Atti di straordinaria amministrazione nella fase prenotativa
14 Febbraio 2025
Il Tribunale campano ha affermato un importante principio in relazione alla portata dell'art. 44, comma 1-quater, c.c.i.i. che consente al debitore che ne faccia richiesta di giovarsi, in deroga a quanto previsto dal comma 1-bis, dello strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza di cui intende avvalersi (nel caso di specie, l'accordo di ristrutturazione dei debiti) depositando un progetto di regolazione della crisi e dell'insolvenza redatto in conformità alle disposizioni che disciplinano lo strumento prescelto. L'art. 44, comma 1-bis., c.c.i.i. stabilisce che, dalla data del deposito della domanda e sino alla scadenza del termine previsto dal comma 1, lett. a), si producono gli effetti di cui all'art. 46 c.c.i.i. Quest'ultima norma impedisce al debitore, pena l'inefficacia degli atti, di disporre liberamente del patrimonio ed impone, ai fini della costituzione di garanzie volontarie su beni mobili ed immobili, la preventiva autorizzazione giudiziale. Tale preclusione può essere derogata, come anticipato, con la richiesta di cui all'art. 44, comma 1-quater, c.c.i.i. Nel caso di specie, il debitore aveva richiesto la concessione di una misura protettiva consistente nell'inibitoria all'acquisto di diritti di prelazione, se non concordati. Tale richiesta era stata respinta dal giudice delegato sul presupposto della incompatibilità di tale cautela con il regime normativo di cui al menzionato art. 46 c.c.i.i. Con ricorso, il debitore ha nuovamente richiesto, oltre alla proroga delle misure protettive già accordate, la conferma/concessione della misura protettiva "inibitoria" di cui sopra. Con il provvedimento in discorso, il Tribunale afferma di non poter confermare o concedere per la prima volta in quella sede la misura richiesta, ma che, al contempo, l'interesse sotteso all'istanza della ricorrente debba ritenersi in concreto già soddisfatto. Il debitore, infatti, aveva ottenuto dal tribunale l'autorizzazione ex art. 44, comma 1-quater, c.c.i.i. (di cui sopra) ad avvalersi del regime normativo degli accordi di ristrutturazione dei debiti, artt. 57 e ss. c.c.i.i. Afferma, in proposito il Tribunale: «l'accesso a tale disciplina per un verso consente all'imprenditore di conservare nella fase delle trattative la libera disponibilità del patrimonio e, pertanto, di poter compiere anche atti di straordinaria amministrazione, compresa la costituzione di prelazioni volontarie senza necessità di preventiva autorizzazione giudiziale, per altro verso non lo priva della protezione contro l'iscrizione da parte dei creditori di ipoteche ed altri diritti di prelazione non concordati». Di particolare interesse è la considerazione che segue: «il rinvio fatto dall'art. 44 co. 1 quater CCII alla disciplina degli accordi di ristrutturazione deve ritenersi, infatti, riferito anche al disposto dell'art. 64 co. 1 CCII nella parte in cui stabilisce che “i creditori non possono, sino all'omologazione, acquisire diritti di prelazione se non concordati” con il debitore. È pur vero che la disposizione da ultimo richiamata richiede, a tal fine, l'avvenuto deposito del ricorso per l'omologa degli accordi di ristrutturazione, ma ciò non esclude che l'effetto ivi indicato sia anticipato alla fase prenotativa in caso di accesso dell'imprenditore al regime degli accordi di ristrutturazione, essendo il rinvio generale a quelle norme fatto dall'art. 44 co. 1 quater CCII riferibile non solo alle regole sulla gestione del patrimonio non più soggetta al c.d. spossessamento attenuato, ma anche a tutte le conseguenze derivanti dal deposito della domanda di omologa nei confronti dei creditori». Di conseguenza, il Tribunale autorizza le misure richieste e già confermate dal giudice delegato e dichiara non luogo a procedere sull'istanza di concessione dell'ulteriore misura richiesta. |