offerta di acquisto telematica per vendita sincrona, asincrona e mistainquadramentoPer effetto della riforma attuata dal d.l. n. 132/2014 convertito con l. n. 162/2014, il sistema delle vendite coattive delineato dall'art. 569, comma 3 c.p.c., si svolge normalmente senza incanto in quanto la modalità con incanto, regolata dall'art. 576 c.p.c., è rimasta estremamente residuale dovendo il giudice ricorrervi solo nella ipotesi remota in cui la vendita possa aver luogo ad un prezzo superiore della metà rispetto al valore del bene, determinato a norma dell'art. 568 c.p.c. Il regolamento per partecipare alla vendita mediante la presentazione della offerta è contenuto, in prima battuta, negli art. 571, comma 1 e art. 579, comma 1, c.p.c. e, in secondo luogo, nell'avviso di vendita il cui contenuto è dettato dall'ordinanza di vendita; come noto quest'ultimo atto contiene, di regola, la delega delle operazioni ad un professionista scelto tra gli iscritti nell'elenco previsto dall'art. 179-ter disp. att. c.p.c. È bene considerare che l'ordinanza di vendita rappresenta la lex specialis di ciascun esperimento di vendita afferente alla singola procedura esecutiva e, di conseguenza, il suo contenuto è vincolante per tutte le parti che partecipano al processo di liquidazione coattiva, compresi gli eventuali offerenti. commentoPrincipi generali Al fine di efficientare le procedure di liquidazione coattiva, soprattutto ridimensionandone i tempi, il legislatore del d.l. n. 83/2015 convertito, con modificazioni, dalla l. n. 132/2015, ha completato la riforma della disciplina della vendita nelle esecuzioni immobiliari introducendo quella che, con espressione felice di autorevole studioso, è stata definita offerta outlet: oggi è possibile presentare offerte di acquisto per un importo pari al 75% del prezzo base indicato per ciascun esperimento di vendita, prevedendo che nell'avviso di vendita si faccia espressa indicazione dell'importo dell'offerta minima ammissibile oltre che del prezzo base. Invero, il riformato art. 571, comma 2 c.p.c. – applicabile a tutte le vendite disposte o rifissate con ordinanza del giudice a far data dal 27 giugno 2015 – prevede che l'offerta non è efficace se è inferiore di oltre un quarto al prezzo stabilito nell'ordinanza di vendita. L'offerta telematica L'altro aspetto su cui si è concentrato il legislatore al fine di migliorare la performance di funzionalità delle procedure, strettamente connesso con l'introduzione del Portale delle Vendite Pubbliche (https://pvp.giustizia.it/pvp/), è la previsione contenuta nell'art. 569, comma 4 c.p.c., come novellato dall'art. 4, comma 3 del d.l. n. 59/2016 convertito con modificazioni dalla l. n. 119/2016: il giudice stabilisce, salvo che sia pregiudizievole per gli interessi dei creditori o per il sollecito svolgimento della procedura, che il versamento della cauzione, la presentazione delle offerte, lo svolgimento della gara tra gli offerenti nonché il pagamento del prezzo, siano effettuati con modalità telematiche, nel rispetto della normativa regolamentare di cui all'art. 161-ter delle disposizioni per l'attuazione del codice di rito. Tale ultima disposizione prevede che il Ministro della giustizia adotti con proprio decreto le regole tecnico-operative per lo svolgimento della vendita di beni mobili e immobili mediante gara telematica nei casi previsti dal codice, nel rispetto dei principi di competitività, trasparenza, semplificazione, efficacia, sicurezza, esattezza e regolarità delle procedure telematiche. Il regolamento recante «le regole tecniche e operative per lo svolgimento della vendita dei beni mobili e immobili con modalità telematiche nei casi previsti dal codice di procedura civile, ai sensi dell'art. 161-ter delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile» è stato emanato con d.m. n. 32/2015. In seguito, accertata la piena funzionalità del portale ministeriale (PVP), le vendite coattive – a far data dal10 aprile 2018 – devono svolgersi obbligatoriamente con modalità telematica, salvo che il giudice dell'esecuzione ritenga tale modalità pregiudizievole «per gli interessi dei creditori» o per «il sollecito svolgimento della procedura». Sebbene la norma ponga evidentemente la modalità telematica come regola, relegando quella analogica ad eccezione, è da dire che molti tribunali hanno fatto ricorso alla clausola di salvaguardia a favore di quest'ultima modalità, ritendo ex se quella telematica pregiudizievole per gli interessi dei soggetti coinvolti nella procedura esecutiva. Al riguardo, è stato sostenuto che il giudice dell'esecuzione, per derogare alla regola della vendita telematica, dovrà specificatamente motivare nell'ordinanza di vendita le ragioni che hanno concretamente determinato la scelta in favore della vendita “tradizionale”; in mancanza l'ordinanza di vendita è suscettibile di opposizione agli atti ai sensi dell'art. 617 c.p.c. Le modalità di vendita telematica previste dal d.m. n. 32/2015 sono tre e cioè: – la vendita sincrona (o in tempo reale) telematica è la modalità di svolgimento dell'incanto o della gara nella vendita immobiliare senza incanto, in cui i rilanci vengono formulati esclusivamente in via telematica nella medesima unità di tempo e con la simultanea connessione del giudice o del referente della procedura e di tutti gli offerenti. Offerta e domanda di partecipazione all'incanto possono formularsi soltanto in via telematica; – la vendita sincrona mista è la modalità di svolgimento dell'incanto o della gara nella vendita immobiliare senza incanto, in cui offerta e domanda di partecipazione possono formularsi sia con modalità digitale che su supporto analogico e parimenti i rilanci possono essere formulati, nella medesima unità di tempo, sia in via telematica sia comparendo innanzi al giudice o al referente della procedura; – la vendita asincrona è la modalità in cui la gara nella vendita immobiliare senza incanto si svolge con rilanci formulati esclusivamente in via telematica, in un lasso temporale predeterminato e senza la simultanea connessione del giudice o del referente della procedura. Tra le modalità suddette, quella maggiormente applicata dai tribunali all'indomani della piena operatività della vendita telematica è stata la mista in quanto ritenuta più idonea, almeno in una prima fase, a consentire un graduale passaggio alla nuova modalità di vendita, permettendo la presentazione di offerte tanto in via telematica quanto su supporto analogico mediante deposito in cancelleria o presso il delegato. La stessa, tuttavia, presenta degli inconvenienti dal punto di vista della gestione della vendita, dovendo il delegato far fronte contestualmente alle offerte telematiche e a quelle analogiche: il d.m. n. 32/2015 prevede che i rilanci effettuati in via telematica devono essere riportati nel portale del gestore della vendita telematica e resi visibili a coloro che partecipano personalmente alle operazioni di vendita così come i rilanci effettuati da questi ultimi devono essere riportati nel portale del gestore della vendita telematica e resi visibili ai partecipanti in via telematica. Inoltre, è evidente che tale sistema tende a svilire la finalità di trasparenza propria della vendita telematica in quanto la presenza fisica degli offerenti la rende inidonea a scongiurare il rischio di turbative d'asta. Ad ogni buon conto, è certo che la situazione emergenziale dovuta alla diffusione del Covid 19 ha imposto un drastico cambiamento rispetto alle modalità di vendita disposte dagli Uffici, dovendo preferirsi quella telematica sincrona o asincrona, in quanto tutte le operazioni – versamento della cauzione, presentazione delle offerte, svolgimento della gara tra gli offerenti e pagamento del saldo – avvengono esclusivamente in modalità telematica, evitando quei contatti sociali che cagionano la diffusione del virus e che evidentemente si hanno nella vendita tradizionale o nella sincrona mista. Sul punto, si registra il recepimento delle suddette considerazioni da parte del Consiglio Superiore della Magistratura il quale con delibera plenaria del 4 giugno 2020 ha approvato le linee guida per l'organizzazione del settore delle procedure esecutive e concorsuali nella “fase 2” dell'emergenza Covid-19, precisando che «particolarissima attenzione andrà posta nella gestione degli esperimenti di vendita con modalità non telematiche ovvero con modalità telematiche miste da parte del professionista delegato, poiché le disposizioni emesse, prima della pandemia, nell'ordinanza di delega e nel relativo avviso non tengono conto della necessità di evitare il rischio di contagio nella attività di presentazione delle offerte, partecipazione all'asta e versamento del saldo prezzo. Viceversa, la vendita telematica sincrona o asincrona non appare problematica, in quanto consente lo svolgimento di tutto il sub-procedimento da remoto e si palesa perciò lo strumento più adeguato nella attuale situazione epidemica». Invero nelle altre due modalità di vendita, sincrona telematica o asincrona, l'offerta d'acquisto dovrà essere redatta esclusivamente in via telematica. In particolare, una volta individuato il bene di interesse sul Portale delle Vendite Pubbliche, per partecipare a quella vendita telematica è necessario presentare l'offerta tramite il modulo web “Offerta Telematica” presente sul portale stesso, utilizzando obbligatoriamente sia una casella di posta elettronica certificata che la firma digitale. Al fine della corretta compilazione della offerta telematica, il Ministero della Giustizia ha redatto un manuale utente reperibile sul sito http://pst.giustizia.it/PST/resources/cms/documents/Manuale ....utente ....presentazione ....Offerta ....telematica ....PVP ....23112018.pdf. Una volta individuato il lotto, il format ministeriale di compilazione della offerta telematica richiede l'identificazione del soggetto persona fisica che compila l'offerta, detto presentatore, che non necessariamente coincide con l'offerente. L'offerta è redatta e cifrata mediante un software realizzato dal Ministero, messo a disposizione degli interessati da parte del gestore della vendita. Preliminarmente, il sistema richiede l'identificazione dell'offerente cioè di colui che materialmente provvede all'invio telematico della offerta, analogamente a quanto avviene nella vendita tradizionale dove chi presenta il plico può essere soggetto diverso dall'offerente. Tuttavia, mancando chi fisicamente individua il presentatore, non essendo l'offerta consegnata al delegato o al cancelliere, il regolamento ha previsto due strumenti di identificazione: – utilizzo di una casella di posta elettronica certificata per la vendita telematica (c.d. PEC id), richiesta dalla persona fisica o giuridica che intende formulare l'offerta, le cui credenziali di accesso sono rilasciate, previa identificazione del richiedente, da parte di un gestore di PEC iscritto in un apposito registro ministeriale. In questo caso la trasmissione sostituisce la firma elettronica dell'offerta, in quanto quella casella PEC identifica esattamente l'offerente; – utilizzo di una qualsiasi casella PEC, anche non identificativa e anche appartenente ad un soggetto diverso da chi intende presentare la domanda. In tal caso l'offerta dovrà essere firmata digitalmente dall'offerente. Va detto che la prima modalità non è per il momento praticabile in quanto, ad oggi, nessun gestore di posta elettronica certificata rilascia PEC id (caselle di posta elettronica certificata identificativa). Quindi, attualmente, è possibile inviare l'offerta sottoscritta con firma digitale unicamente a mezzo di casella di posta elettronica certificata non identificativa. Tale sistema presenta evidenti criticità legate al fatto che, non essendo necessaria la coincidenza tra presentatore titolare della PEC e offerente firmatario, è ben possibile che il presentatore presenti una pluralità di offerte per conto di diversi offerenti in relazione alla medesima vendita, con conseguente pregiudizio per la trasparenza delle vendite e possibili turbative. Al fine di prevenire questa criticità alcuni Tribunali, opportunamente, prevedono in ordinanza che offerente e presentatore siano la stessa persona. Si registra anche l'orientamento di alcuni Tribunali di prevedere che anche il presentatore telematico, ove soggetto diverso dall'offerente, sia munito di procura sostanziale rilasciata da quest'ultimo. Il regolamento disciplina, inoltre, (art. 12, commi 4 e 5) l'ipotesi in cui l'offerta di acquisto sia presentata congiuntamente da più soggetti, prescrivendo che in tal caso la trasmissione della domanda da parte del titolare della casella di posta elettronica sia accompagnata dall'allegazione della procura, anche in copia per immagine, rilasciatagli dagli altri offerenti. Trattasi di procura sostanziale e, quindi, dovrà necessariamente essere redatta nelle forme dell'atto pubblico o della scrittura privata autenticata da allegare anche in copia per immagine; inoltre, se l'offerta è sottoscritta digitalmente, la procura va rilasciata a colui che ha sottoscritto l'offerta. Il contenuto della domanda di partecipazione alla vendita telematica è rigidamente indicato nel format ministeriale e prevede l'inserimento di tutte le indicazioni di cui all'art. 12 d.m. n. 32/2015: a) i dati identificativi dell'offerente, con l'espressa indicazione del codice fiscale o della partita IVA; b) l'ufficio giudiziario presso il quale pende la procedura; c) l'anno e il numero di ruolo generale della procedura; d) il numero o altro dato identificativo del lotto; e) la descrizione del bene; f) l'indicazione del referente della procedura; g) la data e l'ora fissata per l'inizio delle operazioni di vendita; h) il prezzo offerto e il termine per il relativo pagamento, salvo che si tratti di domanda di partecipazione all'incanto; i) l'importo versato a titolo di cauzione; l) la data, l'orario e il numero di CRO del bonifico effettuato per il versamento della cauzione. Il CRO corrisponde all'insieme dei caratteri dal sesto al sedicesimo del TRN; m) il codice IBAN del conto sul quale è stata addebitata la somma oggetto del bonifico di cui alla lett. l); n) l'indirizzo della casella di posta elettronica certificata utilizzata per trasmettere l'offerta e per ricevere le comunicazioni previste; o) l'eventuale recapito di telefonia mobile ove ricevere le comunicazioni previste. Una volta completati tutti i passaggi richiesti dal sistema, prima dell'invio dell'offerta firmata, è necessario procedere al pagamento del bollo digitale; l'offerta nel frattempo è temporaneamente salvata, in un'area riservata, priva di bollo. Si noti che l'offerta può essere presentata anche senza bollo, in quanto la sua omissione non incide sulla validità dell'offerta, dando luogo alle procedure di recupero coatto, aggravi e sanzioni. Al termine della compilazione dell'offerta telematica, sul Portale ministeriale si visualizza il messaggio: «l'offerta è stata inserita correttamente». Tale messaggio si riferisce alla sola redazione dell'offerta che, affinché sia validamente presentata, deve essere necessariamente inviata tramite PEC all'indirizzo ministeriale: offertapvp.dgsia@giustiziacert.it Come indicato all'interno del Manuale Utente, onde evitare l'invalidazione tecnica dell'offerta da parte dei sistemi informatici ministeriali, è necessario che il file trasmesso tramite PEC sia quello denominato “offerta ....xxxxxxxxxx.zip.p7m” che viene restituito al termine della procedura di redazione dell'offerta sul portale ministeriale, senza alcun tipo di alterazione o modifica, anche se relativa alla sola denominazione. Il presentatore, quindi, recupera l'offerta completa (in formato p7m) e la trasmette all'indirizzo di posta elettronica certificata del Ministero offertapvp.dgsia@giustiziacert.it. L'offerta si intende depositata correttamente solo dopo che sia stata generata la ricevuta di avvenuta consegna da parte del gestore della PEC del Ministero della Giustizia, ricevuta che il presentatore ha diritto di richiedere ai sensi dell'art. 12, comma 4 del d.m. n. 32/2015. L'offerta per la vendita telematica ritualmente depositata viene automaticamente decifrata non prima di centottanta e non oltre centoventi minuti antecedenti l'orario fissato per l'inizio delle operazioni di vendita. La stessa offerta viene dal sistema inviata al gestore della vendita il quale, almeno trenta minuti prima dell'inizio delle operazioni di vendita, invia all'indirizzo di posta elettronica certificata indicato nell'offerta vuoi le credenziali di accesso al proprio portale, vuoi un invito a connettersi al portale stesso. Un ulteriore invito a connettersi per partecipare alle operazioni di vendita viene trasmesso dal gestore, a mezzo SMS, al recapito di telefonia mobile fornito nell'offerta (art. 16 d.m. n. 32/2015). Il presentatore si autentica al Portale del Gestore delle Vendite Telematiche con le credenziali ricevute e può visualizzare i documenti anonimi presentati da tutti i presentatori nonché partecipare alle operazioni di vendita relative all'esperimento di vendita per cui ha presentato l'offerta. Le verifiche preliminari che il delegato alla vendita dovrà compiere sono del tutto analoghe a quelle previste per la vendita analogica; in particolare, al fine di verificare il corretto versamento della cauzione nei termini previsti dall'ordinanza, dovrà avere la possibilità di consultare on line il conto corrente intestato alla procedura sul quale deve essere stata accreditata la somma. Circa le modalità di versamento della cauzione e del saldo prezzo, l'art. 14 del d.l. n. 83/2015, convertito con modificazioni, dalla l. n. 132/2015 ha introdotto l'art. 173-quinquies disp. att. c.p.c. ai sensi del quale il giudice può prevedere nell'ordinanza di vendita metodi alternatavi di versamento della cauzione e del saldo prezzo: carte di debito, di credito o prepagate o altri mezzi di pagamento disponibili nei circuiti bancario e postale, nonché mediante fideiussione autonoma, irrevocabile e a prima richiesta, rilasciata dai soggetti qualificati individuati dalla norma. Esaurite le attività preliminari di verifica, e in presenza di più offerte valide, il professionista delegato darà corso alla eventuale gara: se si tratta di vendita sincrona o sincrona mista, la stessa si svolgerà in tempo reale con rilanci esclusivamente telematici nel primo caso e anche analogici nel secondo, mentre in caso di vendita asincrona i rialzi dovranno essere formulati telematicamente attraverso il portale del gestore della vendita entro un lasso temporale predeterminato. L'art. 20 del suddetto d.m. n. 32/2015 disciplina, in generale, l'accesso al portale durante le operazioni di vendita, prevedendo che il gestore della vendita telematica debba assicurare, tramite il proprio portale, l'accesso degli offerenti ai dati contenuti nel documento informatico elaborato all'esito del deposito della offerta telematica, sostituendo i nominativi degli offerenti con pseudonimi o altri elementi distintivi in grado di assicurare l'anonimato. Il giudice, il referente della procedura ed il cancelliere possono comunque accedere a tutti i dati contenuti nell'offerta. Con specifico riferimento alla modalità sincrona mista in cui sono ammesse offerte sia telematiche che analogiche, l'art. 22 del regolamento dispone che i dati contenuti in quelle analogiche nonché i rilanci e le osservazioni dei partecipanti alle operazioni di vendita comparsi innanzi al giudice o al referente della procedura, debbano essere riportati nel portale del gestore della vendita telematica e resi visibili a coloro che partecipano alle operazioni di vendita con modalità telematiche. Diversamente, per le vendite asincrone, poiché gli offerenti non sono simultaneamente connessi, l'art. 24, comma 2 del d.m. prevede che il gestore comunichi ai partecipanti ogni rilancio all'indirizzo di posta elettronica indicato in sede di offerta e con SMS. Infine, il comma 3 dell'art. 24 stabilisce che al termine del lasso temporale fissato per lo svolgimento della gara, il gestore della vendita telematica comunica alla casella elettronica indicata nell'offerta e con SMS a tutti i partecipanti la maggiore offerta formulata e trasmette al giudice o al referente della procedura l'elenco dei rilanci e di coloro che li hanno effettuati. Ad ogni modo, quale che sia la modalità attraverso cui si è proceduto, secondo le disposizioni contenute dell'ordinanza di vendita, terminata la gara il giudice o il delegato provvede all'aggiudicazione o all'assegnazione, nei casi previsti dagli artt. 572,573 e 588 c.p.c. A seguito dell'entrata a regime delle vendite telematiche, l'uso di questo strumento ha fatto emergere i primi problemi applicativi che i Tribunali hanno risolto prevalentemente in sede di opposizione agli atti del delegato ex art. 591-ter c.p.c., impugnando il verbale di aggiudicazione. In particolare, la questione è sorta in sede di valutazione dell'offerta telematica, preliminarmente scartata dal sistema ministeriale e, pertanto, mai delibata dal professionista delegato, soggetto cui compete per legge ed al posto del giudice della esecuzione, verificare la conformità dell'offerta al modello legale. L'offerta telematica è redatta e cifrata mediante un software realizzato dal Ministero che genera il file «offerta ....xxxxxxxxxx.zip.p7m»; una volta che il file sarà inviato tramite PEC all'indirizzo ministeriale offertapvp.dgsia@giustiziacert.it, il sistema valuterà esclusivamente il file con tale estensione. Nella pratica è successo che l'offerente ha trasmesso un file con estensione diversa da quella prescritta, in un caso trattandosi, ad esempio, di «offerta ....xxxxxxxxxx.zip.(2)p7m» anziché di quella corretta «offerta ....xxxxxxxxxx.zip.p7m»; per effetto di tale difformità il sistema scartava automaticamente e all'insaputa dell'istante l'offerta che non veniva trasmessa al gestore della vendita e di conseguenza non era visionabile da parte del professionista delegato. Recepita tale problematica, attualmente il sistema Ministeriale di formulazione della offerta telematica non consente più l'invio della offerta non conforme al modello ministeriale. Al fine di verificare le ragioni della esclusione, il giudice dell'esecuzione alla stregua dei poteri ufficiosi previsti dall'art. 213 c.p.c., potrà chiedere al Ministero della Giustizia, Direzione Generale per i Sistemi Informativi Automatizzati l'acquisizione dei dati ed il contenuto del messaggio di posta elettronica certificata inviato dall'offerente, contenente l'offerta stessa e gli allegati (Trib. Larino 19 dicembre 2018; Trib. Napoli 6 marzo 2020). Ebbene, una volta che alla stregua delle suddette verifiche, è emerso che l'offerta è stata scartata dal sistema ministeriale solo perché il file presenta una estensione diversa da quella prescritta, tale esclusione è stata ritenuta illegittima dalla prevalente giurisprudenza di merito sino ad ora edita, valutando tale requisito formale non decisivo ai fini della valida formulazione della offerta; l'esclusione sarebbe giustificata solo nella diversa ipotesi in cui il sistema ministeriale abbia scartato l'offerta perché la stessa è completamente priva di un elemento essenziale quale la sottoscrizione digitale, non incidendo sulla validità della offerta neanche il fatto che la firma digitale abbia un formato diverso «PAdES» anziché «CAdES» o differenti estensioni rispetto a quelle previste (Cass. S.U., n. 10266/2018; Cass. n. 30927/2018). La suddetta conclusione prende le mosse da diversi elementi di valutazione offerti dal codice di rito e cioè a) la delibazione sulla offerta di acquisto è riservata dall'art. 572 c.p.c. esclusivamente al giudice della esecuzione ovvero al professionista delegato ai sensi dell'art. 591-bis c.p.c.; b) le ipotesi di inefficacia della offerta sono tassativamente previste dall'art. 571, comma 2. c.p.c. e le stesse devono intendersi di stretta applicazione stante il principio istituzionale per il quale la vendita coattiva deve avere la più ampia platea possibile di offerenti tanto che chiunque, tranne il debitore, potrà offrire. Per l'effetto, è da escludere che il sistema possa scartare l'offerta senza che la stessa sia stata verificata dal giudice o dal professionista delegato con la conseguenza che i Tribunali hanno ritenuto illegittima tale esclusione operata dal sistema ministeriale, ammettendo l'offerta rifiutata e rinnovando la gara tra tutti gli offerenti. Per completezza, si segnala la differente soluzione adottata da alcuni Tribunali i quali, invece, ritiene che le norme tecniche per la formulazione della offerta telematica abbiano carattere cogente in quanto la procedura di formazione e criptazione dell'offerta è funzionale ad assicurare il rispetto dei principi di «competitività, trasparenza, semplificazione, efficacia, sicurezza, esattezza e regolarità delle procedure telematiche» di cui all'art. 161-ter disp. att. c.p.c. Partendo da tale premessa, si afferma che l'inosservanza delle disposizioni tecniche determinano la nullità della offerta ai sensi dell'art. 156, comma 2 c.p.c., sicché l'offerta è invalida se il relativo file presenta una estensione difforme da quella prevista dalle specifiche tecniche. (Trib. Avellino 23 ottobre 2020 e nello stesso senso Trib. Taranto 9 novembre 2021). I soggetti legittimati alla presentazione della offerta Va detto che anche per la vendita telematica, non tutti sono legittimati ad offrire. Come noto, infatti, gli artt. 571 e 579 c.p.c. estendono la legittimazione a proporre l'offerta di acquisto a chiunque interessato, fatta eccezione per il solo debitore il cui acquisto sarebbe affetto da nullità assoluta; ne consegue che offerente potrà essere anche il terzo proprietario dei beni pignorati ovvero la società di capitali di cui il debitore sia legale rappresentante, casi tutti in cui chi offre non è debitore. Inoltre, il sistema prevede una serie di eccezioni ispirate dalla necessità di evitare che la vendita si svolga in situazione di possibile conflitto di interesse, prevedendo il divieto di acquistare beni pignorati per a) il concessionario alla riscossione coattiva, ai sensi dell'art. 55 d.P.R. n. 602/1973, modificato dal d.lgs. n. 46/1999, b) in forza degli artt. 323 e 378 c.c. il genitore esercente la potestà, il tutore e il protutore, relativamente ai soli beni del minore, c) i pubblici ufficiali e tutti gli altri soggetti indicati dall'art. 1471 c.c. L'acquisto effettuato in violazione di tali divieti, in taluni casi, è sanzionato con la nullità, rilevabile anche d'ufficio dal giudice su istanza di parte, in altri casi la sanzione è l'annullabilità dell'acquisto da far valere con l'opposizione agli atti da parte dell'interessato. Il Giudice della nomofilachia ha avuto modo di precisare che il divieto di acquisto previsto, a pena di nullità, dal combinato disposto del comma 1, n. 2, e del comma 2. dell'art. 1471 c.c. per il pubblico ufficiale relativamente ai beni venduti per suo ministero, si applica ai soggetti che istituzionalmente concorrono o possono concorrere allo sviluppo della procedura esecutiva e, pertanto, tra gli altri, al giudice dell'esecuzione designato per la procedura e ai suoi sostituti istituzionali od occasionali (Cass. n. 4149/2019). |