Istanza di riduzione del pignoramento

Lorella Triglione

inquadramento

Quando il valore dei beni pignorati è superiore all'importo delle spese e dei crediti per cui si procede esecutivamente, il debitore esecutato può chiedere che il giudice, sentiti i creditori, riduca il pignoramento.

Formula

TRIBUNALE DI ....

Procedura Esecutiva RG n. .... / ....

Giudice dell'esecuzione Dr. ....

ISTANZA DI RIDUZIONE DEL PIGNORAMENTO

(ART. 496 C.P.C.)

Il/la Sig./ra .... [1], agli effetti del presente atto rappresentato e difeso – come da procura in atti – dall'Avv. ...., presso il quale è elettivamente domiciliato nello studio in ...., via ....,

PREMESSO

– che la procedura esecutiva in epigrafe indicata è stata promossa da .... [2] per un credito di Euro .... come risultante dal titolo esecutivo [3] e dal precetto;

– che nella procedura hanno promosso intervento: .... [4] per Euro ....;

.... [5] per Euro ....;

– che il valore complessivo dei beni/crediti pignorati ammonta ad Euro .... [6] e, quindi, risulta sproporzionato rispetto ai crediti del creditore pignorante e dei creditori intervenuti, comprensivo di capitale, interessi e spese di esecuzione;

– che è interesse del debitore ottenere la liberazione dal pignoramento dei beni di seguito individuati: .... [7];

ai sensi dell'art. 496 c.p.c.,

CHIEDE

di ridurre il pignoramento ai soli beni costituiti da .... [8], liberando dal vincolo i restanti beni come sopra meglio individuati, o comunque in base alla decisione del G.E.

Si allegano:

–  .... [9] .

Luogo e data ....

Sottoscrizione avvocato ....

[1]Debitore istante.

[2]Creditore procedente.

[3]Eventualmente indicare gli elementi utili ad identificare il titolo esecutivo.

[4]Nel caso in cui nella procedura esecutiva siano stati spiegati interventi, riportare dati del creditore intervenuto e del proprio credito (titolo esecutivo ed ammontare).

[5]Nel caso in cui nella procedura esecutiva siano stati spiegati interventi, riportare dati del creditore intervenuto e del proprio credito (titolo esecutivo ed ammontare).

[6]Va precisato che, in caso di procedura esecutiva immobiliare, il valore dei beni pignorati si ricava dalla perizia di stima. Pertanto prima che l'esperto abbia depositato il proprio elaborato, difficilmente il G.E. potrà valutare eventuali istanze di riduzione del pignoramento nelle more proposte.

[7]Indicare i beni per la cui liberazione l'istante ha interesse, fermo restando che la decisione sulla riduzione e la scelta dei beni da liberare sono rimesse alla discrezionalità del G.E.

[8]Indicare i beni a quali limitare il vincolo, ferma restando la valutazione discrezionale del G.E.

[9]Allegare i documenti ritenuti utili al fine dell'accoglimento dell'istanza.

commento

Fermo restando il diritto del creditore di aggredire più beni del debitore e con i limiti del cumulo delle espropriazioni (art. 493 c.p.c.), l'abuso di tale facoltà – che si verifica quando il sacrificio imposto al debitore supera l'esigenza di tutela del credito – giustifica la proposizione dell'istanza ex art. 496 c.p.c. tesa a limitare l'azione esecutiva del creditore a specifici beni, liberando gli altri dal vincolo del pignoramento.

L'istanza del debitore è volta a sollecitare il potere di riduzione che il giudice dell'esecuzione può però esercitare anche d'ufficio.

La riduzione del pignoramento presuppone giocoforza che i beni pignorati, il cui valore supera il complesso dei crediti, siano almeno due oppure che si tratti di beni divisibili in più parti, posto che non può essere scissa l'unitarietà economico-funzionale di un solo cespite.

Nell'espropriazione presso terzi di crediti, il pignoramento eseguito presso più terzi può essere ridotto su istanza del debitore (art. 546, comma 2 c.p.c.); la riduzione è effettuata o riducendo in misura proporzionale i singoli pignoramenti oppure dichiarando l'inefficacia di taluno di essi, liberando cioè uno o più terzi dagli obblighi di custodia e le somme dagli stessi detenute dal vincolo del pignoramento.

Nell'espropriazione immobiliare, al fine di decidere sulla riduzione, il G.E. tiene conto anche di eventuali creditori iscritti, ma non intervenuti (e che potrebbero intervenire fino al riparto delle somme), nonché del fisiologico ribasso del valore del bene dovuto agli eventuali tentativi di vendita andati deserti.

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