Richiesta all'Ufficiale giudiziario di procedere alla ricerca dei beni da pignorare con modalità telematicheinquadramentoLa disposizione disciplina la ricerca con modalità telematiche dei beni da pignorare, nell'obiettivo di consentire al creditore, reso edotto della consistenza dei beni e crediti del debitore, di scegliere la procedura esecutiva più efficiente e satisfattiva. Nell'assetto attuale – come modificato dal d.lgs. n. 149/2022 – il creditore, munito di titolo esecutivo e di precetto, si rivolge (direttamente) all'ufficiale giudiziario richiedendo allo stesso la ricerca dei beni da pignorare con modalità telematiche. L'autorizzazione del Presidente del Tribunale – che prima della riforma costituiva la regola – è ora ipotesi contemplata nel solo caso in cui l'autorizzazione sia richiesta prima della notificazione del precetto o prima che sia decorso il termine di cui all'art. 482 c.p.c., se vi è pericolo nel ritardo. L'ufficiale giudiziario effettua le ricerche telematiche nelle banche dati delle pubbliche amministrazioni, compreso l'archivio dei rapporti finanziari, e in quelle degli enti previdenziali. Se a seguito delle ricerche individua un bene o credito pignorabile del debitore, procede direttamente a pignoramento. Quando le strutture tecnologiche, necessarie a consentire l'accesso diretto da parte dell'ufficiale giudiziario alle banche dati sopra citate e a quelle individuate dall'art. 155-quater, comma 1 c.p.c., non sono funzionanti, l'ufficiale giudiziario attesta che l'accesso diretto alle suddette banche dati non è attuabile e l'istante, con questa attestazione o con l'autorizzazione del Presidente del Tribunale (ai sensi dell'art. 492-bis, comma 2 c.p.c.), ove necessaria, può ottenere dai gestori delle banche dati le informazioni nelle stesse contenute. FormulaALL'UNEP ADDETTO AL TRIBUNALE DI .... (ART. 492-BIS, COMMA 1, C.P.C.) ISTANZA PER LA RICERCA CON MODALITÀ TELEMATICHE DEI BENI DA PIGNORARE. Il sottoscritto Avv. ...., in qualità di procuratore di .... [1], giusta procura in calce al presente atto, indirizzo email/PEC .... [2]; ESPONE CHE – il/la Sig./ra .... [3] ha notificato a .... [4] il titolo esecutivo, costituito da .... [5], e il precetto in data ....; – è decorso il termine dilatorio di cui all'art. 482 c.p.c.; e pertanto, al fine di reperire i beni e i crediti del debitore da sottoporre a esecuzione forzata, CHIEDE CHE – la S.V. acceda alle banche dati delle Pubbliche Amministrazioni o alle quali le stesse possono accedere: Agenzia delle Entrate, anagrafe tributaria, enti Previdenziali, archivio dei rapporti finanziari, comprese quelli relative ai rapporti intrattenuti dal debitore con istituti di credito e datori di lavoro o committenti, per l'acquisizione di tutte le informazioni rilevanti per l'individuazione di cose e crediti da sottoporre ad esecuzione, Agenzia Regionale/provinciale per il lavoro, così procedendo alla ricerca con modalità telematiche dei beni da pignorare. Si depositano: – Titolo esecutivo. – Atto di precetto. Luogo e data .... Sottoscrizione avvocato .... PROCURA Delego a rappresentarmi e difendermi con riguardo alla redazione del presente atto ed alla successiva esecuzione forzata e agli eventuali giudizi di opposizione l'Avv. ...., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ...., via .... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge. Per autentica della sottoscrizione .... [1]Inserire dati del creditore istante. [2]La PEC è obbligatoria nel caso si voglia procedere a pignoramento presso terzi. [3]Creditore. [4]Debitore. [5]Indicare il titolo esecutivo. commentoL'istanza per la ricerca con modalità telematiche dei beni da pignorare ex art. 492-bis c.p.c. va rivolta direttamente all'Ufficiale giudiziario addetto al Tribunale del luogo in cui il debitore ha la residenza, il domicilio, la dimora o la sede, soltanto dopo che sia decorso il termine di cui all'art. 482 c.p.c. Deve contenere l'indicazione dell'indirizzo di posta elettronica ordinaria del difensore e, ai fini di ottenere la dichiarazione del terzo ai sensi dell'art. 547 c.p.c., dell'indirizzo di posta elettronica certificata o servizio elettronico di recapito certificato qualificato. Invece, prima della notificazione del precetto ovvero prima che sia decorso il termine di cui all'art. 482 c.p.c., se vi è pericolo nel ritardo, può rivolgersi istanza al Presidente del Tribunale del luogo in cui il debitore ha la residenza, il domicilio, la dimora o la sede, affinché autorizzi l'Unep alla ricerca telematica dei beni da pignorare. In dette ipotesi, il creditore istante dovrà indicare le ragioni per le quali sussiste il pericolo nel ritardo, tale da giustificare la proposizione della istanza ante tempus, fermo restando che sarà il Presidente a valutare la sussistenza o meno del presupposto dell'urgenza. In sede di ricerca con modalità telematiche dei beni da pignorare l'ufficiale giudiziario accede con collegamento diretto ai dati contenuti nelle banche dati delle pubbliche amministrazioni e, in particolare, nell'anagrafe tributaria, compreso l'archivio dei rapporti finanziari, e in quelle degli enti previdenziali, per l'acquisizione di tutte le informazioni rilevanti per l'individuazione di cose e crediti da sottoporre ad esecuzione, comprese quelle relative ai rapporti intrattenuti dal debitore con istituti di credito e datori di lavoro o committenti. L'art. 155-ter, comma 1 disp. att. c.p.c. (che rinvia all'art. 165 disp. att. c.p.c.) prevede, poi, che al momento della richiesta del pignoramento il creditore può dichiarare che intende partecipare personalmente alle operazioni, la cui data ed ora dovrà quindi essere comunicata allo stesso dall'ufficiale giudiziario con almeno tre giorni di preavviso. L'ufficiale giudiziario viene incentivato allo svolgimento di tali ricerche con la previsione di uno specifico compenso ulteriore. L'ammontare di tale compenso è stabilito dal giudice dell'esecuzione in misura percentuale sul valore dei beni pignorati, con maggiorazione nel caso in cui i beni e crediti siano stati individuati mediante la ricerca telematica secondo i criteri stabiliti dall'art. 122 d.P.R. n. 1229/1959, come modificato dal d.l. n. 132/2014. Tale compenso rientra tra le spese del debitore in base alla regola generale di cui all'art. 95 c.p.c. e, quindi, resta in linea di principio a carico dello stesso, salva l'ipotesi di estinzione o di chiusura anticipata del processo esecutivo per infruttuosità nella quale, in applicazione dei principi consolidati in materia, è stato previsto che il compenso rimanga a carico del creditore. Terminate le operazioni, l'Ufficiale giudiziario redige processo verbale nel quale indica le banche dati interrogate e gli esiti e ne dà comunicazione al creditore istante. Procede poi a pignoramento munito di titolo esecutivo e precetto (nel caso in cui sia stata richiesta autorizzazione al Presidente del Tribunale per procedere prima della notifica del precetto, questo sarà consegnato o trasmesso all'U.G. prima che si proceda al pignoramento). Possono presentarsi, a seconda dell'esito della ricerca, diverse situazioni. In primo luogo, potrebbe darsi che la ricerca abbia consentito di individuare beni del debitore o crediti che si trovino al di fuori del territorio di competenza degli ufficiali giudiziari: in tale ipotesi l'ufficiale giudiziario rilascerà copia autentica del verbale al creditore, il quale dovrà presentarla, unitamente all'istanza di pignoramento, all'ufficiale giudiziario territorialmente competente, entro 15 giorni dal rilascio del verbale, a pena di inefficacia della richiesta originaria. L'esito della ricerca può, però, essere negativo: in tal caso l'ufficiale giudiziario intima al debitore di indicare entro 15 giorni il luogo in cui si trova, avvertendolo che l'omessa o la falsa comunicazione è punita a norma dell'art. 388, comma 6 c.p. Se l'accesso ha consentito di individuare crediti del debitore o cose di quest'ultimo che sono nella disponibilità di terzi, l'ufficiale giudiziario notifica d'ufficio, ove possibile a mezzo PEC, al debitore e al terzo il verbale, che dovrà anche contenere l'indicazione del credito per cui si procede, del titolo esecutivo e del precetto, dell'indirizzo PEC o servizio elettronico di recapito certificato qualificato, del luogo in cui il creditore ha eletto domicilio o ha dichiarato di essere residente, dell'ingiunzione, dell'invito e degli avvertimenti al debitore previsti per l'atto di pignoramento dall'art. 492 c.p.c., nonché l'intimazione al terzo di non disporre delle cose o delle somme dovute, nei limiti dell'importo del credito aumentato della metà. Tale verbale è notificato al terzo per estratto, contenente esclusivamente i dati a quest'ultimo riferibili. Qualora, invece, l'ufficiale giudiziario ha individuato più beni o crediti del debitore la scelta dell'oggetto del pignoramento è rimessa al creditore ed, in difetto di esercizio della stessa entro 10 giorni dalla comunicazione da parte dell'ufficiale giudiziario, la richiesta di pignoramento diverrà inefficace ex art. 155-ter, comma 2 disp. att. c.p.c. È ragionevole ritenere che la scelta al creditore sia rimessa solo quando siano stati rinvenuti beni o crediti del debitore che superino l'importo della somma pignorata maggiorata della metà, non avendo tale interpello alcun senso qualora il valore dei diversi e crediti rinvenuti sia complessivamente inferiore a detto importo per i quali, pertanto, l'ufficiale giudiziario potrà procedere direttamente al pignoramento. Tale peculiare forma di pignoramento c.d. d'ufficio (per certi versi analogo al pignoramento esattoriale) si caratterizza perché lo stesso, pur corredato dall'ingiunzione al debitore e dall'ammonimento al terzo in ordine agli obblighi di custodia della somma o credito oggetto di pignoramento, sarà privo delle indicazioni afferenti la c.d. vocatio in jus. L'apposizione del vincolo di indisponibilità sui crediti del debitore o sulle cose dello stesso in possesso di terzi ha luogo per mezzo della notificazione al debitore ed al terzo del verbale che dà atto delle operazioni di ricerca ed individuazione dei beni, quindi forma analoga al pignoramento diretto. Una volta che l'ufficiale giudiziario, notificato il pignoramento, consegna l'atto nelle mani del creditore quest'ultimo, nel termine previsto dall'art. 501 c.p.c., dovrà fare istanza di vendita o di assegnazione. Sempre frutto della riforma c.d. Cartabia è la previsione della c.d. clausola di salvaguardia in caso di mancato funzionamento delle strutture tecnologiche necessarie a consentire l'accesso diretto da parte dell'ufficiale giudiziario alle banche dati telematiche per la ricerca dei beni da pignorare: in tal caso l'ufficiale giudiziario attesta che l'accesso diretto alle suddette banche dati non è attuabile. E il creditore, munito di tale attestazione o con l'autorizzazione del Presidente del Tribunale (che, ove prevista, deve ritenersi possa contenere dunque anche quella che consente all'istante di accedere direttamente alle banche dati in questione) può ottenere dai gestori delle banche dati le informazioni nelle stesse contenute. Ancora poi, la legge di riforma ha introdotto i commi 3 e 10 della noma in commento che prevedono che, dalla proposizione dell'istanza all'U.G. di ricerca dei beni da pignorare o da quella di autorizzazione al Presidente, il termine di efficacia del precetto (di 90 giorni dalla sua notificazione ai sensi dell'art. 481, comma 1, c.p.c.) è sospeso ipso iure fino alla comunicazione dell'ufficiale giudiziario di non aver eseguito le ricerche per mancanza dei presupposti o al rigetto da parte del Presidente del Tribunale dell'istanza, ovvero fino alla comunicazione del processo verbale di conclusione della ricerca telematica. Nel caso di sospensione del termine, il creditore deve depositare, a pena di inefficacia del pignoramento, con la nota d'iscrizione a ruolo e al fine di consentire la verifica del rispetto del termine di efficacia del precetto, l'istanza all'U.G., l'autorizzazione del Presidente del Tribunale (quando è prevista), nonché la comunicazione del verbale di fine operazioni, o ancora la comunicazione dell'ufficiale giudiziario di non aver eseguito le ricerche per mancanza dei presupposti o il provvedimento del Presidente del Tribunale di rigetto dell'istanza (il tutto con le modalità e nei termini di cui agli artt. 518, comma 6, 543, comma 4, e 557, comma 2). La ratio della sospensione del termine di cui all'art. 481 c.p.c. va individuata nell'esigenza da un lato di sollevare il creditore dall'onere di notificare – nelle more del procedimento di ricerca telematica dei beni da pignorare – nuovamente l'atto di precetto decorsi 90 gg, e dall'altro di evitare al debitore un ingiustificato giudizio di opposizione a precetto art. 615 del c.p.c. |