Relata di notifica a mezzo di posta elettronica certificata (ex art. 3-bis l. n. 53/1994) – Ricorso per CassazioneInquadramentoLe novità della riforma 2022 in tema di notificazioni telematiche. A norma dell'art. 3-bis della l. n. 53/1994, comma 1, non modificato dal d.lgs. n. 149/2022 attuativo della legge delega n. 206/2021, la notificazione con modalità telematica si esegue a mezzo posta elettronica certificata all'indirizzo risultante da pubblici elenchi, nel rispetto della normativa, anche regolamentare, relativa alla sottoscrizione, trasmissione e ricezione dei documenti informatici. La notificazione può essere eseguita esclusivamente utilizzando un indirizzo PEC del notificante risultante da pubblici elenchi. La notifica di un atto a mezzo PEC effettuata utilizzando un indirizzo di posta elettronica istituzionale, rinvenibile sul sito "internet" del mittente, ma non risultante nei pubblici registri, non è nulla se la stessa ha comunque consentito al destinatario di svolgere compiutamente le proprie difese, senza alcuna incertezza in ordine alla provenienza ed all'oggetto (Cass. V, n. 5263/2024). La riforma 2022 ha inserito un nuovo comma 1-bis alla norma secondo il quale fermo restando quanto previsto dal r.d. n. 1611/1933, in materia di rappresentanza e difesa in giudizio dello Stato, la notificazione alle pubbliche amministrazioni è validamente effettuata presso l'indirizzo individuato ai sensi dell'art. 16-ter, comma 1-ter d.l. n. 179/2012, convertito, con modificazioni, dalla l. n. 221/2012. In pratica con questo nuovo comma 1-bis si conferma che la notificazione alle pubbliche amministrazioni è validamente effettuata presso l'indirizzo istituzionale individuato ai sensi dell'art. 16-ter d.l. n. 179/2012. Ai sensi dell'art. 3-bis, comma 2, quando l'atto da notificare non consiste in un documento informatico, l'avvocato provvede ad estrarre copia informatica dell'atto formato su supporto analogico, attestandone la conformità con le modalità previste dall'art. 196-undecies disp. att. c.p.c. In sostanza si è corretto con la riforma al comma 2 della norma il rinvio all'art. 16-undecies del d.l. n. 179/2012, con quello all'art. 196-undecies disp. att. c.p.c. Quest'ultima disposizione in particolare, rubricata “Modalità dell'attestazione di conformità” contiene, con modifiche di mero drafting, la disposizione prima dettata dall'art. 16-undecies, cit. Prevede, in particolare, che l'attestazione di conformità della copia analogica, è apposta in calce o a margine della copia o su foglio separato, congiunto materialmente alla medesima. L'attestazione di conformità di una copia informatica è apposta nel medesimo documento informatico. In questo caso l'attestazione di conformità può essere alternativamente apposta su un documento informatico separato e l'individuazione della copia cui si riferisce ha luogo esclusivamente secondo le modalità stabilite nelle specifiche tecniche del direttore generale per i sistemi informativi automatizzati del Ministero della Giustizia. Se la copia informatica è destinata alla notifica, l'attestazione di conformità è inserita nella relazione di notificazione. Si prevede, infine, che le attestazioni di conformità previste dagli artt. 196-octies, novies e decies, dal codice e dalla l. n. 53/1994, sono considerati pubblici ufficiali ad ogni effetto. La notifica si esegue mediante allegazione dell'atto da notificarsi al messaggio di posta elettronica certificata. La riforma lascia sostanzialmente invariato anche il comma 3 della disposizione normativa sul momento di perfezionamento della notifica facendo salva l'applicazione dell'art. 147, commi 2 e 3 c.p.c. in forza dei quali le notificazioni a mezzo PEC o servizio elettronico di recapito certificato qualificato possono essere eseguite senza limiti orari e si intendono perfezionate, per il notificante, nel momento in cui è generata la ricevuta di avvenuta consegna. Se quest'ultima è generata tra le ore 21 e le ore 7 del mattino del giorno successivo, la notificazione si intende perfezionata per il destinatario alle ore 7. È stato infine inserito l'art. 3-ter che prevede che l'avvocato debba procedere alla notificazione degli atti giudiziali in materia civile e stragiudiziali a mezzo PEC o servizio elettronico di recapito certificato sia quando il destinatario è soggetto obbligato a munirsi di un indirizzo di posta elettronica certificata, sia quando, pur non essendo obbligato, egli abbia esercitato la facoltà di eleggere domicilio digitale. Se la notificazione è impossibile o non ha esito positivo, per causa imputabile al destinatario, l'avvocato deve eseguire la notificazione mediante inserimento nell'area web riservata prevista dal codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza (art. 359) e la notificazione si dà per eseguita nel decimo giorno successivo a quello in cui è compiuto l'inserimento. Se, invece, la causa non è imputabile al destinatario, la notificazione potrà eseguirsi con le modalità ordinarie. Infine la riforma 2022 modifica l'art. 4 della l. n. 53/1994 chiarendo che la facoltà, a talune condizioni, di eseguire la notificazione con consegna di copia dell'atto al domicilio del destinatario, è esercitabile dall'avvocato soltanto laddove non vi sia l'obbligo di procedere a mezzo PEC o mediante inserimento nell'area web di cui all'art. 359 del codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza. Per le modifiche effettuate alle norme sulle notificazioni del codice di rito vedere le formule corrispondenti. FormulaRELATA DI NOTIFICA A MEZZO DI POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA [1] Io sottoscritto Avv. ..., con studio in Roma alla via ..., n. ... C.F. ... nella mia qualità di difensore del Sig. ... nato a ... il ..., residente a ..., via ..., e domiciliato a ..., via ..., in virtù di procura speciale alle liti sottoscritta digitalmente che si allega, NOTIFICO l'allegato ricorso per cassazione, in originale informatico sottoscritto digitalmente (descrizione file “RICORSO PER CASSAZIONE ... pdf.p7m”) avverso la sentenza n. ... / ... della Corte di Appello di ..., pronunciata nel procedimento di secondo grado, R.G. n. ... / ..., pubblicata mediante deposito in cancelleria il ..., notificata a mezzo PEC in data ..., a 1. Avv. ... (C.F. ... ) all'indirizzo PEC ... estratto dal REGINDE nella sua qualità di difensore e procuratore costituito in giudizio del Sig. ..., C.F. ..., e 2. Avv. ... (C.F. ... ) all'indirizzo PEC ... estratto dal REGINDE nella sua qualità di difensore e procuratore costituito in giudizio del Sig. ..., C.F. ... DICHIARO che la presente notifica viene effettuata in relazione al giudizio di cassazione avverso la sentenza n. ... / ... della Corte di Appello di ... nella causa di appello R.G. n. ... / ... ATTESTO [2] ai sensi dell'art. 3-bis, comma 2, e 6, comma 1, della l. n. 53/94 e dell'art. 196-octies disp. att. c.p.c. che le copie informatiche dei presenti atti (descrizione file: ... ) oggetto della presente notifica, sono copie conformi agli originali dal quale sono stati estratti, anche in virtù della disciplina vigente di livello regolamentare. Luogo e data ... Firma Avv. ... [3] 1. Per le notifiche tramite PEC la relata deve essere contenuta in un file.pdf separato dagli atti da notificare e allegato come atto nativo digitale, cioè creato con programma di videoscrittura, convertito in formato.pdf e sottoscritto in via digitale. Ai sensi dell'art. 3-bis, comma 5, della l. n. 53/1994, la relata di notifica a mezzo di posta elettronica certificata deve contenere alcuni requisiti essenziali, ossia: il nome, cognome e codice fiscale dell'avvocato notificante; il nome e cognome o la denominazione e ragione sociale e il codice fiscale della parte che ha conferito la procura alle liti; il nome e cognome o la denominazione e ragione sociale del destinatario; l'indirizzo di posta elettronica certificata a cui l'atto è notificato; l'indicazione dell'elenco da cui il predetto indirizzo è stato estratto; l'attestazione di conformità di cui al comma 2 dell'art. 3-bis. Infine, ai sensi del comma 6, per le notificazioni effettuate in corso di procedimento deve essere anche indicato l'ufficio giudiziario, la sezione, il numero e l'anno di ruolo. Va segnalato che Cass. III, n. 32287/2023 ha rimesso alle S.U. la questione relativa al perfezionamento della notifica a mezzo PEC al difensore non andata a buon fine a causa della sua casella PEC ormai piena. Le Sezioni Unite, dopo aver richiamato le varie correnti giurisprudenziali definitesi sul punto, hanno affermato il seguente principio: «Nel regime antecedente alla novella recata dal d.lgs. n. 149/2022, la notificazione a mezzo PEC eseguita dall'avvocato ai sensi dell'art. 3-bis l. n. 53/1994 non si perfeziona nel caso in cui il sistema generi un avviso di mancata consegna, anche per causa imputabile al destinatario (come nell'ipotesi di saturazione della casella di PEC con messaggio di errore nella dicitura “casella piena”), ma soltanto se sia generata la ricevuta di avvenuta consegna (c.d. “RdAC”). Ne consegue che il notificante, ove debba evitare la maturazione a suo danno di un termine decadenziale, sarà tenuto a riattivare tempestivamente il procedimento notificatorio attraverso le forme ordinarie di cui agli artt. 137 e ss. c.p.c., potendo così beneficiare del momento in cui è stata generata la ricevuta di accettazione della originaria notificazione inviata a mezzo PEC» (Cass. S.U., n. 28452/2024). 2. In alcune ipotesi, ai fini della notifica tramite posta elettronica certificata, è richiesta l'attestazione o asseverazione di conformità. In sostanza con tale attestazione l'avvocato attesta che l'atto che viene notificato è conforme all'originale. Ai sensi dell'art. 23-bis, comma 2, del Codice dell'amministrazione digitale, «Le copie e gli estratti informatici del documento informatico, se prodotti in conformità alle vigenti regole tecniche di cui all'art. 71, hanno la stessa efficacia probatoria dell'originale da cui sono tratte se la loro conformità all'originale, in tutte le sue componenti, è attestata da un pubblico ufficiale a ciò autorizzato o se la conformità non è espressamente disconosciuta». Per superare la normativa del c.a.d. appena citata, l'art. 16-bis, comma 9-bis d.l. n. 179/2012 ha previsto che «il difensore, il dipendente di cui si avvale la pubblica amministrazione per stare in giudizio personalmente, il consulente tecnico, il professionista delegato, il curatore ed il commissario giudiziale possono estrarre con modalità telematiche duplicati, copie analogiche o informatiche degli atti e dei provvedimenti di cui al periodo precedente ed attestare la conformità delle copie estratte ai corrispondenti atti contenuti nel fascicolo informatico. Le copie analogiche ed informatiche, anche per immagine, estratte dal fascicolo informatico e munite dell'attestazione di conformità a norma del presente comma, equivalgono all'originale ... ». A partire dal 2015 è possibile estrarre dai registri duplicati informatici per cui non è necessaria l'attestazione di conformità perché a norma dell'art. 23-bis c.a.d. i duplicati informatici hanno lo stesso valore giuridico, ad ogni effetto di legge, del documento informatico da cui sono tratti se prodotti in conformità alle regole tecniche di cui all'art. 71; tali regole, dettate dall'art. 5, d.P.C.M. 13 novembre 2014, stabiliscono che il duplicato informatico di un documento informatico di cui all'art. 23-bis, comma 1 c.a.d. è prodotto mediante processi e strumenti che assicurino che il documento informatico ottenuto sullo stesso sistema di memorizzazione, o su un sistema diverso, contenga la stessa sequenza di bit del documento informatico di origine. Va infine segnalato che se il documento informatico che si intende depositare non è stato estratto dai registri, ritrovano vigore le regole del c.a.d. e, quindi, se non è un duplicato ma una copia informatica il regime dell'efficacia probatoria è quello del citato art. 23-bis, comma 2 c.a.d. Gli atti che necessitano di attestazione di conformità sono le notifiche a mezzo PEC di copia informatica di documento informatico e le notifiche a mezzo PEC di copia informatica di atto cartaceo (analogico). Ai sensi dell'art. 18, comma 4 d.m. n. 44/2001 l'avvocato che estrae la copia informatica per immagine dell'atto formato su supporto analogico compie l'attestazione inserendo la dichiarazione di conformità all'originale nella relata di notifica. 3. La relata di notificazione, prima di essere allegata alla PEC, deve essere firmata con firma digitale. COMMENTOLe modifiche apportate alle notifiche telematiche e, in particolare, la previsione dell'obbligo di notifica telematica per gli avvocati ai sensi dell'art. 3-bis l. n. 53/1994, comma 3-ter, secondo cui, come visto, l'avvocato deve procedere alla notificazione degli atti giudiziali in materia civile e stragiudiziali tramite PEC o servizio elettronico di recapito certificato sia quando il destinatario è soggetto obbligato a munirsi di un indirizzo di PEC, sia quando pur non essendo obbligato abbia esercitato la facoltà di eleggere domicilio digitale, si inscrive nell'ambito della generale implementazione del processo telematico. Infatti in attuazione dei principi posti dalla delega, il legislatore ha, modificato la disciplina normative esistente, adeguandola alle disposizioni del processo civile telematico, anche modificando la formulazione e la collocazione delle norme. Poi, è stato inserito, nelle disposizioni di attuazione, il Titolo V-ter, composto da 3 capi e 11 articoli, dedicato alla giustizia digitale. Questo titolo tratta, oltre che del deposito di tutti i documenti e gli atti di parte con mezzi tecnologici, delle attestazioni di conformità e dell'udienza con collegamenti audiovisivi a distanza. La Relazione illustrativa specifica che la delega relativa all'obbligatorietà del deposito telematico degli atti di parte e alle modalità di tale deposito (comma 17, lett. a), b) e c) della l. n. 206/2021) è stata attuata, in primo luogo, attraverso l'abrogazione dell'art. 16-bis del d.l. n. 179/2012, attualmente contenente le principali disposizioni in materia di processo telematico, dato che parte di tali disposizioni sono superate in virtù della generale previsione dell'obbligatorietà del deposito dei documenti e di tutti gli atti delle parti che sono in giudizio con il ministero di un difensore. Le altre disposizioni contenute nell'art. 16-bis, modificate sulla base dei criteri di delega, sono state principalmente raggruppate nel citato Titolo V-ter delle disposizioni di attuazione. L'attuazione del criterio di delega in materia di attestazioni di conformità è anch'essa avvenuta attraverso l'abrogazione degli artt. 16-decies e 16-undecies del d.l. n. 179/2012 e la collocazione della disciplina negli stessi contenuta nel nuovo Titolo V-ter delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile, dedicato alla giustizia digitale, nonché l'introduzione di una nuova norma in materia di attestazione di conformità degli atti trasmessi all'ufficiale giudiziario (art. 196-decies). La limitazione della delega ai soli documenti e atti “delle parti che sono in giudizio con il ministero di un difensore” ha impedito che si estendesse l'obbligatorietà del deposito telematico ai casi in cui la parte stia in giudizio personalmente. In particolare, il Capo I (Degli atti e dei provvedimenti) è composto dai seguenti articoli: – 196-quater disp. att. c.p.c., relativo all'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti, nel quale confluiscono le disposizioni dell'art. 16-bis, commi 1-4 e 8-9, del d.l. n. 179/2012. A seguito della modifica apportata dal d.lgs. n. 164/2024, il deposito degli atti processuali e dei documenti da parte del pubblico ministero, dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria ha luogo esclusivamente con modalità telematiche. Con le stesse modalità le parti depositano gli atti e i documenti provenienti dai soggetti da esse nominati. Quando è necessario ai fini della decisione il giudice può ordinare il deposito di singoli atti e documenti su supporto cartaceo, indicandone specificamente la ragione. Il deposito dei provvedimenti del giudice e dei verbali di udienza ha luogo con modalità telematiche. Il deposito con modalità telematiche è effettuato nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. Il capo dell'ufficio autorizza il deposito con modalità non telematiche quando sussiste una situazione di urgenza e il direttore generale per i servizi informatici del dominio giustizia non sono funzionanti. La certificazione del direttore generale è pubblicata sul portale dei servizi telematici; – 196-quinquies disp. att. c.p.c., sull'atto del processo redatto in formato elettronico, nel quale la riforma colloca, dandole forza di legge, la disciplina attualmente contenuta nell'art. 15 del d.m. Giustizia n. 44/2011 e relativa al deposito degli atti del processo redatti in formato elettronico da parte di magistrati e personale degli uffici giudiziari. In particolare, il citato art. 15 del d.m. n. 44/2011, come novellato dal d.m. 209 del 2012, stabiliva che l'atto del processo, redatto in formato elettronico da un soggetto abilitato interno e sottoscritto con firma digitale, è depositato telematicamente nel fascicolo informatico. In caso di atto formato da organo collegiale l'originale del provvedimento è sottoscritto con firma digitale secondo quanto previsto dagli artt. 132, comma 3, 134, comma 1, e 135, comma 4 c.p.c. Quando l'atto è redatto dal cancelliere o dal segretario dell'ufficio giudiziario questi vi appone la propria firma digitale e ne effettua il deposito nel fascicolo informatico. Il comma 4, come da ultimo modificato dal d.lgs. n. 164/2024, prevede che, se l'atto del processo è in formato cartaceo, il cancelliere ne estrae copia informatica, nel rispetto della normativa anche regolamentare, e provvede a depositarlo nel fascicolo informatico. Al fine di colmare la lacuna derivante dall'assenza di una legge che prevedesse il valore legale del deposito degli atti del processo da parte di magistrati e personale, l'art. 196-quinquies non prevede più la necessità che il cancelliere apponga la propria firma digitale, stabilendo al comma 4, che il provvedimento del magistrato si intende depositato, anche agli effetti di cui all'art. 133 c.p.c., quando è effettuato il deposito nel fascicolo informatico; – 196-sexies disp. att. c.p.c., sul perfezionamento del deposito con modalità telematiche, nel quale confluisce l'art. 16-bis, comma 7, del d.l. n. 179/2012. Viene dettata la regola generale in materia di perfezionamento del deposito, disponendo che quest'ultimo si ha per avvenuto nel momento in cui è generata la conferma del completamento della trasmissione secondo quanto previsto dalla normativa anche regolamentare concernente la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici ed è tempestivamente eseguito quando la conferma è generata entro la fine del giorno di scadenza. Il riferimento alla generazione della conferma del completamento della trasmissione e non più alla ricevuta di avvenuta consegna, specificamente riferita al deposito a mezzo posta elettronica certificata, la rende applicabile anche a tecnologie diverse rispetto alla posta elettronica certificata. La norma precisa che si applicano le disposizioni di cui all'art. 155, comma 4 e 5 c.p.c. e che se gli atti o i documenti da depositarsi eccedono la dimensione massima stabilita nelle specifiche tecniche del direttore generale per i sistemi informativi automatizzati del ministero della giustizia, il deposito può essere eseguito mediante più trasmissioni. La formulazione non chiara della disposizione dell'art. 196-sexies disp. att. c.p.c. ha originato due diversi orientamenti giurisprudenziali. Il primo, minoritario, afferma che ottenuta la ricevuta di consegna della PEC si perfeziona il deposito telematico; sicché l'eventuale esito negativo dei successivi controlli telematici e manuali non influisce sulla tempestività del deposito telematico, ma al massimo provoca la necessità di rinnovare la trasmissione delle buste telematiche contenenti l'atto stesso o i suoi allegati (Cass. civ. n. 19796/2021; Cass. civ., n. 25289/2020; Cass. civ., n. 9664/2020; Trib. Milano, sez. lav., 10 maggio 2016). Altra parte della giurisprudenza di legittimità individua nel deposito telematico una fattispecie a formazione progressiva che si perfeziona solo con il ricevimento della c.d. quarta busta. La ricevuta di consegna fornisce l'attestazione che il deposito telematico è regolarmente pervenuto alla casella PEC dell'ufficio destinatario, ma solo con l'accettazione definitiva del deposito da parte della cancelleria si consolida l'effetto provvisorio anticipato della seconda PEC e il file viene caricato sul fascicolo telematico, e diventa così visibile alle controparti e al giudice. (Cass. civ., S.U., sent., n. 34207/2022; Cass. civ., sez. lav., sent. n. 12422/2021, S.U. sent. n.19675/2016). A questo secondo orientamento aderisce anche Cass. civ., S.U., n. 28403/2023 che, in tema di deposito telematico del ricorso per cassazione ha affermato che il definitivo consolidarsi dell'effetto di tempestivo deposito prodottosi, in via anticipata, con la ricezione della ricevuta di avvenuta consegna (RDAC) è subordinato all'esito positivo dei successivi controlli, la cui prova è data dal messaggio di PEC contenente l'esito dell'intervento di accettazione da parte della cancelleria (c.d. quarta PEC); – 196-septies disp. att. c.p.c., sulla copia cartacea di atti telematici, nel quale confluisce l'art. 16-bis, comma 9 del d.l. n. 179/2012, prevedendo che, con decreto, il Ministro della giustizia stabilisce misure organizzative per l'acquisizione di copia cartacea degli atti depositati con modalità telematiche, per la riproduzione su supporto analogico degli atti depositati con le predette modalità e per la gestione e la conservazione delle predette copie cartacee e che con il medesimo decreto sono altresì stabilite le misure organizzative per la gestione e la conservazione degli atti depositati su un supporto cartaceo a norma dell'art. 196-quater, comma 1, 3° periodo e comma 4. La legge 29 aprile 2024, n. 56 (pubblicata in G.U. 30 aprile 2024), che ha convertito il d.l. n. 19/2024 recante “Ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)” ha inserito dopo l'art. 25, l'art. 25-bis rubricato “Disposizioni per favorire l'impiego di mezzi telematici per le notificazioni di atti civili, amministrativi e stragiudiziali da parte degli avvocati” con l'obiettivo di semplificare il procedimento notificatorio nell'ottica del perseguimento degli obiettivi del PNNR sull'efficienza del sistema giudiziario. La disposizione in questione ha inciso sull'art. 3 della l. n. 53/1994, il cui comma 2-bis ora prevede che «È consentita la notificazione tramite un invio postale generato con mezzi telematici. A tal fine, nella relazione di notificazione il notificante dà atto delle modalità di invio e indica il nome, il cognome, la residenza o dimora o domicilio del destinatario, nonché il domicilio del notificante, il numero del registro cronologico di cui all'articolo 8 e gli elementi previsti dal comma 2 del presente articolo. L'atto è sottoscritto digitalmente dal notificante nel rispetto della normativa processuale, anche regolamentare, concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. L'ufficiale postale appone la propria firma digitale o un sigillo elettronico qualificato sul documento informatico, stampa la copia da notificare e l'avviso di ricevimento e confeziona il piego raccomandato, riportando su ciascuna pagina della copia da notificare il numero identificativo dell'invio postale e attestando la conformità della copia al documento informatico trasmesso. Nell'avviso di ricevimento sono contenute le indicazioni di cui al comma 2». Va ricordato che l'art. 3, commi 1 e 2, della l. n. 53/1994 sono relativi alla notifica in proprio da parte dell'avvocato in modalità cartacea tramite l'ufficio postale. Con l'inserimento del nuovo comma 2-bis si permette all'avvocato la notifica in proprio dell'atto tramite “un invio postale generato con mezzi telematici”. Sicché l'avvocato che non può ottemperare all'obbligo di notifica attraverso la PEC può scegliere se notificare tramite l'UNEP, in proprio tramite l'ufficio postale secondo le disposizioni dell'art. 3 l. n. 53/1994 o, infine, in proprio tramite l'ufficio postale utilizzando l'invio generato con mezzi telematici ai sensi del nuovo comma 2-bis della l. n. 53/1994. Ai sensi della nuova previsione il notificante nella relata di notifica deve dare atto: • Delle modalità dell'invio; • Indicare nome, cognome, residenza o dimora o domicilio del destinatario nonché il domicilio del notificante; • Il numero del registro cronologico di cui all'art. 8 l. n. 53/1994; Gli elementi previsti dall'art. 2 della stessa legge che prevede che «per le notificazioni di atti effettuate prima dell'iscrizione a ruolo della causa o del deposito dell'atto introduttivo della procedura, l'avviso di ricevimento deve indicare come mittente la parte istante e il suo procuratore; per le notificazioni effettuate in corso di procedimento, l'avviso deve indicare anche l'ufficio giudiziario e, quando esiste, la sezione dello stesso». L'atto deve poi essere sottoscritto dal notificante nel rispetto della normativa processuale, anche regolamentare, relativa alla sottoscrizione, trasmissione e ricezione dei documenti informatici. |