Istanza richiesta udienza in presenza (art. 127-bis c.p.c.)

Cristina Asprella

Inquadramento

Diverse modifiche sono state apportate dalla riforma del processo civile, effettuata con il d.lgs. n. 149/2022 rispetto alla direzione dell'udienza, alla possibilità di tenere udienza tramite collegamenti audiovisivi a distanza e, infine, con riferimento alla possibilità di sostituire l'udienza con il deposito di note scritte. In particolare la l. delega n. 206/2021 prevedeva, all'art. 1, comma 17, lett. l) e m), la necessità di «prevedere che il giudice, fatta salva la possibilità per le parti costituite di opporsi, può disporre che le udienze civili che non richiedono la presenza di soggetti diversi dai difensori, dalle parti, dal pubblico ministero e dagli ausiliari del giudice si svolgano con collegamenti audiovisivi a distanza» e di «prevedere che, fatta salva la possibilità per le parti costituite di opporsi, il giudice può, o deve in caso di richiesta congiunta delle parti, disporre che le udienze civili che non richiedono la presenza di soggetti diversi dai difensori, dalle parti, dal pubblico ministero e dagli ausiliari del giudice siano sostituite dal deposito telematico di note scritte contenenti le sole istanze e conclusioni da effettuare entro il termine perentorio stabilito dal giudice».

Si tratta di modifiche che da un lato stabilizzano il regime dell'emergenza avuto durante la pandemia da Covid-19, dall'altro lato hanno una evidente funzione acceleratoria nella parte in cui prevedono la sostituzione dell'udienza con il deposito di note scritte. Tuttavia resta la perplessità dovuta al superamento definitivo del canone della oralità del processo civile, come del resto autorevole dottrina aveva già evidenziato.

Nel codice novellato, con riferimento allo specifico tema dell'udienza telematica, sono state pertanto inserite due norme nuove, ossia gli artt. 127-bis e ter c.p.c. e si è introdotto un nuovo terzo comma nell'art. 127 c.p.c., oltre al nuovo art. 196-duodecies delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile.

Bisogna sottolineare che, a parte le disposizioni ora in commento, la legge delega e il relativo decreto attuativo hanno su più fronti operato in funzione del rafforzamento del processo civile telematico in tutti i procedimenti compresa la Corte di Cassazione, prevedendo altresì per quest'ultima la possibilità di svolgere la camera di consiglio sempre in modalità telematica; è stato introdotto l'obbligo di deposito telematico degli atti, sono state incrementate le modalità di notifica telematica; si è infine inserito, all'interno delle disposizioni di attuazione del c.p.c. un nuovo intero Titolo, il V-ter, relativo alle disposizioni attinenti alla giustizia digitale.

A norma del nuovo terzo comma dell'art. 127 c.p.c., il giudice può disporre, ai sensi degli artt. 127-bis e ter c.p.c. che l'udienza si svolga mediante collegamenti audiovisivi a distanza o sia sostituita dal deposito di note scritte. Si tratta della formalizzazione, all'interno della norma generale sulla direzione dell'udienza, dei poteri consacrati dalle due norme successive di nuova introduzione. Trattasi, all'evidenza, di un potere discrezionale come indicato chiaramente dall'uso del verbo “può”, salvo indicare nelle norme di nuovo conio i vincoli all'esercizio di tale potere.

Le modalità di svolgimento dell'udienza telematica: l'art. 196-duodecies disp. att. c.p.c.

All'art. 127-bis c.p.c. fa da necessario pendant l'art. 196-duodecies delle disposizioni di attuazione del c.p.c. introdotto sempre dalla riforma del processo civile. Tale norma detta le modalità di svolgimento dell'udienza telematica prevedendo che essa debba essere tenuta con modalità idonee a salvaguardare il contraddittorio e ad assicurare l'effettiva partecipazione delle parti e, ove non sia pubblica, la riservatezza. Si prevede altresì che si applichi l'art. 84. Nel verbale di udienza telematica si deve dare atto della dichiarazione di identità dei presenti che devono assicurare che non sono in atto collegamenti con soggetti non legittimati e che non sono presenti soggetti non legittimati nei luoghi da cui si collegano all'udienza. La funzione “video” deve essere tenuta attiva per tutta la durata dell'udienza ed è invece vietata la registrazione. Il luogo “telematico” da cui il giudice si collega viene considerato a tutti gli effetti di legge “aula d'udienza” e l'udienza si considera comunque tenuta nell'ufficio giudiziario innanzi al quale pende il procedimento. La norma termina con un rinvio ai provvedimenti del direttore generale dei sistemi informativi e automatizzati del Ministero della Giustizia che ha il compito di individuare e regolare i collegamenti audiovisivi a distanza per lo svolgimento dell'udienza e le modalità tramite le quali è garantita la pubblicità dell'udienza in cui si discute la causa (tranne nelle ipotesi in cui l'udienza non sia pubblica, come indicato nel primo comma della disposizione). Il d.lgs. n. 164/2024 ha, da ultimo, modificato l'art. 196-duodecies prevedendo che, in presenza di gravi motivi, il giudice può autorizzare, previa istanza dei rispettivi difensori, il collegamento audiovisivo delle parti da un luogo diverso da quello dal quale si collegano i difensori stessi.

Formula

TRIBUNALE DI ...

RICHIESTA DI UDIENZA IN PRESENZA (ART. 127-bis C.P.C.) [1]

Proc. n. ... / ... RG. – Giudice Dott. ...

L'Avv. ..., in qualità di procuratore dell'attore Sig. ...

PREMESSO CHE

– l'Ill.mo Giudice adito con provvedimento del ... ha disposto lo svolgimento dell'udienza del ... fissata per ... tramite collegamenti audiovisivi a distanza, non essendo richiesta la presenza di soggetti diversi dai difensori delle parti, dal pubblico ministero e dagli ausiliari del giudice;

– tale provvedimento è stato comunicato al sottoscritto procuratore in data ... [2];

CHIEDE

– che l'udienza in questione si svolga in presenza [3].

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

(atto sottoscritto digitalmente)

1. L'art. 127-bis c.p.c. non fornisce indicazioni specifiche sulle modalità in cui chiedere l'udienza in presenza; la richiesta potrebbe quindi essere contenuta anche in un atto di parte ma dato il tempo breve assegnato alle parti per la richiesta dell'udienza in presenza (entro cinque giorni dalla comunicazione, che deve essere fatta almeno quindici giorni prima dell'udienza) si è ipotizzata una apposita istanza di parte. Peraltro, a norma dell'ultimo comma della disposizione di nuovo conio, se ricorrono particolari ragioni di urgenza delle quali il giudice deve dare atto nel provvedimento, i termini in questione possono essere abbreviati.

2. La data della comunicazione del provvedimento del giudice è necessaria perché, come dispone l'art. 127-bis c.p.c., ciascuna parte costituita, entro cinque giorni dalla comunicazione (salva abbreviazione dei termini a norma dell'art. 127-bis c.p.c.), può chiedere che l'udienza si svolga in presenza.

3. Il giudice provvede nei cinque giorni successivi (salva abbreviazione dei termini a norma dell'art. 127-bis, ultimo comma c.p.c.) con decreto non impugnabile, con il quale può anche disporre che l'udienza si svolga alla presenza delle parti che ne hanno fatto richiesta e con collegamento audiovisivo per le altre parti. In questo caso resta ferma la possibilità per queste ultime di partecipare in presenza.

COMMENTO

Ai sensi dell'art. 127-bis c.p.c. di nuova introduzione il giudice può disporre che l'udienza, anche pubblica, si svolga tramite collegamenti audiovisivi a distanza, «quando non è richiesta la presenza di soggetti diversi dai difensori, dalle parti, dal pubblico ministero e dagli ausiliari del giudice». Di conseguenza non è possibile svolgere in forma telematica l'udienza laddove sia necessaria la presenza di altre parti rispetto a quelle ora citate; come ad esempio testi da escutere, soggetti che debbano rendere sommarie informazioni e, in ogni caso, ulteriori soggetti diversi da quelli specificamente indicati dalla norma. Per evitare dubbi interpretativi, chiarisce la Relazione illustrativa, che la disposizione specifica che l'udienza telematica può avere luogo anche in caso di udienza pubblica (e in quest'ultima ipotesi l'art. 196-duodecies disp. att. c.p.c. di nuova introduzione rinvia ai provvedimenti del direttore generale dei sistemi informativi e automatizzati del Ministero di Giustizia).

Il secondo comma della norma prevede che il provvedimento con cui il giudice dispone lo svolgimento dell'udienza tramite collegamenti audiovisivi a distanza deve essere comunicato alle parti almeno 15 giorni prima dell'udienza. Ciò al fine di consentire alle parti costituite, come prevede il secondo comma della disposizione di nuovo conio, di chiedere entro 5 giorni dalla comunicazione, che l'udienza si svolga in presenza invece che in modalità telematica.

Il giudice provvede entro i cinque giorni successivi con decreto non impugnabile con cui può anche scindere la modalità di svolgimento dell'udienza, prevedendo che per le parti che ne hanno fatto richiesta l'udienza si svolga in presenza, mentre per le altre si svolga in collegamento audiovisivo. Resta salva comunque per queste ultime, ossia quelle che non hanno fatto richiesta di svolgimento dell'udienza in presenza, di partecipare comunque in presenza una volta che sia autorizzata dal giudice tale scissione. In presenza di particolari ragioni di urgenza prevede il terzo comma della nuova disposizione che i termini di cui al secondo comma possano essere abbreviati dal giudice, dandone atto nel provvedimento. Poiché la norma fa riferimento generico ai “termini di cui al secondo comma” si deve ritenere che l'abbreviazione possa riguardare tutti i termini previsti dalla disposizione e, pertanto, il termine di 15 giorni per la comunicazione alle parti costituite; il termine di 5 giorni assegnato alle parti per chiedere che l'udienza si svolga in presenza e, infine, il termine di 5 giorni per il provvedimento del giudice. Trattandosi di termini già piuttosto stringenti sembra difficile, in ogni caso, ipotizzare una possibile abbreviazione.

A norma dell'art. 196-quater c.p.c. (come modificato dal d.lgs. n. 164/2024), il deposito degli atti processuali e dei documenti da parte del pubblico ministero, dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria ha luogo esclusivamente con modalità telematiche. Con le stesse modalità le parti depositano gli atti e i documenti provenienti dai soggetti da esse nominati. Quando è necessario ai fini della decisione il giudice può ordinare il deposito di singoli atti e documenti su supporto cartaceo, indicandone specificamente la ragione. Il deposito dei provvedimenti del giudice e dei verbali di udienza ha luogo con modalità telematiche. Il deposito con modalità telematiche è effettuato nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. Il capo dell'ufficio autorizza il deposito con modalità non telematiche quando sussiste una situazione di urgenza e il direttore generale per i servizi informatici del dominio giustizia non sono funzionanti. La certificazione del direttore generale è pubblicata sul portale dei servizi telematici.

Inoltre va segnalato che l'art. 46 disp. att. c.p.c., dedicato alla forma degli atti giudiziari e quindi applicabile sia agli atti del giudice che a quelli delle parti stabilisce che i processi verbali e gli altri atti giudiziari devono essere scritti in carattere chiaro e facilmente leggibile; che quando sono redatti in forma di documento informatico tali atti rispettano la normativa anche regolamentare relativa alla redazione, sottoscrizione e ricezione dei documenti informatici. Il comma 3 della disposizione riguarda le modalità di redazione dei documenti non informatici e ripete l'originario comma 2, prevedendo che gli atti non redatti in forma di documento informatico devono essere scritti in continuazione, senza spazi in bianco e senza alterazioni e abrasioni; le aggiunte soppressioni o modificazioni eventuali devono essere fatte in calce all'atto con nota di richiamo senza cancellare la parte soppressa o modificata. Per quanto concerne lo schema informatico degli atti giudiziari va fatto riferimento al d.m. n. 110/2023, pubblicato in G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023, che reca il “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari” applicabile ai procedimenti introdotti dopo il 1° settembre 2023. Questo decreto pone i criteri di redazione e regola gli schemi informatici degli atti del processo civile con la struttura dei campi necessari per inserire le informazioni nei registri del processo. Fissa anche i limiti dimensionali degli atti del processo civile per le cause di valore inferiore a 500 mila euro.

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