Comparsa di costituzione e risposta in giudizio di scioglimento di comunione ereditaria, presentata dal coniuge superstite del de cuius per esigere il diritto di abitazione e di usoInquadramentoIn tema di successione legittima, spettano al coniuge superstite, in aggiunta alla quota attribuita dagli artt. 581 e 582 c.c., i diritti di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e di uso sui mobili che la corredano, di cui all'art. 540, comma 2 c.c. N.B.: Ai sensi dell'art. 35, comma 1 d.lgs. n. 149/2022 (come modificato dall'art. 1, comma 380 l. n. 197/2022), le disposizioni del d.lgs. medesimo, salvo che sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data, mentre ai procedimenti pendenti al 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti. Con d.m. n. 110/2023 (G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023) è stato dettato regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti dimensionali e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., come modificato dall'art. 4 del d.lgs. n. 149/2022. I criteri di redazione degli atti sono descritti nell'art. 2 d.m. cit., mentre i limiti dimensionali, valevoli per le cause di valore inferiore a euro 500.000, sono fissati nell'art. 3 del medesimo d.m., salve le deroghe di cui ai successivi artt. 4 e 5. Per ciò che attiene agli schemi informatici, l'art. 8 d.m. cit. dispone che gli atti giudiziari devono essere redatti secondo le regole dettate dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011, e devono essere corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche di cui all'art. 34 dello stesso d.m. I disposti del d.m. n. 110/2023 si applicano ai procedimenti introdotti «dopo il 1° settembre 2023». Va rammentato che, ai sensi dell'art. 46, comma 6 disp. att. c.p.c., il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese del processo. La presente formula è stata redatta tenendo nella dovuta considerazione i prescritti del d.m. n. 110/2023 relativi ai criteri di redazione ed ai limiti dimensionali degli atti. FormulaTRIBUNALE DI ... [1] COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA IN GIUDIZIO DI SCIOGLIMENTO DI COMUNIONE EREDITARIA, PRESENTATA DAL CONIUGE SUPERSTITE DEL DE CUIUS PER ESIGERE IL DIRITTO DI ABITAZIONE E DI USO DI CUI ALL'ART. 540, COMMA 2, C.C.[2] La Sig.ra ..., nata a ... il ... (C.F. ... ) [3], residente in ..., via/piazza ... n. ..., elettivamente domiciliata in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ... [4], C.F. ... [5][6], che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... [7] PREMESSO IN FATTO i) Con atto di citazione notificato il ..., i Sigg.ri ... e ... [8] esponevano a) che in data ... era deceduto il loro genitore Sig. ..., senza lasciare disposizioni testamentarie; b) che eredi legittimi del defunto erano i due istanti e la madre (coniuge del predetto) Sig.ra ...; c) che il compendio ereditario era composta da vari immobili per un valore complessivo di Euro ... circa; d) che, a norma dell'art. 581 c.c., a ciascuno degli eredi spettava la quota indivisa di un terzo di tale patrimonio. Gli attori, quindi, convenivano in giudizio la Sig.ra ... chiedendo lo scioglimento della comunione ereditaria, con assegnazione in natura della quota spettante a ciascun erede, trattandosi, nella fattispecie, di immobili agevolmente divisibili e, in ogni caso, di immobili che potevano essere assegnati a ciascun condividente, con addebito dell'eccedenza. Gli attori precisavano che, vertendosi in materia di successione legittima, alla quota spettante alla madre-coniuge superstite non erano cumulabili i diritti di abitazione e di uso di cui all'art. 540, comma 2 c.c. ii) L'esponente si costituisce in giudizio dichiarando di non opporsi allo scioglimento della comunione, peraltro alle «condizioni» che seguono. iii) Va chiarito che fra i beni caduti in successione vi è anche immobile, di piena titolarità del de cuius, già adibito a residenza familiare. Allo scioglimento ed alle assegnazioni potrà essere dato corso previa riconoscimento del diritto reale di abitazione spettante al coniuge superstite su tale immobile e del diritto di uso dei mobili che lo corredano; previa, pertanto, detrazione dall'asse ereditario del valore attualizzato della casa familiare. PREMESSO IN DIRITTO i) Nell'attuale sistema successorio, al coniuge superstite del de cuius competono, ai sensi dell'art. 540, comma 2, c.c., i diritti di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e all'uso dei mobili che la corredano, se di proprietà del defunto o comuni. ii) Più precisamente, il coniuge superstite è erede necessario e, oltre al diritto a conseguire una quota di legittima, che gli attribuisce il titolo di erede, gli spettano, in ogni caso, per effetto della disposizione citata, i diritti di abitazione e di uso, in tal caso a titolo di legato ex lege. I suddetti diritti «gravano sulla porzione disponibile e, qualora questa non sia sufficiente, per il rimanente sulla quota di riserva del coniuge ed eventualmente sulla quota riservata ai figli» (art. 540, parte 2 del comma 2, c.c.). Le prerogative accordate dalla norma al coniuge superstite sono inderogabili. iii) Nella fattispecie, non rilevano cause ostative alla piena attuazione della disposizione normativa più volte citata. a) Non è controverso che l'immobile in questione fosse adibito, in costanza di matrimonio, a residenza familiare. b) L'immobile era di piena titolarità del coniuge della comparente al momento dell'apertura della successione. c) Fra la comparente ed il de cuius è intercorso, or sono oltre trenta anni, matrimonio valido e produttivo di effetti civili. d) L'unione era in essere all'atto della morte del de cuius. e) La comparente ha sempre mantenuto la propria residenza, anche nell'attualità, nel suddetto immobile. iv) La comparente ha provveduto al compimento dell'attività di trascrizione dell'acquisto del legato ex lege di cui trattasi. v) Al quesito se, in caso di successione legittima, spettino al coniuge superstite i diritti di abitazione e di uso della casa familiare e, a seguire, se tali diritti debbano o meno aggiungersi alla quota di riserva del medesimo, è stata data risposta affermativa dalla Sezioni Unite della Suprema Corte (Cass. S.U., n. 4847/2013), con la precisazione che, stante l'espressa previsione normativa, i suddetti diritti gravano sulla porzione disponibile e, nel caso in cui questa non sia sufficiente al bisogno, sulla quota di riserva del coniuge e, successivamente ed eventualmente, sulla quota riservata ai figli. Tutto questo premesso, la Sig.ra ..., come in epigrafe rappresentata, difesa e domiciliata, si costituisce in giudizio e rassegna le seguenti CONCLUSIONI Voglia il Tribunale adito, disattesa ogni contraria istanza, deduzione ed eccezione e premessa l'istruttoria occorrente, 1) respingere la domanda nei termini in cui è stata proposta, eccezion fatta per quanto inerente alla quota della stessa con cui viene chiesto lo scioglimento della comunione ereditaria, previo accertamento della consistenza ereditaria ed alle «condizioni» che seguono: riconoscere sussistente in capo alla comparente il diritto di abitazione sulla residenza familiare e di uso sui mobili che la corredano, ai sensi dell'art. 540, comma 2, c.c.; attribuire tale bene (distinto a catasto ... ) [9]; Riconoscere che tali diritti spettano in aggiunta alla quota di riserva della comparente e che gravano sulla porzione disponibile del compendio ereditario, con salvezza dell'ipotesi in cui questa non sia sufficiente al bisogno, in tal caso facendoli gravare sulla quota di riserva della comparente e, ove dovesse occorrere, sulla quota di riserva degli attori; 2) in caso di opposizione alla domanda, condannare le controparti alla rifusione, in solido fra loro, delle spese di lite (compenso ai sensi del d.m. n. 55/2014 come modificato dai d.m. n. 37/2018 e n. 147/2022, oltre spese e oneri accessori, da porre, altrimenti, a gravare la massa. In via istruttoria 1) Disporre c.t.u. ai fini di stima degli immobili costituenti il compendio ereditario e dei successivi calcoli occorrenti; 2) ... [10] Si offrono in comunicazione mediante deposito nelle forme di rito [11]: 1) copia dell'atto di citazione con relata di notifica; 2) certificazioni catastali di tutti gli immobili citati nel ricorso; 3) nota di trascrizione del legato ex lege relativo alla residenza familiare. Con riserva di ulteriori deduzioni ed istanze istruttorie. PROCURA Io sottoscritta ..., nata a ... il ..., residente in ..., via/piazza ... n. ..., delego a rappresentarmi, assistermi e difendermi nella presente procedura e in ogni sua fase e grado, compresa la fase esecutiva, l'Avv. ... del Foro di ..., conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge, compreso il potere di conciliare, transigere, rinunciare agli atti ed accettare la rinuncia, incassare somme dalla controparte, quietanzare, chiamare in causa terzi, nominare sostituti in udienza. Eleggo domicilio presso lo Studio dello stesso Avvocato in ..., via ..., n. .... Dichiaro, inoltre, di avere ricevuto le informative di cui agli artt. 7 e 13 del d.lgs. n. 196/2003 e presto consenso al trattamento dei dati personali, nei limiti e nelle forme di cui a tale d.lgs., per l'espletamento del mandato conferito. Luogo e data ... La delegante ... Visto per autentica ... Firma Avv. ... 1. La competenza per territorio spetta al Giudice del luogo ove la successione si è aperta (art. 22 c.p.c.). La competenza per valore deve essere determinata avendo riguardo al valore della massa attiva da dividersi (art. 12, comma 2 c.p.c.). 2. Il contenuto della comparsa di risposta è disciplinato dall'art. 167 c.p.c., come modificato dal d.lgs. n. 149/2022. Il deposito dell'atto deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022. 3. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011). Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002, « ... qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale ... il contributo unificato è aumentato della metà». 4. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002 modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif. nella l. n. 114/2014. 5. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1 c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8 d.l. n. 193/2009 conv., con modif. nella l. n. 24/2010. 6. A seguito dell'introduzione del domicilio digitale, non sussiste alcun obbligo, per il difensore di indicare nell'atto introduttivo l'indirizzo PEC «comunicato al proprio ordine», trattandosi di dato già risultante dal ReGindE. L'obbligo dell'Avvocato di indicare il proprio numero di fax, già previsto dall'art. 125, comma 1 c.p.c., è venuto meno, con effetto dal 26 novembre 2024, in forza del disposto dell'art. 3, comma 1, lett. h) d.lgs. n. 164/2024. 7. La procura può essere apposta in calce o a margine della citazione (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura. La procura si considera apposta in calce anche se rilasciata su foglio separato che sia però congiunto materialmente all'atto cui si riferisce, o su documento informatico separato sottoscritto con firma digitale e congiunto all'atto cui si riferisce mediante strumenti informatici, individuati con apposito decreto del Ministero della giustizia. A decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito della procura deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022). 8. Occorre generalizzare i Sigg.ri ... e .... 9. Precisare i dati catastali sulla scorta della relativa certificazione, acquisibile presso l'ufficio dell'Agenzia delle Entrate territorialmente competente. 10. Altri eventuali mezzi di prova. 11. Va rammentato che, ai sensi dell'art. 196-quater disp. att. c.p.c. (norma introdotta dal d.lgs. n. 149/2022), a decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito degli atti processuali nei procedimenti innanzi ai Tribunali, alle Corti di appello ed alla Corte di cassazione deve avere luogo esclusivamente con modalità telematiche. Va, altresì, rammentato che, in forza dei disposti del d.lgs. n. 164/2024, sono state espunte (con effetto dal 26 novembre 2024) le previsioni del deposito di atti presso la Cancelleria da tutte le norme che recavano indicazione di tale adempimento. COMMENTOi) Nell'attuale sistema successorio, il coniuge superstite ha diritto a conseguire sia una quota di legittima, che gli attribuisce il titolo di erede, sia, in aggiunta, quale legato o prelegato ex lege (Cass. S.U., n. 4847/2013; Cass. II, n. 18354/2013; Cass. II, n. 2754/2018; Cass. II, n. 8400/2019), i diritti (reali) di abitazione della casa coniugale e di uso dei mobili che la corredano, se di proprietà del defunto o comuni (art. 540, comma 2 c.c.). I suddetti diritti «gravano sulla porzione disponibile e, qualora questa non sia sufficiente, per il rimanente sulla quota di riserva del coniuge ed eventualmente sulla quota riservata ai figli» (art. 540, comma 2, parte 2 c.c.). ii) Le prerogative accordate dalla norma in esame al coniuge superstite sono inderogabili. Presupposto «remoto» per la partecipazione del coniuge alla successione del de cuius è che fra coniuge e de cuius sia intercorso matrimonio valido e produttivo di effetti civili (sia matrimonio civile ai sensi degli artt. 84 ss. c.c., sia matrimonio concordatario, sia matrimonio celebrato innanzi a ministri dei culti acattolici a condizione che sia stato regolarmente trascritto) e che tale vincolo sia ancora in essere al momento dell'apertura della successione. Nella categoria dei beneficiari della disposizione in esame devono essere incluse anche le persone cui fa riferimento la l. n. 76/2016, recante regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze. Ivi, nel comma 21 dell'art. 1, si detta, invero, che «Alle parti dell'unione civile tra persone dello stesso sesso si applicano le disposizioni previste dal capo III e dal capo X (ove è incluso l'art. 540 c.c. – n.d.r.) del titolo I, dal titolo II e dal capo II e dal capo V-bis del titolo IV del libro secondo del codice civile». Non è controverso che la suddetta qualità deve essere esclusa quando il rapporto di coniugio si sia sciolto per effetto di pronuncia di divorzio o di cessazione degli effetti civili del matrimonio concordatario, nonché nei casi di separazione addebitata al coniuge superstite. È, invece, discusso se i diritti di abitazione e uso spettino al coniuge separato di fatto o consensualmente e al coniuge separato giudizialmente senza addebito. Con riguardo a tale ultima fattispecie, ogni problema parrebbe dover avere soluzione affermativa in forza del disposto dell'art. 548, comma 1 c.c., secondo cui: «Il coniuge cui non è stata addebitata la separazione con sentenza passata in giudicato, ai sensi del comma 2 dell'art. 151, ha gli stessi diritti successori del coniuge non separato». È stato, peraltro, precisato che, poiché i suddetti diritti «riguardano l'immobile concretamente utilizzato come residenza familiare prima della morte del de cuius» essi non spettano al coniuge separato senza addebito, «qualora la cessazione della convivenza renda impossibile individuare una casa adibita a residenza familiare» (v. Cass. II, n. 13407/2014 e Cass. II, ord., n. 15277/2019), nonché nei casi in cui, dopo la separazione, la casa sia stata lasciata da entrambi i coniugi o abbia comunque perduto ogni collegamento, anche solo parziale o potenziale, con l'originaria destinazione familiare. (Cass. II, n. 22566/2023). Con riguardo alle ipotesi di separazione di fatto o consensuale, è stato affermato che i diritti in questione debbono essere riconosciuti al coniuge separato superstite che, dopo la separazione, abbia legittimamente proseguito la sua permanenza nella casa già adibita a residenza familiare. Ma l'opinione non è pacifica. iii) Per la sua concreta operatività, l'art. 540, comma 2 c.c. richiede soltanto un presupposto oggettivo: che la casa adibita a residenza familiare ed il relativo arredamento siano di proprietà del defunto oppure in comunione tra quest'ultimo e il coniuge al momento dell'apertura della successione. iv) Il diritto di abitazione del coniuge superstite sorge esclusivamente in riferimento alla casa coniugale, vale a dire quella che in concreto, al momento della morte del coniuge, era adibita a residenza familiare ed era in proprietà del de cuius o comunque in comproprietà fra questi ed il coniuge superstite, senza poter avere altri diversi oggetti (Cass. II, n. 2159/1998; Cass. II, n. 4088/2012; Cass. II, n. 7128/2023); pertanto, non può mai estendersi ad un ulteriore e diverso appartamento, autonomo rispetto alla sede della vita domestica, ancorché ricompreso nello stesso fabbricato ma non utilizzato per le esigenze abitative della comunità familiare (Cass. II, ord., n. 12042/2020). v) Per ciò che attiene al diritto di uso, il riferimento è al complesso delle cose mobili costituenti corredo dell'abitazione, vale a dire sia il mobilio sia ogni altra cosa mobile (ad es.: elettrodomestici) che ivi siano stati stabilmente collocati in funzione dell'abitare e delle necessità familiari, ovviamente a condizione che su tali cose il de cuius vantasse un diritto dominicale. Deve evidenziarsi che il diritto di uso è autonomo rispetto al diritto di abitazione, conseguendone la sua spettanza anche nell'ipotesi di non spettanza di questo, perché, ad es., l'immobile adibito a residenza familiare non era di proprietà del de cuius. vi) Secondo l'orientamento nettamente prevalente, è necessario trascrivere l'acquisto derivante da un legato ex lege. vii) Al fine di stabilire se la disponibile sia sufficiente a soddisfare i legati di cui all'art. 540, comma 2 c.c. oppure se gli stessi dovranno gravare anche sulla quota del coniuge e, eventualmente, degli altri legittimari, appare necessario compiere valutazione economica dei diritti di abitazione e di uso che ne sono oggetto. Ai fini della determinazione dei valori si sono formulate varie ipotesi. Di queste, sembra avere ottenuto i maggiori consensi quella di utilizzare i criteri fiscali di capitalizzazione indicati dagli artt. 46 e 48 del d.P.R. n. 131/1986 (T.U. delle disposizioni concernenti l'imposta di registro): il valore dei diritti di abitazione e di uso, che è commisurato alla vita del coniuge superstite, si determina moltiplicando l'importo di un'annualità (risultato del prodotto tra il valore della piena proprietà e il saggio legale di interesse), per un coefficiente variabile (inversamente proporzionale) in relazione all'età anagrafica del coniuge stesso. |