Istanza di sospensione della vendita (art. 586 c.p.c.)InquadramentoIl Giudice dell'esecuzione può sospendere la vendita, e quindi soprassedere all'emanazione del decreto di trasferimento anche se l'aggiudicatario ha già versato il prezzo, quando ritiene che il prezzo conseguito sia notevolmente inferiore a quello “giusto”, ossia al valore di stima. Detta sospensione, peraltro, può avvenire, come chiarito dalla S.C., solo qualora: a) si verifichino fatti nuovi successivi all'aggiudicazione; b) emerga che nel procedimento di vendita si siano verificate interferenze illecite di natura criminale che abbiano influenzato il procedimento, ivi compresa la stima stessa; c) il prezzo fissato nella stima posta a base della vendita sia stato frutto di dolo scoperto dopo l'aggiudicazione; d) vengano prospettati, da una parte del processo esecutivo, fatti o elementi che essa sola conosceva anteriormente all'aggiudicazione, non conosciuti né conoscibili dalle altre parti prima di essa, purché costoro li facciano propri, adducendo tale tardiva acquisizione di conoscenza come sola ragione giustificativa per l'esercizio del potere del Giudice dell'esecuzione. FormulaTRIBUNALE DI ... ISTANZA DI SOSPENSIONE DELLA VENDITA Ill.mo Giudice dell'esecuzione immobiliare Il sottoscritto Avv. ..., in qualità di procuratore del creditore Sig. ... [1], nella procedura esecutiva immobiliare R.G. ..., giusta procura conferita in calce (oppure, a margine) dell'atto di precetto; PREMESSO CHE - in data ... è rimasto aggiudicatario dell'immobile pignorato, nella procedura esecutiva sopra indicata, il Sig. ..., al prezzo di Euro ...; - tale prezzo, versato in data ..., è notevolmente inferiore a quello giusto [2] come risulta da ...; - peraltro, la riduzione del prezzo nel corso degli esperimenti di vendita appare determinata da illecite interferenze esterne [3], in quanto ...; Tutto ciò premesso CHIEDE che la S.V. Ill.ma voglia, ai sensi dell'art. 586, comma 1, c.p.c., disporre la sospensione della vendita. Luogo e data ... Firma Avv. ... 1. L'istanza può naturalmente essere proposta, oltre che da qualsiasi creditore, anche dal debitore. 2. Il prezzo “giusto” è il valore di stima rispetto al quale quello conseguito deve porsi in rapporto di notevole inferiorità. 3. La S.C. ha infatti chiarito che l'istanza in esame può essere proposta quando il prezzo è notevolmente inferiore a quello “giusto” e ciò dipenda: a) da fatti nuovi successivi all'aggiudicazione; b) da interferenze illecite di natura criminale che abbiano influenzato il procedimento, ivi compresa la stima stessa; c) dalla circostanza che il prezzo fissato nella stima posta a base della vendita sia stato frutto di dolo scoperto dopo l'aggiudicazione; d) dalla prospettazione, da una parte del processo esecutivo, fatti o elementi che essa sola conosceva anteriormente all'aggiudicazione, non conosciuti né conoscibili dalle altre parti prima di essa, purché costoro li facciano propri, adducendo tale tardiva acquisizione di conoscenza come sola ragione giustificativa per l'esercizio del potere del Giudice dell'esecuzione (Cass. III, n. 18451/2015). COMMENTOIl Giudice dell'esecuzione può sospendere la vendita, e quindi soprassedere all'emanazione del decreto di trasferimento anche se l'aggiudicatario ha già versato il prezzo, quando ritiene che il prezzo conseguito sia notevolmente inferiore a quello “giusto”. Nel ricostruire l'istituto in esame, la S.C. ha chiarito che il parametro rispetto al quale deve essere espresso il giudizio di notevole inferiorità del prezzo in rapporto a quello giusto è il valore oggettivo di stima dell'immobile al momento della vendita, quale determinato, normalmente, da fatti nuovi sopravvenuti ovvero derivante da circostanze note anche prima della formazione dell'ordinanza di vendita e che non siano state affatto prese in considerazione dallo stesso Giudice oppure, all'epoca, erroneamente apprezzate (Cass. III, n. 6269/2003, in Giur. it., 2004, 1620, con nota di Valerini). Si è evidenziato, inoltre, che, poiché la facoltà di sospendere la vendita persegue lo scopo di contrastare tutte le possibili interferenze illegittime nel procedimento di fissazione del prezzo, ne deriva che l'individuazione di quest'ultimo quale giusto prezzo, oltre a presupporre una comparazione fra i dati costituiti da quello concretamente realizzato con l'aggiudicazione e quello che sarebbe stato conseguito in condizioni di non interferenza di fattori devianti, richiede, ai fini della sospensione, che la differenza tra le due valutazioni debba evidenziarsi in termini di notevole inferiorità, secondo criteri da adottarsi di volta in volta in relazione al caso concreto, nel quadro della esigenza di contrasto alla illegalità (Cass. III, n. 1612/2012; conforme Trib. Latina 22 ottobre 2011). La questione è stata oggetto di approfondito esame in sede di legittimità. La S.C. ha chiarito, in particolare, che il potere di sospendere la vendita al Giudice dell'esecuzione dopo l'aggiudicazione perché il prezzo offerto è notevolmente inferiore a quello giusto, può essere esercitato allorquando: a) si verifichino fatti nuovi successivi all'aggiudicazione; b) emerga che nel procedimento di vendita si siano verificate interferenze illecite di natura criminale che abbiano influenzato il procedimento, ivi compresa la stima stessa; c) il prezzo fissato nella stima posta a base della vendita sia stato frutto di dolo scoperto dopo l'aggiudicazione; d) vengano prospettati, da una parte del processo esecutivo, fatti o elementi che essa sola conosceva anteriormente all'aggiudicazione, non conosciuti né conoscibili dalle altre parti prima di essa, purché costoro li facciano propri, adducendo tale tardiva acquisizione di conoscenza come sola ragione giustificativa per l'esercizio del potere del Giudice dell'esecuzione (Cass. III, n. 18451/2015; conf., in sede applicativa, Trib. Mantova II, 20 agosto 2020 in dejure.giuffre.it). |