Istanza del convenuto per la conversione del rito ordinario in semplificatoInquadramentoAi sensi dell'art. 183-bis c.p.c., come novellato dal d.lgs. n. 149/2022, all'udienza di trattazione il Giudice, valutata la complessità della lite e dell'istruzione probatoria e sentite le parti, se rileva che in relazione a tutte le domande proposte ricorrono i presupposti di cui al comma 1 dell'art. 281-decies c.p.c. (id est i presupposti per l'applicazione del procedimento semplificato di cognizione), dispone con ordinanza non impugnabile la prosecuzione del processo nelle forme del rito semplificato e si applica il comma 5 dell'art. 281-duodecies c.p.c. In virtù del c.d. correttivo di cui al d.lgs. n. 164/2024 alla predetta riforma, peraltro, è stato conferito al giudice istruttore il potere già nell'ambito del decreto di fissazione dell'udienza di disporre la conversione del rito ordinario in semplificato. FormulaTRIBUNALE DI ... ISTANZA DEL CONVENUTO PER LA CONVERSIONE DEL RITO ORDINARIO IN SEMPLIFICATO Proc. n. ... / ... R.G. - sez. ... - Giudice Dott. ... PER il Sig. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ...; -convenuto- CONTRO il Sig. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. .... -attore- *** PREMESSO CHE – in data ... il Sig. .... notificava all'istante atto di citazione, scegliendo quindi il rito ordinario di cognizione, chiedendo l'accoglimento delle seguenti conclusioni: ...; – in data ... il convenuto si costituiva in giudizio, depositando una comparsa di costituzione e risposta con la quale chiedeva l'accoglimento delle seguenti conclusioni: ...; CONSIDERATO CHE – dall'esame dell'atto di citazione e della comparsa di costituzione e risposta si evince come i fatti di causa non siano controversi [oppure: si evince che la domanda è fondata su prova documentale, o è di pronta soluzione o richiede un'istruzione non complessa] [1], posto che, infatti, ...; – di conseguenza, sussistono i presupposti, previsti dall'art. 281-decies, comma 1, c.p.c., per l'applicazione del rito semplificato di cognizione *** Ciò premesso e considerato, con la presente istanza il convenuto CHIEDE che l'Ill.mo Giudice, valutata la complessità della lite e dell'istruzione probatoria e sentite le parti, rilevato che in relazione a tutte le domande proposte ricorrono i presupposti di cui al primo comma dell'art. 281-decies c.p.c., disponga con ordinanza non impugnabile la prosecuzione del processo nelle forme del rito semplificato. Luogo e data ... Firma Avv. ... [atto sottoscritto digitalmente ai sensi di legge [2] ] 1. È opportuno infatti, per l'accoglimento dell'istanza (o, rectius, del vaglio positivo di tale richiesta di sollecitazione del relativo potere d'ufficio del giudice) indicare uno dei presupposti in presenza dei quali l'art. 281-decies c.p.c. consente di percorrere il rito semplificato di cognizione. 2. La riforma ha sancito l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito con il nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c. CommentoIl nuovo capo III-quater del titolo I del libro II del c.p.c. disciplina il procedimento semplificato di cognizione. Il d.lgs. n. 149/2022 ha modificato il procedimento sommario di cognizione (di cui agli artt. 702-bis, 702-ter e 702-quater c.p.c., abrogati dal d.lgs. n. 149/2022 con effetto a partire dai procedimenti instaurati successivamente al 28 febbraio 2023), anzitutto abrogando l'intero capo III-bis del titolo I del libro IV del c.p.c., dove è stato inserito il capo III-quater rubricato «Del procedimento semplificato di cognizione». Tale modifica, lungi dal rappresentare un'innovazione meramente formale, rappresenta una svolta anche in senso sostanziale atteso che con la stessa si è voluto, da un lato, ovviare all'originaria infelice collocazione del procedimento in esame nel titolo I del libro IV (ossia tra i procedimenti speciali sommari, rectius: a cognizione sommaria), e, dall'altro, sottolineare l'alternatività del procedimento semplificato rispetto al rito ordinario, ora accentuata anche dall'ampliamento dell'ambito applicativo del primo, desumibile dal nuovo art. 281-decies c.p.c. Anche la denominazione del procedimento è mutata, quindi, non facendosi più riferimento al rito sommario bensì al rito semplificato di cognizione. In tal modo, peraltro, si evita ogni possibile equivoco inerente all'aggettivo “sommario”. Infatti, non si tratta di un giudizio a cognizione sommaria, bensì di un procedimento a cognizione piena, ma con deformalizzazione dell'iter procedimentale e istruttoria semplificata. A sostegno di tale assunto, la recentissima circolare del Ministero della Giustizia (Circolare 17 marzo 2023) ha chiarito che, a decorrere dal 1° marzo 2023, il contributo unificato relativo alle cause instaurate con il rito semplificato di cognizione è dovuto nella stessa misura prevista per le cause promosse con rito ordinario, senza alcuna riduzione. Ed invero, mentre le disposizioni in tema di rito sommario di cognizione erano collocate nel libro IV del codice di rito, con il conseguente trattamento “benevolo”, quelle in tema di procedimento semplificato di cognizione sono state incluse, dal d.lgs. n. 149/2022, nel libro II dello stesso codice. Per quanto concerne l'ambito di applicazione, ai sensi dell'art. 281-decies c.p.c., il rito da scegliere è quello semplifcato di cognizione: – quando i fatti di causa non sono controversi, oppure quando la domanda è fondata su prova documentale, o è i pronta soluzione o richiede un'istruzione non complessa, il giudizio è introdotto nelle forme del procedimento semplificato; – nelle cause in cui il tribunale giudica in composizione monocratica la domanda può sempre essere proposta nelle forme del procedimento semplificato. Ai sensi dell'art. 183-bis c.p.c., come novellato dal d.lgs. n. 149/2022, all'udienza di trattazione il Giudice, valutata la complessità della lite e dell'istruzione probatoria e sentite le parti, se rileva che in relazione a tutte le domande proposte ricorrono i presupposti di cui al comma 1 dell'art. 281-decies c.p.c. (id est i presupposti per l'applicazione del procedimento semplificato di cognizione), dispone con ordinanza non impugnabile la prosecuzione del processo nelle forme del rito semplificato e si applica il comma 5 dell'art. 281-duodecies c.p.c. Pertanto, il convenuto può chiedere, in una delle memorie integrative ovvero in un'istanza ad hoc come nell'esemplificazione proposta, al Giudice che, sussistendone i presupposti, disponga la conversione del rito da ordinario a semplificato. D'altra parte, il correttivo 2024 alla riforma c.d. Cartabia, prendendo atto dell'inutilità di un mutamento del rito in quello semplificato, che avviene solo all'udienza di trattazione dopo il deposito delle tre memorie integrative nell'ambito del rito ordinario di cognizione, è intervenuto sull'art. 171-bis c.p.c. consentendo al Giudice di disporre direttamente (e solitariamente, ossia senza l'iniziale contributo delle parti) detto mutamento del rito (per tutti, Tiscini, Le novità del decreto correttivo alla riforma Cartabia sul procedimento semplificato di cognizione , in judicium.it). Il che avviene con provvedimento che non è più definito, proprio perché adottato senza un previo contraddittorio con le parti, non impugnabile, sicché le parti stesse possono chiederne, nelle memorie integrative, la revoca, riteniamo sia nell'ipotesi di avvenuto mutamento del rito che di implicito diniego della relativa richiesta. D'altra parte, a seguito delle indicazioni promananti dalla pronuncia interpretativa n. 96/2024 della Corte Costituzionale, le parti possono sempre richiedere la fissazione di una preventiva udienza ad hoc e lo stesso giudice può fissarla autonomamente al fine di discutere (anche) sull'opportunità, o no, di disporre la conversione del rito. |