Istanza di sostituzione del custode per giusti motivi (art. 66 c.p.c.)

Cristina Asprella

Inquadramento

A norma dell'art. 66 c.p.c. il custode può essere sostituito sia d'ufficio che su istanza di parte o anche su richiesta dello stesso custode. Non sono specificate forme particolari per l'istanza con cui si richieda la sostituzione del custode e la norma non contempla nemmeno l'esistenza dei gravi motivi che sono invece richiesti per la sostituzione del consulente tecnico ex art. 196 c.p.c. Anzi la norma dell'art. 66 c.p.c. non prevede nemmeno limiti temporali disponendo che il custode può essere sostituito “in ogni tempo”. Il provvedimento di sostituzione del custode, a norma dell'ultimo comma della disposizione è dato con ordinanza che è tuttavia dichiarata “non impugnabile” e che è pronunciata dal Giudice “di cui all'art. 65, comma 2”. Questo provvedimento, secondo la giurisprudenza di legittimità, non è impugnabile per cassazione, nemmeno ai sensi dell'art. 111 Cost., trattandosi di un provvedimento meramente conservativo, a contenuto ordinatorio e non decisorio (Cass. III, n. 11201/1992; Cass. III, n. 9968/1992). Inoltre, l'eventuale opposizione a questo provvedimento non costituisce né opposizione all'esecuzione né opposizione agli atti esecutivi, trattandosi di un provvedimento meramente conservativo e amministrativo che non incide sull'esercizio dell'azione esecutiva (Cass. 24 novembre 1962).

Trattasi pertanto dello stesso Giudice che determina il compenso del custode, ove dovuto, e che, a mente dell'art. 65, comma 2 c.p.c. è il Giudice dell'esecuzione nel caso di nomina fatta dall'ufficiale giudiziario e, in ogni altro caso, il Giudice che l'ha nominato.

Anche il custode stesso può domandare la propria sostituzione; l'art. 66, comma 2 c.p.c., stabilisce che può chiederla in ogni tempo se non ha diritto al compenso, mentre se ha diritto al compenso la può chiedere soltanto ove soccorrano giusti motivi.

Formula

TRIBUNALE DI ... [1]

GIUDICE DOTT. ...

PROCEDIMENTO N. ... R.G. ...

ISTANZA DI SOSTITUZIONE DEL CUSTODE EX ART. 66, COMMA 2, C.P.C.[2]

Ill.mo Giudice Dott. ...

Il sottoscritto Avv. ... nominato custode dei beni sequestrati nel procedimento in oggetto con decreto del Giud. Dott. ... del. ...

PREMESSO

— che a causa di questioni personali il sottoscritto professionista è impossibilitato a svolgere l'incarico di custodia per il prosieguo (indicare i giusti motivi perché il custode che ha diritto a compenso può chiedere la propria sostituzione soltanto in presenza degli stessi, mentre il custode che non ha diritto a compenso può chiedere di essere sostituito in ogni tempo) [3];

Tutto ciò premesso il sottoscritto Avv. ...

CHIEDE

Che il Giudice adito provveda alla sua sostituzione e alla liquidazione del suo compenso [4].

Luogo e data ...

Firma ... [5]

1. A norma dell'art. 65 c.p.c. la conservazione e l'amministrazione dei beni pignorati o sequestrati sono affidate ad un custode, quando la legge non prevede diversamente. Il custode, infatti, ha il dovere non solo di custodire il bene ma anche di amministrarlo e conservarlo ove tanto sia necessario al raggiungimento delle finalità della sua funzione ovvero impedire il verificarsi di fatti che compromettano la conservazione del cespite pignorato (Trib. Cremona n. 426/2021). Il compenso al custode è stabilito, con decreto, dal Giudice dell'esecuzione nel caso di nomina fatta dall'ufficiale giudiziario, in ogni altro caso dal Giudice che l'ha nominato. L'ordinanza di sostituzione è pronunciata dal Giudice individuato dall'art. 65, comma 2 c.p.c. ma in caso di urgenza anche altri organi giurisdizionali possono provvedere a tale sostituzione. A parte la figura generale del custode prevista e disciplinata come ausiliario del Giudice dagli artt. 65 e 66 c.p.c., vi sono norme specifiche relative alla nomina del custode tra cui quelle degli artt. 559 e 560 c.p.c. su cui si rinvia alle relative formule nella parte dedicata all'esecuzione forzata in questo Formulario.

2. Il custode può essere sostituito d'ufficio o su istanza di parte o anche su sua istanza. Per la sostituzione disposta d'ufficio o su istanza di parte non sono richieste forme specifiche e non sono richiesti i gravi motivi che invece l'art. 196 c.p.c. pone per la sostituzione del consulente tecnico. La norma, infatti, prevede solo che il custode possa essere sostituito in ogni tempo, sicché il custode può essere revocato anche d'ufficio dal Giudice e senza la ricorrenza di giusti motivi. Vi è un'unica ipotesi in cui la sostituzione può avvenire per giusti motivi ed è quella prevista dall'art. 66, comma 2 c.p.c., ossia il caso che la richiesta provenga direttamente dal custode. Invece il custode che non ha diritto al compenso può chiedere di essere sostituito in ogni tempo.

3. Come già specificato non è necessario addurre giusti motivi (né sono richiesti dall'art. 66 c.p.c. i gravi motivi che invece l'art. 196 c.p.c. richiede per la sostituzione del consulente tecnico). Tuttavia la giurisprudenza, a parte qualche pronuncia di merito contraria, ha affermato che il provvedimento di sostituzione del custode deve fondarsi su una giusta causa oppure sulla violazione da parte dello stesso degli obblighi posti dall'art. 560 c.p.c.

4. Il provvedimento di sostituzione deve essere dato con ordinanza non impugnabile da parte dello stesso giudice che lo ha nominato, così come prevede l'art. 66, comma 3, c.p.c. Mentre la sostituzione del custode d'ufficio o su istanza di parte è affidata alla discrezionalità del Giudice, questa discrezionalità non si configura quando sia il custode senza diritto al compenso a chiedere di essere sostituito perché in tal caso, secondo quanto dispone l'art. 66 c.p.c., il Giudice è vincolato alla sostituzione. La richiesta di sostituzione avanzata dal custode può essere negata nel caso in cui non sia possibile provvedere ad una custodia diversa.

5. A norma dell'art. 196-quater c.p.c. (come modificato dal d.lgs. n. 164/2024), il deposito degli atti processuali e dei documenti da parte del pubblico ministero, dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria ha luogo esclusivamente con modalità telematiche. Con le stesse modalità le parti depositano gli atti e i documenti provenienti dai soggetti da esse nominati. Quando è necessario ai fini della decisione il giudice può ordinare il deposito di singoli atti e documenti su supporto cartaceo, indicandone specificamente la ragione. Il deposito dei provvedimenti del giudice e dei verbali di udienza ha luogo con modalità telematiche. Il deposito con modalità telematiche è effettuato nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. Il capo dell'ufficio autorizza il deposito con modalità non telematiche quando sussiste una situazione di urgenza e il direttore generale per i servizi informatici del dominio giustizia non sono funzionanti. La certificazione del direttore generale è pubblicata sul portale dei servizi telematici.

COMMENTO

Quanto alla figura del custode come ausiliare del Giudice recentemente la giurisprudenza di merito ha chiarito che il custode, in base al disposto normativo, ha l'amministrazione e la gestione dei beni pignorati o sequestrati. Egli è un ausiliario del Giudice, dal quale direttamente ripete l'investitura e sotto la cui direzione e controllo svolge la propria attività, potendo compiere, in via autonoma, tutti gli atti di ordinaria amministrazione e, previa autorizzazione del Giudice, quelli di straordinaria amministrazione (Trib. Ancona 17 novembre 2020).

Per quanto riguarda il diritto al compenso, al custode spetta un rimborso delle spese di conservazione e di amministrazione dei beni da lui custoditi. Salvo in alcune specifiche ipotesi previste dalla legge il compenso è determinato dal Giudice tenendo conto della durata dell'incarico e della complessità delle attività svolte dal custode. Secondo la giurisprudenza di legittimità sia le spese di custodia sia il compenso del custode sono spese di lite e vanno regolate applicando il principio della soccombenza (Cass. sez. lav., n. 2540/1989).

Quanto ai compensi dovuti al custode di beni sottoposti a sequestro penale, la giurisprudenza afferma che occorre tener conto, in primis, delle tariffe previste dal d.P.R. n. 115/2002 e, in difetto, degli usi locali, ove esistenti (Cass. VI, n. 13193/2022).

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