Processo verbale con fissazione di discussione orale davanti al collegio (art. 275-bis c.p.c.)

Antonio Lombardi

Inquadramento

Nell'ambito della fase finale di trattazione delle cause collegiali, accanto alla facoltà delle parti di richiedere, dopo la rimessione della causa al collegio, con nota di precisazione delle conclusioni al Presidente del Tribunale, che la causa venga discussa oralmente davanti al collegio, è ora previsto, per effetto dell'introduzione del nuovo art. 275-bis c.p.c., ad opera del d.lgs. n. 149/2022, un modello decisionale alternativo e semplificato, con fissazione dell'udienza di discussione orale davanti al collegio da parte dello stesso istruttore e facoltà di pubblicazione della sentenza collegiale con le modalità della cd contestuale, mediante lettura di dispositivo e motivazioni in udienza.

Formula

TRIBUNALE DI ...

VERBALE D'UDIENZA

DOTT. ... R.G. ...

Oggi, ... sono comparsi per l'attore ... l'Avv. ... e per il convenuto l'Avv. ..., i quali, ritenuta la causa matura per la decisione, chiedono rimettersi la causa al collegio, con concessione di termine per note di precisazione delle conclusioni e memorie conclusionali, o fissarsi discussione orale dinanzi al collegio ai sensi dell'art. 275-bis c.p.c.

IL GIUDICE ISTRUTTORE

Dato atto di quanto sopra,

visto l'art. 275-bis c.p.c.,

ritenuto che la causa possa essere decisa a seguito di discussione orale,

FISSA

udienza di discussione dinanzi al collegio in data ... concedendo alle parti termine di giorni trenta per il deposito di note limitate alla precisazione delle conclusioni e un ulteriore termine non superiore a quindici giorni per note conclusionali.

Il Giudice Istruttore ...

COMMENTO

Nell'ambito della fase finale di trattazione delle cause collegiali viene introdotto dal d.lgs. n. 149/29022, a mezzo del nuovo art. 275-bis c.p.c., un modello decisionale alternativo e semplificato, che prevede, accanto alla rimessione della causa al collegio ai sensi dell'art. 275 c.p.c., con facoltà di chiedere al Presidente la discussione collegiale, la fissazione dell'udienza di discussione orale davanti al collegio da parte dello stesso istruttore.

Per l'individuazione delle cause nelle quali il Tribunale giudica in composizione collegiale occorre rifarsi alla lunga elencazione di cui all'art. 50-bis c.p.c. La norma contempla gruppi eterogenei di controversie, accomunate dalla particolare importanza e delicatezza delle questioni trattate, che inducono a devolvere la decisione a un organo giurisdizionale collegiale. Così, ad esempio, nelle cause che prevedono l'intervento obbligatorio del PM, in talune cause fallimentari o devolute alle sezioni specializzate, o di natura societaria, nelle class actions ai sensi dell'art. 140 Codice del consumo e nei procedimenti in camera di consiglio ex art. 737 c.p.c., salvo che sia diversamente disposto.

La fase decisoria delle cause collegiali era disciplinata, in via esclusiva, dall'art. 275 c.p.c., che prevedeva, nella precedente versione, quale ipotesi ordinaria, la discussione e precisazione delle conclusioni dinanzi al Giudice istruttore, che rimetteva, previa concessione di termini per gli scritti defensionali conclusivi, la causa al collegio, il quale provvedeva a depositare la sentenza nel termine di cui all'art. 189 c.p.c.

I commi 2 e ss. dell'art. 275 c.p.c. contemplavano, tuttavia, la facoltà, in capo a ciascuna delle parti, di chiedere, in sede di precisazione delle conclusioni ed al presidente del Tribunale, che la causa venisse discussa oralmente dinanzi al collegio. In tal caso, fermi restando i termini di cui all'art. 190 c.p.c. per il deposito di memorie defensionali conclusive, il presidente era tenuto a provvedere sulla richiesta fissando, entro sessanta giorni, l'udienza di discussione collegiale, nell'ambito della quale, dopo la relazione e la discussione orale, il collegio riservava la decisione, da depositare nei sessanta giorni successivi.

La Corte di cassazione ha provveduto a sostanziare il contenuto degli oneri della parte che domandava la fissazione dell'udienza di discussione collegiale, precisando che l'istanza dovesse essere depositata, una prima volta, dinanzi all'istruttore in sede di precisazione delle conclusioni e, una seconda, direttamente al Presidente del Tribunale, alla scadenza del termine per il deposito delle memorie di replica (Cass. II, n. 1662/2017).

La riforma exd.lgs. n. 149/2022, in vigore a partire dal 1° marzo 2023, ha profondamente innovato la fase decisoria delle cause collegiali, semplificando e razionalizzando l'ipotesi della fissazione di udienza collegiale su richiesta delle parti, ed introducendo la facoltà dell'istruttore di fissare discussione dinanzi al collegio.

Da un lato, difatti, con la modifica dell'art. 275 c.p.c., si è provveduto a razionalizzare l'ipotesi di discussione collegiale, evitando che la stessa sia fissata dal presidente dopo la precisazione delle conclusioni dinanzi all'istruttore ed il deposito di comparse e repliche, con evidente inutile proliferazione di attività difensiva.

La richiesta va, in questo caso, proposta al presidente in sede di nota di precisazione delle conclusioni, prevista dal novellato art. 189, comma 1, n. 1, che precede l'udienza dinanzi all'istruttore per la rimessione della causa al collegio. Il presidente provvede alla revoca dell'udienza dinanzi all'istruttore e fissa udienza di discussione collegiale entro sessanta giorni, fermo restando il termine per il deposito delle sole comparse conclusionali. All'udienza collegiale, dopo la relazione dell'istruttore, le parti provvederanno oralmente alle repliche e il collegio, trattenuta la causa in decisione, depositerà la sentenza nel termine di sessanta giorni.

La novità di maggior rilievo è, tuttavia, rappresentata dall'introduzione del modulo decisorio alternativo e semplificato di cui all'art. 275-bis c.p.c. che prevede la facoltà, in capo all'istruttore, indipendentemente da un'istanza delle parti, di fissare udienza di discussione dinanzi al collegio. Provvederà in tal senso assegnando alle parti termine, anteriore all'udienza, non superiore a trenta giorni per il deposito di note limitate alla precisazione delle conclusioni e un ulteriore termine, non superiore a quindici giorni, per note conclusionali.

Successivamente alla relazione e alla discussione delle parti il collegio, nell'ordinaria ipotesi prevista dalla nuova disposizione, pronuncia sentenza cd contestuale, dando lettura del dispositivo e della concisa esposizione delle ragioni di fatto e diritto della decisione, sulla falsariga di quanto già previsto, nei procedimenti monocratici, dall'art. 281-sexies c.p.c. e, nel rito del lavoro, dall'art. 429 c.p.c.

Laddove, nelle cause di maggiore complessità, il collegio ritenga di non dover pronunciare sentenza contestuale, potrà riservare la decisione, provvedendo al deposito della sentenza nel successivo termine di giorni sessanta.

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