Ricorso in opposizione alla dichiarazione di esecutività in Italia di una decisione straniera per contrarietà all'ordine pubblico, ex art. 43 del Regolamento n. 44/2001/CE del 22 dicembre 2000

Sergio Matteini Chiari
Maria Elena Matteini Chiari

Inquadramento

Con la procedura in questione (da introdurre con ricorso, ai sensi dell'art. 30-bis, comma 2 d.lgs. n. 150/2011, si chiede al Giudice la revoca del decreto con cui è stata dichiarata l'esecutività in Italia di una decisione straniera, ostando all'exequatur la contrarietà della stessa all'ordine pubblico.

N.B.: La formula è utilizzabile anche con riguardo a vicende ricadenti nelle previsioni del Regolamento n. 1215/2012/UE del 12 dicembre 2012.

Ed invero, a) fra i motivi di diniego del riconoscimento di una decisione è prevista, sia nel Regolamento n. 44/2001/CE (art. 34, par. 1), sia nel Regolamento n. 1215/2012 (art. 45, par. 1), la manifesta contrarietà della stessa all'ordine pubblico; b) il rito da osservare in entrambi i casi è quello del procedimento semplificato di cognizione (artt. 281-decies ss. c.p.c.).

Dovrà, tuttavia, tenersi presente che, mentre il ricorso ai sensi del Regolamento n. 44/2001 va diretto alla Corte di appello, il ricorso ai sensi del Regolamento n. 1215/2012 va diretto al Tribunale e che, nel primo caso, la decisione della Corte sarà impugnabile con ricorso per cassazione e che, nel secondo caso, la decisione del Tribunale sarà impugnabile nei modi ordinari (appello e, a seguire, eventuale ricorso per cassazione).

Per quanto inerente al Commento relativo alle vicende ricadenti nelle previsioni del Regolamento n. 1215/2012, si fa rinvio alle formule distinte con le sigle FCP839 e FCPC840.

Con d.m. n. 110/2023 (G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023) è stato dettato regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti dimensionali e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., come modificato dall'art. 4 del d.lgs. n. 149/2022.

I criteri di redazione degli atti sono descritti nell'art. 2 d.m. cit., mentre i limiti dimensionali, valevoli per le cause di valore inferiore a Euro 500.000, sono fissati nell'art. 3 del medesimo d.m., salve le deroghe di cui ai successivi artt. 4 e 5.

Per ciò che attiene agli schemi informatici, l'art. 8 d.m. cit. dispone che gli atti giudiziari devono essere redatti secondo le regole dettate dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011, e devono essere corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche di cui all'art. 34 dello stesso d.m.

I disposti del d.m. n. 110/2023 si applicano ai procedimenti introdotti «dopo il 1° settembre 2023».

Va rammentato che, ai sensi dell'art. 46, comma 6 disp. att. c.p.c., il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese del processo.

La presente formula è stata redatta tenendo nella dovuta considerazione i prescritti del d.m. n. 110/2023 relativi ai criteri di redazione ed ai limiti dimensionali degli atti.

N.B.: Ai sensi dell'art. 35, comma 1 d.lgs. n. 149/2022 (come modificato dall'art. 1, comma 380 l. n. 197/2022), le disposizioni del d.lgs. medesimo, salvo che sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data, mentre ai procedimenti pendenti al 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.

Formula

CORTE DI APPELLO ... [1]

RICORSO IN OPPOSIZIONE [2] ALLA DICHIARAZIONE DI ESECUTIVITÀ IN ITALIA DI UNA DECISIONE STRANIERA PER CONTRARIETÀ ALL'ORDINE PUBBLICO, EX ART. 43 REGOLAMENTO N. 44/2001/CE DEL 22 DICEMBRE 2000[3]

La Società ..., in persona del legale rappresentante pro tempore ( ... ) [4] Sig. ... (nato a ... il ... – C.F. ... -, residente in ..., via/piazza ... n. ... e domiciliato presso la sede della rappresentata), con sede in ..., via/piazza ... n. ..., C.F. ... P.I. ... ) [5], elettivamente domiciliata presso lo studio dell'Avv. [6] ..., C.F. ... [7][8], che la rappresenta e difende in forza di procura alle liti ... [9];

PREMESSO IN FATTO

Con decreto depositato in Cancelleria il ... e notificato in data ..., la Corte di Appello di ... ha dichiarato, ai sensi dell'art. 38 Reg. 44/2001/CE, l'efficacia esecutiva in Italia della sentenza n. ... pronunciata in data ... dal Tribunale di ... [10] nella causa promossa dall'Istituto di credito ... [11] contro l'odierna opponente, conclusasi con la condanna di quest'ultima al pagamento in favore dell'attore della somma di Euro 250.000,00, a titolo di debito per mutuo concesso per ripianare uno scoperto di conto corrente, soltanto in parte saldato, incluso rilevante importo per interessi anatocistici, oltre al dovuto per interessi di mora, nonché di Euro ... per spese di lite.

PREMESSO IN DIRITTO

La sentenza in questione è stata dichiarata esecutiva sull'errato presupposto della sua conformità ai disposti del Regolamento citato nella premessa di fatto.

Tale Regolamento, all'art. 34, detta la clausola generale secondo cui «Le decisioni non sono riconosciute: 1) se il riconoscimento è manifestamente contrario all'ordine pubblico dello Stato membro richiesto ... ».

Come è sicuramente noto alla Corte, la questione sulla liceità o meno della pretesa delle banche di operare capitalizzazione degli interessi a debito del correntista, già risolta dalla giurisprudenza, in molteplici casi, a favore di quest'ultimo, ha avuto definitiva soluzione sul piano normativo mediante le modifiche introdotte all'art. 120 del d.lgs. n. 385/1993 (T.U. bancario) dal d.l. n. 18/2016, conv. con modif. nella l. n. 49/2016.

In particolare, tale disposizione, al comma 2 lett. b), detta che «gli interessi debitori maturati, ivi compresi quelli relativi a finanziamenti a valere su carte di credito, non possono produrre interessi ulteriori, salvo quelli di mora, e sono calcolati esclusivamente sulla sorte capitale ... ».

Orbene, nella fattispecie, gli interessi (anatocistici) pretesi sono stati unilateralmente calcolati dall'Istituto avversario con capitalizzazione trimestrale, per di più al di fuori – ammessane, in via di mera ipotesi, la rilevanza all'epoca della pronuncia – di qualsiasi uso su piazza, non riferito, non provato e comunque inesistente.

Deve aggiungersi che gli interessi calcolati come sopra hanno raggiunto livelli tali da venire a contrasto con le norme antiusura vigenti nell'ordinamento italiano.

Tutto ciò è manifestamente contrario all'ordine pubblico italiano.

Appaiono sussistenti tutti i requisiti richiesti (fumus boni iuris e periculum in mora: ... ) [12] per concedere la sospensione immediata dell'esecutività del decreto impugnato.

Tutto questo premesso, la società opponente, come in epigrafe rappresentata, difesa e domiciliata,

RICORRE

a codesta Corte di appello affinché, ai sensi dell'art. 281-undecies, comma 2, c.p.c., fissi con decreto l'udienza di comparizione delle parti, e il termine per la costituzione della controparte – Istituto di credito ..., in persona del legale rappresentante pro tempore ..., con sede in ..., via/piazza ..., elettivamente domiciliato in ..., via/piazza ..., presso lo Studio dell'Avv. ..., Sig. ..., res. in ..., via/piazza ..., – cui viene dato avvertimento che deve costituirsi in giudizio non oltre dieci giorni prima dell'udienza ai sensi e nelle forme stabilite dall'art. 281-undecies, comma 3, c.p.c., pena le decadenze di cui agli artt. 38, 167 e 281-undecies, commi 3 e 4, dello stesso codice; con gli ulteriori avvertimenti che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria (fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 c.p.c. o da leggi speciali), che può (ove sussistano i presupposti di legge) presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato e che, in difetto di costituzione, si procederà in sua/loro contumacia, per ivi, respinta ogni diversa istanza, deduzione ed eccezione, sentir accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

1) In via preliminare, voglia la Corte di Appello adita sospendere immediatamente l'esecutività del provvedimento impugnato per le ragioni esplicate nella premessa.

2) Nel merito, voglia la Corte di Appello adita, disattesa ogni contraria domanda eccezione e deduzione e premessa l'istruttoria occorrente, revocare il decreto pronunciato nell'ambito della procedura distinta con il n. ... R.G., depositato in data ..., notificato il ..., dichiarando non riconoscibile e, per l'effetto, non eseguibile nell'ordinamento italiano la sentenza pronunciata dal Tribunale di ... in data ... [13].

3) In subordine, voglia la Corte dichiarare riconoscibile in Italia la sentenza in questione limitatamente alle parti diverse dalla condanna agli interessi anatocistici.

Con condanna della controparte alla rifusione delle spese di lite del grado (compenso ai sensi del d.m. n. 55/2014, come modificato daI d.m. n. 37/2018 e n. 147/2022, oltre spese e oneri accessori).

Salvo ogni altro diritto.

In via istruttoria

Si depositano nelle forme di rito i seguenti documenti: [14]

1) copia del decreto impugnato;

2) copia degli atti del giudizio di riferimento: ... [15];

3) Traduzione asseverata dei documenti sub 2) [16];

4) ... [17].

Con la più ampia riserva di ulteriori produzioni e deduzioni, anche istruttorie.

Ai sensi dell'art. 14, d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che il valore del presente procedimento è pari a Euro ... il contributo unificato, già versato, deve essere, pertanto, fatto pari a Euro ... [18].

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

PROCURA

Io sottoscritto ..., nato a ... il ..., residente in ..., via/piazza ..., C.F. ..., nella qualità di legale rappresentante della società ..., delego a rappresentarmi, assistermi e difendermi nella presente procedura e in ogni sua fase e grado, compresa la fase esecutiva l'Avv. ... del Foro di ..., conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge, compreso il potere di conciliare, transigere, rinunciare agli atti ed accettare la rinuncia, incassare somme dalla controparte, quietanzare, chiamare in causa terzi, nominare sostituti in udienza.

Eleggo domicilio presso lo Studio dello stesso Avv. in ..., via ..., n. ...

Dichiaro, inoltre, di aver ricevuto le informative di cui agli artt. 7 e 13 del d.lgs. n. 196/2003 e presto consenso al trattamento dei dati personali, nei limiti e nelle forme di cui a tale d.lgs., pe' l'espletamento del mandato conferito.

Luogo e data ...

Il delegante ...

Visto per autentica ...

Firma Avv. ...

1. La competenza spetta alla stessa Corte di Appello che ha emesso il decreto di esecutività della decisione straniera impugnato. Si rammenta che nei casi in cui venga chiesta la dichiarazione di esecutività della decisione straniera, la competenza spetta alla Corte di appello del luogo in cui è domiciliata la parte contro cui viene chiesta l'esecuzione o del luogo dell'esecuzione (art. 39 Reg. citato).

2. La formula dell'opposizione viene proposta in forma di ricorso ai sensi del disposto dell'art. 30-bis, comma 2 d.lgs. n. 150/2011 (norma introdotta dal d.lgs. n. 149/2022. Si veda in proposito anche il punto iii) del Commento.

3. Il contenuto del ricorso è disciplinato dall'art. 67 della l. n. 218/1995 e dalle disposizioni dallo stesso richiamate (art. 30 d.lgs. n. 150/2011, come modificato dall'art. 24 d.lgs. n. 149/2022; artt. 281-decies e ss. c.p.c. quali «successori» degli artt. 702-bis e ss. c.p.c. – va ricordato che il riferimento è da fare essenzialmente all'art. 281-undecies, comma 1, come modificato, con effetto dal 26 novembre 2024, dall'art. 1, comma 2, lett. ff) d.lgs. n. 164/2024) e dagli artt. 125 (modif. dall'art. 3, comma 1, lett. h) d.lgs. n. 164/2024) e 163 (come modificato dapprima dal d.lgs. n. 149/2022 e, successivamente, con effetto a decorrere dal 26 novembre 2024, dall'art. 1, comma 2, lett. a) d.lgs. n. 164/2024) c.p.c.

Il deposito del ricorso deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematiche, ai sensi dell'art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022.

4. Precisare l'esatta qualità. Ad es.: amministratore unico.

5. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002, « ... qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale ... il contributo unificato è aumentato della metà».

6. A decorrere dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002 modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif., nella l. n. 114/2014.

7. L'indicazione del codice fiscale dell'Avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. 98/2011 conv. con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1 c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8 d.l. n. 193/2009 conv. con modif. nella l. n. 24/2010.

8. A seguito dell'introduzione del domicilio digitale, non sussiste alcun obbligo, per il difensore di indicare nell'atto introduttivo l'indirizzo PEC «comunicato al proprio ordine», trattandosi di dato già risultante dal ReGindE. L'obbligo dell'Avvocato di indicare il proprio numero di fax, già previsto dall'art. 125, comma 1 c.p.c., è venuto meno, con effetto dal 26 novembre 2024, in forza del disposto dell'art. 3, comma 1, lett. h) d.lgs. n. 164/2924.

9. La procura può essere apposta in calce o a margine del ricorso (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura.

La procura si considera apposta in calce anche se rilasciata su foglio separato che sia però congiunto materialmente all'atto cui si riferisce, o su documento informatico separato sottoscritto con firma digitale e congiunto all'atto cui si riferisce mediante strumenti informatici, individuati con apposito decreto del Ministero della giustizia.

A far tempo dal 1° gennaio 2023, il deposito della procura deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022).

10. Indicare l'esatta denominazione del Tribunale estero ed il Paese membro dell'U.E. in cui lo stesso è operativo.

11. Precisare la denominazione dell'attore nel giudizio estero di riferimento.

12. Esplicare brevemente. Per ciò che attiene al fumus boni iuris, può essere sufficiente fare riferimento a quanto esposto nella premessa in diritto. Per quanto inerente al periculum in mora, appare necessario evidenziare i pregiudizi che potrebbero derivare dal mancato accoglimento dell'istanza.

13. «Identificare» il Tribunale ed il Paese di appartenenza e indicare numero e data della sentenza.

14. Va rammentato che, ai sensi dell'art. 196-quater disp. att. c.p.c. (norma introdotta dal d.lgs. n. 149/2022), a decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito degli atti processuali nei procedimenti innanzi ai Tribunali, alle Corti di appello ed alla Corte di Cassazione deve avere luogo esclusivamente con modalità telematiche. Va, altresì, rammentato che, in forza dei disposti del d.lgs. n. 164/2024, sono state espunte, con effetto dal 26 novembre 2024, le previsioni del deposito di atti presso la Cancelleria da tutte le norme che recavano indicazione di tale adempimento.

15. Ad. es., avendo riguardo al caso trattato nella formula: atto introduttivo di lite; atti (relate) relativi alla prima e alla seconda notifica; verbale dell'udienza di prima comparizione; verbali di causa.

16. La traduzione dovrà essere eseguita da soggetto abilitato all'adempimento. Deve ritenersi applicabile, in via analogia, il disposto dell'art. 55, Reg. 44/2001.

17. Indicare, e produrre, eventuali altri documenti utili al bisogno.

18. Per ciò che attiene alla determinazione del contributo unificato in materia, sembrano corrette le notazioni che seguono: La fase preliminare della procedura (quella nei cui ambiti viene chiesto il riconoscimento e/o la dichiarazione di esecutività della decisione straniera) è sicuramente procedura in camera di consiglio. Per quanto riguarda la fase successiva – presa in esame nella presente formula - il contributo unificato è dovuto nella stessa misura di quello previsto per le cause promosse con rito ordinario, senza alcuna riduzione. Si veda in argomento il paragrafo v) del Commento.

COMMENTO

i) Negli ambiti comunitari la materia del riconoscimento e dell'esecuzione negli Stati membri dell'U.E. a delle decisioni emanate dalle a.g. di altri Stati membri è attualmente, a far tempo dal 10 gennaio 2015, disciplinata dal Regolamento 2012/1215/CE del 12 dicembre 2012 (c.d. Bruxelles I-bis), che ha abrogato il Regolamento 44/2001/CE.

Peraltro, giusta i disposti dell'art. 66 del Regolamento attualmente vigente, le nuove disposizioni si applicano «solo alle azioni proposte, agli atti pubblici formalmente redatti o registrati e alle transazioni giudiziarie approvate o concluse alla data o successivamente al 10 gennaio 2015», mentre il Regolamento 44/2001/CE «continua ad applicarsi alle decisioni emesse nei procedimenti promossi, agli atti pubblici formalmente redatti o registrati e alle transazioni giudiziarie approvate o concluse anteriormente al 10 gennaio 2015 che rientrano nel relativo ambito di applicazione».

Da ciò trae ragione la formula che si presenta.

ii) Ciò che segue, limitato alle vicende giudiziarie aventi ad oggetto la dichiarazione di esecutività della decisione straniera, fa riferimento alle disposizioni del Reg. 44/2001/CE, che vengono citate con indicazione numerica, senza precisazione della fonte.

Ai sensi dell'art. 32, «per decisione si intende, a prescindere dalla denominazione usata, qualsiasi decisione emessa da un Giudice di uno Stato membro, quale ad esempio decreto, sentenza, ordinanza o mandato di esecuzione, nonché la determinazione delle spese giudiziali da parte del cancelliere».

L'art. 33, par. 1, stabilisce che il riconoscimento delle decisioni emesse in uno degli Stati membri avvenga «senza che sia necessario il ricorso ad alcun procedimento» oppure nelle forme degli artt. 38 ss. quando il riconoscimento sia contestato oppure ai fini dell'esecuzione, onde, rispettivamente, ottenere dichiarazione di riconoscimento o di esecutività.

iii) Il Giudice competente è, in Italia, la Corte di appello.

La competenza territoriale è determinata dal domicilio della parte contro cui viene chiesta l'esecuzione, o dal luogo dell'esecuzione.

La procedura consta di una fase necessaria e di una fase eventuale, che, pur in assenza di specifico richiamo, debbono ritenersi regolate dall'art. 30-bis, commi 1 e 2 d.lgs. n. 150/2011 (norma introdotta dall'art. 24 del d.lgs. n. 149/2022, avente ad oggetto i «procedimenti in materia di efficacia di decisioni straniere previsti dal diritto dell'Unione europea e dalle convenzioni internazionali»): fase necessaria (dichiarazione di esecutività) in camera di consiglio e senza contraddittorio, da concludere con decreto; fase eventuale (opposizione) da introdurre con ricorso nelle forme del rito semplificato di cognizione (artt. 281-decies ss. c.p.c., introdotti dall'art. 2, comma 21 d.lgs. n. 149/2022).

L'atto di opposizione deve essere proposto nel termine di sessanta giorni dalla comunicazione o dalla notificazione del decreto.

La Corte deve decidere «senza indugio».

Ai sensi dell'art. 46, par. 1, la Corte può, su istanza della parte contro la quale è chiesta l'esecuzione, sospendere il procedimento se la decisione straniera è stata impugnata, nello Stato membro d'origine, con un mezzo ordinario o se il termine per proporre l'impugnazione non è scaduto.

Ai sensi dell'art. 46, par. 3, la Corte può inoltre subordinare l'esecuzione alla costituzione di una garanzia che provvede a determinare.

Contro il provvedimento che conclude la seconda fase è ammessa impugnazione innanzi alla Corte di Cassazione per i motivi di cui all'art. 360 c.p.c.

iv) Ai sensi dell'art. 34, n. 1, Reg. 44/2001/CE, le decisioni non sono riconosciute se sono manifestamente contrarie all'ordine pubblico dello Stato richiesto.

Come ogni clausola generale, anche quella appena sopra riportata necessita di attività interpretativa di riempimento da parte della giurisprudenza nazionale.

L'avverbio «manifestamente» sta ad evidenziare la necessità di una interpretazione in senso restrittivo.

La CGUE ha, più volte, affermato che il motivo ostativo al riconoscimento sussiste solo quando il riconoscimento o l'esecutorietà contrastino in modo inaccettabile con l'ordinamento giuridico dello Stato richiesto, essendo lesivo di un diritto fondamentale.

Va chiarito che il limite dell'ordine pubblico è da riferire sia al contenuto (c.d. ordine pubblico sostanziale) della decisione straniera di cui si chiede il riconoscimento, sia al suo procedimento formativo (c.d. ordine pubblico processuale).

Deve ritenersi ormai superata la quaestio se l'ordine pubblico sostanziale di riferimento debba essere quello interno (costituito da qualsiasi norma imperativa dell'ordinamento civile) oppure quello internazionale, essendo stata compiuta scelta, da ritenere «definitiva», per questa seconda opzione.

Per ciò che attiene all'ordine pubblico internazionale, vi è ormai sostanziale condivisione sul fatto che lo stesso, la contrarietà al quale impedisce la delibazione delle decisioni straniere, è costituito dai «(soli) principi fondamentali e caratterizzanti l'atteggiamento etico – giuridico dell'ordinamento in un determinato periodo storico», ispirati ad «esigenze di tutela dei diritti fondamentali dell'uomo comuni ai diversi ordinamenti e collocati a un livello sovraordinato rispetto alla legislazione ordinaria (v., ex multis, Cass. S.U., n. 9006/2021; Cass. S.U., n. 12193/2019; Cass. S.U., n. 16601/2017; Cass. I, n. 19599/2016).

Per ciò che attiene all'ordine pubblico processuale, è stato affermato che i principi da tenere in conto sono unicamente quelli riconducibili ai principi inviolabili posti, nell'ordinamento italiano, a garanzia del diritto agire e di resistere in giudizio (Cass. I, n. 16804/2020; Cass. I, ord., n. 19453/2019; Cass. I, n. 11021/2013Cass. I, n. 17519/2005).

v) A decorrere dal 1° marzo 2023, il contributo unificato relativo alle cause instaurate con il rito semplificato di cognizione è dovuto nella stessa misura prevista per le cause promosse con rito ordinario, senza alcuna riduzione. Ed invero, mentre le disposizioni in tema di rito sommario di cognizione erano collocate nel libro IV del codice di rito, con il conseguente trattamento “benevolo”, quelle in tema di procedimento semplificato di cognizione sono state incluse, dal d.lgs. n. 149/2022, nel libro II dello stesso codice.

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