Provvedimento ex art. 623 c.p.c. su istanza di sospensione nell'esecuzione esattoriale

Girolamo Venturella

Inquadramento

L'art. 623 c.p.c. stabilisce il principio per cui solo il giudice dell'esecuzione può disporre la sospensione dell'esecuzione, salva l'ipotesi in cui essa sia disposta dalla legge, ovvero dal giudice dinanzi al quale è impugnato il titolo esecutivo.

Quanto precede vale anche riguardo all'esecuzione esattoriale, come ad esempio avviene nel caso di sospensione dell'efficacia esecutiva dell'atto impositivo impugnato dinanzi al giudice tributario, ai sensi dell'art. 47 del d.lgs. n. 546/1992 (il predetto articolo è stato abrogato dal d.lgs. n. 175/2024).

Per effetto della sospensione, ai sensi dell'art. 626 c.p.c., nessun atto esecutivo può essere compiuto, salva diversa disposizione del giudice.

Formula

MODELLO DI PROVVEDIMENTO EX ART. 623 c.p.c.

TRIBUNALE DI ...

PROCEDIMENTO ESECUTIVO N. ... R.G.E.

Il Giudice dell'esecuzione,

letta l'istanza ex art. 623 c.p.c. depositata in data ... dal Sig. ..., rappresentato e difeso dall'avvocato ..., quale debitore esecutato

vista la documentazione allegata;

rilevato che il Giudice di Pace di ... / la Commissione Tributaria provinciale di ... ha disposto la sospensione dell'esecutività della cartella / intimazione n. ... in forza della quale è stata avviata in danno del predetto Sig. ... la procedura esecutiva esattoriale mobiliare/presso terzi ex art. 72-bis d.P.R. n. 602/1973 / immobiliare ex art. 78 d.P.R. n. 602/1973; ...

Visti gli artt. 623 e 626 c.p.c.,

ORDINA

all'Agente della Riscossione ... di astenersi dal compimento di qualsiasi atto di esecuzione fino alla definizione del giudizio sul titolo o a diversa determinazione del giudice dinanzi al quale pende la causa, ovvero fino a diverso ordine di questa autorità giudiziaria.

Luogo e data, ...

Il giudice dell'esecuzione ...

COMMENTO

Anche nell'ambito dell'esecuzione esattoriale, quando l'efficacia esecutiva del titolo azionato dall'esattore (di norma, il ruolo ex art. 14 d.P.R. n. 602/1973, in caso di tributi erariali) è sospesa dal giudice dinanzi al quale pende l'impugnazione dell'atto impositivo, si verifica la c.d. sospensione “esterna” del processo esecutivo esattoriale. Tuttavia, mentre nell'esecuzione ordinaria è il giudice dell'esecuzione a dirigere le operazioni, ex art. 484 c.p.c., nell'esecuzione esattoriale è l'agente della riscossione a provvedervi, e il giudice resta sullo sfondo, intervenendo – salvi incidenti d'esecuzione precedenti – solo dall'emissione del decreto di trasferimento in poi (per l'esecuzione immobiliare). Ove si verifichi una causa di sospensione “esterna”, dunque (come quella esemplificata nella formula in commento), occorre anzitutto iscrivere a ruolo la procedura, nelle forme di cui all'art. 159-ter disp. att. c.p.c., e quindi inoltrare al giudice dell'esecuzione apposita istanza, affinché egli possa verificare il contenuto e la portata del provvedimento del giudice a quo. È quindi sufficiente che egli sia investito della questione con una mera istanza da parte del debitore esecutato (come da formula in commento), non occorrendo che sia proposta al riguardo opposizione all'esecuzione, exartt. 615 c.p.c. e 57 d.P.R. n. 602/1973 (quest'ultimo, nel testo risultante a seguito di Corte cost. n. 114/2018).

La sospensione del processo esecutivo non determina l'illegittimità degli atti già compiuti, impedendo soltanto, con effetti ex nunc, la prosecuzione dello stesso.

Gli atti eventualmente posti in essere durante la sospensione dell'esecuzione sono affetti da nullità, denunciabile in sede di opposizione agli atti esecutivi (Cass. n. 3957/1986; Trib. Torino, sez. fer. 21 settembre 2007).

Possono comunque essere compiuti gli atti che non implicano una prosecuzione della procedura, come ad esempio quelli volti all'estinzione della stessa (Luiso, III), nonché atti conservativi come la sostituzione del custode, e facoltà del debitore quali l'istanza di riduzione e quella di conversione del pignoramento (Luiso, 59 ss.).

Anche in giurisprudenza si ritiene che possano essere compiuti atti di carattere conservativo (v., ad esempio, Cass. n. 3179/1962, in ordine al provvedimento di sostituzione del custode già nominato).

In dottrina si è osservato, poi, che debba trovare applicazione analogica l'art. 298, comma 2, dettato con riguardo agli effetti della sospensione del processo di cognizione e che, pertanto, durante lo stato di quiescenza del procedimento determinato dalla sospensione, sia interrotto il decorso dei termini processuali (Furno, 112).

Infine, premesso che non appare necessario fissare apposita udienza, potendo il giudice provvedere con decreto, va segnalato sul piano generale come sia discusso se il provvedimento con cui il giudice dell'esecuzione prende atto della sospensione “esterna” sia o meno soggetto al reclamo ex art. 669-terdecies c.p.c., ai sensi dell'art. 624, comma 2 c.p.c., trattandosi pur sempre di decisione con cui si provvede sull'istanza di sospensione. Pare preferibile l'opinione negativa, stante la natura non cautelare della decisione, sicché l'unico rimedio esperibile avverso detta decisione sembra dover consistere nell'opposizione agli atti esecutivi, ex art. 617 c.p.c.

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