Invito alla negoziazione assistita

Mauro Di Marzio

Inquadramento

La formula è predisposta per l'invito alla negoziazione assistita ex art. 2 d.l. n. 132/2014 convertito con modificazioni dalla l. n. 162/2014. Si rammenti che all'esito della novella di cui al d.lgs. n. 149/2022, la convenzione di negoziazione può precisare, nei limiti previsti dalla legge: a) la possibilità di acquisire dichiarazioni di terzi su fatti rilevanti in relazione all'oggetto della controversia; b) la possibilità di acquisire dichiarazioni della controparte sulla verità di fatti ad essa sfavorevoli e favorevoli alla parte nel cui interesse sono richieste; c) la possibilità di svolgere la negoziazione con modalità telematiche; d) la possibilità di svolgere gli incontri con collegamenti audiovisivi a distanza.

Formula

INVITO A CONCLUDERE UNA CONVENZIONE DI NEGOZIAZIONE ASSISTITA ARTT. 2 SS. D.L. N. 132/2014 CONVERTITO CON MODIF. DALLA L. N. 162/2014

Raccomandata a/r

Il sottoscritto, Avv. ..., iscritto all'albo degli Avv. di ..., con studio in ..., via/piazza ..., n. ..., telefono ..., fax ... PEC ..., avendone ricevuto incarico dal Sig. ..., nato a ... il ... (C.F.: ... ), residente in ..., via/piazza ... n. ..., [nella sua qualità di amministratore unico/legale rappresentante/titolare della società ..., con sede in ... ( ... ), via/piazza ..., C.F. ... P.I. ... )], ai sensi degli artt, 2 e ss. del d.l. n. 132/2014,

INVITA

il Sig. ..., residente in ..., via/piazza ... n. ..., [nella sua qualità di amministratore unico/legale rappresentante/titolare della società ..., con sede in ... ( ... ), via/piazza ... ], a stipulare una convenzione di negoziazione assistita da avvocati al fine di risolvere la controversia insorta tra le parti ed avente ad oggetto ....

La convenzione di negoziazione assistita ha lo scopo di favorire la cooperazione tra le parti in buona fede e con lealtà, con l'assistenza dei propri avvocati, per risolvere in via amichevole la controversia indicata.

Si informa che la mancata risposta all'invito entro 30 giorni dal suo ricevimento, ovvero il rifiuto ingiustificato di concludere la convenzione di negoziazione assistita da avvocati, possono essere valutati dal giudice ai fini della condanna alle spese nell'eventuale successive giudizio civile nonché ai fini dell'applicazione degli artt. 96 (responsabilità aggravata) e 642, comma 1 (esecutività del decreto ingiuntivo), del codice di procedura civile.

Decorso il termine di trenta giorni senza risposta, l'invito si considererà rifiutato ed il mio cliente assumerà le più opportune iniziative giudiziarie, essendosi realizzata, ove operante, la condizione di procedibilità della domanda giudiziale di cui all'art. 3 del d.l. n. 132/2014.

Luogo e data ...

Sig. ...

Firma Avv. ..., anche per la certificazione di autografia della sottoscrizione che precede.

COMMENTO

Il procedimento di negoziazione assistita ha inizio con l'invito rivolto all'altra parte a stipulare una «convenzione», che è un «accordo mediante il quale le parti convengono di cooperare in buona fede e con lealtà per risolvere in via amichevole la controversia tramite l'assistenza di avvocati iscritti all'albo». L'invito è rivolto dalla parte tramite avvocato, e non può revocarsi in dubbio che debba trattarsi di un avvocato abilitato, successivamente, a prestare assistenza alla stipulazione della convenzione di negoziazione, secondo quanto stabilisce l'art. 2, comma 1 d.l. n. 132/2014, ossia di un avvocato iscritto all'albo.

Deve escludersi, peraltro, che, per l'inoltro dell'invito, occorra il rilascio di una procura in calce o a margine: l'invito è pur sempre un atto che si colloca al di fuori del processo e, dunque, non può in proposito trovare applicazione il principio sancito dall'art. 83 c.p.c., che si riferisce per l'appunto al giudizio. Alla base dell'invito rivolto da una parte all'altra tramite l'avvocato, dunque, vi è quel contratto di prestazione d'opera professionale noto come «contratto di patrocinio», che, in linea di principio, non è sottoposto ad alcun requisito formale, sicché la prova del conferimento dell'incarico, pur indispensabile ai fini della validità del procedimento, ben può essere desunta dalla sottoscrizione apposta dalla parte in calce all'invito e dalla certificazione della sua autografia da parte dell'avvocato, richiesta dalla norma.

Ai sensi dell'art. 4 d.l. n. 132/2014 l'invito a stipulare la convenzione «deve indicare l'oggetto della controversia e contenere l'avvertimento che la mancata risposta all'invito entro trenta giorni dalla ricezione o il suo rifiuto può essere valutato dal giudice ai fini delle spese del giudizio e di quanto previsto dagli artt. 96 primo, secondo e terzo comma, e 642, comma 1 c.p.c.». La norma si riferisce indubbiamente all'invito alla negoziazione assistita sia «obbligatoria» che «facoltativa».

La necessità dell'indicazione dell'«oggetto della controversia» è intuitiva, dal momento che in mancanza di essa non è pensabile che possano intavolarsi trattative o negoziazioni di alcun genere. L'indicazione dell'«oggetto della controversia» non è da confondere con la «determinazione della cosa oggetto della domanda» e tantomeno con «l'esposizione dei fatti e degli elementi di diritto costituenti le ragioni della domanda, con le relative conclusioni», di cui all'art. 163, comma 3, nn. 3 e 4. c.p.c.: si tratta di una formula ben più elastica ed atecnica, volta ad evidenziare il concreto contrasto tra le parti. Sarà allora indispensabile, oltre all'identificazione della parte e dell'avvocato, una sommaria descrizione dei fatti sui quali la controversia si innesta e dei termini di essa. Se pensiamo ad un incidente stradale, ad esempio, basterà descrivere sommariamente l'incidente e le conseguenze patite. Non occorre invece – ed anzi sarebbe distonico rispetto alla stessa idea non «avversariale» che sta alla base della negoziazione assistita – che l'invito contenga l'esatta esplicitazione di una circostanziata domanda e delle ragioni giuridiche su cui essa si fonda.

L'avvocato certifica l'autografia della sottoscrizione apposta dalla parte assistita in calce all'invito, ai sensi dell'art. 4, secondo comma, d.l. n. 132/2014.

Il d.l. n. 132/2014 non stabilisce come l'invito debba essere portato a conoscenza della controparte. Nel solo art. 8, comma 1, già citato, si fa riferimento ad una «comunicazione dell'invito» dalla quale si producono gli effetti di interruzione della prescrizione e della decadenza. Non v'è dubbio, tuttavia, che occorra un mezzo di comunicazione idoneo a documentare la ricezione dell'atto, in funzione delle conseguenze che da essa discendono. È inutile dire dunque che l'invito sarà inviato dall'avvocato con raccomandata con avviso di ricevimento o, ove possibile, tramite PEC.

Dalla comunicazione dell'invito discende una pluralità di effetti. Sul piano del procedimento, con l'invito prende avvio l'iter diretto alla stipulazione della convenzione di negoziazione assistita, con la decorrenza dei termini minimo e massimo per detta stipulazione e, conseguentemente, per il venire ad esistenza della condizione di procedibilità, nel caso di negoziazione assistita «obbligatoria». Con l'invito sorgono altresì gli obblighi di lealtà e riservatezza previsti dall'art. 9. Sul piano sostanziale, l'invito produce gli effetti della domanda giudiziale in ordine alla prescrizione.

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