Autorizzazione vendita beni ereditari, chiamato all'ereditàInquadramentoLa formula che segue, fondata sulla previsione dell'art. 747 c.p.c., applicabile in diversi casi di vendita di beni ereditari (e più in generale, secondo l'opinione prevalente, in ogni caso di atti di straordinaria amministrazione), va adoperata nell'ipotesi in cui il chiamato all'eredità, che ancora non abbia accettato, intenda vendere beni deperibili ovvero tali da comportare, per la loro conservazione, spese eccessive per l'eredità. Si tenga presente, in generale, che sulla materia ha inciso indirettamente l'art. 21 d.lgs. n. 149/2022 (c.d. riforma Cartabia), rubricato: «Attribuzione ai notai della competenza in materia di autorizzazioni relative agli affari di volontaria giurisdizione». La norma, modificata dal d.lgs. n. 164/2024, stabilisce infatti che le autorizzazioni per la stipula degli atti pubblici e scritture private autenticate nei quali interviene un minore, un interdetto, un inabilitato o un soggetto beneficiario della misura dell'amministrazione di sostegno, ovvero aventi ad oggetto beni ereditari, possono essere rilasciate, previa richiesta scritta delle parti, personalmente o per il tramite di procuratore legale, dal notaio rogante. Il notaio può farsi assistere da consulenti, ed assumere informazioni, senza formalità, presso il coniuge, i parenti entro il terzo grado e agli affini entro il secondo del minore o del soggetto sottoposto a misura di protezione, o nel caso di beni ereditari, presso gli altri chiamati e i creditori risultanti dall'inventario, se redatto. Nell'ipotesi di cui all'articolo 747, comma 4 c.p.c. deve essere sentito il legatario. L'autorizzazione è comunicata, a cura del notaio, anche ai fini dell'assolvimento delle formalità pubblicitarie, alla cancelleria del tribunale che sarebbe stato competente al rilascio della corrispondente autorizzazione giudiziale e al pubblico ministero presso il medesimo tribunale. L'autorizzazione può essere impugnata innanzi all'autorità giudiziaria secondo le norme del codice di procedura civile applicabili al corrispondente provvedimento giudiziale. La cancelleria dà immediata comunicazione al notaio dell'impugnazione proposta e del provvedimento che definisce il giudizio. Le autorizzazioni acquistano efficacia decorsi venti giorni dalle comunicazioni previste dal comma 4 senza che sia stato proposto reclamo. Esse possono essere in ogni tempo modificate o revocate dal giudice tutelare, ma restano salvi i diritti acquistati in buona fede dai terzi in forza di convenzioni anteriori alla modificazione o alla revoca. Il provvedimento del giudice tutelare è comunicato al notaio che ha rilasciato l'autorizzazione, a cura della cancelleria. Restano riservate in via esclusiva all'autorità giudiziaria le autorizzazioni per promuovere, rinunciare, transigere o compromettere in arbitri giudizi, nonché per la continuazione dell'impresa commerciale. Per il contributo unificato, v. art. 14 d.P.R. n. 115/2002. FormulaTRIBUNALE DI [1]... RICORSO [2][3] PER L'AUTORIZZAZIONE ALLA VENDITA DI BENI EREDITARI DA PARTE DEL CHIAMATO PRIMA DELL'ACCETTAZIONE Il Sig. ..., nato a ... il ... (C.F. [4]... ), residente in ..., via/piazza ... n. ..., elettivamente domiciliato in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. [5]..., C.F. [6]..., che lo rappresenta e difende in forza di procura alle liti [7]... PREMESSO – il giorno ... è deceduto in ..., ove aveva il suo ultimo domicilio, in via ..., il Sig. ..., come risulta dall'allegato certificato di morte [8]; – l'esponente è chiamato all'eredità del defunto per legge, essendone il figlio [9], come risulta dall'allegata documentazione [10], ma non ha ancora deliberato se accettare, né è stato nominato un curatore dell'eredità giacente ai sensi dell'art. 528 c.c.; – l'asse ereditario è tra l'altro composto dei seguenti beni ..., che non si possono conservare se non con grave dispendio dell'eredità; – la vendita di tali beni è dunque necessaria per salvaguardare il valore dell'eredità e, con esso, i diritti sia dell'erede che dei creditori dell'eredità; – il valore dei detti beni ammonta ad Euro ..., come da stima che si allega. Ciò premesso il ricorrente come sopra rappresentato chiede che, ai sensi dell'art. 747 c.p.c. e dell'art. 460 c.c. il giudice adito voglia accogliere le seguenti CONCLUSIONI Voglia il Tribunale adito autorizzare la vendita dei beni sopra indicati a prezzo non inferiore a quello di stima, ovvero secondo le modalità che vorrà indicare, anche in ordine alla conservazione e al reimpiego del prezzo. Si producono: – certificato di morte; – documentazione comprovante la qualità di chiamato all'eredità del ricorrente; – perizia di stima. Ai sensi dell'art. 14 d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che, trattandosi di procedimento di volontaria giurisdizione, il contributo unificato ammonta a Euro .... Luogo e data ... Firma Avv. ... 1. Competente è il tribunale del luogo dell'aperta successione ai sensi dell'art. 747 c.p.c. La successione si apre al momento della morte nel luogo dell'ultimo domicilio del defunto, ai sensi dell'art. 456 c.c. 2. Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. n. 110/2023. 3. Il contenuto dell'atto, trattandosi di procedimento che si introduce con ricorso, come previsto dall'art. 747 c.p.c., è fissato dall'art. 125 c.p.c. 4. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). 5. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002 modificati dalla l. n. 114/2014. 6. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. 7. La procura può essere apposta in calce o a margine dell'atto (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura. 8. Si tenga presente che secondo l'art. 452 c.c. la prova della morte, di regola, può essere data solo mediante il certificato rilasciato dall'ufficiale di stato civile. 9. Si è fatto il caso più comune. In caso di successione aperta per testamento occorrerà naturalmente farne menzione e produrre copia dell'atto. 10. Si tenga presente che la giurisprudenza esclude in generale il valore probatorio in giudizio della c.d. dichiarazione sostitutiva (da ult. Cass. n. 1606/2015). COMMENTONella vendita di cose che non si possono conservare cui allude l'art. 460 c.c., richiamato anche dall'art. 486 c.c., ossia delle cose deperibili – e cioè che, se conservate, perderebbero il loro valore – prevale l'aspetto del contrasto di un imminente danno: l'atto, cioè, ha un rilievo essenzialmente conservativo. La vendita di cose la cui conservazione importa grave dispendio, invece, involge una valutazione di convenienza tra due opposte soluzioni: la conservazione della cosa a prezzo della spesa a tal fine necessaria, ovvero la conservazione del suo equivalente economico, a prezzo del sacrificio della cosa. La vendita riguarderà più comunemente beni mobili, ma non si può escludere che possano vendersi immobili: si pensi al caso che essi richiedano ingenti spese di riparazione non sostenibili dall'eredità. |