Ricorso per riconoscimento di figlio nato fuori da matrimonio

Giuseppe Buffone

Inquadramento

La formula ha ad oggetto richiesta in materia di figli non matrimoniali. La norma di riferimento è stata modificata dal d.lgs. n. 149/2022. Le nuove disposizioni hanno effetto dalla data del 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti (Art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come modificato dall'art. 1, comma 380, della l. n. 197/2022 (legge di Bilancio 2023).

Formula

TRIBUNALE DI ...

(PROCEDIMENTO IN MATERIA DI PERSONE, MINORENNI E FAMIGLIE)

RICORSO EX ART. 250 C.C.[1]

RICONOSCIMENTO DI FIGLIO NATO FUORI DA MATRIMONIO

Il/la sottoscritto/a:

(PARTE ATTRICE)

Nome: ...

Cognome: ...

Luogo e data di nascita: ...

Cittadinanza: ...

Residenza (o domicilio/dimora): ...

Codice fiscale: ...

con l'Avv. ... (nome, cognome, codice fiscale)

Giusta procura alle liti ...

PROPONE RICORSO EX ART. 250 C.C.

CONTRO

(PARTE CONVENUTA)

Nome: ...

Cognome: ...

Luogo e data di nascita: ...

Cittadinanza: ...

Residenza (o domicilio/dimora): ...

Codice fiscale: ...

con i seguenti figli: ...

PREMESSA

Le parti hanno intrattenuto una relazione affettiva terminata il ..., in data ..., all'ospedale di ..., nel comune di ..., è nato/a il/la minore ... che ha assunto l'onomastico ... e il cognome ....

Il/la minore è figlio/a della sottoscritta parte ricorrente che ha chiesto di potere riconoscere la propria prole: parte resistente ha negato il consenso. È sicuro interesse del minore avere una figura genitoriale paterna/materna. Nel caso di specie, in particolare, si segnala quanto segue: (indicare ogni circostanza utile per consentire al Giudice di ritenere che il riconoscimento risponda all'interesse del minore).

Nonostante i tentativi svolti, le parti non sono pervenute ad un accordo. Si ricorre pertanto al giudice affinché voglia accogliere le conclusioni qui rassegnate e, in caso di opposizione della parte resistente, affinché voglia condannarla all'integrale costo del procedimento, valutando anche la necessità di nominare al minore un curatore speciale.

A) Indicare l'esistenza di altri procedimenti aventi a oggetto, in tutto o in parte, le medesime domande o domande ad esse connesse.

B) Allegare copia di eventuali provvedimenti, anche provvisori, già adottati in tali procedimenti.

P.Q.M.

Voglia l'Onorevole Tribunale adito, disattesa ogni contraria istanza,

Nominare un curatore speciale in favore del minore ...

Accogliere il ricorso e, per l'effetto ...

condannare la parte resistente alle spese processuali

In via istruttoria

SI CHIEDE

...

Allegati:

...

Luogo e data ...

Ricorrente ...

Firma Avv. ...

1. Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. n. 110/2023.

COMMENTO

Il d.lgs. n. 149/2022 ha modificato il comma 4 dell'art. 250 c.c., armonizzandolo con i principi che reggono il nuovo rito unitario in materia di procedimenti per le persone, i minorenni e le famiglie che ora trova applicazione. Le norme di procedura applicabili sono, dunque, contenute nel libro II, titolo VI-bis del codice di procedura civile («Norme per il procedimento in materia di persone, minorenni e famiglie», c.d. pPMF), in particolare negli artt. 473-bis e ss c.p.c.

Anche al procedimento ex art. 250 c.c. si applica questo nuovo rito unitario. Ciò è chiarito dalla Relazione illustrativa: «Il comma 3, in attuazione del principio di delega di cui all'art. 1, comma 22, lett. a) modifica il comma 4 dell'art. 250 c.c., armonizzandolo con i principi che reggono il nuovo rito unitario in materia di procedimenti per le persone, i minorenni e le famiglie. A fronte del rifiuto del genitore che per primo ha riconosciuto il figlio al riconoscimento da parte dell'altro, quest'ultimo può rivolgersi al tribunale del luogo di residenza abituale del minore. Il procedimento segue le norme delineate dal nuovo rito unitario; il Giudice, in linea con quanto previsto dall'art. 250 c.c. nella sua attuale formulazione, può adottare, in ogni momento e dunque anche prima della decisione sullo status i provvedimenti ritenuti opportuni per instaurare la relazione tra il figlio colui che ha richiesto il riconoscimento» (Relazione illustrativa al d.lgs. n. 149/2022, in Gazz. Uff. 19 ottobre 2022, serie gen. n. 245, suppl. ord. n. 5).

A fronte del rifiuto del genitore che per primo ha riconosciuto il figlio al riconoscimento da parte dell'altro, quest'ultimo può rivolgersi al tribunale del luogo di residenza abituale del minore. Il Giudice può adottare, in ogni momento e dunque anche prima della decisione sullo status i provvedimenti ritenuti opportuni per instaurare la relazione tra il figlio colui che ha richiesto il riconoscimento.

È obbligatoria la nomina del curatore speciale.

Quanto al merito, la Suprema Corte ha precisato che l'opposizione al riconoscimento ex art. 250 c.c. può essere accolta in caso di giudizio di inidoneità genitoriale del genitore che vuole riconoscere e di pericolo di compromissione dello sviluppo psico-fisico del minore in caso di riconoscimento della stessa da parte del medesimo. Non è quindi sufficiente una mera inidoneità che legittimerebbe una pronuncia ex art. 333 c.c. ma si richiede un fatto così grave che porterebbe a una decadenza ex art. 330 c.c.

Inoltre, l'opposizione del primo genitore che lo abbia già effettuato non è ostativa al successivo riconoscimento, dovendosi procedere ad un accertamento in concreto dell'interesse del minore nelle vicende che lo riguardano, con particolare riferimento agli effetti del provvedimento richiesto in relazione all'esigenza di un suo sviluppo armonico, dal punto di vista psicologico, affettivo, educativo e sociale; del pari, è ammissibile l'attribuzione del cognome del secondo genitore in aggiunta a quello del primo, purché non arrechi pregiudizio al minore in ragione della cattiva reputazione del secondo e purché non sia lesiva della identità personale del figlio, ove questa si sia già definitivamente consolidata, con l'uso del solo primo cognome, nella trama dei rapporti personali e sociali.

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