Atto di intervento del creditore privilegiatoinquadramentoNella procedura esecutiva pendente possono intervenire altri creditori al fine di soddisfarsi sulla somma ricavata dalla vendita o sul credito assegnato, eventualmente con privilegio rispetto al creditore procedente. FormulaTRIBUNALE DI .... Procedura Esecutiva RG n. .... / .... Giudice dell'esecuzione Dr. .... ATTO DI INTERVENTO DEL CREDITORE PRIVILEGIATO (ART. 499 C.P.C.) .... [1], agli effetti del presente atto rappresentato e difeso – come da procura in calce – dall'Avv. .... (C.F. ...., PEC ....), presso il quale è elettivamente domiciliato nello studio in ....; PREMESSO – che .... [2] ha promosso l'espropriazione in epigrafe indicata pignorando il bene/i beni di seguito descritto/i: .... [3]; – che .... [4] è munito di titolo esecutivo in base al quale .... [5] è debitore della somma di Euro ....; – che il predetto credito è assistito da privilegio generale [oppure, speciale] sul bene pignorato ai sensi dell'art. .... [6] in quanto .... [7]; ai sensi dell'art. 499 c.p.c., INTERVIENE nel processo esecutivo in epigrafe indicato al fine di partecipare alla distribuzione della somma ricavata [oppure, all'assegnazione del credito] avvalendosi del proprio diritto di privilegio. Si allegano: – copia conforme del titolo esecutivo – documentazione relativa al privilegio vantato. Luogo e data .... Sottoscrizione avvocato .... PROCURA SPECIALE PROCURA Delego a rappresentarmi e difendermi con riguardo alla redazione del presente atto e nella procedura esecutiva l'Avv. ...., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ...., via .... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge. Per autentica della sottoscrizione .... [1]Creditore interveniente. [2]Creditore procedente. [3]Descrizione dei beni pignorati. [4]Creditore interveniente. [5]Debitore esecutato. [6]Specificare la norma che riconosce il privilegio. [7]Specificare le circostanze che giustificano il riconoscimento del privilegio. commentoNelle procedure esecutive è ammesso l'intervento di ulteriori creditori, purché gli stessi siano muniti di titolo esecutivo (art. 499 c.p.c.). Fanno eccezione – e, dunque, possono intervenire anche senza titolo – i creditori che, prima del pignoramento, abbiano trascritto un sequestro conservativo dei beni oppure che sugli stessi vantino un diritto di pegno o di prelazione risultante da pubblici registri oppure che siano titolari di un credito nei confronti dell'esecutato risultante dalle scritture contabili, regolarmente tenute, ex art. 2214 c.c., oppure che siano stati titolari di diritti reali minori sull'immobile staggito, estinti per effetto del pignoramento eseguito dal creditore ipotecario (ex art. 2812 c.c.). A norma dell'art. 500 c.p.c., l'intervento dà diritto a partecipare alla distribuzione della somma ricavata, a partecipare all'espropriazione del bene pignorato e, se il creditore è munito di titolo, a provocarne i singoli atti. L'atto di intervento deve contenere: il nominativo del creditore, l'entità del credito, il relativo titolo, la domanda di partecipazione alla distribuzione della somma ricavata e la dichiarazione di residenza, o l'elezione di domicilio, nel comune in cui ha sede il giudice competente per l'esecuzione. Non è necessario precisare nell'atto di intervento che il credito è assistito da privilegio; infatti, la prelazione sul ricavato può essere fatta valere anche in un momento successivo (ad esempio, in sede di distribuzione del ricavato) senza che l'omessa indicazione determini alcuna preclusione. L'art. 499, comma 2, c.p.c. dispone che il ricorso per intervento “deve essere depositato prima che sia tenuta l'udienza in cui è disposta la vendita o l'assegnazione”. Tuttavia, nella disciplina prevista dalle singole espropriazioni (artt. 525 e 528 c.p.c. per le esecuzioni mobiliari presso il debitore, art. 551 c.p.c. per l'espropriazione presso terzi, e artt. 564 e 565 c.p.c. per l'esecuzione immobiliare) è espressamente prevista la possibilità di interventi tardivi. La tardività dell'intervento incide sui crediti chirografari nella distribuzione, poiché gli stessi devono essere postergati a tutti gli altri; al contrario, il momento dell'intervento non determina alcuna conseguenza pregiudizievole sulla distribuzione in favore del creditore privilegiato munito di titolo, il cui intervento è senz'altro ammissibile entro i termini fissati dagli artt. 525 e 528 c.p.c. (esecuzioni mobiliari), 551 c.p.c. (espropriazione presso terzi), 564 e 565 c.p.c. (esecuzione immobiliare). Gli artt. 565 e 566 c.p.c. disciplinano, per l'espropriazione immobiliare, rispettivamente l'intervento tardivo del creditore chirografario e quello dei creditori iscritti e privilegiati. Per i creditori chirografari che intervengono oltre l'udienza fissata per l'autorizzazione della vendita (art. 564 c.p.c.), ma prima di quella prevista per il riparto delle somme ricavate dalla vendita (art. 596 c.p.c.), è prevista la possibilità di concorrere alla distribuzione di quella parte della somma ricavata che sopravanza dopo che sono stati soddisfatti i diritti del creditore pignorante e di quelli intervenuti in precedenza e a norma dell'art. 566 c.p.c., in base al quale, ai creditori iscritti ed ai creditori privilegiati che intervengono oltre l'udienza indicata nell'art. 564 c.p.c., ma prima di quella prevista dall'art. 596 c.p.c., è concesso di concorrere alla distribuzione della somma ricavata in ragione dei loro diritti di prelazione. Il creditore privilegiato privo di titolo esecutivo che interviene nell'esecuzione, invece, deve notificare al debitore, entro i dieci giorni successivi al deposito, copia del ricorso e dell'estratto autentico notarile attestante il credito. Ha poi l'onere di avviare il procedimento di verifica dei crediti (notifica dell'intervento; partecipazione all'udienza di verifica; avvio del procedimento volto ad ottenere il titolo esecutivo) ai sensi degli artt. 499, commi 2, 5 e 6, e 510, comma 3 c.p.c. per poter partecipare alla distribuzione del ricavato (e richiedere, eventualmente, l'accantonamento, nelle more, delle somme a lui destinate). L'avvio di tale procedimento, però, presuppone che l'intervento sia avvenuto prima dell'udienza di vendita o di assegnazione, non potendosi altrimenti ottenere la fissazione dell'udienza per la verifica del credito. In caso di intervento successivo a tale momento processuale (che non è inammissibile, come già esposto), il credito, pur se privilegiato, si ha per disconosciuto, restando preclusa l'attivazione del subprocedimento di verificazione; il creditore, perciò, per assicurarsi almeno il diritto all'accantonamento in sede di distribuzione, è tenuto a presentare specifica istanza e a dimostrare di aver agito, entro i trenta giorni dalla data dell'intervento tardivo, per conseguire nei confronti dell'esecutato il titolo esecutivo mancante. |