Istanza di revoca del provvedimento di distrazione delle speseInquadramentoA norma dell'art. 93 c.p.c. il difensore con procura può chiedere che il Giudice, nella stessa sentenza in cui condanna alle spese, distragga in favore suo e degli altri difensori gli onorari non riscossi e le spese che dichiara di avere anticipato. Ai fini della distrazione delle spese, è sufficiente per un difensore qualificarsi come antistatario, in quanto la domanda ex art. 93 c.p.c. può essere validamente avanzata anche in assenza di una esplicita dichiarazione riguardante l'anticipazione delle spese e la mancata riscossione dei compensi (Cass. III, n. 3409/2024). Fino a che il difensore non abbia conseguito il rimborso la parte può chiedere al Giudice, nelle stesse forme stabilite per la correzione delle sentenze, che sia revocato il provvedimento di distrazione delle spese stesse, ove dimostri di avere soddisfatto il credito del difensore per gli onorari e per le spese. Nella pratica si pongono diversi problemi applicativi. In primo luogo ci si è posti il problema del rapporto tra un difensore con procura che presenti l'istanza in questione e altri difensori che agiscano nello stesso senso. La giurisprudenza di legittimità ha affermato al riguardo che l'art. 93 c.p.c. nel prevedere che il difensore con procura può chiedere che il Giudice distragga in favore suo e degli altri difensori gli onorari non riscossi e le spese che dichiara di avere anticipato, contempla un caso di sostituzione processuale, agendo il difensore che chiede la distrazione anche per gli altri difensori dello stesso cliente in nome e per conto proprio, quanto agli onorari e le spese che gli spettano, ed in nome proprio e per conto altrui, per gli onorari e le spese degli altri difensori; tuttavia, la distrazione può essere disposta se sia stata chiesta all'interno del singolo grado, dovendosi escludere che la distrazione delle spese di un determinato grado sia domandata per la prima volta in un grado successivo (Cass. VI, n. 16244/2019). La dichiarazione scritta di avvenuta anticipazione delle spese di lite, effettuata da entrambi i difensori della parte, è di per sé sufficiente per fondare il diritto alla distrazione delle spese ai sensi dell'art. 93 c.p.c. per tutti i dichiaranti, ciascuno per la propria quota (Cass. VI, n. 10236/2022). Si è posto inoltre il problema della compatibilità di questo istituto con la disciplina del patrocinio a spese dello Stato e al riguardo vi sono state pronunce discordanti del Supremo Collegio. In particolare si è prima detto che il sistema del patrocinio a spese dello stato, escludendo ogni rapporto fra il difensore della parte non abbiente assistita e la parte soccombente non assistita, è incompatibile con l'istituto della distrazione delle spese, il quale eccezionalmente istituisce un rapporto obbligatorio tra il difensore della parte vittoriosa e la parte soccombente con la conseguenza che il relativo credito sorge direttamente a favore del primo nei confronti della seconda. Pertanto l'eventuale richiesta di distrazione, essendo diretta a far valere una situazione nella quale la parte ha già trovato chi anticipa per lei le spese e non pretende l'onorario (avvocato distrattario), costituisce una rinuncia implicita al patrocinio a spese dello stato e preclude la possibilità di fruire di tale assistenza, senza che sia rilevante l'anteriorità o meno del decreto sull'ammissione a siffatto patrocinio (Cass. VI, n. 5232/2018). Successivamente si è detto invece che la richiesta di distrazione delle spese non comporta la rinuncia implicita al patrocinio a spese dello Stato, quale provvidenza posta a garanzia dell'effettività del diritto di difesa di cui all'art. 24 Cost., dovendo la rinuncia provenire, in modo certo ed univoco, dal titolare del beneficio e non dal suo difensore, che è privo di qualsiasi potere dispositivo in proposito, tanto che la predetta ammissione è insensibile all'eventuale revoca o rinuncia al mandato e, comunque, non ha ad oggetto solo i compensi al difensore, ma anche altre provvidenze (spese per gli ausiliari del Giudice, prenotazione a debito del contributo unificato), considerato, peraltro, che l'art. 136 d.P.R. n. 115/2002 prevede specifiche ipotesi di revoca del beneficio, diverse dalla richiesta (Cass. sez. lav., n. 30418/2019). Le Sezioni Unite hanno recentemente risolto la questione affermando che la presentazione dell'istanza di distrazione delle spese proposta dal difensore della parte ammessa al patrocinio a spese dello Stato non costituisce rinuncia implicita al beneficio da parte dell'assistito, attesa la diversa finalità ed il diverso piano di operatività del gratuito patrocinio e della distrazione delle spese – l'uno volto a garantire alla parte non abbiente l'effettività del diritto di difesa e l'altra ad attribuire al difensore un diritto in rem propriam con la conseguenza che il difensore è privo del potere di disporre dei diritti sostanziali della parte, compreso il diritto soggettivo all'assistenza dello Stato per le spese del processo, potendo la rinuncia allo stesso provenire solo dal titolare del beneficio, e tenuto conto, peraltro, che l'istituto del gratuito patrocinio è revocabile solo nelle tre ipotesi tipizzate nell'art. 136 d.P.R. n. 115/2002, norma eccezionale, come tale non applicabile analogicamente (Cass. S.U., n. 8561/2021). La giurisprudenza di legittimità ha, altresì, escluso che l'avvocato distrattario non ha diritto all'indennizzo per l'irragionevole durata del processo nel quale ha prestato la propria opera professionale, in quanto l'istanza di distrazione, proprio per il suo carattere accessorio non può di per sé governare i tempi del processo, ma soltanto pedissequamente adeguarsi a quelli dettati per il giudizio sulla pretesa di merito (Cass. II, n. 16070/2024). FormulaTRIBUNALE DI ... ISTANZA DI REVOCA DEL PROVVEDIMENTO DI DISTRAZIONE DELLE SPESE [1] Procedimento n. ... R.G. ... tra il Sig. ..., attore, rappresentato e difeso dall'Avv. ... e il Sig. ..., convenuto, rappresentato e difeso dall'Avv. ... *** Ill.mo Giudice Dott. ... Il Sig. ..., nato a ..., residente in ... alla via ... n. ... rappresentato e difeso dall'Avv. ... nel procedimento in epigrafe indicato PREMESSO – che con sentenza n. ... pronunciata il ... notificata il ... il convenuto è stato condannato al rimborso delle spese, delle competenze e degli onorari del presente giudizio, liquidati nella somma di Euro ..., in favore del sottoscritto Sig. ...; – che con la sentenza in questione è stata altresì disposta la distrazione della somma dovuta a titolo di spese, competenze ed onorari in favore del difensore, sulla base della sua istanza del ..., inserita nel processo verbale della relativa udienza; – che il Sig. ... il ... ha adempiuto i compensi dovuti al difensore come da allegata notula e fattura con relativa quietanza; – che il Sig. ..., convenuto, non ha rimborsato le spese alla parte vittoriosa nell'ammontare sopra indicato; TUTTO QUANTO PREMESSO CHIEDE Che l'Il.mo Giudice adito Dott. ... disponga, ai sensi dell'art. 93, comma 2, c.p.c. e degli artt. 287 e ss. c.p.c. da esso richiamati, la revoca del suddetto provvedimento di distrazione delle spese. Luogo e data ... Firma della parte ... Visto della Cancelleria ... [2] 1. L'istanza è proponibile dalla parte vittoriosa che dimostri di aver soddisfatto il credito per spese e competenze del proprio difensore. Come detto nel commento l'istanza non è soggetta a termini o formalità e, pertanto, può ben essere orale, scritta, inserita nella comparsa conclusionale o in altro atto del procedimento. 2. A norma dell'art. 196-quater c.p.c. (come modificato dal d.lgs. n. 164/2024), il deposito degli atti processuali e dei documenti da parte del pubblico ministero, dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria ha luogo esclusivamente con modalità telematiche. Con le stesse modalità le parti depositano gli atti e i documenti provenienti dai soggetti da esse nominati. Quando è necessario ai fini della decisione il giudice può ordinare il deposito di singoli atti e documenti su supporto cartaceo, indicandone specificamente la ragione. Il deposito dei provvedimenti del giudice e dei verbali di udienza ha luogo con modalità telematiche. Il deposito con modalità telematiche è effettuato nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. Il capo dell'ufficio autorizza il deposito con modalità non telematiche quando sussiste una situazione di urgenza e il direttore generale per i servizi informatici del dominio giustizia non sono funzionanti. La certificazione del direttore generale è pubblicata sul portale dei servizi telematici. COMMENTOL'istanza di revoca del provvedimento di distrazione delle spese è, secondo quanto previsto direttamente dall'art. 93, comma 2 c.p.c., proponibile secondo le regole del procedimento di correzione. Il Giudice deve pertanto, sull'istanza di parte, fissare un'udienza di comparizione con decreto che deve essere notificato insieme con il ricorso nella residenza dichiarata o nel domicilio eletto e poi provvede con un'ordinanza che deve essere annotata sull'originale del provvedimento. Non vi sono preclusioni alla proposizione dell'istanza di revoca derivanti dalla pendenza del giudizio di impugnazione sulla sentenza. La parte non è legittimata ad impugnare nei modi ordinari la sentenza per il capo relativo alla distrazione delle spese a favore del proprio difensore, potendosi avvalere unicamente della speciale azione di revoca prevista dal comma 2 dell'art. 93 c.p.c. (Cass. sez. lav., n. 3045/1986). Invece, dal canto suo, il difensore munito di procura, che abbia chiesto ed ottenuto il provvedimento di distrazione, è titolare di un diritto autonomo nei confronti della parte a cui carico sono state poste le spese del giudizio. Egli, è, pertanto, personalmente obbligato alla restituzione di quanto ha ricevuto in esecuzione – volontaria o coattiva – della sentenza successivamente annullata ed è, perciò stesso, passivamente legittimato nel giudizio di rinvio per la domanda di ripetizione d'indebito oggettivo proposta dalla parte che ha eseguito il pagamento, trovando tale azione il suo immediato fondamento nella pronuncia di cassazione, che rende priva di causa giuridica l'attribuzione patrimoniale conseguita dal difensore (Cass. sez. lav., n. 1580/1986). In ogni caso il procuratore antistatario, in cui favore siano state distratte le spese di lite, non assume, nel successivo giudizio di impugnazione, la qualità di parte, salvo che si controverta proprio sulla concessione della distrazione (Cass. II, n. 8428/2016). Nel caso di azione o di impugnazione promossa dal difensore senza effettivo conferimento della procura da parte del soggetto nel cui nome egli dichiari di agire nel giudizio o nella fase di giudizio di che trattasi, l'attività del difensore non riverbera alcun effetto sulla parte e resta attività processuale di cui il legale assume esclusivamente la responsabilità e, conseguentemente, è ammissibile la sua condanna a pagare le spese del giudizio; diversamente, invece, nel caso di invalidità o sopravvenuta inefficacia della procura ad litem, non è ammissibile la condanna del difensore alle spese del giudizio, in quanto l'attività processuale è provvisoriamente efficace e la procura, benché sia nulla o invalida, è tuttavia idonea a determinare l'instaurazione di un rapporto processuale con la parte rappresentata, che assume la veste di potenziale destinataria delle situazioni derivanti dal processo (Cass. III, n. 14474/2019). Infine bisogna evidenziare come in virtù del provvedimento di distrazione delle spese processuali in favore del difensore con procura della parte vittoriosa, ex art. 93 c.p.c., si instaura, fra costui e la parte soccombente, un rapporto autonomo rispetto a quello fra i contendenti che, nei limiti della somma liquidata dal Giudice, si affianca a quello di prestazione d'opera professionale fra il cliente vittorioso ed il suo procuratore, sicché rimane integra la facoltà di quest'ultimo di rivolgersi al cliente, oltre che per la parte del credito professionale che ecceda la somma liquidata dal Giudice che gli sia stata corrisposta dalla parte soccombente, anche per l'intera somma dovutagli, per competenze professionali e spese, nonostante la distrazione disposta (Cass. II, n. 17061/2024). |