Preavviso di rilascio per sequestro giudiziario

Giorgia Viola

inquadramento

L'art. 677 c.p.c. disciplina l'esecuzione del sequestro giudiziario, giusta rinvio alle disposizioni in materia di esecuzione per consegna o rilascio. È, tuttavia, esclusa la necessità della notificazione del precetto, nonché della comunicazione dell'art. 608, comma 1 c.p.c., tranne che nell'ipotesi in cui il custode sia persona diversa dal detentore. In tal caso, l'ufficiale giudiziario è tenuto ad inviare il cd. preavviso di rilascio, indicando il giorno e l'ora dell'accesso.

Formula

TRIBUNALE DI ....

PREAVVISO DI RILASCIO PER SEQUESTRO GIUDIZIARIO

Ad istanza del Sig. ...., C.F. ...., nato a .... il .... e residente in .... alla via .... rappresentato e difeso dall'Avv. .... C.F. .... con studio in .... alla via ...., PEC ...., ove elettivamente domicilia come da procura in calce (o a margine) del ricorso;

PREMESSO

– che con ordinanza del ...., reso nell'ambito del procedimento rubricato con RG n. ...., il Tribunale di .... ha disposto il sequestro giudiziario dell'immobile ...., (descrizione) [1];

– che il Sig. ...., rappresentato dall'Avv. .... mi ha chiesto di procedere al sequestro giudiziario del predetto immobile in forza del provvedimento innanzi descritto;

Il Sottoscritto Ufficiale Giudiziario, visto l'art. 608 c.p.c.,

AVVISA

Il Sig. ...., C.F. ...., nato a .... il .... e residente in .... alla via .... che il giorno .... alle ore 9,00 e nel prosieguo [2] (lasciare in bianco perché la data verrà indicata direttamente dall'Ufficiale Giudiziario competente) mi recherò in .... alla via ...., onde dar corso all'esecuzione del provvedimento innanzi richiamato e immettere nel possesso dell'immobile suindicato il custode Sig. ....

L'ufficiale giudiziario ....

[1]Gli artt. 672,677 e 680 c.p.c. non prescrivono ai fini dell'esecuzione del sequestro giudiziario la specificazione nel provvedimento dei beni da sottoporre alla misura cautelare, essendo sufficiente la semplice indicazione che consenta di identificarli (Cass. n. 9729/1993).

[2]Nell'esecuzione per rilascio, non può ritenersi affetta da nullità la comunicazione, resa dall'ufficiale giudiziario ai sensi dell'art. 608 c.p.c., in cui, quale ora di inizio del procedimento, sia indicato “ore nove e seguenti”, giacché nessuna imprecisione o ambiguità presenta essa indicazione (Cass. n. 1072/1981).

commento

L'art. 677 c.p.c. disciplina l'esecuzione del sequestro giudiziario avente ad oggetto beni immobili, giusta rinvio alle disposizioni in materia di esecuzione per consegna o rilascio (artt. 606 e 608 c.p.c.).

In base a tali norme, rispettivamente disciplinanti il modo della consegna o del rilascio, all'attuazione del sequestro procede l'ufficiale giudiziario addetto, a norma dell'art. 106 d.P.R. n. 1229/1959, all'ufficio del tribunale in cui si trovano i beni assoggettati a sequestro su richiesta della parte che, in relazione al concreto contenuto del provvedimento autorizzativo, avrà interesse ad evitare l'efficacia del sequestro giudiziario.

Il sequestro, infatti, deve essere eseguito entro 30 giorni dal deposito del provvedimento (C. cost. n. 237/1995) ovvero dalla (successiva) comunicazione di cancelleria, se non pronunciato in udienza.

Soprattutto in passato si era sviluppato un contrasto tra chi riteneva necessario completare l'esecuzione del sequestro entro tale termine (in dottrina C. Calvosa, Sul termine di esecuzione del sequestro, in Foro it., 1960; in giurisprudenza, Trib. Milano 8 marzo 1951; Trib. Roma 19 maggio 1943) e chi riteneva che fosse, invece, necessario e sufficiente iniziare l'esecuzione (in dottrina A. Coniglio, Il sequestro giudiziario e conservativo, Milano, 1949; in giurisprudenza, Trib. Catania 8 novembre 1957; Trib. Roma 24 luglio 1953).

Oggi prevale l'orientamento per il quale è sufficiente la semplice consegna (entro i 30 gg.) del preavviso ex art. 608 c.p.c. all'ufficiale giudiziario. Al riguardo si segnala da ultimo Cass. n. 22945/2019, secondo cui qualora il sequestro giudiziario ex art. 670 c.p.c., comma 2, abbia ad oggetto un'azienda composta anche di beni immobili ed il custode sia persona diversa dal detentore, al fine di impedire l'inefficacia della misura relativamente a tali beni, è sufficiente che il sequestrante consegni all'ufficiale giudiziario l'avviso ex art. 608 c.p.c., comma 1, richiamato dall'art. 677 c.p.c., comma 2, entro il termine perentorio di trenta giorni dalla pronuncia, ai sensi dell'art. 675 c.p.c.

L'attuazione, disciplinata dall'art. 608 c.p.c., in quanto applicabile, e dall'art. 677 c.p.c., inizia, omessa la notifica del precetto e della comunicazione dell'art. 608, comma 1 c.p.c. (tranne che nell'ipotesi in cui il custode sia persona diversa dal detentore), con il preavviso di rilascio.

L'ufficiale giudiziario è, infatti, tenuto ad inviare la comunicazione del giorno e dell'ora in cui si procederà all'accesso con almeno dieci giorni di anticipo solo nel caso in cui il custode sia persona diversa dal detentore, il quale è legittimato a far valere l'omissione della comunicazione, essendo prevista nel suo esclusivo interesse (in questo senso Cass. n. 1447/1976).

Il preavviso di rilascio, infatti, è atto preliminare ed estrinseco rispetto all'esecuzione e non è – tecnicamente – un atto di esecuzione (Cass. 4942/1997), che si identifica, invece, con l'accesso dell'ufficiale giudiziario (Cass. n. 22441/2011; Cass. n. 10566/2007; Cass. n. 13005/2007).

Il suo scopo è di preavvertire l'esecutato del prossimo inizio dell'azione esecutiva, al fine di consentirgli l'adempimento spontaneo e di essere, comunque, presente all'immissione in possesso del creditore. Da ciò consegue che non sussiste un obbligo di nuovo avviso in caso di sospensione dell'azione già iniziata con un primo accesso e successivamente ripresa (così Cass. n. 22441/2011 e Cass. n. 17674/2019).

Prima della riforma apportata dal d.lgs. n. 149/2022, che ha abolito la formula esecutiva, non sembrava necessaria la preventiva notifica del provvedimento autorizzativo munito di formula esecutiva, così come si rileva dal fatto che l'art. 605 c.p.c., cui rinvia la norma contiene il richiamo all'art. 480 c.p.c. e non anche all'art. 479 c.p.c. (che prevede la notificazione del titolo in forma esecutiva e del precetto); e dall'ulteriore considerazione che l'art. 669-duodecies c.p.c., regolando in via generale l'attuazione delle misure cautelari, pur avendo espressamente fatto salve le disposizioni degli artt. 377 ss. c.p.c., ha omesso in relazione all'attivazione delle misure cautelari aventi ad oggetto obblighi di consegna, rilascio, fare o non fare, qualsiasi richiamo alle corrispondenti norme in materia di esecuzione forzata. Di conseguenza si riteneva che l'ufficiale giudiziario non avrebbe dovuto essere munito del provvedimento di sequestro con la formula esecutiva (Cass. n. 1954/1949; Cass. n. 3054/1962) e del precetto ma di copia autentica del provvedimento autorizzativo con la prova del versamento della cauzione (se imposta).

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