Avviso di fissazione dell'udienza ex art. 600 c.p.c. (art. 600 e art. 180 disp. att. c.p.c.)InquadramentoAi sensi dell'art. 180 disp. att. c.p.c. il creditore deve convocare i soggetti interessati all'espropriazione dinanzi al Giudice dell'esecuzione ai fini dell'assunzione dei provvedimenti previsti dall'art. 600 c.p.c. In particolare, ove possibile, il Giudice disporrà la separazione della quota in natura spettante al debitore ed, in mancanza, che si proceda alla divisione a norma del codice civile, salvo che ritenga probabile la vendita della quota indivisa ad un prezzo pari o superiore al valore della stessa, determinato a norma dell'art. 568 c.p.c. La mancanza dell'avviso non rende nullo il pignoramento ma determina l'inopponibilità ai comproprietari ed agli altri interessati della divisione del bene. FormulaAVVISO DI FISSAZIONE DELL'UDIENZA EX ART. 600 C.P.C. Il Sig. ..., elettivamente domiciliato in ..., alla via ..., presso lo studio dell'Avv. ... che lo rappresenta e difende in virtù di mandato rilasciato in calce all'atto di pignoramento immobiliare in data .... PREMESSO CHE – l'istante ha proceduto, nei confronti del Sig. ..., a pignoramento del seguente cespite: ...; – il pignoramento è stato trascritto in data ...; – a seguito della notifica dell'avviso di cui all'art. 599 c.p.c.[1], ha richiesto al Giudice dell'esecuzione la fissazione dell'udienza di convocazione dei comproprietari e degli altri interessati [2] per l'assunzione dei provvedimenti ex art. 600 c.p.c.; AVVISA che il Giudice dell'esecuzione ha fissato nella data del ... ore ... l'udienza per l'emanazione dei predetti provvedimenti di cui all'art. 600 c.p.c. Luogo e data ... Firma Avv. ... 1. L'avviso può essere contenuto come nella formula in esame in un atto autonomo o essere effettuato contestualmente a quello ex art. 599 c.p.c. 2. Il riferimento generico, da parte dell'art. 180 disp. att. c.p.c., agli interessati fa ritenere che tale convocazione debba riguardare soggetti ulteriori rispetto ai comproprietari, ossia quelli indicati dall'art. 1113 c.c. (Andrioli, Commento al codice di procedura civile, Napoli, 1968, 297). CommentoAi sensi dell'art. 180 disp. att. c.p.c. il creditore deve convocare i soggetti interessati all'espropriazione dinanzi al Giudice dell'esecuzione ai fini dell'assunzione dei provvedimenti previsti dall'art. 600 c.p.c. In particolare, ove possibile, il Giudice disporrà la separazione della quota in natura spettante al debitore ed, in mancanza, che si proceda alla divisione a norma del codice civile, salvo che ritenga probabile la vendita della quota indivisa ad un prezzo pari o superiore al valore della stessa, determinato a norma dell'art. 568 c.p.c. È tuttavia pacifico che nel caso di espropriazione forzata di immobile indiviso, per debito di uno soltanto dei comproprietari, qualora il creditore procedente, dopo l'effettuazione del pignoramento, non provveda agli adempimenti di cui all'art. 599, comma 2 e 180 disp. att. c.p.c. e cioè alla notificazione agli altri comproprietari di avviso del pignoramento, con il divieto di lasciar separare al debitore la sua parte del bene comune, nonché invito a comparire davanti al Giudice della esecuzione per sentir dare i provvedimenti indicati nell'art. 600, non si verifica la nullità del pignoramento medesimo, del quale il suddetto avviso non costituisce elemento essenziale, ma si determina, per i comproprietari non debitori, il venir meno della preclusione di procedere a divisione (contrattuale o giudiziale) del bene, con la conseguenza che, ove tali comproprietari procedano a detta divisione, anche dopo la trascrizione del pignoramento, possono opporre la divisione medesima al creditore, nella sua efficacia retroattiva a partire dalla data della costituzione della comunione, ai sensi dell'art. 757 c.c. È stato altresì precisato che questo principio non trova ostacolo nel disposto dell'art. 2913 c.c., circa l'inefficacia in pregiudizio del creditore degli atti successivi al pignoramento, il quale riguarda la diversa ipotesi degli atti con i quali il debitore trasferisca ad altri il diritto di proprietà, o costituisca in favore di altri diritti reali sull'immobile oggetto di esecuzione (Cass. III, n. 3648/1985). Con la riforma realizzata dalla l. n. 80/2005, il comma 2 dell'art. 600 c.p.c. è stato modificato nel senso di stabilire una preferenza, ove non sia possibile la separazione della quota in natura, per la divisone, cui il Giudice dell'esecuzione dovrà procedere salvo che ritenga probabile la vendita della quota indivisa ad un prezzo pari o superiore al valore della stessa, determinato a norma dell'art. 568 c.p.c. Si sono volute in tal modo evitare le frequenti speculazioni dei comproprietari nell'acquisto della quota ad un prezzo molto inferiore al valore effettivo (Merlin, L'espropriazione di beni indivisi, in Aa.Vv ., Il processo civile di riforma in riforma, Milano, 2007, 133 ss.). |