Opposizione all'esecuzione ai sensi dell'art. 615, comma 2 c.p.c., in caso di violazione dell'art. 14 d.l. n. 669/1996InquadramentoL'art. 615, comma 2 c.p.c., stabilisce che quando l'esecuzione è iniziata, l'opposizione con cui si contesta il diritto di procedere all'esecuzione forzata si propone con ricorso dinanzi al giudice dell'esecuzione, che fissa con decreto l'udienza di comparizione delle parti davanti a sé e il termine perentorio per la notificazione del ricorso e del decreto. Recentemente, infine, il d.l. n. 59/2016, conv. in l. n. 119/2016, ha aggiunto un ulteriore periodo al comma 2, stabilendo che nell'esecuzione per espropriazione l'opposizione è inammissibile se proposta dopo che è stata disposta la vendita o l'assegnazione ai sensi degli artt. 530,552 e 569 c.p.c., a meno che sia fondata su fatti sopravvenuti ovvero l'opponente dimostri di non aver potuto proporla tempestivamente per causa a lui non imputabile. Ove il debitore esecutato sia una P.A., non di rado viene contestata al creditore la violazione dell'art. 14 d.l. n. 669/1996, conv. in l. n. 30/1997, per non aver questi rispettato il termine dilatorio di centoventi giorni dalla notifica del titolo esecutivo, previsto dalla norma, prima di procedere alla notifica del precetto e al compimento di atti di esecuzione. FormulaTRIBUNALE ORDINARIO DI ... Sezione Esecuzioni Mobiliari RICORSO PER OPPOSIZIONE ALL'ESECUZIONE ... [1] in persona del ... pro tempore, con sede in via ..., n. ... C.F. ..., rappresentato e difeso, giusta delibera ... [2], per procura in calce al presente atto dall'avvocato ... C.F. ... PEC ..., presso il cui studio in ..., alla via ..., è elettivamente domiciliato. PREMESSO CHE - in danno dell'esponente Amministrazione è stata promosso da ... [3] pignoramento presso terzi, come da verbale redatto dall'Ufficiale giudiziario addetto presso Tribunale / Corte d'Appello di ..., in data ..., con cui sono state pignorate le somme di pertinenza di questo Ente presso il Tesoriere ... [4]; - La procedura è stata incardinata con il n. ... R.G.E. ... ed assegnata al giudice dell'esecuzione Dott. ...; RILEVATO CHE - La presente esecuzione forzata è illegittima, giacché il creditore procedente non ha diritto ad agire in sede esecutiva nei confronti dell'odierna opponente, avendo dapprima notificato il titolo in forma esecutiva in data ... [5], ed avendo poi notificato atto di precetto in data ... [6], ossia senza rispettare il termine di centoventi giorni di cui all'art. 14 del d.l. n. 669/1996, conv. in l. n. 30/1997; - che, conseguentemente, il pignoramento presso terzi suddetto è illegittimo, in quanto eseguito sulla base di un atto di precetto assolutamente nullo, inefficace e comunque improduttivo di effetti (v. Cass. III, n. 6346/2011); - che la presente opposizione all'esecuzione è pienamente ammissibile, da un lato contestandosi il diritto di ... [7] di procedere ad esecuzione forzata (Cass. III, n. 7360/2009), avviata in virtù di un atto di precetto illegittimo e inefficace, e non essendo quindi essa soggetta al termine di cui all'art. 617 c.p.c., e dall'altro essendo stata proposta prima che sia disposta la vendita o l'assegnazione di cui agli artt. 552 e 553 c.p.c., ai sensi dell'art. 615, comma 2 c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 1, lett. l) d.l. n. 59/2016, conv. in l. n. 119/2016. - Sussistono, altresì, i seguenti motivi di urgenza perché il Giudice adito disponga e la sospensione dell'esecuzione, anche inaudita altera parte: ... [8] Pertanto, con il presente atto, l'istante intende proporre, come propone, OPPOSIZIONE alla già intrapresa esecuzione, ai sensi dell'art. 615, comma 2 c.p.c. e chiede che il Giudice dell'Esecuzione voglia: 1) in via preliminare, disporre l'immediata sospensione dell'esecuzione, inaudita altera parte, o in subordine, previa fissazione dell'udienza di comparizione; 2) nel merito, accertare e dichiarare l'inesistenza del diritto del creditore ... di procedere ad esecuzione forzata; 3) per l'effetto, dichiarare inefficace, nullo o comunque improduttivo di effetti il pignoramento per cui si procede; 4) con vittoria di spese e compensi. Si producono i seguenti documenti: 1) ...; 2) ...; 3) .... Luogo e data ... Firma Avv. ... 1. Pubblica Amministrazione opponente. 2. Inserire i dati della eventuale delibera di autorizzazione alla proposizione dell'opposizione. 3. Indicare le generalità del creditore procedente. 4. Indicare la banca che svolge il servizio di Tesoreria per l'Ente debitore, ovvero il diverso terzo eventualmente pignorato. 5. Indicare la data di notifica del titolo esecutivo. 6. Indicare la data di notifica dell'atto di precetto. 7. Creditore. 8. Specificare i motivi di urgenza per i quali si chiede la sospensione dell'esecuzione. COMMENTOQuando il soggetto debitore è una Pubblica Amministrazione, il creditore deve osservare particolari prescrizioni, che si aggiungono – in parte derogandole – a quelle del codice di rito. Infatti, l'art. 14, comma 1 del d.l. n. 669/1996, conv. in l. n. 30/1997, allo scopo di evitare un aggravio di esborsi per l'ente pubblico (ossia, di regola le spese e gli onorari di precetto), prevede che «Le amministrazioni dello Stato e gli enti pubblici non economici completano le procedure per l'esecuzione dei provvedimenti giurisdizionali e dei lodi arbitrali aventi efficacia esecutiva e comportanti l'obbligo di pagamento di somme di danaro entro il termine di centoventi giorni dalla notificazione del titolo esecutivo. Prima di tale termine il creditore non può procedere ad esecuzione forzata né alla notifica di atto di precetto». Occorre, dunque, dapprima notificare il titolo esecutivo; attendere il pagamento spontaneo di quanto spettante per capitale e accessori liquidati nel titolo nei successivi centoventi giorni; e procedere dunque, in caso di mancato adempimento, all'avvio dell'azione esecutiva, che dev'essere preceduta dalla notifica del precetto. Nella formula che precede, si è ipotizzato che il creditore non soltanto non abbia rispettato il detto termine, notificando il precetto prima della detta scadenza, ma abbia poi avviato l'azione esecutiva, notificando il pignoramento presso terzi presso il tesoriere dell'ente debitore. In tal caso, è ben possibile, per l'ente, reagire comunque dinanzi al giudice dell'esecuzione, proponendo l'opposizione “successiva” ex art. 615, comma 2 c.p.c., trattandosi di contestare il diritto di procedere ad esecuzione forzata da parte del debitore (Cass. III, n. 7360/2009), senza quindi incorrere nel breve termine decadenziale per la proposizione dell'opposizione agli atti esecutivi. Naturalmente, trattandosi di fatto – quello generatore dell'illegittimità del pignoramento – preesistente rispetto allo stesso avvio dell'azione esecutiva, l'azione in discorso va comunque proposta prima che il giudice dell'esecuzione disponga la vendita o l'assegnazione del credito, secondo la vigente formulazione dell'art. 669, comma 2 c.p.c., introdotta nel 2016. Va, inoltre, opportunamente precisato, che diversa è la situazione in caso di opposizioni proposte dopo la notificazione di una cartella di pagamento che non possono, però, qualificarsi come opposizioni esecutive, ma vanno qualificate come opposizioni cd. recuperatorie. Si tratta, in particolare, di quelle opposizioni con le quali si contesta «una cartella di pagamento, emessa ai fini della riscossione di una sanzione amministrativa pecuniaria, comminata per violazione del codice della strada, ove la parte deduca che essa costituisce il primo atto con il quale è venuta a conoscenza della sanzione irrogata, in ragione della nullità o dell'omissione della notificazione del processo verbale di accertamento della violazione», le quali vanno proposte «ai sensi dell'art. 7 del d.lgs. n. 150/2011, e non nelle forme dell'opposizione all'esecuzione ex art. 615 c.p.c.» (si veda, in proposito, Cass. S.U., n. 22080/2017, e successive conformi) e che, di conseguenza, se proposte ai sensi dell'art. 615 c.p.c., vanno riqualificate nel senso indicato, quali opposizioni alla sanzione amministrativa. In tali casi, la contestazione della cartella di pagamento ha, in realtà, lo scopo effettivo di recuperare un momento di tutela che non riguarda affatto il diritto di procedere ad esecuzione forzata, ma la stessa esistenza del credito iscritto a ruolo e, cioè, la sanzione amministrativa, in quanto tale tutela non è stata possibile nella sua sede naturale, a causa di un vizio di notificazione degli atti presupposti. Di conseguenza, in tal caso, il legittimato passivo necessario è certamente l'ente che ha irrogato la sanzione amministrativa, mentre la legittimazione passiva dell'agente della riscossione si giustifica solo ai fini della contestuale richiesta di dichiarazione. In altri termini, con siffatte opposizioni (cd. opposizioni recuperatorie) si contesta, effettivamente, sia la sanzione amministrativa (e per tale azione il legittimato passivo è esclusivamente l'ente creditore), sia la conseguente cartella di pagamento (e per tale opposizione il legittimato passivo è esclusivamente l'agente della riscossione, anche se quest'ultima è una domanda logicamente subordinata rispetto alla prima), onde vi sarà legittimazione concorrente necessaria di entrambi tali soggetti. Tale situazione, però, come premesso è del tutto eccezionale, in quanto, nella normalità dei casi, e cioè per le opposizioni esecutive vere e proprie proposte nell'ambito della riscossione a mezzo ruolo, nelle quali non vi è da recuperare un momento di tutela necessario che non ha potuto aver luogo per vizi degli atti presupposti, la scissione tra titolarità del credito e titolarità dell'azione esecutiva opera pienamente e, di conseguenza, la legittimazione passiva necessaria, in caso di contestazione di quest'ultima, spetta in via esclusiva all'agente della riscossione (Cass. n. 3870/2024). |