti introdotti «dopo il 1° settembre 2023». Va rammentato che, ai sensi dell'art. 46, comma 6 disp. att. c.p.c., il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese del processo. La presente formula è stata redatta tenendo nella dovuta considerazione i prescritti del d.m. n. 110/2023 relativi ai criteri di redazione ed ai limiti dimensionali degli atti. N.B.: Ai sensi dell'art. 35, comma 1 d.lgs. n. 149/2022 (come modificato dall'art. 1, comma 380 l. n. 197/2022), le disposizioni del d.lgs. medesimo, salvo che sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data, mentre ai procedimenti pendenti al 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti. FormulaTRIBUNALE DI ... GIUDICE DOTT. ... [1] ISTANZA DI PROSECUZIONE DEL GIUDIZIO PER L'ESAME DEL MERITO DELLA PRETESA POSSESSORIA (ART. 703, COMMA 4, C.P.C.) [2] Il Sig. ..., nato a ... il ... (C.F. ... ) [3], residente in ..., via/piazza ... n. ..., elettivamente domiciliato in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. [4] ..., C.F. ... [5][6], che lo rappresenta e difende in forza di procura alle liti ... [7]; PREMESSO - che con atto depositato il ... e notificato, unitamente al decreto di fissazione di udienza, il ..., l'odierno istante proponeva ricorso per ottenere provvedimento di tutela del proprio possesso su ... [8] nei confronti della Sig.ra ... (nata in ... il ..., res. in ..., via/piazza ... n. ... ), deducendo che la medesima aveva ... [9]; - che la Sig.ra ..., costituitasi in giudizio, resisteva deducendo ... [10]; - che, verificata la regolarità del contraddittorio e dato corso a sommaria istruttoria, Codesto Giudice, con ordinanza depositata il ... e comunicata il ... [11], ha accolto (oppure ha respinto) la domanda; - che è volontà dell'istante che il giudizio prosegua per l'esame del merito; - che è stato dato corso alla procedura di mediazione ai sensi degli artt. 4,5, commi 1 e 6, lett. d), 8 del d.lgs. n. 28/2010 e succ. modif. e che tale procedura non ha avuto esito positivo [12]. Tutto questo premesso, l'istante come sopra rappresentato, difeso e domiciliato CHIEDE che, ai sensi dell'art. 703, comma 4, c.p.c., sia fissata l'udienza per la prosecuzione del giudizio di merito. Si producono in copia i seguenti documenti: [13] 1) ordinanza pronunciata il ... (comunicata il ... ) a conclusione della fase sommaria della procedura; 2) domanda di mediazione e verbale di mancata conciliazione. Con riserva di ulteriori produzioni e richieste istruttorie Luogo e data ... Firma Avv. ... 1. Competente è il tribunale (più esattamente: il Giudice) che ha emesso l'ordinanza di accoglimento o di rigetto del ricorso possessorio. 2. Il contenuto dell'istanza è disciplinato dall'art. 703 c.p.c. In ordine alle indicazioni da effettuare nel corpo dell'istanza deve ritenersi applicabile il disposto dell'art. 125 c.p.c. 3. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, « ... qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale ... il contributo unificato è aumentato della metà». 4. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002 modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv. con modif. nella l. n. 114/2014. 5. L'indicazione del codice fiscale dell'Avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv. con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1 c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8 d.l. n. 193/2009 conv. con modif. nella l. n. 24/2010. 6. A seguito dell'introduzione del domicilio digitale, non sussiste alcun obbligo, per il difensore di indicare nell'atto introduttivo l'indirizzo PEC «comunicato al proprio ordine», trattandosi di dato già risultante dal ReGindE. L'obbligo dell'Avvocato di indicare il proprio numero di fax, già previsto dall'art. 125, comma 1 c.p.c., è venuto meno, con effetto dal 26/11/2024, in forza del disposto dell'art. 3, comma 1, lett. h) d.lgs. n. 164/2024. 7. La procura può essere apposta in calce o a margine del ricorso (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura. La procura si considera apposta in calce anche se rilasciata su foglio separato che sia però congiunto materialmente all'atto cui si riferisce, o su documento informatico separato sottoscritto con firma digitale e congiunto all'atto cui si riferisce mediante strumenti informatici, individuati con apposito decreto del Ministero della giustizia. A far tempo dal 1° gennaio 2023, il deposito della procura deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022). 8. Precisare l'oggetto della tutela. 9. Descrivere l'azione lesiva del possesso denunciata originariamente. 10. Precisare le difese esposte dalla resistente. 11. L'istanza va proposta entro 60 giorni dalla comunicazione dell'ordinanza conclusiva della fase sommaria del procedimento. 12. Nei procedimenti possessori, alla procedura di mediazione non può essere dato corso fino alla pronuncia dei provvedimenti di cui all'art.703, comma 3 c.p.c. (art. 5, comma 1 d.lgs. n. 28/2010, modificato dall'art. 7 d.lgs. n. 149/2022). 13. Va rammentato che, ai sensi dell'art. 196-quater disp. att. c.p.c. (norma introdotta dal d.lgs. n. 149/2022), a decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito degli atti processuali nei procedimenti innanzi ai Tribunali, alle Corti di appello ed alla Corte di Cassazione deve avere luogo esclusivamente con modalità telematiche. Va, altresì, rammentato che, in forza dei disposti del d.lgs. n. 164/2024, sono state espunte, con effetto dal 26/11/2024, le previsioni del deposito di atti presso la Cancelleria da tutte le norme che recavano indicazione di tale adempimento. COMMENTOi) È incontroverso che le modifiche alla formulazione dell'art. 703 c.p.c. introdotte dapprima dalla l. n. 353/1990 e in seguito dal d.l. n. 35/2005 conv. con modif. nella l. n. 80/2005 non abbiano inciso sulla struttura del procedimento possessorio, che resta, pertanto, caratterizzato da una duplice fase, la prima, di natura sommaria, che si conclude con ordinanza con cui vengono disposti i provvedimenti immediati, la seconda, eventuale, a cognizione piena, avente ad oggetto il merito della pretesa possessoria, qualora sia proposta apposita domanda al riguardo (art. 703, comma 4 c.p.c.) da concludersi con sentenza soggetta alle impugnazioni ordinarie (Cass. II, ord., n. 5154/2019; Cass. II, n. 12416/2014; Cass. II, n. 4845/2012; Cass. III, n. 24388/2006). ii) Atteso che le pretese risarcitorie possono essere esaminate solo nel giudizio di cognizione piena, il risarcimento dei danni derivanti dallo spoglio necessita dell'instaurazione del giudizio di merito. Pertanto, il soggetto leso che invochi la tutela possessoria, ove intenda ottenere la condanna dell'autore dello spoglio o della turbativa anche al risarcimento dei danni, deve necessariamente richiedere al giudice, nel termine previsto dall'art. 703, comma 4 c.p.c., la fissazione dell'udienza per la prosecuzione del giudizio di merito, oppure proporre un autonomo giudizio (Cass. II, n. 36363/2022) iii) È stato affermato che, poiché la fase eventuale di merito non è che la prosecuzione della fase sommaria, la procura, conferita al difensore per l'introduzione di un giudizio possessorio, legittima l'avvocato, in mancanza di una diversa ed esplicita volontà della parte, a depositare altresì l'istanza di fissazione della trattazione del merito (Cass. II, n. 4845/2012). iv) Nel caso in cui il Giudice adito concluda il procedimento possessorio con ordinanza – provvedendo anche al relativo regolamento delle spese processuali – senza procedere alla fissazione dell'udienza di prosecuzione del giudizio di merito, il provvedimento ha natura sostanziale di sentenza ed è impugnabile con l'appello, non potendo ritenersi precluso al convenuto l'espletamento, in tale sede, delle attività difensive che avrebbero dovuto trovare naturale collocazione nella fase del cosiddetto merito possessorio, ove questo avesse avuto effettivo svolgimento (Cass. II, ord., n. 6030/2019; Cass. II, n. 8101/2016; Cass. II, n. 12416/2014). v) Infine, è da rammentare che i provvedimenti possessori, pur restando efficaci indipendentemente dall'instaurazione del giudizio di merito in applicazione dell'art. 669-octies, comma 9 c.p.c., sono inidonei ad acquisire efficacia di giudicato, non avendo carattere decisorio, come le misure cautelari per le quali opera detta disposizione, e stante l'omesso richiamo, compiuto invece per altre ipotesi di procedimenti a cognizione sommaria, agli effetti di cui all'art. 2909 c.c. (Cass. II, n. 19720/2016). Con riguardo all'ipotesi in cui con il provvedimento emesso ai sensi dell'art. 669-terdecies c.p.c. sia stata confermata l'ordinanza con la quale il giudice di prime cure abbia rigettato la richiesta di reintegra nel possesso, è stato affermato che il suddetto provvedimento costituisce titolo esecutivo per il pagamento delle spese di giudizio, sostituendo integralmente, in conseguenza dell'effetto devolutivo, l'ordinanza reclamata (Cass. III, n. 3291/2022). vi) È incontroverso che le dichiarazioni rese dagli informatori nella fase a cognizione sommaria del giudizio possessorio sono comunque idonee a fornire, in sede di decisione di merito, elementi indiziari liberamente valutabili dal Giudice, cui lo stesso può validamente fare ricorso per la formazione del proprio convincimento (Cass. II, n. 24377/2021; Cass. II, ord., n. 21072/2021; Cass. II, ord., n. 12089/2019). È, del pari, incontroverso che laddove le deposizioni rese nella fase sommaria del giudizio siano state assunte in contraddittorio tra le parti, sotto il vincolo del giuramento e sulla base delle indicazioni fornite dalle parti nei rispettivi atti introduttivi, le stesse sono da considerare come provenienti da veri e propri testimoni (Cass. II, ord., n. 21072/2021; Cass. VI, ord., n. 22778/2013; Cass. II, n. 24705/2006). |