Istanza congiunta di tutte le parti in opposizione al provvedimento di sostituzione dell'udienza con il deposito di note scritte (art. 127-ter, comma 2, c.p.c.)

Cristina Asprella

Inquadramento

Diverse modifiche sono state apportate dalla riforma del processo civile, effettuata con il d.lgs. n. 149/2022, rispetto alla direzione dell'udienza, alla possibilità di tenere udienza tramite collegamenti audiovisivi a distanza e, infine, con riferimento alla possibilità di sostituire l'udienza con il deposito di note scritte. In particolare la legge delega n. 206/2021 prevedeva, all'art. 1, comma 17, lett. l) e m), la necessità di «prevedere che il giudice, fatta salva la possibilità per le parti costituite di opporsi, può disporre che le udienze civili che non richiedono la presenza di soggetti diversi dai difensori, dalle parti, dal pubblico ministero e dagli ausiliari del giudice si svolgano con collegamenti audiovisivi a distanza» e di «prevedere che, fatta salva la possibilità per le parti costituite di opporsi, il giudice può, o deve in caso di richiesta congiunta delle parti, disporre che le udienze civili che non richiedono la presenza di soggetti diversi dai difensori, dalle parti, dal pubblico ministero e dagli ausiliari del giudice siano sostituite dal deposito telematico di note scritte contenenti le sole istanze e conclusioni da effettuare entro il termine perentorio stabilito dal giudice».

Si tratta di modifiche che da un lato stabilizzano il regime dell'emergenza avuto durante la pandemia da Covid-19, dall'altro lato hanno una evidente funzione acceleratoria nella parte in cui prevedono la sostituzione dell'udienza con il deposito di note scritte. Tuttavia resta la perplessità dovuta al superamento definitivo del canone della oralità del processo civile, come del resto autorevole dottrina aveva già evidenziato. Si era infatti notato come il canone dell'oralità che aveva informato il nostro codice di rito nella volontà dei patres, si avviava verso un inesorabile tramonto (per tutti si veda Picardi, Riflessioni critiche in tema di oralità e scrittura, in Riv. trim., 1973, 1 e ss.); o ancora si era affermato che «se il Novecento è stato il secolo dell'oralità, tutto lascia presagire che il Duemila sarà il secolo dei computer e del processo telematico» (Cipriani, I problemi del processo di cognizione tra passato e presente, in Riv. dir. civ., 2003, 44 e ss., spec. 64).

Nel codice novellato, con riferimento allo specifico tema dell'udienza telematica, sono state pertanto inserite due norme nuove, ossia gli artt. 127-bis e ter c.p.c. e si è introdotto un nuovo terzo comma nell'art. 127 c.p.c., oltre al nuovo art. 196-duodecies disp. att. c.p.c.

Bisogna sottolineare che, a parte le disposizioni ora in commento, la legge delega e il relativo decreto attuativo hanno su più fronti operato in funzione del rafforzamento del processo civile telematico in tutti i procedimenti compresa la Corte di Cassazione, prevedendo altresì per quest'ultima la possibilità di svolgere la camera di consiglio sempre in modalità telematica; è stato introdotto l'obbligo di deposito telematico degli atti, sono state incrementate le modalità di notifica telematica; si è infine inserito, all'interno delle disposizioni di attuazione del c.p.c. un nuovo intero Titolo, il V-ter, relativo alle disposizioni attinenti alla giustizia digitale.

A norma del nuovo terzo comma dell'art. 127 c.p.c., il giudice può disporre, ai sensi degli artt. 127-bis e ter c.p.c. che l'udienza si svolga mediante collegamenti audiovisivi a distanza o sia sostituita dal deposito di note scritte. Si tratta della formalizzazione, all'interno della norma generale sulla direzione dell'udienza, dei poteri consacrati dalle due norme successive di nuova introduzione. Trattasi, all'evidenza, di un potere discrezionale come indicato chiaramente dall'uso del verbo “può”, salvo indicare nelle norme di nuovo conio i vincoli all'esercizio di tale potere.

L'udienza mediante collegamenti audiovisivi: l'art. 127-bis c.p.c.

Ai sensi dell'art. 127-bis c.p.c. di nuova introduzione il giudice può disporre che l'udienza, anche pubblica, si svolga tramite collegamenti audiovisivi a distanza, «quando non è richiesta la presenza di soggetti diversi dai difensori, dalle parti, dal pubblico ministero e dagli ausiliari del giudice». Di conseguenza non è possibile svolgere in forma telematica l'udienza laddove sia necessaria la presenza di altre parti rispetto a quelle ora citate; come ad esempio testi da escutere, soggetti che debbano rendere sommarie informazioni e, in ogni caso, ulteriori soggetti diversi da quelli specificamente indicati dalla norma. Per evitare dubbi interpretativi, chiarisce la Relazione illustrativa, che la disposizione specifica che l'udienza telematica può avere luogo anche in caso di udienza pubblica (e in quest'ultima ipotesi l'art. 196-duodecies disp. att. c.p.c. di nuova introduzione rinvia ai provvedimenti del direttore generale dei sistemi informativi e automatizzati del Ministero di Giustizia).

Il secondo comma della norma prevede che il provvedimento con cui il giudice dispone lo svolgimento dell'udienza tramite collegamenti audiovisivi a distanza deve essere comunicato alle parti almeno 15 giorni prima dell'udienza. Ciò al fine di consentire alle parti costituite, come prevede il secondo comma della disposizione di nuovo conio, di chiedere entro 5 giorni dalla comunicazione, che l'udienza si svolga in presenza invece che in modalità telematica.

Il giudice provvede entro i cinque giorni successivi con decreto non impugnabile con cui può anche scindere la modalità di svolgimento dell'udienza, prevedendo che per le parti che ne hanno fatto richiesta l'udienza si svolga in presenza, mentre per le altre si svolga in collegamento audiovisivo. Resta salva comunque per queste ultime, ossia quelle che non hanno fatto richiesta di svolgimento dell'udienza in presenza, di partecipare comunque in presenza una volta che sia autorizzata dal giudice tale scissione. In presenza di particolari ragioni di urgenza prevede il terzo comma della nuova disposizione che i termini di cui al secondo comma possano essere abbreviati dal giudice, dandone atto nel provvedimento. Poiché la norma fa riferimento generico ai “termini di cui al secondo comma” si deve ritenere che l'abbreviazione possa riguardare tutti i termini previsti dalla disposizione e, pertanto, il termine di 15 giorni per la comunicazione alle parti costituite; il termine di 5 giorni assegnato alle parti per chiedere che l'udienza si svolga in presenza e, infine, il termine di 5 giorni per il provvedimento del giudice. Trattandosi di termini già piuttosto stringenti sembra difficile, in ogni caso, ipotizzare una possibile abbreviazione.

Le modalità di svolgimento dell'udienza telematica: l'art. 196-duodecies disp. att. c.p.c.

All'art. 127-bis c.p.c. fa da necessario pendant l'art. 196-duodecies delle disposizioni di attuazione del c.p.c. introdotto sempre dalla riforma del processo civile. Tale norma detta le modalità di svolgimento dell'udienza telematica prevedendo che essa debba essere tenuta con modalità idonee a salvaguardare il contraddittorio e ad assicurare l'effettiva partecipazione delle parti e, ove non sia pubblica, la riservatezza. Si prevede altresì che si applichi l'art. 84. Nel verbale di udienza telematica si deve dare atto della dichiarazione di identità dei presenti che devono assicurare che non sono in atto collegamenti con soggetti non legittimati e che non sono presenti soggetti non legittimati nei luoghi da cui si collegano all'udienza. La funzione “video” deve essere tenuta attiva per tutta la durata dell'udienza ed è invece vietata la registrazione. Il luogo “telematico” da cui il giudice si collega viene considerato a tutti gli effetti di legge “aula d'udienza” e l'udienza si considera comunque tenuta nell'ufficio giudiziario innanzi al quale pende il procedimento. La norma termina con un rinvio ai provvedimenti del direttore generale dei sistemi informativi e automatizzati del Ministero della Giustizia che ha il compito di individuare e regolare i collegamenti audiovisivi a distanza per lo svolgimento dell'udienza e le modalità tramite le quali è garantita la pubblicità dell'udienza in cui si discute la causa (tranne nelle ipotesi in cui l'udienza non sia pubblica, come indicato nel primo comma della disposizione). Il d.lgs. n. 164/2024 ha, da ultimo, modificato l'art. 196-duodecies prevedendo che, in presenza di gravi motivi, il giudice può autorizzare, previa istanza dei rispettivi difensori, il collegamento audiovisivo delle parti da un luogo diverso da quello dal quale si collegano i difensori stessi.

Formula

TRIBUNALE DI ...

OPPOSIZIONE CONGIUNTA AL DEPOSITO DI NOTE SCRITTE IN SOSTITUZIONE DELL'UDIENZA

(ART. 127-TER, COMMA 2, C.P.C.) [1]

Proc. n. ... / ... R.G. ... Giudice Dott. ...

L'Avv. ..., in qualità di procuratore dell'attore Sig. ... e l'Avv. ... in qualità di procuratore del convenuto Sig. ... (solo le parti costituite possono opporsi al provvedimento sostitutivo dell'udienza anche precedentemente fissata e devono farlo entro cinque giorni dalla comunicazione)

PREMESSO CHE

- Con provvedimento del ... il Giudice Dott. ... ha comunicato la sostituzione dell'udienza fissata per il giorno ... alle ore ... per ... (indicare gli adempimenti) ... con il deposito di note scritte ex art. 127-ter, comma 1, c.p.c. in quanto non richiede la presenza di soggetti diversi dai difensori (dalle parti, dal pubblico ministero e dagli ausiliari del giudice).

- Tale udienza, invece, è fissata per l'acquisizione della prova testimoniale dei Sigg.ri ... testi di parte ... e, pertanto, essa richiede la presenza di soggetti diversi dai difensori, dalle parti, dal pubblico ministero e dagli ausiliari del giudice e non può, conseguentemente, essere sostituita dal deposito di note scritte;

TANTO PREMESSO

L'Avv. ... in qualità di procuratore dell'attore Sig. ... e l'Avv. ... in qualità di procuratore del convenuto Sig. ... presentano congiuntamente, ai sensi dell'art. 127-ter, comma 2, c.p.c., formale

OPPOSIZIONE

- alla sostituzione dell'udienza del giorno ... alle ore ... con il deposito di note scritte chiedendone lo svolgimento in presenza [2].

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

Firma Avv. ... [3]

(atto sottoscritto digitalmente)

1. A norma dell'art. 127-ter, comma 1 c.p.c., come da ultimo modificato dal d.lgs. n. 164/2024, l'udienza, anche se fissata precedentemente, può essere sostituita dal deposito di note scritte, contenenti le sole istanze e conclusioni, se non richiede la presenza di soggetti diversi dai difensori, dalle parti, dal pubblico ministero e dagli ausiliari del giudice. Negli stessi casi l'udienza è sostituita dal deposito di note scritte se ne fanno richiesta tutte le parti costituite. L'udienza non può essere sostituita quando la presenza personale delle parti è prescritta dalla legge o disposta dal giudice. Con il provvedimento con cui sostituisce l'udienza il giudice assegna un termine perentorio non inferiore a 15 giorni per il deposito delle note. Ciascuna parte costituita può opporsi entro cinque giorni dalla comunicazione e il giudice provvede nei cinque giorni successivi con decreto non impugnabile e, in caso di istanza proposta congiuntamente da tutte le parti, dispone in conformità. Se ricorrono particolari ragioni di urgenza, delle quali il giudice dà atto nel provvedimento, i termini di cui al primo e secondo periodo dell'art. 127-ter, comma 2 c.p.c., possono essere abbreviati. Il giudice provvede entro trenta giorni dalla scadenza del termine per il deposito delle note. Infine, se nessuna delle parti deposita le note nel termine assegnato, il giudice assegna un nuovo termine perentorio per il deposito delle note scritte o fissa udienza. Se nessuna delle parti deposita le note nel nuovo termine o compare all'udienza, il giudice ordina che la causa sia cancellata dal ruolo e dichiara l'estinzione del processo. L'art. 127-ter, ultimo comma c.p.c. prevede che il giorno di scadenza del termine assegnato per il deposito delle note scritte è considerato data di udienza a tutti gli effetti.

2. Ai sensi dell'art. 127-ter, comma 2 c.p.c., se l'istanza in questione (che è poi una opposizione al provvedimento di sostituzione, così come definita dalla norma con riferimento a quella proposta da una delle parti costituite) viene proposta congiuntamente da tutte le parti il giudice dispone in conformità. E, pertanto, stando alla lettera della previsione il giudice dovrà necessariamente revocare il provvedimento di sostituzione dell'udienza con il deposito di note scritte se vi è questa istanza congiunta di tutte le parti.

3. A norma dell'art. 196-quater c.p.c. (come modificato dal d.lgs. n. 164/2024), il deposito degli atti processuali e dei documenti da parte del pubblico ministero, dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria ha luogo esclusivamente con modalità telematiche. Con le stesse modalità le parti depositano gli atti e i documenti provenienti dai soggetti da esse nominati. Quando è necessario ai fini della decisione il giudice può ordinare il deposito di singoli atti e documenti su supporto cartaceo, indicandone specificamente la ragione. Il deposito dei provvedimenti del giudice e dei verbali di udienza ha luogo con modalità telematiche. Il deposito con modalità telematiche è effettuato nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. Il capo dell'ufficio autorizza il deposito con modalità non telematiche quando sussiste una situazione di urgenza e il direttore generale per i servizi informatici del dominio giustizia non sono funzionanti. La certificazione del direttore generale è pubblicata sul portale dei servizi telematici.

Inoltre va segnalato che l'art. 46 disp. att. c.p.c., dedicato alla forma degli atti giudiziari e quindi applicabile sia agli atti del giudice che a quelli delle parti stabilisce che i processi verbali e gli altri atti giudiziari devono essere scritti in carattere chiaro e facilmente leggibile; che quando sono redatti in forma di documento informatico tali atti rispettano la normativa anche regolamentare relativa alla redazione, sottoscrizione e ricezione dei documenti informatici. Il comma 3 della disposizione riguarda le modalità di redazione dei documenti non informatici e ripete l'originario comma 2, prevedendo che gli atti non redatti in forma di documento informatico devono essere scritti in continuazione, senza spazi in bianco e senza alterazioni e abrasioni; le aggiunte soppressioni o modificazioni eventuali devono essere fatte in calce all'atto con nota di richiamo senza cancellare la parte soppressa o modificata. Per quanto concerne lo schema informatico degli atti giudiziari va fatto riferimento al d.m. n. 110/2023, pubblicato in G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023, che reca il “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari” applicabile ai procedimenti introdotti dopo il 1° settembre 2023. Questo decreto pone i criteri di redazione e regola gli schemi informatici degli atti del processo civile con la struttura dei campi necessari per inserire le informazioni nei registri del processo. Fissa anche i limiti dimensionali degli atti del processo civile per le cause di valore inferiore a 500 mila euro.

COMMENTO

L'art. 127-ter c.p.c. prevede che l'udienza, pur se fissata in precedenza, possa essere sostituita dal giudice con il deposito di note scritte che contengano soltanto le istanze e le conclusioni, laddove non sia necessaria la presenza di soggetti diversi dai difensori, dalle parti, dal p.m. e dagli ausiliari del giudice. La stessa sostituzione dell'udienza può aversi laddove ne facciano richiesta tutte le parti costituite. La giurisprudenza di legittimità, nel pronunciarsi sulle conseguenze in caso di assenza delle espresse istanze e conclusioni nelle note depositate in sostituzione dell'udienza, ha ritenuto che il giudice può validamente assumere i provvedimenti per i quali l'udienza è stata fissata solo se sia certo, attraverso un'integrale interpretazione dell'atto nel contesto processuale, l'intento delle parti di dare impulso alla trattazione della causa, dovendo altrimenti formulare richiesta di chiarimenti, attraverso il rinvio a tal uopo ad altra udienza, in presenza o, se del caso, in forma sostitutiva scritta o, se sia al contrario già chiaro l'intento di non dare impulso alla causa, disporre ai sensi dell'art. 127-ter, comma 4 c.p.c. (Cass. sez. lav., n. 23565/2024).

Tale norma, lungi dal far parte delle disposizioni afferenti alla digitalizzazione del processo, prevede, invece, la sostituzione dell'udienza con note scritte. La finalità avuta di mira dal legislatore è l'accelerazione del procedimento; evitando l'udienza e sostituendola con il deposito di note scritte si riduce la durata del procedimento, considerando, altresì, che a norma del terzo comma della disposizione il giudice provvede entro trenta giorni dalla scadenza del termine per il deposito delle note scritte di parte.

Il d.lgs. n. 164/2024 è da ultimo intervenuto sulla disciplina della trattazione scritta in sostituzione dell'udienza., prevedendo l'inserimento di tre previsioni aggiuntive nel primo, nel secondo e quinto comma dell'art. 127-ter c.p.c. L'intervento correttivo si è proposto di risolvere le questioni sorte in ordine alla possibilità di sostituire l'udienza di discussione della causa con il deposito di note scritte e, più in generale, alla sua compatibilità con il rito del lavoro e con le udienze che, anche nel rito ordinario, richiedono la comparizione personale delle parti ai fini di un'interlocuzione col giudice. La scelta è caduta su una soluzione mediana che, per un verso, valorizza l'impiego virtuoso della disposizione di cui all'art. 127-ter c.p.c. tutte le volte in cui la trattazione della causa in udienza appesantisce senza una concreta utilità la singola vicenda processuale e, più in generale, la gestione delle udienze e del ruolo del giudice; per altro verso, è chiarito che la trattazione in udienza è obbligatoria e, dunque, insostituibile, nei casi in cui l'effettiva interlocuzione tra le parti e delle parti col giudice risulta necessaria – specialmente in presenza di un'espressa previsione di legge (artt. 117, 185 e 185-bis) – alla formazione del libero convincimento dell'organo giudicante, al pieno esercizio del diritto di difesa oppure alla definizione per via conciliativa della lite.

Con il provvedimento con cui sostituisce l'udienza il giudice assegna un termine perentorio non inferiore a 15 giorni per il deposito delle note scritte sostitutive. Ciascuna parte costituita può opporsi entro cinque giorni dalla comunicazione e il giudice deve provvedere nei cinque giorni successivi con decreto non impugnabile. La richiesta concorde delle parti non può essere disattesa visto che il penultimo capoverso del secondo comma della norma stabilisce che in caso di istanza proposta congiuntamente da tutte le parti, il giudice dispone in conformità alla richiesta. Ai sensi delle modifiche apportate dal d.lgs. n. 164/2024 recante disposizioni integrative e correttive al d.lgs. n. 149/2022, al secondo comma, dopo il secondo periodo, è stata inserita la previsione per cui, nell'ipotesi di udienza pubblica, se una delle parti si oppone il giudice revoca il provvedimento e fissa l'udienza in presenza.

Infine la norma prevede che se nessuna delle parti deposita le note nel termine assegnato dal giudice, il giudice assegna un nuovo termine perentorio per il deposito delle stesse, ovvero fissa l'udienza. Se viene disatteso anche questo termine per il deposito delle note o se nessuna delle parti compare all'udienza il giudice ordina che la causa sia cancellata dal ruolo e dichiara l'estinzione del processo. Trattasi in sostanza di una nuova forma di inattività che comporta l'estinzione del processo e che si aggiunge a quella già prevista dall'art. 181 c.p.c. La previsione di nuovo conio è infatti speculare a quella della norma richiamata ove si prevede che se nessuna delle parti compare alla prima udienza, il giudice fissa un'udienza successiva, di cui il cancelliere dà comunicazione alle parti costituite e, se nessuna delle parti compare alla nuova udienza, il giudice ordina che la causa sia cancellata dal ruolo e dichiara l'estinzione del processo. Data la parificazione del deposito delle note scritte alla udienza correttamente la norma prevede che tale dichiarazione di estinzione possa conseguire non soltanto alla mancata comparizione delle parti all'udienza ma anche al mancato deposito delle note scritte sostitutive.

Infine, in virtù delle modifiche apportate dal d.lgs. n. 164/2024, si è risolta l'inconciliabilità pratica della sostituzione ex art. 127-ter c.p.c. dell'udienza di discussione, nei casi in cui questa richiede la lettura del dispositivo in udienza, con la possibilità delle parti di depositare note scritte fino al termine di quello stesso giorno: è stato perciò aggiunto un periodo all'ultimo comma dell'art. 127-ter c.p.c., in virtù del quale il provvedimento depositato entro il giorno successivo alla scadenza del termine si considera letto in udienza. Su tale ultimo aspetto, la Suprema Corte ha statuito che, l'omesso deposito telematico del dispositivo il giorno dell'udienza, equivale alla sua mancata lettura, che determina, pertanto, la nullità della sentenza (Cass. III, n. 15993/2024).

D.m. 7 agosto 2023, n. 110

Con riferimento al d.m. n. 110/2023 in particolare l'art. 2 del decreto stabilisce che, al fine di assicurare la chiarezza e sinteticità degli atti processuali (art. 121 c.p.c.) gli atti di citazione e i ricorsi, le comparse di risposta, le memorie difensive, i controricorsi e gli atti di intervento sono redatti secondo il seguente schema:

a. Intestazione, recante l'ufficio giudiziario innanzi al quale la domanda è proposta e il tipo di atto;

b. Le parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge;

c. Le parole chiave, in numero massimo di 20, che individuano l'oggetto del giudizio;

d. Nelle impugnazioni gli estremi del provvedimento che si impugna con indicazione dell'autorità che lo ha emesso, della data di pubblicazione e della data dell'eventuale notificazione;

e. L'esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, rispetto alle impugnazioni, l'individuazione dei capi della decisione che si impugnano e l'esposizione dei motivi;

f. Nella parte in fatto, il riferimento puntuale ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati corrispondentemente al loro contenuto, consultabili “preferibilmente” con apposito collegamento ipertestuale;

g. Rispetto ai motivi di diritto, l'esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono come rilevanti;

h. Le conclusioni, con la distinta indicazione di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate;

i. L'indicazione specifica dei mezzi di prova e l'indice dei documenti consultabili con il collegamento ipertestuale;

j. Il valore della controversia;

k. La richiesta di distrazione delle spese;

l. L'indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato.

Ai sensi dell'art. 2, comma 2, del decreto, le disposizioni in questione si applicano, in quanto compatibili, anche agli altri atti del processo; e gli atti processuali successivi alla costituzione in giudizio indicano il numero di ruolo del processo cui si riferiscono.

Per quanto riguarda i limiti dimensionali degli atti processuali, l'art. 3 del decreto stabilisce che salvo le deroghe e le esclusioni previste dal decreto (artt. 4 e 5), l'esposizione deve essere contenuta nel numero massimo di:

a. 80.000 caratteri che corrispondono circa a 40 pagine nel formato previsto dall'art. 6 del decreto, rispetto all'atto di citazione e al ricorso, alla comparsa di risposta e alla memoria difensiva, agli atti di intervento e chiamata di terzi, alle comparse e note conclusionali, nonché agli atti introduttivi dei giudizi di impugnazione;

b. 50.000 caratteri, che corrispondono circa a 26 pagine nello stesso formato, rispetto alle memorie, alle repliche e in genere a tutti gli altri atti del giudizio;

c. 10.000 caratteri, che corrispondono circa a 5 pagine nello stesso formato, rispetto alle note scritte in sostituzione dell'udienza di cui all'art. 127-ter c.p.c., quando non è necessario svolgere attività difensive possibili solo all'udienza.

Nel conteggio del numero massimo di caratteri non sono compresi gli spazi.

Da questi limiti sono però esclusi gli elementi previsti dall'art. 2, comma 2, lett. a), b), c), d), h), i), l), m), n); l'indice e la sintesi dell'atto; le indicazioni, le dichiarazioni e gli avvertimenti previsti dalla legge; la data e il luogo e le sottoscrizioni di parti e difensori; le relazioni di notifica e le relative richieste e dichiarazioni; i riferimenti giurisprudenziali riportati nelle note.

Sono altresì previste delle deroghe; si possono superare i limiti di cui all'art. 3 del decreto se la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche a causa della tipologia, del valore, del numero delle parti o della natura degli interessi. In questo caso il difensore deve esporre in modo sintetico le ragioni per cui si è reso necessario superare i limiti dimensionali. Vi sono delle ipotesi di deroga “automatica”, cioè la proposizione di una domanda riconvenzionale, di una chiamata di terzo, di un atto di integrazione del contraddittorio, di un atto di riassunzione o di una impugnazione incidentale giustifica il ragionevole superamento dei limiti previsti dall'art. 3.

Per quanto riguarda il formato, gli atti sono redatti mediante caratteri di uso corrente, preferibilmente con l'uso di dimensioni di 12 punti; con interlinea di 1,5; con margini orizzontali e verticali di 2,5 cm. Non sono consentite note salvo che per indicare i precedenti giurisprudenziali e i riferimenti dottrinali.

L'art. 8 infine prevede che gli atti giudiziari sono redatti secondo le regole previste dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011 e sono corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche dell'art. 34 del decreto in questione. Le specifiche tecniche di cui al primo comma, definiscono le informazioni strutturate e i dati necessari per elaborare gli schemi dell'atto da parte del sistema informatico ricevente. Rispetto agli atti del giudizio di cassazione, le specifiche tecniche tengono anche conto dei criteri stabiliti con decreto del Primo Presidente della Corte, sentiti il Procuratore generale presso la Corte, il CNF e l'Avvocatura generale dello Stato.

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