Dichiarazione di interruzione del processo (artt. 299-301 c.p.c.)InquadramentoL'interruzione del processo è un fenomeno di arresto dell'iter processuale a causa della verificazione di uno degli eventi, elencati dagli artt. 299 e ss. c.p.c., aventi attitudine alla compromissione del contraddittorio, con conseguente necessità del congelamento del processo, funzionale al ripristino della condizione di uguaglianza delle posizioni difensive, per un periodo non superiore a tre mesi al superamento del quale, in assenza di prosecuzione o riassunzione del processo, va dichiarata l'estinzione del giudizio. FormulaTRIBUNALE DI ... VERBALE D'UDIENZA Dott. ... R.G. n. ... All'udienza del ... dinanzi al Dott. ... . sono comparsi l'Avv. ... , procuratore di parte attrice, nonché l'Avv. ... , procuratore di parte convenuta, il quale dà atto dell'apertura di liquidazione giudiziale della propria assistita ... , giusta sentenza n. ... del ... , emessa dal Tribunale di ... , prodotta con deposito telematico in data odierna, e chiede dichiararsi l'interruzione del processo. Il procuratore di parte attrice si associa alla richiesta del procuratore di parte convenuta. IL GIUDICE ISTRUTTORE Dato atto di quanto sopra, dichiara l'interruzione del processo. Il Giudice ... COMMENTOL'interruzione è vicenda anomala del processo di cognizione, che ha luogo al ricorrere di una delle cause disciplinate dal codice e dalle leggi speciali, e determina l'arresto dell'iter processuale al fine di assicurare piena ed effettiva tutela del contraddittorio e del diritto di difesa, al cospetto di eventi che determinano un pregiudizio o l'alterazione delle facoltà difensive della parte, con conseguente necessità di congelare il processo sino al ripristino della condizione di uguaglianza delle posizioni difensive, per un periodo non superiore a tre mesi. Il superamento di detto termine, in assenza di prosecuzione o riassunzione del processo, dà luogo all'estinzione del giudizio. La riattivazione del processo interrotto, una volta ripristinate le fisiologiche condizioni di tutela del contraddittorio, funzionali all'esercizio delle prerogative difensive, può avere luogo in virtù di costituzione spontanea dei soggetti legittimati alla prosecuzione del giudizio, ovvero di citazione in riassunzione. Ai sensi dell'art. 303 c.p.c. se la prosecuzione del processo interrotto non avviene per iniziativa della parte nella cui sfera si è verificato l'evento interruttivo, o dei legittimati in virtù di fenomeni successori o traslativi della legittimazione processuale (ad es. liquidazione giudiziale, successione iure haereditario ecc.), l'altra parte può chiedere la fissazione di udienza, depositando ricorso per riassunzione e, successivamente, notificando lo stesso e il pedissequo decreto di fissazione di udienza a coloro che debbono costituirsi per proseguirlo. Le fattispecie di interruzione del processo risultano codificate dalle disposizioni codicistiche di cui agli artt. 299-301 c.p.c. e da talune disposizioni speciali, che provvedono a regolamentare fattispecie e meccanismi di operatività delle stesse. Con la riforma della materia fallimentare dettata dal nuovo Codice della crisi (d.lgs. n. 14/2019), nuove cause di interruzione del processo sono la liquidazione giudiziale (art. 143) e il nuovo concordato preventivo (art. 84, come modificato dal d.lgs. n. 83/2022). Le disposizioni codicistiche disciplinano, in particolare, le fattispecie di morte, perdita della capacità di stare in giudizio di una delle parti o del rappresentante legale, ovvero la cessazione di tale rappresentanza. Affinché tali eventi diano luogo alla dichiarazione di interruzione del processo, è necessario che siano anteriori alla costituzione in giudizio o intervenuti in pendenza dello stesso, atteso che la morte (o evento equiparato), intervenuto prima della notificazione della citazione è causa di nullità della vocatio in ius (Cass. VI, n. 11506/2022). Alla morte della persona fisica va equiparata, quoad effectum, la fattispecie di cancellazione della società dal registro delle imprese (Cass. II, n. 19272/2022). Nel caso di morte o perdita di capacità in capo alla parte costituita a mezzo procuratore, l'omessa dichiarazione o notificazione del relativo evento ad opera di quest'ultimo comporta, giusta la regola dell'ultrattività del mandato alla lite, che il difensore continui a rappresentare la parte come se l'evento stesso non si fosse verificato, risultando così stabilizzata la posizione giuridica della parte rappresentata (Cass. I, n. 30383/2022). La morte (come la radiazione o la sospensione dall'albo) dell'unico difensore a mezzo del quale la parte è costituita nel giudizio di merito, determina automaticamente l'interruzione del processo, anche se il Giudice e le altri parti non ne hanno avuto conoscenza (e senza, quindi, che occorra, perché si perfezioni la fattispecie interruttiva, la dichiarazione o la notificazione dell'evento), con preclusione di ogni ulteriore attività processuale che, se compiuta, è causa di nullità degli atti successivi e della sentenza (Cass. VI, n. 13976/2022). |