Comparsa di riassunzione ex art. 50 c.p.c.

Cristina Asprella

Inquadramento

A norma dell'art. 50 c.p.c. è possibile proseguire il processo davanti al Giudice competente, purché la riassunzione avvenga dinanzi al Giudice dichiarato competente nel termine fissato nell'ordinanza dichiarativa dell'incompetenza ovvero, in mancanza, nel termine di 3 mesi dalla comunicazione dell'ordinanza che definisce il regolamento di competenza o, ancora, dell'ordinanza che dichiara l'incompetenza del Giudice adito. L'onere di provare la data di decorrenza del termine di sei mesi dalla comunicazione del dispositivo della sentenza alla parte, previsto dall'art. 50 c.p.c. (nella versione antecedente alla riforma 2009) - grava non su colui che eccepisca la tardività della riassunzione, essendo ad essa del tutto estranea la circostanza della comunicazione alla controparte eseguita dalla cancelleria della Corte di cassazione, ma sulla stessa parte riassumente che, in quanto destinataria di tale comunicazione rilevante sul piano processuale, è tenuta a fornire la prova della data effettiva della ricezione della stessa al fine di avvalorare la tempestività dell'effettuata riassunzione per non incorrere nella dichiarazione di estinzione del giudizio, idoneamente eccepita dalla parte avversa (Cass. II, n. 888/2012).

Resta inteso che, qualora la riassunzione della causa - disposta a seguito di una pronuncia dichiarativa di incompetenza - davanti al giudice dichiarato competente avviene nel termine fissato dal giudice o, in mancanza, dalla legge, il processo continua davanti al nuovo giudice mantenendo una struttura unitaria e, perciò, conservando tutti gli effetti sostanziali e processuali di quello svoltosi davanti al giudice incompetente, poiché la riassunzione non comporta l'instaurazione di un nuovo processo, bensì costituisce la prosecuzione di quello originario (Cass. sez. lav., n. 5542/2021).

Per la validità dell'atto riassuntivo non è necessario che in esso siano riprodotte tutte le domande proposte dalla parte in modo specifico, ma soltanto che sia richiamato, senza necessità di integrale e testuale riproduzione, l'atto introduttivo in base al quale si può determinare per relationem il contenuto della comparsa di riassunzione, nonché il provvedimento sulla base del quale viene effettuata la riassunzione stessa (Cass. n. 12524/2010).

Il contributo unificato è versato in base al valore della causa.

Formula

TRIBUNALE DI ...

COMPARSA DI RIASSUNZIONE [1]

nella causa iscritta al n. ... R.G. ...

Promossa dal Sig. ..., nato a ..., C.F. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ..., C.F. ..., PEC ..., [fax ... ] [2] elettivamente domiciliato presso il suo studio in ..., alla via ... n. ..., per mezzo di procura allegata alla comparsa di costituzione e risposta,

-attore- [3]

CONTRO

il Sig. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ...,

-convenuto-;

NELL'INTERESSE

del Sig. ..., come sopra rappresentato e difeso;

PREMESSO CHE

— Con atto di citazione notificato il ... l'esponente ha citato innanzi all'intestato Tribunale di ... il Sig. ..., per sentirlo condannare in suo favore al pagamento della somma di Euro ..., a titolo di risarcimento del danno subito nell'incidente stradale provocato dal medesimo Sig. ... in data ... ;

— Con comparsa di costituzione e risposta depositata il ... il Sig. ... si è costituito in giudizio eccependo in via pregiudiziale l'incompetenza territoriale del Tribunale adito in quanto non coincidente con il foro generale delle persone fisiche ex art. 18 c.p.c., e nel merito contestando le pretese del Sig. ... e chiedendo il rigetto della domanda dell'attore;

-All'udienza del ... parte attrice aderiva all'eccezione preliminare sollevata dal Sig. ... ;

— Con ordinanza del ... n. ... il Giudice adito, Dott. ... ha dichiarato la propria incompetenza per territorio in favore del Tribunale di ... assegnando alle parti il termine perentorio di 30 gg. per la riassunzione del processo davanti a lui;

— Poiché è ancora pendente il termine per la riassunzione [4] e il Sig. ..., odierno attore, ha interesse alla prosecuzione del giudizio per sentire pronunciare la condanna del convenuto il Sig. ..., con il presente atto riassume [5] il processo innanzi all'intestato Tribunale, indicato e dichiarato come competente ai sensi dell'art. 50 c.p.c.

***

Tutto quanto premesso, l'Avv. ... nella qualità di difensore del Sig. ...

CITA

Il Sig. ..., C.F. ..., residente in ..., via/piazza ... n. ..., a comparire dinanzi al Tribunale di ... all'udienza che sarà tenuta il ... [6] ore di rito, con invito a costituirsi nel termine di settanta giorni prima dell'udienza indicata ai sensi e nelle forme stabilite all'art. 166 [7] c.p.c. e a comparire, nell'udienza indicata, dinanzi al giudice designato ai sensi dell'art. 168-bis, con l'avvertimento che la costituzione oltre i suddetti termini implica le decadenze di cui agli articoli 38 e 167 [8] Avverte inoltre che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi davanti al tribunale, fatta eccezione per i casi previsti dall'articolo 86 o da leggi speciali, e che la parte, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato e che la mancata comparizione alla suindicata udienza comporterà la prosecuzione del processo in sua declaranda contumacia [9], per ivi sentire accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

Voglia l'Ecc.mo Tribunale adito, previa ogni più utile declaratoria, contrariis reiectis, per i motivi sopra esposti:

– Accertare e dichiarare che ... e, per l'effetto condannare ... ;

– Con vittoria di spese, diritti ed onorari di giudizio, oltre IVA e CPA come per legge .

***

In via istruttoria

Si deposita copia dei seguenti documenti, con riserva di ulteriori produzioni ed articolazione di richieste istruttorie:

1. ... ;

2. ... .

Ai sensi del d.P.R. n. 115/2002 e successive modificazioni, si dichiara ​che il valore del presente procedimento è pari ad Euro ... e, pertanto, all'atto di iscrizione a ruolo della causa, viene versato un contributo unificato pari ad Euro ...

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

1. La riassunzione può ben avvenire con atto di citazione piuttosto che con “comparsa” purché essa possieda tutti i requisiti formali previsti dall'art. 125 disp. att. c.p.c. e purché la riassunzione avvenga nel rispetto del termine di cui all'art. 50 c.p.c. (Cass. sez. lav., n. 16166/2021; Trib. Firenze III, 4 marzo 2016). Con la riassunzione, le parti devono riproporre tutte le domande e le eccezioni già avanzate se il processo non prosegue davanti allo stesso giudice.

2. Il d.lgs. n. 164/2024, nell'apportare modifiche all'art. 125 c.p.c., ha eliminato il riferimento alla necessità per il difensore di indicare il proprio numero di fax negli atti di parte, trattandosi di tecnologia ormai obsoleta.

3. La riassunzione non comporta l'instaurazione di un nuovo processo ma è soltanto la prosecuzione di quello originario (Cass. sez. lav., n. 4484/2013). Infatti la giur. di merito precisa che, se la riassunzione della causa, disposta a seguito di una pronuncia dichiarativa di incompetenza, davanti al Giudice dichiarato competente, avviene nel termine fissato dal Giudice o, in mancanza, dalla legge, il processo continua davanti al nuovo Giudice mantenendo una struttura unitaria e, perciò, conservando tutti gli effetti sostanziali e processuali di quello svoltosi davanti al Giudice incompetente, poiché la riassunzione non comporta l'instaurazione di un nuovo processo, bensì costituisce la prosecuzione di quello originario (da ultimo Trib. Vibo Valentia 29 aprile 2022; Corte App. Cagliari, sez. lav., 12 aprile 2022).

4. Se la riassunzione avviene nel termine indicato dal Giudice il processo prosegue davanti al Giudice indicato come competente, e, pertanto, l'atto di citazione conserva i suoi effetti processuali e sostanziali. La mancata o tardiva riassunzione comporta, invece, l'estinzione del processo. Resta fermo che l'omessa fissazione da parte del tribunale che si sia dichiarato incompetente per territorio del termine per riassumere il procedimento davanti a quello competente, non implica nullità della decisione, né priva la pronunzia della propria natura di statuizione sulla competenza, dovendosi applicare il termine ex art. 50 c.p.c. (v., tra le molte, Cass. n. 6262/2020).

5. Avvenuta la translatio iudicii davanti al Giudice competente, con riassunzione notificata nel termine perentorio assegnato dal Giudice dichiaratosi incompetente, la mancata iscrizione a ruolo della causa non determina l'estinzione del processo, dato che il giudizio, trovandosi in una situazione di quiescenza, può essere nuovamente riassunto davanti al Giudice già adito con la precedente riassunzione (Cass. I, n. 1950/2016).

6. Ai sensi dell'art. 163-bis c.p.c. (come novellato dal d.lgs. n. 149/2022) tra il giorno della notificazione della citazione e quello dell'udienza di comparizione debbono intercorrere termini liberi non minori di centoventi giorni e non più novanta.

7. Ai sensi dell'art. 166 c.p.c. (il cui primo co. è stato sostituito dal d.lgs. n. 149/2022) il convenuto «deve costituirsi a mezzo del procuratore, o personalmente nei casi consentiti dalla legge, almeno settanta giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione depositando la comparsa di cui all'articolo 167 con la copia della citazione notificata, la procura e i documenti che offre in comunicazione».

8. Nella comparsa di costituzione e risposta il convenuto deve a pena di decadenza proporre un'eventuale domanda riconvenzionale, deve sollevare eccezioni processuali e di merito non rilevabili d'ufficio e deve altresì formulare la chiamata in causa di terzi. Il convenuto deve proporre tutte le sue difese in modo chiaro e specifico.

9. L'indicazione del giorno dell'udienza di comparizione-trattazione e l'invito a costituirsi contenuti nel n. 7 dell'art. 163, comma 3 c.p.c. costituiscono requisiti della vocatio in ius.

COMMENTO

La norma di riferimento per le modalità di riassunzione della causa è l'art. 125 disp. att. c.p.c. a norma del quale la riassunzione della causa, salvo che la legge preveda diversamente, è fatta con “comparsa” che deve contenere:

1. l'indicazione del Giudice davanti al quale si deve comparire;

2. il nome delle parti e dei loro difensori con procura;

3. il richiamo dell'atto introduttivo del giudizio;

4. l'indicazione dell'udienza in cui le parti devono comparire, osservando i termini stabiliti dall'art. 163-bis c.p.c.;

5. l'invito a costituirsi nei termini stabiliti dall'art. 166 c.p.c.;

6. l'indicazione del provvedimento del Giudice in base al quale è fatta la riassunzione.

Pertanto, come ripetutamente chiarito dalla S.C., in tema di translatio iudicii prevista dall'art. 50 c.p.c., la comparsa di riassunzione deve contenere, ai sensi dell'art. 125 disp. att. c.p.c., “il richiamo dell'atto introduttivo del giudizio”; ai fini della validità dell'atto riassuntivo, in particolare, non è necessario che in esso siano riprodotte tutte le domande della parte in modo specifico, ma soltanto che sia “richiamato” - senza necessità, cioè, di integrale e testuale riproduzione - l'atto introduttivo in base al quale è determinabile per relationem il contenuto della comparsa di riassunzione, nonché il provvedimento in forza del quale è fatta la riassunzione medesima (Cass. II, n. 12524/2010). La comparsa di riassunzione deve essere notificata a norma dell'art. 170 c.p.c. e alle parti non costituite deve essere notificata personalmente.

Peraltro si è precisato in giurisprudenza di legittimità che l'errore della parte nella scelta del modello di atto per la riassunzione davanti al medesimo Giudice, nella medesima fase e grado, del giudizio quiescente produce una mera irregolarità allorché l'atto contenga tutti i requisiti della comparsa di cui all'art. 125 disp. att. c.p.c.; il rispetto del termine di decadenza è assicurato dalla riattivazione del rapporto processuale con il compimento della prima formalità relativa al modello prescelto, sicché ove la riassunzione avvenga con ricorso, invece che con citazione o comparsa notificata, rileva a tal fine il deposito dell'atto in cancelleria (Cass. sez. lav., n. 16166/2021).

A norma dell'art. 196-quater c.p.c. (come modificato dal d.lgs. n. 164/2024), il deposito degli atti processuali e dei documenti da parte del pubblico ministero, dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria ha luogo esclusivamente con modalità telematiche. Con le stesse modalità le parti depositano gli atti e i documenti provenienti dai soggetti da esse nominati. Quando è necessario ai fini della decisione il giudice può ordinare il deposito di singoli atti e documenti su supporto cartaceo, indicandone specificamente la ragione. Il deposito dei provvedimenti del giudice e dei verbali di udienza ha luogo con modalità telematiche. Il deposito con modalità telematiche è effettuato nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. Il capo dell'ufficio autorizza il deposito con modalità non telematiche quando sussiste una situazione di urgenza e il direttore generale per i servizi informatici del dominio giustizia non sono funzionanti. La certificazione del direttore generale è pubblicata sul portale dei servizi telematici

Inoltre va segnalato che l'art. 46 disp. att. c.p.c., dedicato alla forma degli atti giudiziari e quindi applicabile sia agli atti del giudice che a quelli delle parti stabilisce che i processi verbali e gli altri atti giudiziari devono essere scritti in carattere chiaro e facilmente leggibile; che quando sono redatti in forma di documento informatico tali atti rispettano la normativa anche regolamentare relativa alla redazione, sottoscrizione e ricezione dei documenti informatici. Il comma 3 della disposizione riguarda le modalità di redazione dei documenti non informatici e ripete l'originario comma 2, prevedendo che gli atti non redatti in forma di documento informatico devono essere scritti in continuazione, senza spazi in bianco e senza alterazioni e abrasioni; le aggiunte soppressioni o modificazioni eventuali devono essere fatte in calce all'atto con nota di richiamo senza cancellare la parte soppressa o modificata. Per quanto concerne lo schema informatico degli atti giudiziari va fatto riferimento al d.m. n. 110/2023, pubblicato in G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023, che reca il «Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari» applicabile ai procedimenti introdotti dopo il 1° settembre 2023. Questo decreto pone i criteri di redazione e regola gli schemi informatici degli atti del processo civile con la struttura dei campi necessari per inserire le informazioni nei registri del processo. Fissa anche i limiti dimensionali degli atti del processo civile per le cause di valore inferiore a 500 mila euro. Con riferimento al d.m. n. 110/2023 in particolare l'art. 2 del decreto stabilisce che, al fine di assicurare la chiarezza e sinteticità degli atti processuali (art. 121 c.p.c.) gli atti di citazione e i ricorsi, le comparse di risposta, le memorie difensive, i controricorsi e gli atti di intervento sono redatti secondo il seguente schema:

a.Intestazione, recante l'ufficio giudiziario innanzi al quale la domanda è proposta e il tipo di atto;

b.Le parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge;

c.Le parole chiave, in numero massimo di 20, che individuano l'oggetto del giudizio;

d.Nelle impugnazioni gli estremi del provvedimento che si impugna con indicazione dell'autorità che lo ha emesso, della data di pubblicazione e della data dell'eventuale notificazione;

e.L'esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, rispetto alle impugnazioni, l'individuazione dei capi della decisione che si impugnano e l'esposizione dei motivi;

f.Nella parte in fatto, il riferimento puntuale ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati corrispondentemente al loro contenuto, consultabili “preferibilmente” con apposito collegamento ipertestuale;

g.Rispetto ai motivi di diritto, l'esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono come rilevanti;

h.Le conclusioni, con la distinta indicazione di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate;

i.L'indicazione specifica dei mezzi di prova e l'indice dei documenti consultabili con il collegamento ipertestuale;

j.Il valore della controversia;

k.La richiesta di distrazione delle spese;

l.L'indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato.

Ai sensi dell'art. 2, comma 2, del decreto, le disposizioni in questione si applicano, in quanto compatibili, anche agli altri atti del processo; e gli atti processuali successivi alla costituzione in giudizio indicano il numero di ruolo del processo cui si riferiscono.

Per quanto riguarda i limiti dimensionali degli atti processuali, l'art. 3 del decreto stabilisce che salvo le deroghe e le esclusioni previste dal decreto (artt. 4 e 5), l'esposizione deve essere contenuta nel numero massimo di:

a.80.000 caratteri che corrispondono circa a 40 pagine nel formato previsto dall'art. 6 del decreto, rispetto all'atto di citazione e al ricorso, alla comparsa di risposta e alla memoria difensiva, agli atti di intervento e chiamata di terzi, alle comparse e note conclusionali, nonché agli atti introduttivi dei giudizi di impugnazione;

b.50.000 caratteri, che corrispondono circa a 26 pagine nello stesso formato, rispetto alle memorie, alle repliche e in genere a tutti gli altri atti del giudizio;

c.10.000 caratteri, che corrispondono circa a 5 pagine nello stesso formato, rispetto alle note scritte in sostituzione dell'udienza di cui all'art. 127-ter c.p.c., quando non è necessario svolgere attività difensive possibili solo all'udienza.

Nel conteggio del numero massimo di caratteri non sono compresi gli spazi.

Da questi limiti sono però esclusi gli elementi previsti dall'art. 2, comma 2, lett. a, b, c, d, h, i, l, m, n; l'indice e la sintesi dell'atto; le indicazioni, le dichiarazioni e gli avvertimenti previsti dalla legge; la data e il luogo e le sottoscrizioni di parti e difensori; le relazioni di notifica e le relative richieste e dichiarazioni; i riferimenti giurisprudenziali riportati nelle note.

Sono altresì previste delle deroghe; si possono superare i limiti di cui all'art. 3 del decreto se la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche a causa della tipologia, del valore, del numero delle parti o della natura degli interessi. In questo caso il difensore deve esporre in modo sintetico le ragioni per cui si è reso necessario superare i limiti dimensionali. Vi sono delle ipotesi di deroga “automatica”, cioè la proposizione di una domanda riconvenzionale, di una chiamata di terzo, di un atto di integrazione del contraddittorio, di un atto di riassunzione o di una impugnazione incidentale giustifica il ragionevole superamento dei limiti previsti dall'art. 3.

Per quanto riguarda il formato, gli atti sono redatti mediante caratteri di uso corrente, preferibilmente con l'uso di dimensioni di 12 punti; con interlinea di 1,5; con margini orizzontali e verticali di 2,5 cm. Non sono consentite note salvo che per indicare i precedenti giurisprudenziali e i riferimenti dottrinali.

L'art. 8 infine prevede che gli atti giudiziari sono redatti secondo le regole previste dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011 e sono corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche dell'art. 34 del decreto in questione. Le specifiche tecniche di cui al primo comma, definiscono le informazioni strutturate e i dati necessari per elaborare gli schemi dell'atto da parte del sistema informatico ricevente. Rispetto agli atti del giudizio di cassazione, le specifiche tecniche tengono anche conto dei criteri stabiliti con decreto del Primo Presidente della Corte, sentiti il Procuratore generale presso la Corte, il CNF e l'Avvocatura generale dello Stato.

In ogni caso, a norma del comma 6 della disposizione il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e dei limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità dello stesso, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese processuali.

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