Citazione per annullamento di lodo irrituale. Violazione regole di validità imposte dalle parti

Mauro Di Marzio

Inquadramento

La formula è predisposta per l'impugnazione volta all'annullamento del lodo arbitrale irrituale per violazione delle regole imposte dalle parti agli arbitri quale condizione di validità del lodo, ex art. 808-ter, comma 2, n. 4, c.p.c.

Per il contributo unificato, v. art. 14 d.P.R. n. 115/2002.

Formula

TRIBUNALE [1] DI [2] ...

ATTO DI CITAZIONE [3] PER L'ANNULLAMENTO DI LODO IRRITUALE

Il Sig. ..., nato a ... il ... (C.F. [4] ... ), residente in ..., via/piazza ... n. ..., [nella sua qualità di amministratore unico/legale rappresentante/titolare della Società ..., con sede in ... ( ... ), via/piazza ..., C.F. ... P.I. ... )], elettivamente domiciliato in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. [5] ..., C.F. [6] ..., che lo rappresenta e difende in forza di procura alle liti [7] ...

PREMESSO

– l'attore ha stipulato con il Sig. ... un contratto avente ad oggetto ..., contratto che stabiliva tra l'altro, all'art. [8] ..., che qualsiasi controversia insorta tra le parti, concernente l'interpretazione o l'esecuzione della pattuizione così conclusa sarebbe stata definita mediante arbitrato irrituale affidato a [9] ...;

– è insorta controversia con riguardo [10] ...;

– il convenuto Sig. ... ha conseguentemente dato impulso al procedimento arbitrale, che si è concluso con la pronuncia del lodo irrituale del ..., con il quale l'arbitro unico [11] ha stabilito quanto segue: ...;

– l'esponente, tuttavia, aveva tempestivamente [12], già nel corso del procedimento arbitrale, che la controparte aveva formulato conclusioni esorbitanti dai limiti della convenzione di arbitrato, ma l'eccezione è stata erroneamente disattesa [13] dall'arbitro unico [14], secondo il quale ...;

– va qui ribadito che la convenzione d'arbitrato, contrariamente a quanto ritenuto dall'arbitro unico, fissava limiti riguardo ai quali le conclusioni spiegate dalla controparte sono esorbitanti per le ragioni che seguono ...;

– l'attore ha interesse ad ottenere l'annullamento del menzionato lodo irrituale, poiché l'arbitro si è pronunciato su conclusioni esorbitanti rispetto ai limiti fissati nella convenzione di arbitrato, ai sensi dell'art. 808-ter, comma 2, n. 1, c.p.c.

TUTTO CIÒ PREMESSO

CITA

il Sig. ..., residente in ..., via ..., n. ..., PEC ... [15], a comparire innanzi al Tribunale di ..., nei noti uffici di via/piazza ..., all'udienza del ..., ore di rito, dinanzi al Giudice che verrà designato, con invito a costituirsi in giudizio almeno settanta giorni prima di tale udienza, ai sensi dell'art. 166 c.p.c., con l'avvertimento che la costituzione oltre i suddetti termini implica le decadenze di cui agli artt. 38 e 167, che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi davanti al tribunale, fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 o da leggi speciali, che la parte, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato e che, comunque, in caso di mancata costituzione, si procederà in sua contumacia, per ivi sentire accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

Voglia il Tribunale adito:

– ai sensi e per gli effetti dell'art. 808-ter comma 2, n. 1, c.p.c., annullare il lodo arbitrale irrituale emesso il ..., con ogni altra conseguenza di legge, perché pronunciato su conclusioni esorbitanti rispetto ai limiti posti nella convenzione di arbitrato.

– condannare il convenuto alle spese di lite.

Ai sensi dell'art. 14 d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara ai fini del versamento del contributo unificato per le spese di giustizia che il valore della presente causa è di Euro ... .

Si offrono in comunicazione i seguenti documenti:

1) copia della convenzione di arbitrato;

2) copia del lodo irrituale emesso il ...;

3) ... .

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

COMMENTO

La natura negoziale del lodo irrituale faceva sì, in passato che esso rimanesse assoggettato non già all'impugnazione per nullità prevista dagli artt. 827 ss. c.p.c. (Cass. n. 10300/2014; Cass. n. 6830/2014), bensì alle impugnative negoziali esperibili nei riguardi dei contratti: impugnabile, dunque, non «per errori di diritto, ma solo per i vizi che possono vulnerare ogni manifestazione di volontà negoziale, come l'errore, la violenza, il dolo o l'incapacità delle parti che hanno conferito l'incarico e dell'arbitro stesso» (es. Cass. n. 22374/2006).

Con l'introduzione dell'art. 808-ter la situazione può dirsi solo in parte modificata, dovendosi ritenere che i motivi indicati nell'art. 808-ter vadano ad aggiungersi alle menzionate impugnazioni negoziali, rimanendo senz'altro esclusa l'impugnazione exartt. 827 ss. c.p.c., sicché l'impugnazione proposta avverso un lodo arbitrale irrituale, ancorché erroneamente omologato, deve essere dichiarata, anche d'ufficio, inammissibile (Cass. n. 13899/2014). L'arbitrato irrituale costituisce uno strumento di risoluzione contrattuale delle contestazioni insorte o che possono insorgere tra le parti in ordine a determinati rapporti giuridici, imperniato sull'affidamento a terzi del compito di ricercare una composizione amichevole, conciliante o transattiva. Poiché le parti si impegnano a considerare la decisione degli arbitri come espressione della loro volontà, il lodo irrituale ha natura negoziale ed è impugnabile ai sensi dell'art. 808-ter c.p.c.: ne consegue che, ove venga in discussione quale fosse l'oggetto della controversia deferita agli arbitri, il vizio denunciato si traduce in una questione d'interpretazione della volontà dei mandanti e si risolve, analogamente a quanto accade in ogni altra ipotesi di interpretazione della volontà negoziale, in un apprezzamento di fatto, riservato al giudice di merito ed insindacabile in sede di legittimità, se condotto nel rispetto dei criteri di ermeneutica contrattuale e correttamente motivato (Cass. n. 14986/2021). In caso di convenzione di arbitrato concernente una controversia non arbitrabile il lodo irrituale è affetto da vera e propria nullità. Anche l'inesistenza della convenzione di arbitrato si colloca al di fuori della previsione dell'art. 808-ter, comma 2 c.p.c. e, in ogni caso, occorre considerare il congegno di sanatoria previsto dall'art. 817 c.p.c.

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