Revocazione di lodo arbitrale. Rinvenimento documenti decisiviInquadramentoLa formula è predisposta per l'impugnazione per revocazione del lodo arbitrale nel caso in cui dopo la pronuncia del lodo siano stati trovati uno o più documenti decisivi che la parte non aveva potuto produrre in giudizio per causa di forza maggiore o per fatto dell'avversario, ai sensi dell'art. 831 c.p.c. in relazione all'art. 395, n. 3 c.p.c. FormulaCORTE DI APPELLO DI ... [1] IMPUGNAZIONE PER REVOCAZIONE DI LODO RITUALE Il Sig. ..., nato a ... il ... (C.F. [2] ... ), residente in ..., via/piazza ... n. ..., [nella sua qualità di amministratore unico/legale rappresentante/titolare della società ..., con sede in ... ( ... ), via/p.zza ..., C.F. ... P.I. ... )], elettivamente domiciliato in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. [3] ..., C.F. [4] ..., che lo rappresenta e difende in forza di procura alle liti ... [5]; PREMESSO - che l'esponente ed il Signor ... [nella sua qualità di amministratore unico/legale rappresentante/titolare della società ..., con sede in ... ( ... ), via/p.za ..., C.F. ... P.I. ... )], hanno sottoscritto in data ... un contratto avente ad oggetto ...; - che all'art. ... il contratto reca una clausola compromissoria per arbitrato rituale del seguente tenore: « ... » [6]; - che in esecuzione della predetta clausola compromissoria è stato costituito il collegio arbitrale che ha pronunciato lodo rituale sottoscritto in data ..., con il quale il collegio ha così deciso: « ... »; - che il lodo [7] è stato notificato [8] all'esponente in data ...; - che in data ... [9] sono stati ritrovati i seguenti documenti decisivi che l'esponente non ha potuto produrre in sede arbitrale in quanto per le seguenti ragioni: ... [10]; - che, se l'esponente avesse potuto produrre i menzionati documenti, la decisione sarebbe stata senz'altro diversa; - che, difatti, ... [11]; - che pertanto ricorre nel caso di specie l'ipotesi di cui all'art. 395, n. 3, c.p.c., richiamato dall'art. 431 c.p.c. - che l'esecuzione del lodo arrecherebbe all'esponente grave ed irreparabile danno, sicché ricorrono i presupposti ai sensi dell'art. 401, c.p.c., in relazione all'art. 373 c.p.c., per disporre la sospensione dell'esecuzione del lodo, giacché ... [12] . Tanto premesso l'attore, come sopra rappresentato e difeso CITA il Signor ... [nella indicata qualità] residente in ..., via ..., n. ..., PEC ... [13];a comparire dinanzi alla Corte di Appello di ... nei noti uffici di via/piazza ..., all'udienza del ..., ore di rito, dinanzi al Giudice che verrà designato, con invito a costituirsi in giudizio almeno venti giorni prima [14] di tale udienza, ai sensi dell'art. 166 c.p.c., con l'espresso avvertimento che non costituendosi in termine incorrerà nelle decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c., che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi davanti al tribunale, fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 o da leggi speciali, che la parte, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato e che, comunque, in caso di mancata costituzione, si procederà in sua contumacia, per ivi sentire accogliere le seguenti CONCLUSIONI Voglia l'adita Corte di Appello, previa sospensione dell'efficacia del lodo impugnato, revocare il lodo rituale predetto pronunciato in data ..., provvedendo sul merito della controversia come segue: ... Con vittoria di spese. Si offrono in comunicazione i seguenti documenti: - lodo arbitrale con relata di notificazione; - fascicolo di parte nel procedimento arbitrale; - copia conforme della convenzione di arbitrato; - documentazione decisiva. Ai sensi dell'art. 14, d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara ai fini del versamento del contributo unificato per le spese di giustizia che il valore della presente causa è di Euro ... Luogo e data ... Firma Avv. ... 1. È competente la Corte d'Appello nel cui distretto è la sede dell'arbitrato. 2. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). 3. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002 modificati dalla l. n. 114/2014. 4. L'indicazione del codice fiscale dell'Avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. 5. La procura può essere apposta in calce o a margine della citazione (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura. 6. La formula è predisposta per l'ipotesi di clausola compromissoria contenuta nel contratto. In caso di compromesso stipulato successivamente all'insorgere della controversia essa va conseguentemente modificata. 7. L'impugnazione per nullità del lodo rituale non richiede, ai sensi dell'art. 827, comma 2 c.p.c., il previo deposito del medesimo. Se il deposito vi è stato, tuttavia, è opportuno farne menzione, indicando la relativa data. 8. L'impugnazione va proposta entro 90 giorni dalla notificazione del lodo ed in ogni caso entro un anno dalla data dell'ultima sottoscrizione (art. 828, comma 2 c.p.c.). Si applica la sospensione feriale (Cass. n. 6362/1995; Cass. n. 6698/2000). 9. Il termine breve di trenta giorni per la proposizione della revocazione ai sensi del n. 2 dell'art. 395 c.p.c. decorre dalla scoperta dei documenti decisivi, in applicazione dell'art. 326 c.p.c. È dunque essenziale che la citazione per revocazione contenga l'indicazione del termine a quo per l'impugnazione. 10. Deve trattarsi di forza maggiore o fatto dell'avversario. 11. Occorre naturalmente spiegare in dettaglio perché i documenti siano effettivamente decisivi e, cioè, tali da orientare ineluttabilmente l'esito della controversia. 12. Indicare in dettaglio il grave e irreparabile danno che giustifica la sospensione dell'efficacia del lodo. 13. Il c.d. «Correttivo» alla c.d. riforma «Cartabia» ha novellato l'art. 163 c.p.c., introducendo tra le indicazioni concernenti il convenuto la frase «nonché l'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi». 14. Si è ritenuto di indicare il termine per la costituzione di 20 giorni sebbene opinabile. Fino alla riforma di cui al d.lgs. n. 149/2022 il termine per la costituzione nel giudizio di primo grado era di 20 giorni, e detto termine si applicava anche in appello, attraverso il rinvio che l'ultimo comma dell'art. 342 faceva all'art. 163-bis c.p.c. Sicché non poteva dubitarsi che anche alla revocazione avverso lodo arbitrale, devoluta alla competenza della Corte d'appello, si applicasse, di un modo o di un altro, lo stesso termine di 20 giorni. Con la detta riforma la situazione è cambiata. Il termine per la costituzione in primo grado è stato elevato a 70 giorni, mentre nel giudizio di appello, tralasciando quanto disposto dalla riforma «Cartabia», Il correttivo a detta riforma ha modificato il comma 1 dell'art. 347 c.p.c. nel senso che segue: «L'appellante si costituisce in giudizio secondo le forme e i termini per i procedimenti davanti al tribunale. Le altre parti si costituiscono in appello almeno venti giorni prima dell'udienza indicata nell'atto di citazione o di quella fissata ai sensi dell'art. 349-bis, secondo le forme per i procedimenti davanti al tribunale». Al contempo il correttivo ha sostituito, all'art. 343, comma 1, le parole «almeno venti giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione o dell'udienza fissata a norma dell'art. 349-bis, secondo comma», con le seguenti: «nel termine previsto dall'art. 347». In breve, all'esito di simili interventi, i termini a comparire e per la costituzione dell'appellato sono rimasti 90-20. E cioè nel giudizio di primo grado dinanzi al tribunale abbiamo un termine per la costituzione di 70 giorni; nel giudizio di appello abbiamo un termine per la costituzione di 20 giorni. Ma l'art. 400 c.p.c. stabilisce che dinanzi al Giudice adito si osservano le norme stabilite per il procedimento davanti a lui: e gli artt. 342 ss. c.p.c. non dettano in effetti regole concernenti il giudizio dinanzi alla Corte d'appello, bensì concernenti il giudizio di appello. E cioè non vi sono «norme stabilite per il procedimento davanti a lui», ossia alla Corte d'appello, secondo quanto prescrive l'art. 400 c.p.c., che possano applicarsi. Il che potrebbe indurre a credere che debba farsi riferimento alle regole generali dettate per il giudizio ordinario di cognizione, e dunque agli art. 163 ss. c.p.c. Bisogna però riconoscere che la soluzione è largamente discutibile, perché il termine di 70 giorni previsto per il giudizio di primo grado dinanzi al tribunale si correla allo svolgimento delle attività di cui agli artt. 171-bis e ter c.p.c., che invece non sembra affatto possano applicarsi al giudizio di revocazione avverso lodo arbitrale. La soluzione che si è proposta è dunque opinabile, ed il professionista che redige l'atto si comporterà come meglio crede. COMMENTOLa revocazione è sempre esperibile, nonostante qualsiasi rinuncia, per i motivi indicati ai nn. 1, 2, 3 e 6 dell'art. 395, ossia per la c.d. revocazione straordinaria. Non è conseguentemente ammessa la revocazione ordinaria per i motivi di cui ai nn. 4 e 5 della medesima disposizione (Cass. n. 8043/1994, ove si esclude che i motivi di cui ai nn. 4 e 5 dell'art. 395 possano essere fatti valere per mezzo della impugnazione per nullità). La previsione normativa è stata oggetto di sospetto di incostituzionalità da parte della dottrina, che ha prospettato soluzioni interpretative tali da comportare l'ammissione della revocazione ordinaria ovvero da ricondurre i motivi previsti ai nn. 4 e 5 entro l'ambito di applicazione dell'art. 829. La competenza spetta alla Corte d'appello nella cui circoscrizione è la sede dell'arbitrato, mentre il procedimento è regolato dagli artt. 398 ss. (sicché la domanda di revocazione deve contenere i requisiti previsti da tale norma ha pena di inammissibilità dell'impugnazione rilevabile d'ufficio dal Giudice). Ai sensi del comma 3 si osservano i termini e le forme stabilite nel libro secondo. Stabilisce il comma 2 che, qualora i motivi di revocazione vengano ad esistenza nel corso del giudizio di impugnazione per nullità, il termine per la revocazione è sospeso fino alla comunicazione della sentenza che abbia pronunciato su detta impugnazione. È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale del combinato disposto degli artt. 395, n. 3, 398, comma 2, 827 e 831, in relazione agli artt. 325 e 326 per contrasto con l'art. 3 Cost., non sussistendo la violazione del canone di ragionevolezza nella previsione di termini per la proposizione di un rimedio impugnatorio di carattere straordinario, poiché la straordinarietà del mezzo non significa che lo stesso possa essere proposto in ogni momento e non entro un determinato termine dal momento del verificarsi dell'ipotesi che legittima la proposizione dell'impugnazione straordinaria; si deve, anzi, rilevare che la mancata sottoposizione anche del rimedio straordinario ad un termine, decorrente ragionevolmente dall'atto della cognizione della causa posta a fondamento della stessa impugnazione straordinaria, introdurrebbe un elemento di ingiustificata eccentricità nel sistema delle impugnazioni (Cass. n. 9826/2009). La sospensione dell'esecuzione del lodo è disciplinata dall'art. 401. Nel menzionare i documenti decisivi, l'art. 395 c.p.c. fa riferimento ad una nozione ampia di documento, in quanto potenzialmente idoneo ad incidere sulla decisione (Cass. n. 1838/1990). Decisivo è il documento da cui emergano fatti che, se tempestivamente offerti allo scrutinio del Giudice, avrebbero probabilmente condotto ad una diversa decisione. Anche la S.C. osserva che il requisito della decisività dei nuovi documenti rinvenuti dopo la sentenza, richiesto per l'impugnazione per revocazione a norma dell'art. 395, n. 3, implica l'idoneità di tali documenti a provocare una decisione diversa (Cass. S.U., n. 5990/1984). I documenti devono dunque concernere direttamente i fatti di causa, sicché non rilevano i documenti che si limitano ad offrire semplici indizi utilizzabili solo per una revisione del convincimento espresso dalla sentenza revocanda in esito ad un riesame complessivo del precedente quadro probatorio coordinato con il nuovo dato acquisito (Cass. n. 8202/2004). In particolare, ai fini della fattispecie revocatoria di cui all'art. 395, n. 3, il requisito della decisività del documento va escluso nel caso in cui questo non sia, per sua natura, destinato a costituire la prova di un determinato fatto, ma rappresenti soltanto un mezzo di conoscenza di un fatto decisivo, prima ignorato e del quale l'interessato poteva procurarsi aliunde la conoscenza stessa (Cass. n. 27832/2011). Ai fini dell'ammissibilità dell'impugnazione per revocazione straordinaria, ai sensi dell'art. 395, n. 3, è necessario che la parte indichi nell'atto di impugnazione sia le ragioni che hanno impedito all'istante di produrre i documenti rinvenuti in ritardo sia quelle relative alla decisività dei documenti stessi, incombendo sulla parte che si sia trovata nell'impossibilità di produrre i documenti asseritamente decisivi nel giudizio di merito, l'onere di provare che l'ignoranza dell'esistenza del documento o del luogo ove esso si trovava non è dipesa da colpa o negligenza, ma dal fatto dell'avversario o da causa di forza maggiore (Cass. n. 22159/2014). Ai fini dell'ammissibilità della revocazione, occorre che il documento decisivo preesista alla decisione impugnata, non essendo sufficiente che anteriore alla decisione sia il fatto rappresentato dal documento medesimo (Cass. n. 4610/1996). L'impedimento alla produzione deve discendere da cause di forza maggiore o da fatto dell'avversario. La forza maggiore si concreta nell'ignoranza assoluta ed incolpevole del documento, requisito insussistente ove il documento, nella disponibilità della parte e da questa consegnato al difensore, non sia stato prodotto in giudizio per strategia difensiva, insuscettibile di trasformarsi in forza maggiore neppure per il decesso del difensore, avvenuto durante il termine per l'appello (Cass. n. 12000/2014). È quindi inammissibile l'impugnazione per revocazione quando la parte abbia recuperato tardivamente il documento decisivo per fatto imputabile a sua negligenza (Cass. n. 15242/2012). Il termine per proporre la revocazione decorre dal momento in cui la parte ha avuto conoscenza del documento, per cui anche la data in questione costituisce oggetto di uno specifico onere probatorio (Cass. n. 9369/2006; Cass. n. 11947/1999). |