Atto di citazione in appello con domanda di attribuzione di beni determinati, precedentemente non formulata

Sergio Matteini Chiari
Maria Elena Matteini Chiari

Inquadramento

In tema di giudizio di divisione, la richiesta di attribuzione di beni determinati può essere proposta per la prima volta in appello, poiché attiene alle modalità di attuazione dello scioglimento della comunione e non costituisce domanda in senso proprio. La richiesta deve essere formulata in tempo utile per consentire alle controparti l'esercizio di difesa.

N.B.: Ai sensi dell'art. 35, comma 1 d.lgs. n. 149/2022 (come modificato dall'art. 1, comma 380 l. n. 197/2022), le disposizioni del d.lgs. medesimo, salvo che sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data, mentre ai procedimenti pendenti al 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.

Con d.m. n. 110/2023 (G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023) è stato dettato regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti dimensionali e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., come modificato dall'art. 4 del d.lgs. n. 149/2022.

I criteri di redazione degli atti sono descritti nell'art. 2 d.m. cit., mentre i limiti dimensionali, valevoli per le cause di valore inferiore a euro 500.000, sono fissati nell'art. 3 del medesimo d.m., salve le deroghe di cui ai successivi artt. 4 e 5.

Per ciò che attiene agli schemi informatici, l'art. 8 d.m. cit. dispone che gli atti giudiziari devono essere redatti secondo le regole dettate dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011, e devono essere corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche di cui all'art. 34 dello stesso d.m.

I disposti del d.m. n. 110/2023 si applicano ai procedimenti introdotti «dopo il 1° settembre 2023».

Va rammentato che, ai sensi dell'art. 46, comma 6 disp. att. c.p.c., il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese del processo.

La presente formula è stata redatta tenendo nella dovuta considerazione i prescritti del d.m. n. 110/2023 relativi ai criteri di redazione ed ai limiti dimensionali degli atti.

Formula

CORTE DI APPELLO DI ... [1]

ATTO DI CITAZIONE IN APPELLO CON DOMANDA DI ATTRIBUZIONE DI BENI DETERMINATI, PRECEDENTEMENTE NON FORMULATA

PER

La Sig.ra ... [2], nata a ... il ... (C.F. ... ) [3], residente in ..., via/piazza ... n. ....

E

il Sig. ... [4], nato a ... il ... (C.F. ... ) [5], residente in ..., via/piazza ... n. ...,

entrambi elettivamente domiciliati in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ... [6], C.F. ... [7][8], che li rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... [9].

-appellanti-

CONTRO [10]

Il Sig. ... residente in ..., via/piazza ... n. ...,

E

la Sig.ra ... residente in ..., via/piazza ... n. ...,

E

il Sig. ... residente in ..., via/piazza ... n. ...,

tutti elettivamente domiciliati nel giudizio di primo grado in ..., via/piazza ... n. ..., presso lo Studio dell'Avv. ... [11].

E

il Sig. ... residente in ..., via/piazza ... n. ...,

elettivamente domiciliato/a nel giudizio di primo grado in ..., via/piazza ... n. ..., presso lo Studio dell'Avv. ... [12].

-appellati-

PER LA RIFORMA

della sentenza del Tribunale di ... n. ..., depositata il ..., notificata in data ... [13]

PREMESSO IN FATTO

i) Il ... [14], data del decesso del Sig. ... [15], venuto meno senza lasciare disposizioni testamentarie, si apriva successione legittima di una pluralità di coeredi, con quote parzialmente diverse: [16] il Sig. ... per 2/10, la Sig.ra ... per 1/10, i Sigg.ri ... e ... per la quota di 1/10 ciascuno, il Sig. ... per 3/10 e la Sig.ra ... per 3/10.

ii) Il compendio ereditario era costituito da un immobile di abitazione, con annesso garage.

Il Sig. (quota: 3/10), con atto di citazione notificato il ..., chiedeva lo scioglimento della comunione e, asseritane la non comoda divisibilità, l'assegnazione dell'immobile di abitazione, con addebito dell'eccedenza.

iii) Gli altri coeredi si costituivano in giudizio, non opponendosi alla divisione né alla domanda, eccezion fatta per la Sig.ra ... (quota: 3/10) e per il Sig. ... (quota: 1/10), i quali concordemente chiedevano che, in caso di accertata divisibilità dell'immobile, fosse loro assegnata in natura, pro indiviso, la parte corrispondente alla quota dell'attore per la somma che sarebbe stata fissata in corso di causa, salve eventuali altre spettanze, e, per il caso di accertata indivisibilità, che fosse disposta la vendita all'incanto del compendio immobiliare; precisavano che essi già da tempo godevano di parte dell'immobile in forza di comodato.

iv) Disposta c.t.u. ed acquisito il relativo elaborato, con sentenza del ..., il Tribunale adito accertava la non comoda divisibilità dell'immobile e, determinate le quote di ciascuno dei condividenti (corrispondenti a quanto indicato nell'atto introduttivo di lite) [17] ed attribuiva l'intero compendio immobiliare al Sig. ... (quota: 3/10), con addebito dell'eccedenza e previo pagamento agli altri coeredi delle somme corrispondenti al valore delle rispettive quote, sul rilievo che soltanto quest'ultimo aveva chiesto validamente l'assegnazione dell'intero compendio immobiliare.

PREMESSO IN DIRITTO

i) La sentenza è ingiusta ed errata.

ii) Gli appellanti prendono atto della non comoda divisibilità dell'immobile caduto in successione e chiedono l'attribuzione, pro indiviso, dell'intero compendio, con addebito dell'eccedenza.

iii) Per gli aspetti di rito, deve essere rammentato che, secondo l'orientamento ormai consolidato della giurisprudenza di legittimità, nel giudizio di divisione di un immobile che sia strutturalmente e funzionalmente non frazionabile, la richiesta di attribuzione in natura con addebito dell'eccedenza in valore avanzata da uno o più, congiuntamente fra loro, dei condividenti costituisce soltanto una modalità di attuazione della divisione stessa, con la conseguenza che l'istanza in questione, anche se avanzata per la prima volta in sede di giudizio di appello, non costituisce domanda nuova in senso proprio ai sensi dell'art. 345 c.p.c., ma si risolve in una mera specificazione di quella, comune a tutte le parti, volta a porre fine allo stato di comunione, attenendo, cioè, alle modalità di attuazione dello scioglimento della comunione.

iv) Per gli aspetti di merito, deve valere la «regola» posta dall'art. 720 c.c., secondo cui, qualora nell'eredità vi siano immobili non comodamente divisibili, o il cui frazionamento recherebbe pregiudizio alle ragioni della pubblica economia o dell'igiene e la divisione dell'intera sostanza non possa effettuarsi senza il loro frazionamento, essi devono preferibilmente essere compresi per intero, con addebito dell'eccedenza, nella porzione di uno dei coeredi aventi diritto alla quota maggiore, o anche nelle porzioni di più coeredi, se questi ne richiedano congiuntamente l'attribuzione.

v) Orbene, nella fattispecie, a) non è controverso che l'immobile caduto in successione sia non comodamente divisibile; b) la Sig.ra ... e il Sig. ..., congiuntamente tra loro, sono titolari della quota maggiore (4/10 in totale) rispetto a quella degli altri condividenti; c) la Sig.ra ... e il Sig. ... fruiscono, da tempo, di cospicua parte dell'immobile a titolo di comodato; d) non sussistono cause ostative, concernenti l'interesse comune dei condividenti.

In definitiva, la sentenza di primo grado dovrà essere riformata per la parte relativa all'attribuzione del bene in questione.

Tutto questo premesso, la Sig.ra ... e il Sig. ..., come in epigrafe rappresentati, difesi e domiciliati

CITANO

I Sigg.ri ..., ..., ... e ..., res. in ..., via/piazza ... n. ... ed elettivamente domiciliati, nella sede di primo grado, i primi tre in ..., via/piazza ... n. ..., presso lo Studio dell'Avv. ..., e il quarto in ..., via/piazza ... n. ..., presso lo Studio dell'Avv. ..., a comparire innanzi all'intestata Corte di appello all'udienza del ... [18], ore di rito, invitandoli a costituirsi in giudizio nelle forme stabilite dall'art. 347 c.p.c., almeno venti giorni prima della suddetta udienza [19], con l'espresso avvertimento che la costituzione oltre il suddetto termine implica le decadenze e le preclusioni di cui agli artt. 38,167 e 343 c.p.c. e con gli ulteriori avvertimenti che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria (fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 c.p.c. o da leggi speciali), che possono (ove sussistano i presupposti di legge) presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato [20] e che in caso di mancata costituzione si procederà in loro contumacia, per ivi sentir accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

Voglia la Corte di Appello adita, disattesa ogni contraria istanza, deduzione ed eccezione, previa valutazione positiva dell'ammissibilità del gravame,

1) riformare parzialmente la sentenza n. ..., pronunciata dal Tribunale di ... il ... nel giudizio distinto a R.G. con il n. ..., respingendo la domanda originariamente proposta da ... e disponendo l'attribuzione agli appellanti, pro indiviso fra loro, dell'intero immobile caduto in successione.; con addebito dell'eccedenza.

2) condannare il Sig. ... e, in caso di resistenza, anche i Sigg.ri ..., ... e ..., alla rifusione delle spese di lite (compenso ai sensi del d.m. n. 55/2014, come modificato dai d.m. n. 37/2018 e n. 147/2022, oltre spese e oneri accessori) di ogni fase e grado del giudizio.

Si offrono in comunicazione, mediante deposito nelle forme di rito [21], i seguenti documenti:

1) copia autentica della sentenza di cui viene chiesta riforma;

2) fascicolo di parte del precedente grado di giudizio (contenente anche copia del contratto di comodato citato nel testo della comparsa, debitamente registrato).

3) ... [22].

Ai sensi dell'art. 14, d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che il valore del presente procedimento è pari a Euro .... Il contributo unificato, già versato, deve essere, pertanto, fatto pari a Euro ....

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

PROCURA

Noi sottoscritti ..., rispettivamente nati a ... il ... e ... il ..., entrambi residenti in ..., via/piazza ... n. ..., deleghiamo a rappresentarci, assisterci e difenderci nella presente procedura e in ogni sua fase e grado, compresa la fase esecutiva, l'Avv. ... del Foro di ..., conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge, compreso il potere di conciliare, transigere, rinunciare agli atti ed accettare la rinuncia, incassare somme dalla controparte, quietanzare, chiamare in causa terzi, nominare sostituti in udienza.

Eleggiamo domicilio presso lo Studio dello stesso Avvocato in ..., via ..., n. ....

Dichiariamo, inoltre, di aver ricevuto le informative di cui agli artt. 7 e 13 del d.lgs. n. 196/2003 e presto consenso al trattamento dei dati personali, nei limiti e nelle forme di cui a tale d.lgs., per l'espletamento del mandato conferito.

Luogo e data ...

I deleganti ...

Visto per autentica ...

Firma Avv. ...

1. L'appello si deve proporre alla Corte nel cui distretto ha sede il Tribunale che ha pronunciato la sentenza impugnata. Per quanto riguarda le prescrizioni da osservare ai fini dell'ammissibilità dell'appello, si veda l'art. 342 c.p.c., nel testo sostituito dal d.lgs. n. 149/2022.

Il deposito dell'atto deve avvenire con modalità telematiche, ai sensi dell'art. 196-quater disp. att. c.p.c.

2. Indicare le generalità dell'appellante.

3. Ai sensi dell'art. 23, comma 50 d.l. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011, in tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002, « ... qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale ... il contributo unificato è aumentato della metà».

4. Indicare le generalità dell'appellante.

5. Si veda la nota n. 3.

6. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002 modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif. nella l. n. 114/2014.

7. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. 111/2011, dall'art. 125, comma 1, c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8 d.l. n. 193/2009 conv., con modif. nella l. n. 24/2010.

8. A seguito dell'introduzione del domicilio digitale, non sussiste alcun obbligo, per il difensore di indicare nell'atto introduttivo l'indirizzo PEC «comunicato al proprio ordine», trattandosi di dato già risultante dal ReGindE.

L'obbligo dell'Avvocato di indicare il proprio numero di fax, già previsto dall'art. 125, comma 1 c.p.c., è venuto meno, con effetto dal 26 novembre 2024, in forza del disposto dell'art. 3, comma 1, lett. h) d.lgs. n. 164/2024.

9. La procura può essere apposta in calce o a margine della citazione (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura.

La procura si considera apposta in calce anche se rilasciata su foglio separato che sia però congiunto materialmente all'atto cui si riferisce, o su documento informatico separato sottoscritto con firma digitale e congiunto all'atto cui si riferisce mediante strumenti informatici, individuati con apposito decreto del Ministero della giustizia.

A decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito della procura deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022).

10. Indicare, nel testo che segue, le generalità degli appellati.

11. I disposti sui luoghi di notificazione delle impugnazioni si rinvengono nell'art. 330 c.p.c. (norma parzialmente modificata dal d.lgs n. 164/2024).

12. Si veda la nota che precede.

13. Occorre, ovviamente, provvedere ad indicare numeri e date.

14. Data del decesso del de cuius, da indicare.

15. Indicare le generalità del de cuius.

16. Deve essere posto in evidenza che la determinazione delle quote deve effettuarsi al momento della divisione e non al momento dell'apertura della successione. Le quote riferite nella formula debbono, pertanto, ritenersi indicate in linea di massima.

17. Deve essere posto in evidenza che la determinazione delle quote deve effettuarsi al momento della divisione e non al momento dell'apertura della successione. Le quote riferite nella prima parte della formula debbono, pertanto, ritenersi indicate in linea di massima.

18. Va rammentato che, ai sensi dell'art. 342, comma 2 c.p.c., come sostituito dal d.lgs. n. 149/2022, tra il giorno della citazione e quello della prima udienza di trattazione devono intercorrere termini liberi non minori di novanta giorni se il luogo della notificazione si trova in Italia e di centocinquanta giorni se tale luogo si trova all'estero.

19. Si vedano, con riguardo ai termini di costituzione, i punti iii) e iv) del Commento.

20. Per il vero, in giurisprudenza si ritiene che l'art. 342 c.p.c., laddove prevede (anche nella formulazione introdotta dal d.lgs. n. 149/2022) che l'appello «si propone con citazione contenente «le indicazioni prescritte nell'art. 163», non richiede altresì che l'atto contenga anche lo specifico avvertimento, prescritto dall'art. 163, comma 3, n. 7, che la costituzione oltre i termini di legge implica le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c., atteso che queste ultime si riferiscono solo al regime delle decadenze nel giudizio di primo grado e, in mancanza di una espressa previsione di legge, la prescrizione di tale avvertimento non può essere estesa alle decadenze che in appello comporta la mancata tempestiva costituzione della parte appellata (Cass. III, n. 341/2016; Cass. S.U., n. 9407/2013), ma l'adempimento è consigliabile. Identica soluzione deve essere data con riguardo agli ulteriori avvertimenti “pretesi” dalla citata disposizione nella formulazione introdotta dal d.lgs. n. 149/2022.

21. Va rammentato che, ai sensi dell'art. 196-quater disp. att. c.p.c. (norma introdotta dal d.lgs. n. 149/2022), a decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito degli atti processuali nei procedimenti innanzi ai Tribunali, alle Corti di appello ed alla Corte di cassazione deve avere luogo esclusivamente con modalità telematiche. Va, altresì, rammentato che, in forza dei disposti del d.lgs. n. 164/2024, sono state espunte (con effetto dal 26 novembre 2024) le previsioni del deposito di atti presso la Cancelleria da tutte le norme che recavano indicazione di tale adempimento.

22. Eventuale altra documentazione utile al bisogno.

COMMENTO

i) Secondo l'orientamento ormai consolidato della giurisprudenza, in tema di scioglimento della comunione, l'istanza di attribuzione, ai sensi dell'art. 720 c.c., di beni immobili non divisibili o non comodamente divisibili, pur se tendenzialmente soggetta alle preclusioni processuali, può essere avanzata per la prima volta in corso di giudizio, e anche in grado di appello, integrando tale istanza una mera modalità di attuazione della divisione e non costituendo domanda in senso proprio (Cass. II, n. 9367/2013; Cass. II, n. 10856/2016; Cass. II, n. 14756/2016).

L'istanza in questione deve essere considerata inammissibile qualora venga formulata soltanto con la comparsa conclusionale del giudizio di secondo grado, e, quindi, al di fuori di ogni possibilità di discussione nel contraddittorio tra le parti (Cass. II, n. 9367/2013).

ii) È da ritenere consolidato anche il principio secondo cui, in tema di attribuzione di beni immobili non comodamente divisibili, il Giudice non trova alcun limite nelle disposizioni dettate dall'art. 720 c.c., da cui gli deriva, al contrario, un potere prettamente discrezionale nella scelta del condividente cui assegnarlo, potere che trova il suo temperamento esclusivamente nell'obbligo di indicare i motivi in base ai quali ha ritenuto di dover dare la preferenza all'uno piuttosto che all'altro degli aspiranti all'assegnazione (Cass. II, n. 22857/2009; Cass. II, n. 11641/2010; Cass. I, ord., n. 24832/2018). stato, più volte, affermato che il Giudice, nei casi quali quello di specie, può attribuire, per l'intero, un bene non comodamente divisibile, non solo nella porzione del coerede con quota maggiore, ma anche nelle porzioni di più coeredi che tendano a rimanere in comunione, come titolari della maggioranza delle quote (Cass. II, n. 5603/2016; Cass. VI, ord., n. 22082/2011; contra, Cass. II, n. 8827/2008).

iii) L'art. 347, comma 1, dispone attualmente (a decorrere dal 26 novembre 2024, data di entrata in vigore del d.lgs. n 164/2024, che ha riscritto la norma) che «l'appellante si costituisce in giudizio secondo le forme e i termini per i procedimenti davanti al tribunale. Le altre parti si costituiscono in appello almeno venti giorni prima dell'udienza indicata nell'atto di citazione o di quella fissata ai sensi dell'articolo 349-bis, secondo le forme per i procedimenti davanti al tribunale».

Sono state in tal modo risolte le incertezze sull'entità dei suddetti termini sorte dopo l'avvento del d.lgs. n. 149/2022.

iv) Si ritiene opportuno – potendo essere ancora pendenti questioni su tale tema – riportare tra virgole il testo del commento redatto in occasione della precedente stesura della presente formula:

«L'art. 347, il cui testo non è stato modificato dal d.lgs. n. 149/2022, dispone che la costituzione in appello «avviene secondo le forme e i termini per i procedimenti davanti al tribunale».

Per ciò che concerne la costituzione della parte appellata, è “esplicito” il richiamo agli artt. 166 e 167, il primo afferente sia ai termini che alle forme della costituzione e il secondo unicamente alle forme della stessa.

L'art. 166, che nell'originaria formulazione stabiliva che la costituzione del convenuto doveva avvenire almeno venti giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione, statuisce ora, in forza delle modifiche introdotte dal d.lgs. n. 149/2022 (art. 3, comma 12), che «il convenuto deve costituirsi ... almeno settanta giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione depositando la comparsa ... »

Di conseguenza, stando al “generico” richiamo effettuato dall'art. 347 a forme e termini dei procedimenti innanzi al tribunale, la costituzione in sede di appello da parte di colui nei cui confronti il gravame sia stato proposto dovrebbe avvenire almeno settanta, e non più almeno venti, giorni prima della fissata udienza di comparizione.

L'art. 343, comma 1, che nell'originaria formulazione stabiliva che l'appello incidentale doveva essere proposto, a pena di decadenza, nella comparsa di risposta, all'atto della costituzione in Cancelleria ai sensi dell'art. 166, statuisce ora, in forza delle modifiche introdotte dal d.lgs. citato (art. 3, comma 26), che l'appello incidentale va proposto, «a pena di decadenza, nella comparsa di risposta depositata almeno venti giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione o dell'udienza fissata a norma dell'art. 349-bis».

Ad un primo esame, sembra potersi ritenere che, in occasione della stesura del d.lgs. n. 149/2022, sia mancato coordinamento fra tutte le norme sopra citate (in particolare: artt. 166, 343 e 347), obliandosi che le modifiche apportate all'art. 166 avrebbero inciso anche sull'art. 347 (ove, come già ricordato, è rimasto inalterato il «generico» rinvio alle forme ed ai termini del procedimento davanti al tribunale), innalzando da «almeno venti» ad «almeno settanta» giorni la distanza temporale tra la costituzione e l'udienza di comparizione.

È da ritenere che il richiamo fatto dall'art. 347 alle “forme ed ai termini per i procedimenti davanti al tribunale» debba essere limitato alle “forme”, mentre per ciò che attiene ai “termini” ci si debba riferire a quanto originariamente previsto dall'art. 166.

Supporto a tale opinione può essere tratto dalla considerazione che la determinazione del termine di costituzione del convenuto in primo grado in almeno 70 giorni prima dell'udienza di comparizione fissata con l'atto di citazione appare rispondente alle “esigenze processuali” derivanti dai disposti degli artt. 171-bis (incombenze – verifiche preliminari – attribuite al giudice istruttore) e 171-ter (esercizio di facoltà – memorie integrative – delle parti), entrambi introdotti dal d.lgs. n. 149/2022 (art. 3, comma 12) e non operativi in sede di gravame. D'altra parte, qualora si volesse opinare diversamente, si dovrebbe ritenere che, laddove la comparsa di costituzione in appello contenga unicamente difese ed eventuali eccezioni, la stessa dovrebbe essere depositata almeno settanta giorni prima dell'udienza di comparizione, mentre, laddove la comparsa contenga appello incidentale, la medesima dovrebbe essere depositata almeno venti giorni prima della suddetta udienza, salvo voler pensare che due debbano essere le comparse quando si abbia in animo di proporre appello incidentale, la prima, con le ordinarie difese, da depositare almeno settanta giorni prima dell'udienza e la seconda (integrativa della prima), con l'appello incidentale, almeno venti giorni prima dell'udienza medesima; il che potrebbe qualificarsi alquanto “singolare”.

Onde dirimere qualsiasi questione, si prospetta necessario intervento chiarificatore del legislatore.

L'opinione degli autori della formula è che il termine da rispettare per la costituzione in giudizio ed il deposito della comparsa debba essere quello di almeno venti, e non di almeno settanta, giorni prima dell'udienza di comparizione. Tuttavia, almeno sino a che il legislatore non abbia compiuto l'auspicato intervento ed almeno nei casi in cui non intenda proporre appello incidentale, l'appellato che volesse evitare il sorgere di qualsiasi “inconveniente” potrebbe compiere le attività in questione almeno settanta giorni prima della suddetta udienza, fruendo dello spazio temporale (non meno di novanta giorni liberi tra citazione e prima udienza) consentito dall'art. 342, come sostituito dall'art. 3, comma 26 d.lgs. n. 149/2022».

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