Reclamo avverso l'ordinanza di estinzione della procedura esecutiva per omessa pubblicazione sul Portale delle Vendite Pubbliche

Giuseppe Caramia

inquadramento

In tema di pubblicità delle vendite coattive, l'art. 490 c.p.c., norma di portata generale modificata dall'art. 13 del d.l. n. 83/2015 convertito con modificazioni dalla l. n. 132/2015, prevede l'obbligatorietà della pubblicazione degli avvisi di vendita sul portale delle vendite pubbliche (https://pvp.giustizia.it/pvp/).

Tale obbligo si riferisce a tutti gli avvisi di vendita emessi successivamente al 19 febbraio 2018. L'art. 18-bis del d.P.R. n. 115/2012 (Pubblicità sul portale delle vendite pubbliche) stabilisce un contributo per la pubblicazione di € 100,00 per ciascun lotto posto in vendita, solo se relativo ai beni immobili e ai mobili registrati.

Ai sensi dell'art. 161-quater disp. att. c.p.c. la pubblicazione sul portale è effettuata a cura del professionista delegato ovvero dal commissionario per i beni mobili e, in mancanza, dal creditore pignorante o dal creditore intervenuto munito di titolo esecutivo.

L'art. 631-bis c.p.c. introdotto dall'art. 13, comma 1 del citato d.l. n. 83/2015, prevede che l'omessa pubblicazione dell'avviso di vendita sul Portale per causa imputabile al creditore procedente o ai creditori intervenuti muniti di titolo esecutivo, comporta l'estinzione della procedura, salvo che l'omissione sia da imputare a malfunzionamento dei sistemi informatici del dominio giustizia, attestata dal responsabile dei sistemi informativi automatizzati del Ministero della giustizia.

L'ordinanza di estinzione del processo esecutivo pronunciata dal giudice per mancata pubblicazione sul PVP è reclamabile secondo le disposizioni di cui all'articolo 630, commi 2 e 3, c.p.c.

Formula

TRIBUNALE DI [1] ....

Sez. Esecuzioni Immobiliari

RECLAMO AVVERSO L'ORDINANZA DI ESTINZIONE DELLA PROCEDURA ESECUTIVA PRONUNCIATA EX ART. 631-BIS C.P.C.[2]

Per [3] .... rappresentato e difeso dall'Avv. ...., come da mandato già conferito in data [4] .... (ovvero come da mandato in calce al presente atto) [5];

PREMESSO

– che con atto di pignoramento del [6] .... è stata promossa la procedura esecutiva n. [7] .... da parte di [8] .... e nei confronti di [9] ....;

– che con ordinanza del [10] .... il giudice dell'esecuzione ha disposto la vendita del cespite staggito, delegando le operazioni di vendita all'Avv./Dott. [11] ....;

– che la medesima ordinanza di vendita, ai fini dell'obbligatoria pubblicazione dell'avviso di vendita sul Portale delle Vendite Pubbliche, onera il creditore procedente di effettuare tempestivamente il versamento del contributo necessario per tale pubblicazione, consegnando al delegato copia della ricevuta telematica (RT) in formato xml entro il termine di .... giorni prima della vendita (ovvero onera il creditore procedente di versare sul conto corrente intestato alla procedura la provvista necessaria per consentire al delegato di effettuare il pagamento del contributo per la pubblicazione sul PVP, ovvero prevede che il fondo spese disposto dal giudice possa essere utilizzato dal delegato anche per il pagamento del contributo di pubblicazione sul portale ministeriale);

– che all'esito della istanza depositata dal delegato e mai comunicata, il giudice dell'esecuzione, senza sentire le parti, ha disposto l'estinzione della procedura esecutiva ai sensi dell'art. 631-bis c.p.c.;

– che, tuttavia, prima di dichiarare l'eventuale estinzione della procedura esecutiva è necessario sentire le parti in udienza ai sensi del combinato disposto degli artt. 485 c.p.c. e 172 disp. att. c.p.c.;

– che, invero, se fosse stata fissata la suddetta udienza, si sarebbe potuto dare conto del fatto che non è stato possibile effettuare il pagamento del contributo de quo, nei termini indicati in ordinanza, a causa del malfunzionamento dei servizi informatici idonei a consentire il pagamento telematico, come attestato dal responsabile dei sistemi informativi automatizzati del Ministero della giustizia, pubblicata sul sito [12] ....;

– che, pertanto, l'ordinanza di estinzione reclamata presenta evidenti profili di illegittimità;

TUTTO CIò PREMESSO

ai sensi dell'art. 630 c.p.c., come richiamato dall'art. 631-bis c.p.c. si propone reclamo avverso la suddetta ordinanza e se ne chiede la revoca, disponendo, per l'effetto, la prosecuzione della procedura esecutiva.

Luogo e data ....

Firma Avv. [13] ....

[1]Indicare il Tribunale presso il quale pende la procedura esecutiva dichiarata estinta.

[2]Il ricorso andrà redatto e firmato digitalmente dal difensore al fine di procedere al deposito telematico dello stesso.

[3]Indicare il nominativo e i dati personali del reclamante. Legittimati a proporre il reclamo sono le parti del processo esecutivo e qualunque terzo che ritenga di essere pregiudicato dall'atto contestato.

[4]Nel caso in cui il reclamante sia già costituito ed il mandato conferito comprenda anche il reclamo avverso gli atti del giudice, si farà riferimento a tale mandato.

[5]Ai sensi dell'art. 83 c.p.c. la procura si considera apposta in calce anche se rilasciata su documento informatico separato sottoscritto con firma digitale e congiunto all'atto cui si riferisce. Se la procura alle liti è stata conferita su supporto cartaceo, il difensore che si costituisce attraverso strumenti telematici ne trasmette la copia informatica autenticata con firma digitale, nel rispetto della normativa, anche regolamentare, concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici e trasmessi in via telematica.

[6]Indicare gli estremi del pignoramento.

[7]Indicare gli estremi della procedura esecutiva.

[8]Indicare il creditore procedente.

[9]Indicare l'esecutato.

[10]Indicare la data dell'ordinanza di vendita e la data della sua comunicazione alle parti costituite se pronunciata fuori dell'udienza.

[11]Indicare i dati del professionista delegato.

[12]Allegare relativa documentazione.

[13]Firmato digitalmente.

commento

L'art. 631-bis c.p.c. regola l'omessa pubblicazione dell'avviso di vendita sul Portale delle Vendite Pubbliche, richiesto dalla norma generale di cui all'art. 490, comma 1 c.p.c., prevendendo l'estinzione della procedura esecutiva se tale omissione è da imputare alla condotta del creditore procedente o dei creditori intervenuti muniti di titolo esecutivo. Il riferimento anche ai creditori titolati, è giustificato dalla circostanza che solo questi ultimi possono dare impulso all'esecuzione forzata.

Pacificamente si ritiene che la norma abbia introdotto una ulteriore ipotesi di estinzione tipica della procedura come si ricava vuoi dall'essere inserita nella parte del codice di rito afferente all'estinzione del processo, vuoi per l'espresso rinvio alle norme dell'art. 630, commi 2 e 3 c.p.c. (rilievo officioso, operatività di diritto della causa di estinzione, reclamabilità dinanzi al collegio del provvedimento che dichiara l'estinzione ovvero rigetta la relativa eccezione).

Va precisato che la previsione della estinzione è applicabile esclusivamente al caso di inadempimento afferente alla pubblicazione dell'avviso sul portale delle vendite pubbliche, rimanendo estranee alla fattispecie estintiva tutte le omissioni riguardanti gli altri adempimenti pubblicitari previsti dalla legge o disposti dal giudice ai sensi dell'art. 490 comma 3, c.p.c. L'eventuale inosservanza di tali formalità pubblicitarie potrà rilevare come vizio dell'eventuale aggiudicazione, da contestare col rimedio specifico di cui all'art. 591-ter c.p.c., e del successivo decreto di trasferimento da opporre con lo strumento generale di contestazione degli atti del giudice dell'esecuzione previsto dall'art. 617 c.p.c.

Come detto, la declaratoria di estinzione rinviene dalla mancata pubblicazione sul portale ministeriale per causa imputabile ai creditori titolati; tuttavia, l'art. 161-quater disp. att. c.p.c. onera di tale incombente il professionista delegato ovvero il commissionario per i beni mobili e solo in mancanza di queste figure vi dovrà provvedere direttamente il creditore pignorante o qualunque altro creditore intervenuto munito di titolo esecutivo. Quindi, parrebbe che la fattispecie estintiva, là dove imputa la causa di estinzione alla condotta omissiva dei creditori titolati, possa configurarsi solo nella ormai residuale ipotesi in cui le operazioni di vendita non vengano delegate ed ai relativi adempimenti pubblicitari debbano provvedere direttamente i creditori.

In realtà, è plausibile ritenere che la norma debba essere intesa nel senso che l'estinzione per omessa pubblicità vada pronunciata tutte le volte in cui il creditore procedente o quelli intervenuti muniti di titolo esecutivo hanno omesso di riscontrare, alla stregua di quanto previsto nell'ordinanza di delega, la richiesta del professionista delegato di provvedere direttamente ed in via di anticipazione al pagamento del contributo di pubblicazione ovvero di fornire allo stesso delegato la necessaria provvista, salvo questa non sia compresa nel fondo spese disposto a monte con l'ordinanza di vendita.

Invero, autorevole dottrina sostiene che il legislatore ha voluto subordinare la prosecuzione della espropriazione ad una specifica ed ulteriore manifestazione di interesse dei creditori titolati, da acclarare mediante tale pagamento in occasione di ciascun esperimento di vendita. Questa chiave di lettura consente di affermare che in nessun caso il delegato potrà sostituirsi al creditore titolato, utilizzando per il pagamento del contributo risorse della procedura che non siano state costituite dai creditori in quanto così operando verrebbe meno quella necessaria manifestazione di interesse che la norma richiede.

Infine, è da dire che l'estinzione della procedura esecutiva ai sensi dell'art. 631-bis c.p.c., deve essere preceduta da una udienza fissata ai sensi dell'art. 485 c.p.c. e 172 disp. att. c.p.c. al fine di sentire le parti. Come osservato dalla Corte di legittimità, tale disciplina è funzionale a dare attuazione ai principi del giusto processo anche nel procedimento esecutivo, consentendo il dispiegarsi del principio del contraddittorio tutte le volte in cui il giudice debba decidere su posizioni giuridicamente protette.

Invero, con il d.l. n. 83/2015 è stata introdotta la norma in esame in virtù della quale, se nel termine stabilito dal giudice dell'esecuzione, non è effettuata la pubblicazione sul portale delle vendite telematiche, per causa imputabile al creditore procedente o ad un creditore titolato (e non anche, quindi, al professionista delegato), e salvo che ciò derivi da un mancato funzionamento dei sistemi informatici del dominio giustizia, il giudice dichiara anche d'ufficio, l'estinzione del processo esecutivo, con provvedimento che sarà, alla stregua di quanto espressamente precisato, assoggettato al rimedio del reclamo al collegio ex art. 630 c.p.c. Invero, quest'ultima disposizione appresta il generale strumento di contestazione dei provvedimenti di estinzione tipici della procedura esecutiva. In sostanza, anche la collocazione della nuova norma subito dopo l'art. 631, fa ritenere che si tratti di una forma di inattività processuale che conduce all'estinzione del procedimento.

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