Istanza per intervenuta riconciliazione dei coniugi

Giuseppe Buffone

Inquadramento

La formula ha ad oggetto richiesta in materia di separazione.

Formula

TRIBUNALE DI ...

SEZIONE ...

ISTANZA EX ART. 154 C.C.[1]

ABBANDONO DELLA DOMANDA DI SEPARAZIONE

Al Giudice, Dott. ...

nel procedimento civile iscritto al n. ..., anno ...

Il sottoscritto ..., con l'Avv. ..., parte attrice;

la sottoscritta ..., con l'Avv. ..., parte convenuta,

nel procedimento di separazione n. ..., dell'anno ...,

DICHIARANO

che successivamente alla introduzione del procedimento, tra i coniugi è intervenuta riconciliazione, cosicché è intenzione dei medesimi di abbandonare la domanda già proposta, in virtù dell'art. 154 c.c.

Tutto ciò premesso, gli istanti

CHIEDONO

che il Giudice adito voglia dichiarare l'estinzione del giudizio e disporre la cancellazione della causa dal Ruolo,

Luogo e data ...

Sottoscrizioni dei coniugi ...

Firma Avv. ...

...

1. Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. n. 110/2023.

COMMENTO

L'art. 154 c.c. stabilisce che la riconciliazione determina l'abbandono della domanda di separazione personale. Il successivo art. 157 c.c. ne regola gli effetti successivamente alla sentenza con la quale è stata dichiarata la separazione personale. In nessuna delle due norme la riconciliazione può essere ricondotta ad un fatto impeditivo, qualificabile come eccezione in senso stretto, trattandosi della sopravvenienza di una nuova condizione da accertarsi officiosamente dal Giudice ancorché sulla base delle deduzioni e allegazioni delle parti. Il regime giuridico è nettamente diverso nel giudizio di divorzio in quanto l'art. 3, comma 5 l. n. 898/1970, così come sostituito dalla l. n. 74/1987, stabilisce espressamente che l'interruzione della separazione, in quanto fatto specificamente impeditivo alla realizzazione della condizione temporale stabilita nella medesima disposizione, deve essere eccepita dalla parte convenuta (Cass. n. 19535/2014). Ne consegue che occorre dunque distinguere tra riconciliazione nel caso di procedura divorzile pendente e riconciliazione negli altri casi: solo nella prima ipotesi, la ricostituzione della famiglia è rimessa a un impulso della parte mentre, diversamente il Giudice può condurre una indagine officiosa. Perché si abbia riconciliazione non è sufficiente la mera coabitazione (Cass. n. 19535/2014) essendo necessario il rispristino della comunione di vita e d'intenti, materiale e spirituale, che costituisce il fondamento del vincolo coniugale e che comporta la ripresa dei rapporti materiali e spirituali, caratteristici della vita comune (Cass. n. 19497/2005). La Suprema Corte ha, in particolare, escluso che possa costituire “riconciliazione” il ripristino della convivenza a scopo meramente sperimentale (Cass. n. 12427/2004). La riconciliazione successiva al provvedimento di omologazione della separazione consensuale, ai sensi dell'art. 157 c.c. determina la cessazione degli effetti della precedente separazione, con caducazione del provvedimento di omologazione, a far data dal ripristino della convivenza spirituale e materiale, propria della vita coniugale; ne consegue che, in caso di successiva nuova disgregazione, deve darsi luogo a nuovo giudizio di separazione (Cass. n. 19541/2013).

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