Atto di precetto su sentenzainquadramentoIl precetto costituisce l'atto necessariamente prodromico ad ogni procedimento di esecuzione forzata ed integra requisito formale per la validità del successivo atto iniziale del processo esecutivo. L'atto di precetto consiste nella formale intimazione al debitore ad adempiere l'obbligazione risultante dal titolo esecutivo entro un certo termine (di regola, non inferiore a dieci giorni) e, nel contempo, nella qualificata minaccia del creditore di dare inizio all'esecuzione forzata in caso di inottemperanza. In quanto atto stragiudiziale può essere sottoscritto anche dal creditore personalmente, senza necessità della difesa tecnica che, pertanto, è solo facoltativa. Il precetto è un tipico atto ricettizio, nel senso che non produce alcun effetto se non portato a conoscenza del destinatario a mezzo della notificazione. La precisa determinazione del momento iniziale dell'espropriazione forzata assume notevole rilevanza pratica, determinando il limite di validità del precetto e la competenza in caso di opposizione preesecutiva o al pignoramento. Salvo che sia autorizzata l'esecuzione immediata ex art. 482 c.p.c., è possibile procedere ad esecuzione forzata solo laddove sia decorso un termine non inferiore a giorni 10 e non superiore a giorni 90, secondo le indicazioni contenute nell'atto di precetto. La mancata o la diversa assegnazione al debitore del termine non determina, tuttavia, la nullità del precetto, ma comporta soltanto che l'esecuzione non possa essere iniziata prima che sia decorso detto termine. Con il d.lgs. n. 149/2022 è stato aggiunto un ultimo comma all'art. 474 c.p.c. in base al quale «il titolo è messo in esecuzione da tutti gli ufficiali giudiziari che ne siano richiesti e da chiunque spetti, con l'assistenza del pubblico ministero e il concorso di tutti gli ufficiali della forza pubblica, quando ne siano legalmente richiesti». Pertanto non è più necessaria l'apposizione della formula esecutiva sui titoli per poter procedere ad esecuzione forzata. Formula
ATTO DI PRECETTO SU SENTENZA (ARTT. 479 E 480 C.P.C.) Il Sig. .... [1], rappresentato e difeso, come da procura in calce al presente atto, dall'Avv. .... [2], ed elettivamente domiciliato presso lo studio dello stesso in ...., alla via .... [3]; PREMESSO CHE – con sentenza n. .... del ...., il Tribunale di ...., nella causa iscritta al NRG .... promossa da .... nei confronti di ...., così disponeva: « .... » [4]; – detta sentenza veniva registrata all'Agenzia delle Entrate di ...., versando l'importo di € .... [5]; – copia di tale sentenza è stata notificata in data .... [6]; INTIMA E FA PRECETTO a .... [7] di provvedere entro il termine di giorni 10 dalla notificazione del presente atto al pagamento in favore di .... [8] delle seguenti somme: – sorte capitale € .... – interessi maturati alla data del .... € .... – compenso liquidato in sentenza € .... – spese liquidate in sentenza € .... – spese di registrazione della sentenza € .... – spese di notificazione del titolo esecutivo € .... – compenso per la redazione del precetto € .... – rimborso spese generali (15%) € .... – CPA 4% su € .... – IVA 22% su € .... – TOTALE COMPENSI, CPA E IVA € .... – TOTALE SPESE € .... – TOTALE € .... oltre agli interessi al saggio di ...., a decorrere dalla data di notificazione del presente atto e sino al saldo; AVVERTE IL DEBITORE [9] CHE: – in difetto di adempimento nel termine sopra indicato, si procederà ad esecuzione forzata; – può, con l'ausilio di un organismo di composizione della crisi o di un professionista nominato dal giudice, porre rimedio alla situazione di eventuale sovra indebitamento concludendo con i creditori un accordo di composizione della crisi o proponendo agli stessi un piano del consumatore [10] . Luogo e data .... Sottoscrizione avvocato .... PROCURA Delego a rappresentarmi e difendermi con riguardo alla redazione del presente atto di precetto ed alla successiva esecuzione forzata e agli eventuali giudizi di opposizione l'Avv. ...., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ...., via .... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge. Per autentica della sottoscrizione .... [1] Inserire dati del creditore precettante. [2] Inserire dati del difensore del creditore. [3] Il precetto è equiparabile ad un atto introduttivo del giudizio, pertanto trova applicazione l'art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 (conv. con modif. in l. n. 111/2011) secondo il quale in tutti gli atti introduttivi di un giudizio (compresa l'azione civile in sede penale) e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati: le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio. Non deve necessariamente essere indicato l'indirizzo di posta elettronica del difensore: invero, a partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo PEC del difensore (art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bisd.P.R. n. 115/2002 modificati dalla l. n. 114/2014). [4]Il precetto è equiparabile ad un atto introduttivo del giudizio, pertanto trova applicazione l'art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 (conv. con modif. in l. n. 111/2011) secondo il quale in tutti gli atti introduttivi di un giudizio (compresa l'azione civile in sede penale) e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati: le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio. Non deve necessariamente essere indicato l'indirizzo di posta elettronica del difensore: invero, a partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo PEC del difensore (art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002 modificati dalla l. n. 114/2014). [5]Inserire gli estremi della sentenza e del capo della stessa di cui si chiede l'adempimento. [6]Estremi della registrazione. [7]Indicare la data della notifica del titolo esecutivo, se notificato separatamente e preventivamente rispetto al precetto. [8]Inserire i dati del debitore precettato. [9]L'atto di precetto deve essere notificato alla parte personalmente ai sensi dell'art. 480, comma 4 c.p.c. [10]L'atto di precetto deve essere corredato di tale avvertimento in forza dell'art. 13, comma 1, lett. a), d.l. n. 83/2015, conv., in l. n. 132/2015. commentoIl precetto consiste nell'intimazione di adempiere l'obbligo risultante dal titolo esecutivo entro il termine indicato dal creditore con lo stesso atto e, di regola, non inferiore a 10 gg., salva l'autorizzazione di cui all'art. 482 c.p.c. in caso di pericolo derivante da ritardo e su autorizzazione del Presidente del Tribunale. L'atto deve necessariamente contenere l'avvertimento che, in mancanza di adempimento, si procederà a esecuzione forzata (art. 480, comma 1 c.p.c.). L'art. 480, comma 2 c.p.c. individua l'ulteriore contenuto necessario, prescritto a pena di nullità, dell'atto di precetto: l'indicazione delle parti; l'indicazione della data di notificazione del titolo esecutivo, se questa è fatta separatamente dalla notificazione del precetto. Ai sensi dell'art. 480, comma 2, ultimo periodo, c.p.c. (come modificato dal d.l. n. 83/2015, convertito dalla l. n. 132/2015) «il precetto deve altresì contenere l'avvertimento che il debitore può, con l'ausilio di un organismo di composizione della crisi o di un professionista nominato dal giudice, porre rimedio alla situazione di sovraindebitamento concludendo con i creditori un accordo di composizione della crisi o proponendo agli stessi un piano del consumatore». Tale avvertimento ha la finalità di stimolare o incentivare l'accesso a una delle citate procedure, cosa che non è comunque preclusa dall'inizio o dalla progressione dell'esecuzione; ne consegue che l'omissione del predetto avvertimento non determina la nullità, bensì una mera irregolarità, dell'atto di intimazione. L'atto deve anche includere la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio della parte intimante nel comune in cui ha sede il giudice competente per l'esecuzione, in mancanza della quale le opposizioni si propongono davanti al giudice del luogo in cui è l'atto stato notificato e le notificazioni alla parte istante si fanno presso la cancelleria del giudice stesso, come prescritto dall'art. 480, comma 3 c.p.c.; la giurisprudenza costituzionale e quella di legittimità hanno precisato, però, che la norma deve essere interpretata nel senso che la possibilità di notifica nella cancelleria si verifica solo in caso di assoluta mancanza di indicazioni nell'atto di precetto, mentre l'erroneità della dichiarazione di residenza o dell'elezione di domicilio – in luoghi diversi da quelli dove si intende promuovere l'esecuzione – può giustificare la proposizione di opposizioni esecutive nel foro di notifica dell'atto, ma non sottrae l'opponente dall'onere di notificare l'atto introduttivo all'indirizzo indicato nell'intimazione. L'atto di precetto, quindi, deve essere notificato alla parte personalmente. Il precetto può essere redatto di seguito al titolo esecutivo ed essere notificato insieme con questo, purché la notificazione sia fatta alla parte personalmente a norma degli artt. 137 ss. c.p.c. (ai sensi degli artt. 479, comma 3 e 480, comma 4, c.p.c.). L'omessa o irregolare notifica del precetto può essere fatta valere dall'intimato mediante opposizione agli atti esecutivi. Peraltro, la proposizione dell'opposizione ex art. 617 c.p.c. avverso il precetto importa la sanatoria del vizio di notifica dell'atto, in applicazione del principio del raggiungimento dello scopo, salvo che il vizio di notificazione sia di tale gravità da determinare l'inesistenza della stessa ovvero l'impossibilità di raggiungere il suo scopo tipico, lasciando all'intimato un termine ad adempiere inferiore a dieci giorni. Il precetto deve indicare l'obbligo del quale l'intimante pretende l'adempimento da parte del debitore: in caso di credito pecuniario, non è richiesta l'analitica e dettagliata specificazione dei criteri di calcolo adottati per quantificare la somma pretesa (tuttavia, il creditore è tenuto a indicarli con riguardo a interessi, rivalutazione, spese e competenze di intimazione); in caso di ingiunzione alla consegna di cosa mobile determinata, è necessaria una sua inequivoca identificazione. Il creditore precettante ha l'onere di iniziare l'esecuzione forzata entro il termine di novanta giorni (prescritto dall'art. 481, comma 1 c.p.c.) dalla notificazione del precetto. Qualora l'esecuzione non sia iniziata entro il predetto termine di efficacia del precetto, il creditore è tenuto a rinnovare l'intimazione prima di procedere; le spese del precetto perento restano definitivamente a suo carico (exartt. 632 e 310 c.p.c.). Se, invece, è stato compiuto l'atto iniziale del processo esecutivo entro il termine ex art. 481, comma 1 c.p.c., non occorre che il creditore insoddisfatto notifichi un secondo precetto per intraprendere l'esecuzione forzata, che può essere instaurata anche dopo il decorso dei 90 giorni in base all'unico originario precetto. In ogni caso, l'eventuale rinnovazione del precetto (anche nelle ipotesi in cui questa non è necessaria) non determina vizi del procedimento perché la parte creditrice può notificare ulteriori atti di precetto, purché non faccia gravare sul debitore le relative spese. Il termine di efficacia del precetto resta sospeso in caso di proposizione di opposizioni esecutive. La riforma c.d. Cartabia ha espressamente previsto la sospensione del termine di 90 giorni di efficacia del precetto di cui all'art. 481 c.p.c. anche nell'ipotesi in cui il creditore presenti l'istanza di autorizzazione ad accedere alle banche dati delle Pubbliche Amministrazioni per la ricerca dei beni del debitore da pignorare (art. 492-bis c.p.c.). La sospensione opera sino alla comunicazione da parte dell'ufficiale giudiziario di non aver eseguito le ricerche per mancanza dei presupposti, ovvero sino al rigetto da parte del Presidente del Tribunale dell'istanza, ovvero sino alla comunicazione delle informazioni richieste da parte dell'ufficiale giudiziario (necessaria per poter determinare con certezza il momento nel quale il termine dell'art. 481 c.p.c. inizia o riprende a procedere). Quando il termine di efficacia del precetto è stato sospeso (per effetto della richiesta di ricerca di beni con modalità telematica inoltrata all'ufficiale giudiziario), il creditore per offrire la prova che, decorso il termine di sospensione, il precetto non sia perento, dovrà depositare, nel termine previsto dagli artt. 518, comma 6, 543, comma 4 e 557, comma 2 c.p.c. a pena di inefficacia del pignoramento, l'istanza di ricerca inoltrata all'ufficiale giudiziario, l'eventuale autorizzazione (o il diniego) del presidente del Tribunale (v. art. 492-bis, ultimo comma c.p.c.). Questi nuovi adempimenti imposti al creditore sono finalizzati, quindi, ad evitare possibili contestazioni riguardo alla perenzione del precetto in sede di opposizione. |