Autorizzazione vendita beni ereditari, erede beneficiatoInquadramentoLa formula che segue, fondata sulla previsione dell'art. 747 c.p.c., applicabile in diversi casi di vendita di beni ereditari (e più in generale, secondo l'opinione prevalente, in ogni caso di atti di straordinaria amministrazione), va adoperata nell'ipotesi in cui l'erede accettante con beneficio d'inventario intenda vendere beni caduti in successione, che possono essere sia mobili che immobili. L'autorizzazione, afferma la giurisprudenza, è «preordinata al solo scopo di valutare la necessità o la utilità e convenienza della vendita» (Cass. n. 4469/1993). La mancanza dell'autorizzazione, ovvero l'inosservanza delle forme previste dagli artt. 747-748 c.p.c., comporta ai sensi dell'art. 493 c.c. la grave sanzione della decadenza dal beneficio di inventario. Si tenga presente, in generale, che sulla materia ha inciso indirettamente l'art. 21 d.lgs. n. 149/2022 (c.d. riforma Cartabia), rubricato: «Attribuzione ai notai della competenza in materia di autorizzazioni relative agli affari di volontaria giurisdizione». La norma, modificata dal d.lgs. n. 164/2024, stabilisce infatti che: «Le autorizzazioni per la stipula degli atti pubblici e scritture private autenticate nei quali interviene un minore, un interdetto, un inabilitato o un soggetto beneficiario della misura dell'amministrazione di sostegno, ovvero aventi ad oggetto beni ereditari, possono essere rilasciate, previa richiesta scritta delle parti, personalmente o per il tramite di procuratore legale, dal notaio rogante». Il notaio può farsi assistere da consulenti, ed assumere informazioni, senza formalità, presso il coniuge, i parenti entro il terzo grado e agli affini entro il secondo del minore o del soggetto sottoposto a misura di protezione, o nel caso di beni ereditari, presso gli altri chiamati e i creditori risultanti dall'inventario, se redatto. Nell'ipotesi di cui all'articolo 747, comma 4 c.p.c. deve essere sentito il legatario. L'autorizzazione è comunicata, a cura del notaio, anche ai fini dell'assolvimento delle formalità pubblicitarie, alla cancelleria del tribunale che sarebbe stato competente al rilascio della corrispondente autorizzazione giudiziale e al pubblico ministero presso il medesimo tribunale. L'autorizzazione può essere impugnata innanzi all'autorità giudiziaria secondo le norme del codice di procedura civile applicabili al corrispondente provvedimento giudiziale. La cancelleria dà immediata comunicazione al notaio dell'impugnazione proposta e del provvedimento che definisce il giudizio. Le autorizzazioni acquistano efficacia decorsi venti giorni dalle comunicazioni previste dal comma 4 senza che sia stato proposto reclamo. Esse possono essere in ogni tempo modificate o revocate dal giudice tutelare, ma restano salvi i diritti acquistati in buona fede dai terzi in forza di convenzioni anteriori alla modificazione o alla revoca. Il provvedimento del giudice tutelare è comunicato al notaio che ha rilasciato l'autorizzazione, a cura della cancelleria. Restano riservate in via esclusiva all'autorità giudiziaria le autorizzazioni per promuovere, rinunciare, transigere o compromettere in arbitri giudizi, nonché per la continuazione dell'impresa commerciale. FormulaTRIBUNALE DI [1]... RICORSO [2][3] PER L'AUTORIZZAZIONE ALLA VENDITA DI BENI EREDITARI DA PARTE DELL'EREDE BENEFICIATO Il Sig. ..., nato a ... il ... (C.F. [4]... ), residente in ..., via/piazza ... n. ..., elettivamente domiciliato in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. [5]..., C.F. [6]..., che lo rappresenta e difende in forza di procura alle liti [7]... PREMESSO – il giorno ... è deceduto in ..., ove aveva il suo ultimo domicilio, in via ..., il Sig. ..., come risulta dall'allegato certificato di morte [8]; – l'esponente, chiamato all'eredità del defunto per legge, essendone il figlio [9], l'ha accettata con beneficio di inventario, come risulta dall'allegata dichiarazione [10]; – dall'inventario risulta l'esistenza di passività ereditarie per l'importo di Euro ...; – nessuno dei creditori ha presentato nei termini di legge opposizione ai sensi dell'art. 498 c.c.; – non essendovi nell'eredità liquidità sufficiente al pagamento dei debiti contratti dal defunto, occorre procedere alla vendita di beni appartenenti al compendio ereditario al fine di ottenere la somma necessaria allo scopo; – l'asse ereditario è tra l'altro composto dei seguenti beni ..., il cui valore è approssimativamente proporzionato all'entità delle menzionate passività; – ed infatti il valore dei detti beni ammonta ad Euro ... come da stima che si allega [11]. Ciò premesso il ricorrente come sopra rappresentato chiede che, ai sensi dell'art. 747 c.p.c. e dell'art. 493 c.c. il giudice adito voglia accogliere le seguenti CONCLUSIONI Voglia il Tribunale adito autorizzare la vendita dei beni sopra indicati a prezzo non inferiore a quello di stima, ovvero secondo le modalità che vorrà indicare, anche in ordine alla conservazione e al reimpiego del prezzo. Si producono: – certificato di morte; – documentazione comprovante la qualità erede beneficiato del ricorrente; – inventario; – perizia di stima. Ai sensi dell'art. 14 d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che, trattandosi di procedimento di volontaria giurisdizione, il contributo unificato ammonta a Euro .... Luogo e data ... Firma Avv. ... 1. Competente è il tribunale del luogo dell'aperta successione ai sensi dell'art. 747 c.p.c. La successione si apre al momento della morte nel luogo dell'ultimo domicilio del defunto, ai sensi dell'art. 456 c.c. 2. Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. n. 110/2023. 3. Il contenuto dell'atto, trattandosi di procedimento che si introduce con ricorso, come previsto dall'art. 747 c.p.c., è fissato dall'art. 125 c.p.c. 4. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). 5. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002 modificati dalla l. n. 114/2014. 6. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. 7. La procura può essere apposta in calce o a margine dell'atto (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura. 8. Si tenga presente che secondo l'art. 452 c.c. la prova della morte, di regola, può essere data solo mediante il certificato rilasciato dall'ufficiale di stato civile. 9. Si è fatto il caso più comune. In caso di successione aperta per testamento occorrerà naturalmente farne menzione e produrre copia dell'atto. 10. L'accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario si fa mediante dichiarazione ricevuta da un notaio o dal cancelliere del tribunale dell'aperta successione, ex art. 484 c.c. 11. Si rammenti che l'inventario dell'eredità beneficiata contiene la stima dei mobili, ma non degli immobili, ex art. 775 c.p.c., stima in ogni caso soltanto orientativa. In ipotesi di autorizzazione alla vendita di mobili, l'istanza potrà essere fondata anche soltanto sulle risultanze dell'inventario, soprattutto ove si tratti di beni di non ingente valore o comunque risultante da listini. In caso di immobili l'autorizzazione richiederà generalmente il deposito di una perizia di stima. Occorre tuttavia considerare che in molti uffici giudiziari è prassi affidare la stima dei beni da alienare ad un tecnico nominato dal giudice, nel qual caso la perizia di stima redatta per iniziativa dell'istante sarà superflua. COMMENTOL'amministrazione dell'erede beneficiato ha una finalità essenzialmente conservativa ed è strumentale alla liquidazione e, con essa, all'estinzione delle passività ereditarie. Occorre dunque che gli atti di alienazione, che, per definizione, non hanno normalmente uno scopo conservativo, siano diretti alla liquidazione, salvo non ricorra il caso che essi siano necessari per evitare un depauperamento dell'eredità. La formula è congegnata per l'ipotesi più comune, quella della vendita finalizzata al pagamento dei debiti ereditari. |