La nomina del dirigente preposto al rilascio della attestazione sulla rendicontazione di sostenibilità nelle società quotate

26 Febbraio 2025

Nella Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n. 212 – del 10 settembre 2024 è stato pubblicato il d.lgs. 6 settembre 2024, n. 125 che dà attuazione nel nostro Paese della Direttiva (UE) 2022/2464 nota come Direttiva sulla rendicontazione societaria di sostenibilità (Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD).

Tenuto conto della nuova normativa e dell'aggiornamento del Regolamento Emittenti da parte della Consob si rende necessario procedere alla nomina del dirigente preposto al rilascio della attestazione riguardante la rendicontazione di sostenibilità.

Nella Gazzetta europea del 16 dicembre 2022 è stata pubblicata la nuova Direttiva (UE) 2022/2464 del Parlamento europeo o del Consiglio nota come Direttiva sulla rendicontazione societaria di sostenibilità (Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD). La Direttiva (per un commento alla Direttiva si veda: Sottoriva-Cerri, La nuova Direttiva sulla rendicontazione societaria di sostenibilità (Corporate Sustainability Reporting Directive)) è stata recepita dal nostro Paese, come noto, con il d.lgs. 6 settembre 2024, n. 125 pubblicato sulla G.U. Serie Generale n. 212 del 10 settembre 2024. Per quanto non diversamente indicato, il decreto legislativo è entrato in vigore il 25 settembre 2024.

Tenuto conto dell'entrata in vigore del citato d.lgs. e dell'approssimarsi delle date delle riunioni degli organi amministrativi che dovranno approvare il progetto di bilancio dell'esercizio 2024, nonché dei bilanci consolidati a tale data, e tenuto altresì conto che la rendicontazione di sostenibilità costituisce una parte della relazione sulla gestione ex art. 2428 c.c., atteso che l'art. 3 del Decreto prevede che le imprese destinatarie della normativa relativa alla rendicontazione di sostenibilità “includono in un'apposita sezione della relazione sulla gestione le informazioni necessarie alla comprensione dell'impatto dell'impresa sulle questioni di sostenibilità, nonché le informazioni necessarie alla comprensione del modo in cui le questioni di sostenibilità influiscono sull'andamento dell'impresa, sui suoi risultati e sulla sua situazione”, si ritiene opportuno fornire qualche approfondimento in merito alla individuazione del dirigente autorizzato a rilasciare l'attestazione riguardante la rendicontazione di sostenibilità e alle conseguenti opportune modifiche statutarie.

L'aggiornamento del Regolamento n. 11971/1991 (“Regolamento Emittenti”) all'esito del recepimento della Direttiva sulla CSRD

Si rammenta che la Consob ha sottoposto al mercato alcune proposte di modifica al Regolamento n. 11971/1999 (“Regolamento Emittenti”), in attuazione delle deleghe regolamentari contenute nel d.lgs. 6 settembre 2024, n. 125, pubblicato in G.U. in data 10 settembre 2024, con cui il Governo ha recepito nell'ordinamento nazionale la direttiva 2022/2464/UE del Parlamento europeo e del Consiglio in materia di rendicontazione societaria di sostenibilità (c.d. “CSRD”).

In linea con i principi e con i criteri di delega indicati nell'art. 13 l. 21 febbraio 2024, n. 15, il d.lgs. 6 settembre 2024, n. 125 ha dettato una puntuale disciplina degli obblighi di rendicontazione di sostenibilità, innovando significativamente il quadro normativo nazionale previgente e relativo alla dichiarazione non finanziaria (DNF), e ha attribuito alla Consob alcune deleghe regolamentari in relazione ad aspetti specifici della disciplina.

La Consob ha quindi ritenuto necessario allineare la normativa secondaria al mutato quadro normativo europeo e nazionale in materia di rendicontazione di sostenibilità. A tale fine, nell'ambito della consultazione promossa dalla Consob sono state formulate talune proposte di modifica al Regolamento Emittenti come di seguito illustrato.

In primo luogo, in attuazione della delega regolamentare contenuta nell'art. 118-bis del Tuf, come integrato dall'art. 12, lett. a), del d.lgs. 6 settembre 2024, n. 125, è stato proposto di introdurre un nuovo art. 89-quinquies nel Regolamento Emittenti, al fine di introdurre la nuova disciplina sulle modalità e sui termini del controllo della Consob sulle rendicontazioni di sostenibilità comprese nel suo perimetro di vigilanza, in quanto pubblicate da emittenti quotati aventi l'Italia come Stato membro d'origine. In linea con le indicazioni contenute nelle Guidelines on enforcement of financial information (GLESI) dell'ESMA, tale nuovo articolo prevede che il controllo si svolga su base campionaria, stabilendo che il numero di soggetti da includere nel campione di vigilanza non sia, comunque, inferiore al 10% dei soggetti che astrattamente rientrerebbero nel perimetro di vigilanza della CONSOB ai sensi dell'art. 154-ter, comma 1-quater, del TUF.

In secondo luogo, in attuazione della delega regolamentare contenuta nel comma 5-ter dell'art. 154-bis Tuf, introdotto dall'art. 12, lettera d), del d.lgs. 6 settembre 2024, n. 125, è stato proposto di integrare l'art. 81-ter, comma 1, del RE – che già disciplina l'attestazione relativa al bilancio di esercizio, al bilancio consolidato e al bilancio semestrale abbreviato prevista dall'art. 154-bis, comma 5, del Tuf – al fine di chiarire che l'attestazione della rendicontazione di sostenibilità deve essere resa dal dirigente secondo lo specifico schema n. 3, che sarà aggiunto all'Allegato 3C-ter del Regolamento Emittenti. Tale proposta di modifica è finalizzata a fornire indicazioni di carattere pratico sul modello che il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, o il dirigente diverso eventualmente nominato dalla società, dovrà utilizzare per rendere l'attestazione sulla conformità della rendicontazione di sostenibilità, nei termini strettamente previsti dalla normativa primaria e senza l'introduzione di elementi innovativi.

L'attestazione del dirigente sulla conformità della rendicontazione di sostenibilità

Come sopra accennato, l'art. 154-bis, comma 5-ter, del TUF, attribuisce alla Consob il potere di stabilire con regolamento il modello per il rilascio dell'attestazione da parte del dirigente della società circa la conformità della rendicontazione di sostenibilità agli standard di rendicontazione, nonché che la stessa sia redatta con le specifiche adottate a norma dell'art. 8, paragrafo 4, del regolamento Tassonomia (Regolamento delegato (UE) 2021/2178 della Commissione del 6 luglio 2021 che integra il regolamento (UE) 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio precisando il contenuto e la presentazione delle informazioni che le imprese soggette all'art. 19 bis o all'art. 29 bis della direttiva 2013/34/UE devono comunicare in merito alle attività economiche ecosostenibili e specificando la metodologia per conformarsi a tale obbligo di informativa).

In attuazione di tale delega regolamentare, nell'art. 81-ter, comma 1, del RE – che già disciplina l'attestazione relativa al bilancio di esercizio, al bilancio consolidato e al bilancio semestrale abbreviato prevista dall'art. 154-bis, comma 5, del TUF – viene previsto che l'attestazione della rendicontazione di sostenibilità debba essere resa dal dirigente secondo lo specifico schema n. 3, che sarà aggiunto all'Allegato 3C-ter del Regolamento Emittenti.

Gli adeguamenti statutari conseguenti alla entrata in vigore della normativa relativa alla rendicontazione di sostenibilità

In considerazione di quanto sopra illustrato, è opportuno che le società destinatarie della nuova normativa provvedano ad un aggiornamento del proprio statuto al fine di dare corretta attuazione ed adempiere agli obblighi derivanti dalla normativa in materia di rendicontazione societaria di sostenibilità introdotta con d.lgs. 6 settembre 2024 n. 125, con il quale è stato introdotto, in particolare, l'art. 154-bis nel TUF.

Orbene, considerato che l'organo amministrativo nell'ambito delle società aventi titoli negoziati in mercati regolamentati è chiamato a:

(i)          nominare e revocare un dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, previo parere obbligatorio ma non vincolante del collegio sindacale;

(ii)         determinarne la durata;

(iii)        conferire al dirigente preposto adeguati poteri e mezzi per l'esercizio delle funzioni;

appare opportuno, come accennato in precedenza, che si proceda ad un eventuale aggiornamento delle previsioni statutarie prevedendo la possibilità che il rilascio della attestazione sulla conformità della rendicontazione di sostenibilità possa essere affidato anche ad un soggetto diverso dal dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili (figura dirigenziale come noto introdotto dalla legge per la tutela del risparmio - Legge 28 dicembre 2005, n. 262).

Una possibile formulazione della previsione statutaria potrebbe essere la seguente:

Testo attuale dello statuto

Proposta di modifica dello statuto

(art. …)
 

Il consiglio di amministrazione può altresì nominare e revocare un dirigente incaricato dell'attestazione riguardante la rendicontazione di sostenibilità (anche diverso dal dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari), previo parere obbligatorio ma non vincolante del collegio sindacale determinandone la durata e conferendo allo stesso adeguati poteri e mezzi per l'esercizio delle funzioni.

In tal caso, il dirigente incaricato dell'attestazione riguardante la rendicontazione di sostenibilità è nominato tra i soggetti in possesso di una significativa esperienza professionale in materia di rendicontazione di sostenibilità .

Il contenuto della rendicontazione sulla sostenibilità

Come previsto dal citato Decreto Legislativo attuativo della Direttiva sulla CSRD, le informazioni necessarie alla comprensione dell'impatto dell'impresa sulle questioni di sostenibilità, nonché le informazioni necessarie alla comprensione del modo in cui le questioni di sostenibilità influiscono sull'andamento dell'impresa, sui suoi risultati e sulla sua situazione devono includere (si veda più ampiamente C. Sottoriva, M. Marchesani, L'attuazione della Direttiva sulla rendicontazione societaria di sostenibilità (CSRD)):

a) una breve descrizione del modello e della strategia aziendali dell'impresa, che indichi:

1)   la resilienza del modello e della strategia aziendali dell'impresa in relazione ai rischi connessi alle questioni di sostenibilità;

2)   le opportunità per l'impresa connesse alle questioni di sostenibilità;

3)   i piani dell'impresa, inclusi le azioni di attuazione e i relativi piani finanziari e di investimento, atti a garantire che il modello e la strategia aziendali siano compatibili con la transizione verso un'economia sostenibile e con la limitazione del riscaldamento globale a 1,5°C in linea con l'accordo di Parigi nell'ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici adottato il 12 dicembre 2015 ("accordo di Parigi") e l'obiettivo di conseguire la neutralità climatica entro il 2050 come stabilito dal regolamento (UE) 2021/1119 del Parlamento europeo e del Consiglio, e, se del caso, l'esposizione dell'impresa ad attività legate al carbone, al petrolio e al gas;

4)   il modo in cui il modello e la strategia aziendali dell'impresa tengono conto degli interessi dei suoi portatori di interessi e del suo impatto sulle questioni di sostenibilità;

5)   le modalità di attuazione della strategia dell'impresa per quanto riguarda le questioni di sostenibilità;

b) una descrizione degli obiettivi temporalmente definiti connessi alle questioni di sostenibilità individuati dall'impresa, inclusi, ove opportuno, obiettivi assoluti di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra almeno per il 2030 e il 2050, una descrizione dei progressi da essa realizzati nel conseguimento degli stessi e una dichiarazione che attesti se gli obiettivi dell'impresa relativi ai fattori ambientali sono basati su prove scientifiche conclusive;

c) una descrizione del ruolo degli organi di amministrazione, gestione e controllo per quanto riguarda le questioni di sostenibilità e delle loro competenze e capacità in relazione allo svolgimento di tale ruolo o dell'accesso di tali organi alle suddette competenze e capacità;

d) una descrizione delle politiche dell'impresa in relazione alle questioni di sostenibilità;

e) informazioni sull'esistenza di sistemi di incentivi connessi alle questioni di sostenibilità e che sono destinati ai membri degli organi di amministrazione, direzione e controllo;

f) una descrizione:

1)   delle procedure di dovuta diligenza applicate dall'impresa in relazione alle questioni di sostenibilità e, ove opportuno, in linea con gli obblighi dell'Unione Europea che impongono alle imprese di attuare una procedura di dovuta diligenza;

2)   dei principali impatti negativi, effettivi o potenziali, legati alle attività dell'impresa e alla sua catena del valore, compresi i suoi prodotti e servizi, i suoi rapporti commerciali e la sua catena di fornitura, delle azioni intraprese per identificare e monitorare tali impatti, e degli altri impatti negativi che l'impresa è tenuta a identificare in virtù di altri obblighi dell'Unione Europea che impongono alle imprese di attuare una procedura di dovuta diligenza;

3)   di eventuali azioni intraprese dall'impresa per prevenire o attenuare impatti negativi, effettivi o potenziali, o per porvi rimedio o fine, e dei risultati di tali azioni;

g) una descrizione dei principali rischi per l'impresa connessi alle questioni di sostenibilità, compresa una descrizione delle principali dipendenze dell'impresa da tali questioni, e le modalità di gestione di tali rischi adottate dall'impresa;

h) indicatori pertinenti per la comunicazione delle informazioni di cui alle lettere da a) a g).

Il successivo comma 4 dell'art. 3 prevede che “ove applicabile” siano fornite:

-      informazioni sulle attività dell'impresa e sulla sua catena del valore, comprese informazioni concernenti i suoi prodotti e servizi, i suoi rapporti commerciali e la sua catena di fornitura;

-      riferimenti ad altre informazioni incluse nella relazione sulla gestione e agli importi registrati nei bilanci d'esercizio annuali, nonché ulteriori precisazioni in merito.

Le imprese devono comunicare le informazioni di cui sopra in conformità dei principi di rendicontazione di sostenibilità adottati a norma dell'art. 29-ter della Direttiva 2013/34/UE.

L'affidamento dell'incarico per l'attestazione della conformità della rendicontazione di sostenibilità

Il d.lgs. 6 settembre 2024, n. 125 dispone che l'assemblea delle società, su proposta motivata dell'organo di controllo:

  • conferisce l'incarico di attestazione della conformità della rendicontazione di sostenibilità e
  • determina il corrispettivo spettante al revisore della sostenibilità o alla società di revisione legale per l'intera durata dell'incarico e gli eventuali criteri per l'adeguamento di tale corrispettivo durante l'incarico.

L'incarico ha la durata di tre esercizi, con scadenza alla data dell'assemblea convocata per l'approvazione del bilancio relativo al terzo esercizio dell'incarico.

Per le società di cui agli artt. 3 e 4 del d.lgs. 6 settembre 2024, n. 125 che siano enti di interesse pubblico o enti sottoposti a regime intermedio, l'incarico può essere rinnovato per non più di due volte e può essere nuovamente conferito allo stesso soggetto solo dopo il decorso di quattro esercizi.

Nel caso in cui l'incarico dell'attestazione di conformità della rendicontazione di sostenibilità sia conferito al revisore legale o alla società di revisione legale incaricati della revisione legale del bilancio, l'incarico dell'attestazione di conformità della rendicontazione di sostenibilità può avere una durata inferiore a quella indicata al comma 2-ter ai fini dell'allineamento della scadenza dell'incarico di attestazione della sostenibilità con l'incarico di revisione del bilancio.

È previsto che la società sottoposta a revisione o sottoposta all'attestazione e il revisore legale, il revisore della sostenibilità o la società di revisione legale debbano informare tempestivamente il Ministero dell'economia e delle finanze e, per la revisione legale e l'attestazione della rendiconta zione di sostenibilità relativa agli enti di interesse pubblico e agli enti sottoposti a regime intermedio, la Consob, in ordine alla revoca, alle dimissioni o alla risoluzione consensuale dell'incarico, fornendo adeguate spiegazioni in ordine alle ragioni che le hanno determinate.

In caso di revisione legale o di attestazione della conformità della rendicontazione di sostenibilità di un ente di interesse pubblico, gli azionisti di tale ente, che rappresentino almeno il 5 per cento del capitale sociale, o l'organo di controllo, o la Consob hanno la facoltà di adire il Tribunale civile per la revoca del revisore legale, del revisore della sostenibilità o della società di revisione legale ove ricorrano giustificati motivi.

Il Decreto prevede altresì che l'esercizio della revisione legale e lo svolgimento degli incarichi finalizzati alla attestazione della conformità della rendicontazione di sostenibilità sono riservati ai soggetti iscritti nel Registro. Ai fini dell'abilitazione del revisore legale dei conti all'attività di attestazione della conformità della rendicontazione di sostenibilità devono essere soddisfatte le condizioni di cui all'art. 3, comma 1, lettera d-bis) e 4, comma 3–ter), nonché, se revisore di uno Stato membro o di un Paese terzo, del comma 3.

Atteso che l'art. 8 comma 2 del d.lgs. n. 125/2024, prevede che “il revisore della rendicontazione di sostenibilità, incaricato ai sensi del comma 1, può essere lo stesso revisore legale incaricato della revisione legale del bilancio o un diverso revisore legale” e che l'art. 8 comma 3 prevede inoltre la stessa impostazione nel caso l'attestazione sia fornita da una Società di revisione contabile” è opportuno che, qualora non si sia già provveduto, vengano convocate apposite assemblee ordinarie al fine di invitare gli azionisti a voler deliberare – nell'osservanza delle norme di legge e regolamentari, nonché statutarie, vigenti in materia – sul conferimento di un incarico a un revisore, secondo quanto previsto dall'art. 13, comma 2-ter, del d.lgs. n. 39/2010. Come accennato, ai sensi di tale disposizione, l'assemblea, su proposta motivata dell'organo di controllo, conferirà l'incarico di attestazione della conformità della Rendicontazione di sostenibilità e determinerà il corrispettivo spettante al revisore della sostenibilità o alla società di revisione legale per l'intera durata dell'incarico e gli eventuali criteri per l'adeguamento di tale corrispettivo durante l'incarico. L'incarico dovrà avere la durata di tre esercizi, con scadenza alla data dell'assemblea convocata per l'approvazione del bilancio relativo al terzo esercizio dell'incarico. Per le società che siano enti di interesse pubblico, l'incarico può essere rinnovato per non più di due volte e può' essere nuovamente conferito allo stesso soggetto solo dopo il decorso di quattro esercizi. Non trova invece applicazione al conferimento dell'incarico di attestazione di conformità della Rendicontazione di sostenibilità, la procedura di selezione prevista dall'art. 16 del Regolamento Europeo n. 537/2014 relativo agli enti di interesse pubblico e all'attività di revisione sugli enti di interesse pubblico. Il Collegio Sindacale dovrà predisporre la proposta motivata ai sensi degli artt. 13, comma 2-ter del d.lgs. 39/2010, non trovando applicazione quanto previsto all'art.19, comma 1, lettera f) del medesimo d.lgs. n. 39/2010.

Il contenuto dell'attestazione della conformità della rendicontazione di sostenibilità

L'art. 8 del d.lgs. 6 settembre 2024, n. 125 è dedicato alle “Attestazione sulla conformità della rendicontazione di sostenibilità”.

L'articolo prevede che un apposito soggetto, denominato “revisore della rendicontazione di sostenibilità abilitato”, appositamente incaricato, esprima con apposita relazione (prevista dall'art. 14-bis del d.lgs. n. 39/2010), le proprie conclusioni in merito:

  1. alla conformità della rendicontazione societaria di sostenibilità alle norme del d.lgs. 6 settembre 2024, n. 125;
  2. alla conformità all'obbligo di marcatura della rendicontazione di sostenibilità di cui agli artt. 3, comma 10, e 4, comma 9, nonché circa la conformità all'osservanza degli obblighi di informativa previsti dall'articolo 8 del regolamento (UE) 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 giugno 2020.

Il revisore della rendicontazione di sostenibilità può essere lo stesso revisore legale incaricato della revisione legale del bilancio o un diverso revisore legale.

Una società di revisione legale abilitata ai sensi del d.lgs. 27 gennaio 2010, n. 39, può acquisire l'incarico di cui al comma 1 a condizione che la relazione di cui all'art. 14-bis del predetto decreto sia firmata da un revisore della rendicontazione di sostenibilità. La società di revisione legale può essere la stessa società di revisione legale incaricata della revisione legale del bi lancio o una diversa società di revisione legale.

Le conclusioni della relazione di cui all'art. 14 bis del d.lgs.  27 gennaio 2010, n. 39, sono basate su un incarico finalizzato ad acquisire un livello di sicurezza limitato. È previsto che, successivamente all'adozione da parte della Commissione europea dell'atto delegato di cui all'art. 26-bis, paragrafo 3, comma 2, della direttiva 2006/43/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2006, l'incarico sia finalizzato ad acquisire un livello di sicurezza ragionevole.

In merito ai principi da applicare per il rilascio della attestazione, il d.lgs. 6 settembre 2024, n. 125 prevede all'art. 9 talune modifiche al d.lgs. 27 gennaio 2010, n. 39 precisando che i principi che dovranno essere utilizzati sono i principi internazionali di attestazione e altri principi correlati definiti dall'International Federation of Accountants (IFAC) tramite l'International Auditing and Assurance Standard Board (IAASB), nella misura in cui gli stessi siano rilevanti ai fini dell'attestazione in materia di sostenibilità.

Per quanto attiene al contenuto della relazione di revisione, il d.lgs. 6 settembre 2024, n. 125 ha modificato l'art. 14 del d.lgs. n. 39/2010 come di seguito indicato:

Art. 14 – D.Lgs. 39/2010 aggiornato

2. La relazione, redatta in conformità ai principi di revisione di cui all'articolo 11, comprende:

a) un paragrafo introduttivo che identifica il bilancio di esercizio o consolidato sottoposto a revisione legale e il quadro normativo sull'informazione finanziaria applicato alla sua redazione;

b) una descrizione della portata della revisione legale svolta con l'indicazione dei principi di revisione osservati;

c) un giudizio sul bilancio che indica chiaramente se questo è conforme alle norme che ne disciplinano la redazione e se rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico dell'esercizio;

d) eventuali richiami di informativa che il revisore sottopone all'attenzione dei destinatari del bilancio, senza che essi costituiscano rilievi;

e) un giudizio sulla coerenza della relazione sulla gestione con il bilancio;

e -bis) un giudizio sulla conformità della relazione sulla gestione alle norme di legge, esclusa la sezione relativa alla rendicontazione di sostenibilità di cui al decreto legislativo adottato in attuazione dell'articolo 13 della legge 21 febbraio 2024, n. 15;

e -ter) una dichiarazione rilasciata sulla base delle conoscenze e della comprensione dell'impresa e del relativo contesto acquisite nel corso dell'attività di revisione legale, circa l'eventuale identificazione di errori significativi nella relazione sulla gestione ;

f) una dichiarazione su eventuali incertezze significative relative a eventi o a circostanze che potrebbero sollevare dubbi significativi sulla capacità della società sottoposta a revisione di mantenere la continuità aziendale;

g) l'indicazione della sede del revisore legale o della società di revisione legale.

ed ha introdotto il nuovo art. 14-bis dedicato al contenuto della relazione di attestazione della conformità della rendicontazione di sostenibilità come di seguito indicato:

Art. 14 bis– D.Lgs. 39/2010 aggiornato

1. Il revisore della rendicontazione di sostenibilità o la società di revisione legale, abilitati ai sensi del presente decreto, appositamente incaricati, esprimono con apposita relazione di attestazione le proprie conclusioni circa la conformità della rendicontazione di sostenibilità alle norme del decreto legislativo adottato in attuazione dell'articolo 13 della legge 21 febbraio 2024, n. 15, che ne disciplinano i criteri di redazione, la conformità all'obbligo di marcatura della rendicontazione di sostenibilità di cui agli articoli 3, comma 10, e 4, comma 9, del predetto decreto, non ché circa la conformità all'osservanza degli obblighi di informativa previsti dall'articolo 8 del regolamento (UE) 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 giugno 2020.

2. La relazione di attestazione, redatta in conformità ai principi di attestazione di cui all'articolo 11, comprende:

a) un paragrafo introduttivo che identifica la rendicontazione di sostenibilità sottoposta ad attestazione, la data e il periodo cui si riferisce, nonché il quadro normativo di riferimento;

b) una descrizione della portata delle attività di attestazione della conformità della rendicontazione di sostenibilità che indica almeno i principi di attestazione in base ai quali tali attività sono state svolte;

c) le conclusioni di cui al comma 1.

3. Qualora l'attestazione della conformità della rendicontazione di sostenibilità sia stata svolta da più re visori della sostenibilità o da più società di revisione lega le, essi raggiungono un accordo sui risultati dell'attività di attestazione e presentano una relazione e delle conclusioni congiunte. In caso di disaccordo, ogni revisore della sostenibilità o società di revisione legale presenta le proprie conclusioni in un paragrafo distinto della relazione di attestazione, indicando i motivi del disaccordo.

4. La relazione di attestazione è firmata e datata dal responsabile dell'incarico di attestazione della rendicontazione di sostenibilità. Quando l'attività di attestazione è svolta da una società di revisione legale, la relazione di attestazione reca almeno la firma del responsabile dell'incarico di attestazione della rendicontazione di sostenibilità che svolgono l'incarico per conto della società di revisione. Qualora l'incarico sia stato affidato congiuntamente a più revisori della sostenibilità o a più società di revisione legale, la relazione di attestazione è firmata da tutti i responsabili dell'incarico di attestazione della rendicontazione di sostenibilità.

5. I soggetti incaricati della attestazione sulla rendicontazione di sostenibilità hanno diritto di ottenere dagli amministratori documenti e notizie utili all'attività di attestazione e possono procedere ad accertamenti, con trolli ed esame di atti e documentazione.

6. La relazione di attestazione della conformità della rendicontazione consolidata di sostenibilità rispetta i requisiti di cui ai commi 1, 2, 3, 4 e 5.».

L'ulteriore coordinamento con la nuova normativa: l'attività del MEF e dell'Assirevi

A completamento dell'analisi svolta, si rammenta che con propria Determina il Ragioniere Generale dello Stato ha approvato il “Principio di Attestazione della Rendicontazione di Sostenibilità Standard on Sustainability Assurance Engagement - SSAE (Italia)” relativo alle “Le responsabilità del soggetto incaricato della attestazione sulla rendicontazione di sostenibilità”, prevedendo la sua entrata in vigore per gli incarichi di attestazione della rendicontazione di sostenibilità dei periodi amministrativi che iniziano in data 1° gennaio 2024 o successivamente.

Assirevi, ulteriormente, ha approvato il Documento di Ricerca n. 260 recante “La relazione della società di revisione indipendente sulla rendicontazione di sostenibilità predisposta in via volontaria”.

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