Istanza di autorizzazione dell'amministratore di sostegnoInquadramentoLa formula ha ad oggetto atti sottoposti ad autorizzazione giudiziale. Il regime delle autorizzazioni (artt. 374-376 c.c.) è stato modificato dal d.lgs. n. 149/2022 (istituendo una competenza del Giudice tutelare non più in concorrenza con quella del tribunale). Le nuove disposizioni hanno effetto dalla data del 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti (Art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come modificato dall'art. 1, comma 380 l. n. 197/2022 (legge di Bilancio 2023). FormulaGIUDICE TUTELARE DEL TRIBUNALE DI ... VOLONTARIA GIURISDIZIONE [1] Il sottoscritto Nome e Cognome ..., C.F. ..., nato/a ... il ..., cittadinanza ..., residente in .... Via ..., tel. ..., e-mail: ..., nella sua qualità di amministratore di sostegno di: Nome ... Cognome ... Nato/a il ... a ... Cittadinanza: ... Residente/domiciliato in ... alla via ... CHIEDE ai sensi degli artt. 374,411 c.c. al Giudice Tutelare, di essere autorizzato, in nome, per conto e nell'interesse della persona beneficiaria, a compiere il seguente atto/i seguenti atti: 1) acquistare beni, eccettuati i mobili necessari per l'uso della persona incapace, per l'economia domestica e per l'amministrazione del patrimonio; 2) alienare beni, eccettuati i frutti e i mobili soggetti a facile deterioramento; 3) riscuotere capitali; 4) costituire pegni o ipoteche, ovvero consentire alla cancellazione di ipoteche o allo svincolo di pegni; 5) assumere obbligazioni, salvo che queste riguardino le spese necessarie per il mantenimento della persona incapace e per l'ordinaria amministrazione del suo patrimonio; 6) accettare eredità o rinunciarvi, accettare donazioni o legati soggetti a pesi o a condizioni, procedere a divisioni; 7) fare compromessi e transazioni o accettare concordati; 8) fare contratti di locazione di immobili oltre il novennio; 9) promuovere giudizi, salvo che si tratti di denunzie di nuova opera o di danno temuto, di azioni possessorie o di sfratto e di azioni per riscuotere frutti o per ottenere provvedimenti conservativi. RAGIONI DELLA RICHIESTA Indicare i motivi per cui si richiede il compimento dell'atto e illustrare i motivi per cui l'atto stesso è necessario o di utilità evidente per il beneficiario. Specifica che il beneficiario: 1) Non è in grado di esprimere una sua opinione sull'atto (es. per la sua patologia); 2) Ha espresso una opinione favorevole all'atto; 3) È contrario all'adozione dell'atto. Si chiede che il decreto venga munito della clausola della immediata esecutività, attese le ragioni di urgenza. Allegati: Certificati anagrafici e di residenza; Certificati relativi alla persona beneficiaria; Provvedimenti giudiziali rilevanti; Documenti utili per la decisione; Luogo e Data ... Sottoscrizione Firma ... 1. Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. n. 110/2023. COMMENTOAlcuni atti non possono essere compiuti dall'amministratore di sostegno se non dopo autorizzazione del Giudice tutelare: l'autorizzazione, in questo caso, è sempre di competenza monocratica e lo era già prima della novella introdotta dal d.lgs. n. 149/2911 (v. art. 411, comma 1 c.c., là dove richiamava gli artt. 375 e 276 c.c.; v. ora, nuovo art. 411 c.c.). Le autorizzazioni del giudice tutelare sono definite «dinamiche»: il rappresentante può compiere, senza necessità di specifica autorizzazione del Giudice tutelare, anche tutti i singoli atti strettamente collegati e necessari per il perseguimento e la realizzazione dell'obbiettivo finale autorizzato (v. ad es., Cass. I, n. 10654/2011). L'autorizzazione giudiziale non è comunque necessaria per l'assunzione di obbligazioni riguardanti le spese per il mantenimento del beneficiario e l'ordinaria amministrazione (art. 374 c.c.) e non è possibile una estensione analogica delle disposizioni sull'autorizzazione (Cass. II, n. 11748/2003). L'autorizzazione è necessaria (ai sensi dell'art. 374 c.c. applicabile al caso) per: «1) acquistare beni, eccettuati i mobili necessari per l'uso del minore, per l'economia domestica e per l'amministrazione del patrimonio; 2) alienare beni, eccettuati i frutti e i mobili soggetti a facile deterioramento; 3) riscuotere capitali; 4) costituire pegni o ipoteche, ovvero consentire alla cancellazione di ipoteche o allo svincolo di pegni; 5) assumere obbligazioni, salvo che queste riguardino le spese necessarie per il mantenimento del minore e per l'ordinaria amministrazione del suo patrimonio; 6) accettare eredità o rinunciarvi, accettare donazioni o legati soggetti a pesi o a condizioni, procedere a divisioni; 7) fare compromessi e transazioni o accettare concordati; 8) fare contratti di locazione di immobili oltre il novennio o che in ogni caso si prolunghino oltre un anno dopo il raggiungimento della maggiore età; 9) promuovere giudizi, salvo che si tratti di denunzie di nuova opera o di danno temuto, di azioni possessorie o di sfratto e di azioni per riscuotere frutti o per ottenere provvedimenti conservativi». Quanto all'attività processuale, va chiarito che l'amministratore di sostegno non necessita dell'autorizzazione del Giudice tutelare al fine di coltivare le liti, ancorché inerenti a diritti personalissimi, promosse dal beneficiario della misura anteriormente alla sua sottoposizione ad essa, non ravvisandosi, diversamente che nell'ipotesi in cui si tratti di intraprendere "ex novo" un giudizio, la necessità di compiere una preventiva valutazione giudiziale in ordine all'interesse ed al rischio economico per l'amministrato (Cass. n. 8347/2022). Quindi l'amministratore può continuare i giudizi già attivati dal beneficiario prima dell'istituzione della misura protettiva. In virtù di tale principio, la Suprema Corte ha affermato che l'amministratore di sostegno può impugnare senza autorizzazione la sentenza di separazione giudiziale del proprio assistito emessa in primo grado, non essendo richiesta la nomina di un curatore speciale nell'ipotesi in cui si tratta di proseguire l'attività giudiziaria promossa personalmente dal beneficiario (Cass. l., n. 8247/2022). Un caso particolare è quello del rifiuto, da parte dell'amministratore di sostegno, delle cure necessarie al mantenimento in vita dell'amministrato, rifiuto che, in assenza delle disposizioni anticipate di trattamento, può essere manifestato senza che occorra l'autorizzazione del giudice tutelare. Tale previsione, dettata dall'art. 3, commi 4 e 5, l. n. 219/2017, è stata giudicata costituzionalmente compatibile, giacché, nella logica del sistema dell'amministrazione di sostegno è il Giudice tutelare che, con il decreto di nomina, individua l'oggetto dell'incarico e gli atti che l'amministratore ha il potere di compiere in nome e per conto del beneficiario, alla luce delle concrete condizioni di salute del beneficiario (Corte cost. n. 144/2019). Si evidenzia che l'art. 21 del d.lgs. n. 149/2022 (con effetto dal 28 febbraio 2023) ha previsto l'attribuzione ai notai della competenza in materia di autorizzazioni relative agli affari di volontaria giurisdizione. In particolare, le autorizzazioni per la stipula degli atti pubblici e scritture private autenticate nei quali interviene un minore, un interdetto, un inabilitato o un soggetto beneficiario della misura dell'amministrazione di sostegno, ovvero aventi ad oggetto beni ereditari, possono essere rilasciate, previa richiesta scritta delle parti, personalmente o per il tramite di procuratore legale, dal notaio rogante. L'autorizzazione è comunicata, a cura del notaio, anche ai fini dell'assolvimento delle formalità pubblicitarie, alla cancelleria del tribunale che sarebbe stato competente al rilascio della corrispondente autorizzazione giudiziale e al pubblico ministero presso il medesimo tribunale. L'autorizzazione può essere impugnata innanzi all'autorità giudiziaria secondo le norme del codice di procedura civile applicabili al corrispondente provvedimento giudiziale. Le autorizzazioni acquistano efficacia decorsi venti giorni dalle notificazioni e comunicazioni previste dai commi precedenti senza che sia stato proposto reclamo. Esse possono essere in ogni tempo modificate o revocate dal giudice tutelare, ma restano salvi i diritti acquistati in buona fede dai terzi in forza di convenzioni anteriori alla modificazione o alla revoca. |