Verbale ex art. 473-bis.51 c.p.c.

Giuseppe Buffone

Inquadramento

La formula ha ad oggetto il verbale del processo in materia di separazione consensuale.

Le norme di procedura applicabili sono contenute nel libro II, titolo VI-bis del c.p.c. («Norme per il procedimento in materia di persone, minorenni e famiglie», c.d. pPMF), in particolare, nel Capo III, Sezione II (dei procedimenti di separazione, di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio, di scioglimento dell'unione civile e di regolamentazione dell'esercizio della responsabilità genitoriale, nonché di modifica delle relative condizioni).

Queste disposizioni hanno effetto dalla data del 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti (art. 35 del d.lgs. n. 149/2022, come modificato dall'art. 1, comma 380, della l. n. 197/2022 (legge di Bilancio 2023).

Il contributo unificato è pari a Euro 43,00.

Formula

TRIBUNALE DI ... [1]

SEPARAZIONE CONSENSUALE – VERBALE DELL'UDIENZA EX ART. 473-BIS.51 C.P.C.

SEZ. ... CIVILE

N. ... / ..., R.G. SEP. CONS.

Oggi, in ...,

davanti al Dott. ..., giudice relatore.

A seguito di convocazione sono comparsi:

(Coniuge)

Nome: ...

Cognome: ...

Luogo e data di nascita: ...

Cittadinanza: ...

Residenza (o domicilio/dimora): ...

Codice fiscale: ...

con l'Avv. ... (nome, cognome, codice fiscale)

Giusta procura alle liti ...

E

(Coniuge)

Nome: ...

Cognome: ...

Luogo e data di nascita: ...

Cittadinanza: ...

Residenza (o domicilio/dimora): ...

Codice fiscale: ...

con l'Avv. ... (nome, cognome, codice fiscale)

Giusta procura alle liti ...

i quali hanno contratto matrimonio con rito ...

in ..., in data ... (anno, atto n., reg., parte, serie)

regime patrimoniale:

– separazione dei beni

– comunione dei beni

– senza figli

– con i seguenti figli maggiorenni:

Il Giudice sente i coniugi e ne tenta la conciliazione ma questa non riesce.

I coniugi dichiarano di volersi separare consensualmente alle seguenti condizioni: ( ...)

IL GIUDICE

Sentite le parti e preso atto della loro volontà di non riconciliarsi,

autorizza i coniugi a separarsi alle condizioni sopra descritte.

Rimette la causa in decisione.

Il Giudice ...

Luogo e data ...

Il Sost. Proc. della Repubblica ...

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

TRIBUNALE DI ...

SEZ. ... CIVILE

riunito in camera di consiglio, in composizione collegiale, nelle persone dei magistrati:

Dott. ... Presidente

Dott. ... Giudice

Dott. ... Giudice

con l'intervento del Pubblico Ministero,

ha pronunciato la seguente

SENTENZA

Nel procedimento per separazione consensuale promosso dai coniugi:

(Coniuge)

Nome: ...

Cognome: ...

Luogo e data di nascita: ...

Cittadinanza: ...

Residenza (o domicilio/dimora): ...

Codice fiscale: ...

con l'Avv. ... (nome, cognome, codice fiscale)

Giusta procura alle liti ...

(Coniuge)

Nome: ...

Cognome: ...

Luogo e data di nascita: ...

Cittadinanza: ...

Residenza (o domicilio/dimora): ...

Codice fiscale: ...

con l'Avv. ... (nome, cognome, codice fiscale)

Giusta procura alle liti ...

con i seguenti figli: ...

Rilevato che nel verbale del ..., i coniugi hanno dichiarato di separarsi consensualmente alle seguenti condizioni: ( ...).

Ritenuto che tali condizioni non trovano ostacolo nella legge e non si pongono in contrasto con l'interesse della prole;

Rilevato che le formalità prescritte sono state tutte osservate;

Ritenuto l'ascolto della prole non sia necessario (art. 473-bis.4 c.p.c.) alla luce degli esiti dell'udienza di comparizione delle parti e tenuto conto del contenuto degli accordi;

Visto l'art. 473-bis.51 c.p.c.

PER QUESTI MOTIVI

Dichiara la separazione personale dei coniugi

Omologa gli accordi intervenuti

Manda alla Cancelleria per i provvedimenti di competenza

Nulla sulle spese

Luogo e data ...

Firma ...

1. Il ricorso deve essere depositato presso il Tribunale competente per il territorio che è quello di residenza o domicilio di una o dell'altra parte.

COMMENTO

Il comma 1 dell'art. 473-bis.51 fissa come criterio di competenza territoriale quello della residenza o di domicilio dell'una o dell'altra parte, ponendosi in consonanza anche con il criterio generale dell'art. 473-bis.11 c.p.c. in ragione del fatto che i figli minori della coppia risiederanno o avranno domicilio presso l'una o l'altra parte. In presenza di minori collocati fuori dalla famiglia di origine il procedimento congiunto non potrà riguardare i provvedimenti a tutela dei figli, che dovranno essere richiesti al tribunale ordinario o al tribunale per i minorenni con altro e diverso procedimento (v. Relazione illustrativa al d.lgs. n. 149/2022 in G.U. 19 ottobre 2022, S.G. n. 245, suppl. ord. n. 5).

Le norme processuali sottese al giudizio di separazione sono, oggi, contenute negli artt. 473-bis e ss. c.p.c. Per l'ipotesi della separazione consensuale, la norma di riferimento è l'art. 473-bis.51 c.p.c. che attua i principi di delega (l. n. 209/2021) contenuti nell'art. 1, comma 17, lett. o), nella parte in cui è richiesto di «introdurre un unico rito per i procedimenti su domanda congiunta di separazione personale dei coniugi, di divorzio e di affidamento dei figli nati fuori del matrimonio, modellato sul procedimento previsto dall'art. 711 del c.p.c., disponendo che nel ricorso debba essere contenuta l'indicazione delle condizioni reddituali, patrimoniali e degli oneri a carico delle parti, prevedendo la possibilità che l'udienza per il tentativo di conciliazione delle parti si svolga con modalità di scambio di note scritte e che le parti possano a tal fine rilasciare dichiarazione contenente la volontà di non volersi riconciliare». Prima della riforma, i procedimenti su domanda congiunta prevedevano tre modelli differenti: – quello di cui al combinato disposto di cui agli artt. 158 c.c. e 711 c.p.c., che si conclude con il decreto collegiale di omologazione delle condizioni della separazione consensuale; – quello di cui all'art. 4, comma 16 l. n. 898/1970, applicabile, ex art 1, comma 25 l. n. 76/2016 allo scioglimento dell'unione civile, che si conclude con sentenza; – quello, frutto di elaborazione giurisprudenziale, per le domande congiunte riguardanti le modalità di affidamento e mantenimento dei minori i cui genitori non sono legati da vincolo di coniugio. In questi casi la domanda si propone con ricorso e il tribunale che decide in camera di consiglio. Con l'art. 473-bis.51 c.p.c. si introduce, invece, un rito unico per i procedimenti su domanda congiunta.

A seguito del deposito, il presidente fissa l'udienza per la comparizione delle parti davanti al giudice relatore e dispone la trasmissione degli atti al pubblico ministero, il quale esprime il proprio parere entro tre giorni prima della data dell'udienza. All'udienza il giudice, sentite le parti e preso atto della loro volontà di non riconciliarsi, rimette la causa in decisione. Rispetto al modello processuale attuale di cui all'art. 711 c.p.c. (che si conclude con il decreto di omologa) la nuova disciplina ha optato, per ragioni di coerenza sistematica, per l'adozione della forma della sentenza.

Al ricorso non dovrà essere allegata la documentazione economica, prevista per il procedimento contenzioso, che viene sostituita dalle indicazioni delle parti circa le rispettive disponibilità reddituali e patrimoniali degli ultimi tre anni e degli oneri a loro carico. Le parti con il ricorso possono regolamentare in tutto in parte i loro rapporti patrimoniali, nel rispetto dell'autonomia negoziale (ex multis, Cass. n. 11795/2021; Cass. S.U. n. 21761/2021). Le parti possono valersi della facoltà di sostituire l'udienza con il deposito di note scritte: in questo caso, devono farne richiesta nel ricorso, dichiarando di non volersi riconciliare e depositando i documenti di cui all'art. 473-bis.13, comma 3 c.p.c. L'art. 473-bis.51, comma 2 ultimo periodo, prevede, nel caso di sostituzione di udienza che devono essere anche depositati “i documenti di cui all'art. 473-bis.13, comma 3”. Questa norma, però, richiama allegazioni dell'ufficio di Procura ossia «i documenti relativi agli accertamenti svolti e alle informazioni assunte, nonché i provvedimenti relativi al minore emessi dall'autorità giudiziaria o da altra pubblica autorità» Si tratti di un refuso: in realtà, il richiamo è all'art. 473-bis.12, comma 3 c.p.c. In caso di udienza, infatti, al ricorso non deve essere allegata la documentazione economica, prevista per il procedimento contenzioso, che viene sostituita dalle indicazioni delle parti circa le rispettive disponibilità reddituali e patrimoniali degli ultimi tre anni e degli oneri a loro carico; se manca l'udienza, al contrario, è questa documentazione che va prodotta in modo integrale. Questa lettura trova conferma nella relazione illustrativa ove si precisa che viene infine prevista la possibilità per le parti di rinunziare all'udienza di comparizione personale delle parti in ottemperanza al principio di delega di cui all'art. 1, comma 17, lett. o); in questo caso però i coniugi, secondo quanto indicato nel richiamato principio di delega, dovranno depositare la documentazione economica richiesta nel caso di procedimento contenzioso (v. Relazione illustrativa al d.lgs. n. 149/2022 in G.U. 19 ottobre 2022, S.G. n. 245, suppl. ord. n. 5). Vanno, quindi, depositati i seguenti documenti: a) le dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni; b) la documentazione attestante la titolarità di diritti reali su beni immobili e beni mobili registrati, nonché di quote sociali; c) gli estratti conto dei rapporti bancari e finanziari relativi agli ultimi tre anni.

In presenza di figli di minore età, l'audizione è da disporre solo se “necessaria”. Il comma 3 dell'art. 473-bis.4 c.p.c., infatti, prevede che nei procedimenti in cui si prende atto di un accordo dei genitori, relativo alle condizioni di affidamento dei figli, “il giudice procede all'ascolto soltanto se necessario”: siffatta norma mira a tutelare l'interesse del minore a non essere ulteriormente esposto a possibili pregiudizi derivanti dal rinnovato coinvolgimento emotivo nelle questioni relative alla rottura del nucleo familiare, qualora il giudice prenda atto dell'accordo tra i genitori e ritenga non indispensabile procedere all'ascolto. Tale disposizione abroga quanto previsto dall'art. 337-octies c.c., secondo cui nei procedimenti in cui si omologa o si prende atto di un accordo dei genitori, relativo all'affidamento dei figli, il giudice deve sempre procedere all'ascolto, salvo che ciò appaio in contrasto con l'interesse del minore o manifestamente superfluo” (v. Relazione illustrativa cit.).

Nel merito.

La separazione consensuale è la separazione legale che intercorre tra i coniugi quando vi è consenso fra loro. Qualora mancasse tale consenso sarà necessaria una separazione di tipo giudiziale, che comporta la necessità di essere rappresentati da un legale e di instaurare un procedimento contenzioso. Il ricorso, che può essere presentato anche senza l'assistenza di un legale, deve essere depositato presso il Tribunale competente per il territorio ove i coniugi hanno avuto l'ultima comune residenza e deve essere corredato dai seguenti documenti in carta semplice (la cui validità è di sei mesi dal momento del rilascio): – estratto per sunto dell'atto di matrimonio, rilasciato dal comune in cui è stato celebrato; – stato di famiglia; – certificato di residenza di entrambi i coniugi – nota di iscrizione a ruolo per le cause ordinarie. Si versa un contributo unificato di Euro 43,00. L'accordo di separazione può contenere anche clausole regolative dei rapporti patrimoniali. Sul punto, alcune riflessioni sono opportune.

Il contenuto degli accordi di separazione è composto da un aspetto essenziale – costituito dalle c.d. convenzioni di diritto di famiglia, relative prevalentemente alla cessazione del dovere di convivenza, alla regolamentazione degli altri obblighi previsti dall'art. 143 c.c. nonché all'esercizio della responsabilità genitoriale – e da un aspetto eventuale ed occasionale, attinente alle intese che esulano dagli elementi essenziali della separazione consensuale e che si collocano nell'alveo dei contratti atipici. In merito a tali ultimi patti, è pacifico, nella giurisprudenza consolidata della Suprema Corte, che l'accordo di separazione costituisce un atto di natura essenzialmente negoziale – più precisamente, un negozio giuridico bilaterale a carattere non contrattuale (in quanto privo, almeno nel suo nucleo centrale del connotato della “patrimonialità”) – rispetto al quale il provvedimento di omologazione si atteggia a mera condizione sospensiva (legale) di efficacia; pertanto, le clausole dell'accordo di separazione che, nel quadro della complessiva regolamentazione dei rapporti tra i coniugi, prevedono il trasferimento di beni immobili ovvero la costituzione di diritti reali minori presentano una loro propria “individualità”, quali espressioni di libera autonomia contrattuale delle parti interessate dando vita, nella sostanza a veri e propri contratti atipici, con particolari presupposti e finalità, non riconducibili né al paradigma delle convenzioni matrimoniali né a quello della donazione, ma diretti comunque a realizzare interessi meritevoli di tutela ai sensi dell'art. 1322 c.c. In particolare, gli impegni che le parti assumano nel senso di trasferire propri beni immobili, a titolo oneroso o gratuito, confluiscono nella categoria dei vincoli prenegoziali e sono dunque suscettibili di rettifica e modifica negli stessi termini in cui lo sono i contratti preliminari. Vi è, invero, che le modificazioni pattuite dai coniugi “successivamente” all'omologazione, trovando fondamento nell'art. 1322 c.c., devono ritenersi valide ed efficaci, anche a prescindere dallo speciale procedimento giudiziale previsto ad hoc, senza altro limite che non sia quello di derogabilità consentito dall'art. 160 c.c. (ex multis, Cass. n. 5829/1998).

I coniugi possono concludere accordi al fine di pervenire a una separazione consensuale, anche a mezzo di convenzione di negoziazione assistita, conclusa da avvocati, ai sensi dell'art. 6, comma I, d.l. n. 132/2014, conv., con modif., in l. n. 162/2014. In tal caso, non è necessario presentare alcuna domanda al Tribunale. I coniugi – in assenza di figli minori, di figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave ai sensi dell'art. 3, comma 3, della l. n. 104/1992, ovvero economicamente non autosufficienti – possono concludere la separazione consensuale anche innanzi all'ufficiale dello stato civile, del comune di residenza di uno di loro o del comune presso cui è iscritto o trascritto l'atto di matrimonio, con l'assistenza facoltativa di un avvocato (art. 12, d.l. n. 132/2014, conv., con modif., in l. n. 162/2014). In questo caso, non è necessario presentare alcuna domanda al Tribunale. Il costo è di 16 Euro a titolo di diritto fisso. L'accordo concluso davanti all'ufficiale di Stato Civile non può contenere patti produttivi di effetti traslativi di diritti reali mentre può prevedere un obbligo di pagamento di una somma di denaro a titolo di assegno periodico (c.d. assegno di mantenimento). Così: Circolare Ministero dell'Interno, Dipartimento per gli affari interni e territoriali, Direzione centrale per i Servizi Demografici, 24 aprile 2015 n. 6/15; v. al riguardo, Cons. St. n. 4478/2016.

La Suprema Corte di Cassazione, adita in sede di rinvio pregiudiziale, ha chiarito che la domanda congiunta è ammissibile anche là dove i coniugi vogliano presentare, contestualmente, istanza di separazione e divorzio cumulativamente (Cass. n. 28727/2023: «In tema di crisi familiare, nell'ambito del procedimento di cui all'art. 473 bis.51 c.p.c., è ammissibile il ricorso dei coniugi proposto con domanda congiunta e cumulata di separazione e di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio»). Il tribunale adito con domanda congiunta di separazione e divorzio fisserà la prima udienza per raccogliere la volontà delle parti di separarsi; pronuncerà, quindi, sentenza parziale di separazione rinviando la nuova udienza a dopo il decorso del termine per l'ammissibilità della domanda di divorzio (6 mesi). Alla nuova e ultima udienza, il tribunale definirà il giudizio con sentenza conclusiva di divorzio.

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