Autorizzazione vendita beni ereditari, erede beneficiato destinatario di amministrazione di sostegnoInquadramentoLa formula che segue, fondata sulla previsione dell'art. 747 c.p.c., applicabile in diversi casi di vendita di beni ereditari (e più in generale, secondo l'opinione prevalente, in ogni caso di atti di straordinaria amministrazione), va adoperata anche nell'ipotesi in cui l'erede accettante con beneficio d'inventario, che intenda vendere beni caduti in successione, sia persona sottoposta ad amministrazione di sostegno. FormulaTRIBUNALE DI [1]... RICORSO [2][3] PER L'AUTORIZZAZIONE ALLA VENDITA DI BENI EREDITARI DA PARTE DELL'EREDE BENEFICIATO DESTINATARIO DI AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO Il Sig. ..., nato a ... il ... (C.F. [4]... ), residente in ..., via/piazza ... n. ..., nella sua qualità di amministratore di sostegno di ..., elettivamente domiciliato in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. [5]..., C.F. [6]..., che lo rappresenta e difende in forza di procura alle liti [7]... PREMESSO – il giorno ... è deceduto in ..., ove aveva il suo ultimo domicilio, in via ..., il Sig. ..., come risulta dall'allegato certificato di morte [8]; – il defunto, con testamento olografo [9] pubblicato il ... per atto del Notaio ... in data, atto che si allega in copia, ha istituito erede ..., nato il ..., sottoposto ad amministrazione di sostegno in forza di decreto del tribunale di ... del ...; – il beneficiario dell'amministrazione di sostegno ha accettato l'eredità con beneficio di inventario, come risulta dall'allegata dichiarazione [10]; – sebbene dall'inventario, che si allega in copia, non emergano passività ereditarie tali da rendere necessaria l'alienazione di beni, si rende tuttavia utile ed opportuna, nell'interesse del minore, la vendita del seguente bene ..., che ha un valore di Euro ..., come da perizia di stima che si allega [11]; – si tratta infatti di un immobile che, in mancanza di urgenti e costosi interventi di ristrutturazione, incompatibili con l'insufficiente entità del residuo patrimonio del minore, si avvia ad un ineluttabile degrado, che ne diminuirà enormemente il valore [12]; – il Giudice tutelare ha già espresso parere favorevole, come da provvedimento che si allega in copia. Ciò premesso il ricorrente, nella detta qualità, come sopra rappresentato chiede che, ai sensi dell'art. 747 c.p.c. e dell'art. 411 c.c. il giudice adito voglia accogliere le seguenti CONCLUSIONI Voglia il Tribunale adito autorizzare la vendita del bene sopraindicato a prezzo non inferiore a quello di stima, ovvero secondo le modalità che vorrà indicare, anche in ordine alla conservazione e al reimpiego del prezzo. Si producono: – certificato di morte; – decreto di nomina ad amministratore di sostegno; – documentazione comprovante la qualità erede beneficiato del destinatario dell'amministrazione di sostegno; – inventario; – perizia di stima; – parere del Giudice tutelare. Ai sensi dell'art. 14 d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che, trattandosi di procedimento di volontaria giurisdizione, il contributo unificato ammonta a Euro .... Luogo e data ... Firma Avv. ... 1. Competente è il tribunale del luogo dell'aperta successione ai sensi dell'art. 747 c.p.c. La successione si apre al momento della morte nel luogo dell'ultimo domicilio del defunto, ai sensi dell'art. 456 c.c. 2. Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. n. 110/2023. 3. Il contenuto dell'atto, trattandosi di procedimento che si introduce con ricorso, come previsto dall'art. 747 c.p.c., è fissato dall'art. 125 c.p.c. 4. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso. 5. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002 modificati dalla l. n. 114/2014. 6. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. 7. La procura può essere apposta in calce o a margine dell'atto (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura. 8. Si tenga presente che secondo l'art. 452 c.c. la prova della morte, di regola, può essere data solo mediante il certificato rilasciato dall'ufficiale di stato civile. 9. Può trattarsi, ovviamente, non di un testamento olografo, ma di un testamento pubblico, nel qual caso mancherà l'adempimento della pubblicazione. Può inoltre senz'altro accadere che il minore sia chiamato all'eredità non già per testamento, ma per legge, come ad esempio nel caso di morte dell'altro genitore, ovvero di eredità del nonno devoluta al minore per rappresentazione. 10. L'accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario si fa mediante dichiarazione ricevuta da un notaio o dal cancelliere del tribunale dell'aperta successione, ex art. 484 c.c. 11. Si rammenti che l'inventario dell'eredità beneficiata contiene la stima dei mobili, ma non degli immobili, ex art. 775 c.p.c., stima in ogni caso soltanto orientativa. In ipotesi di autorizzazione alla vendita di mobili, l'istanza potrà essere fondata anche soltanto sulle risultanze dell'inventario, soprattutto ove si tratti di beni di non ingente valore o comunque risultante da listini. In caso di immobili l'autorizzazione richiederà generalmente il deposito di una perizia di stima. Tanto più che, in caso di eredità attiva devoluta a minori, accade sovente, nella pratica, che l'inventario non venga neppure redatto, dal momento che i minori non possono decadere dal beneficio ex art. 489 c.c. Si deve tuttavia considerare che in molti uffici giudiziari è prassi affidare la stima dei beni da alienare ad un tecnico nominato dal giudice, nel qual caso la perizia di stima redatta per iniziativa dell'istante sarà superflua. 12. Nella pratica è frequente l'ipotesi, considerata nella formula, della vendita giustificata dall'impossibilità di mantenere utilmente un immobile nel patrimonio del minore, a causa dell'entità dei costi di gestione ovvero della necessità di ristrutturazione, ecc. La formula deve essere naturalmente adattata alle esigenze del caso: si pensi ad una vendita resa necessaria per consentire un investimento più lucroso, oppure per sopperire ad esigenze del minore cui i genitori non possano altrimenti provvedere. COMMENTOIl destinatario dell'amministrazione di sostegno, volendo accettare l'eredità devolutagli, non è tenuto all'accettazione beneficiata, ma può optare, con l'autorizzazione del giudice tutelare per l'accettazione pura e semplice. In quest'ultimo caso non viene in questione l'applicazione dell'art. 747 c.p.c., che, concernendo l'alienazione dei beni ereditari, non si riferisce ai beni ricompresi in eredità accettate puramente e semplicemente, i quali perdono per ciò stesso tale connotazione. In caso di accettazione beneficiata da parte della persona destinataria di amministrazione di sostegno – pure essa sottoposta all'autorizzazione del giudice tutelare ex art. 411 c.c. – può invece discutersi delle regole da applicarsi all'alienazione di beni ereditari, tenuto conto che, in materia successoria, occorre sempre considerare non solo gli interessi dell'incapace (o in questo caso del destinatario dell'amministrazione di sostegno), per il quale è richiesto il parere del giudice tutelare, ma anche gli interessi dei creditori dell'eredità, presidiati dal giudice delle successioni. Occorre allora interrogarsi se: i) l'alienazione da parte dell'amministrato di beni accettati con beneficio d'inventario richieda una doppia autorizzazione (autorizzazione del Giudice tutelare ex art. 411 c.c.; autorizzazione del tribunale del luogo di apertura della successione ex art. 747 c.p.c.); ii) l'alienazione menzionata richieda un'autorizzazione unica da parte del tribunale, previo parere del giudice tutelare; iii) l'alienazione in discorso richieda la sola autorizzazione del giudice tutelare ai sensi dell'art. 411 c.c. In altre parole, si tratta di stabilire se le conclusioni interpretative raggiunte con riguardo alle alienazioni di beni ereditari da parte di minori in potestate possano altresì applicarsi in caso di amministrazione di sostegno: e dunque se la persona dotata di amministrazione di sostegno sia per questi soli fini compresa tra gli incapaci di cui all'art. 747, comma 2 c.p.c. Alcune pronunce ritengono che per l'alienazione dei beni ereditari occorrano sia l'autorizzazione ex art 747 c.p.c., al fine di evitare la decadenza dell'amministrato dal beneficio d'inventario, sia l'autorizzazione ex art 411 c.c., ai fini della validità dell'atto (Trib. Modena 5 settembre 2007). Altre decisioni – preferibilmente, giacché l'opposta soluzione pone il destinatario dell'amministrazione di sostegno in posizione deteriore rispetto all'incapace – ritengono applicabile anche al beneficiario dell'amministrazione di sostegno la disciplina di cui all'art. 747, comma 2 c.p.c., con conseguente sufficienza di un unico provvedimento autorizzatorio del tribunale, su parere del giudice tutelare (Trib. Roma 28 giugno 2008; Trib. Roma 2 ottobre 2008). |