Istanza ex art. 5-quinquies l. Pinto e dichiarazione ex artt. 46 e 47, d.P.R. n. 445/2000 persone giuridicheinquadramentoL'art. 5-sexies, l. n. 89/2001 (c.d. legge Pinto) disciplina l'iter amministrativo che deve essere attivato e seguito, in via prioritaria (anche e soprattutto rispetto all'avvio di una eventuale azione esecutiva: v. art. 5-quinquies), per la liquidazione e il pagamento di somme dovute a titolo di indennizzo per irragionevole durata dei processi, ai sensi della medesima legge. La ratio di tale disposizione è, come si evince dall'incipit della stessa, quella di assicurare un'ordinata programmazione dei pagamenti dei creditori. Il creditore deve inoltrare all'amministrazione debitrice una dichiarazione ai sensi degli artt. 46 e 47, d.P.R. n. 445/2000 che attesti «la mancata riscossione di somme per il medesimo titolo, l'esercizio di azioni giudiziarie per lo stesso credito, l'ammontare degli importi che l'amministrazione è ancora tenuta a corrispondere, la modalità di riscossione prescelta». Si riporta il modello di dichiarazione da rendere ai fini di cui si tratta. FormulaPAGAMENTO SOMME LEGGE PINTO DICHIARAZIONE AI SENSI DEGLI ARTT. 46 E 47 D.P.R. N. 445/2000[1] Il sottoscritto/a ...., e-mail .... PEC ...., tel. .... In relazione a: a) decreto exl. n. 89/2001 Corte d'appello di .... del ...., RG ...., cron. ...., rep. ...., depositato il ...., notificato il ...., 1) passato in giudicato; 2) opposto ex art. 5-ter l. n. 89/2001 e definito con decreto exl. n. 89/2001 Corte d'appello di .... RG ...., cron. ...., rep. ...., depositato il ...., notificato il ....; 3) impugnato in Corte di Cassazione, RG ...., il cui giudizio è: i) non definito; ii) definito con sentenza n. ...., del ...., depositata il ...., notificata il .... consapevole delle sanzioni previste dal codice penale e dalle leggi speciali in materia per il caso di dichiarazione falsa o mendace e l'uso di atto falso, come previsto dall'art. 76, d.P.R. cit., sotto personale responsabilità DICHIARO b) i dati anagrafici e fiscali della ditta/società o ente CF: ....; P.I.: ....; Sede sociale: ....; iscrizione Camera di commercio di ...., n. .... c) in relazione al decreto di Corte d'appello ....; i) di non aver proposto azioni esecutive; ii) di aver proposto azioni esecutive (Trib. ...., RGE n. ...., presso il terzo ....; presso il debitore Ministero della giustizia; definito con ordinanza di assegnazione n. [o, in alternativa, estinto o in attesa di trattazione, ecc.]; iii) ricorso per ottemperanza al T.A.R. ...., RG ...., definito con sentenza n. .... [o, in alternativa, non definito]; iv) di non aver percepito somme a seguito delle predette procedure esecutive [o, in alternativa, di aver percepito l'importo di Euro .... ]; d) in relazione alla sentenza della Corte di Cassazione: i) di non aver proposto azioni esecutive; ii) di aver proposto azioni esecutive (Trib. ...., RGE n. ...., presso il terzo ....; presso il debitore Ministero della giustizia; definito con ordinanza di assegnazione n. [o, in alternativa, estinto o in attesa di trattazione, ecc.]; iii) ricorso per ottemperanza al T.A.R. ...., RG ...., definito con sentenza n. .... [o, in alternativa, non definito]; iv) di non aver percepito somme a seguito delle predette procedure esecutive [o, in alternativa, di aver percepito l'importo di Euro .....]; e) che la ditta/società o ente gode di libero esercizio e non ha in corso procedura fallimentari, di liquidazione, di concordato preventivo, di amministrazione controllata e/o di liquidazione coatta amministrativa; f) altre eventuali dichiarazioni; g) per quanto in premessa di voler incassare la somma liquidata a titolo di equa riparazione per violazione del termine di ragionevole durata del processo, con accreditamento sul c.c. bancario/postale a me intestato, codice IBAN .... in essere presso ...., filiale di ...., prov. ...., indirizzo: ...., C.A.P. .... [o, in alternativa: trattandosi di importo non superiore ad € 1.000,00, mediante vaglia cambiario della Banca d'Italia, non trasferibile, intestato alla ditta/società o ente, da inviare all'indirizzo del sottoscritto o al domicilio eletto in calce alla presente dichiarazione; o, in ulteriore alternativa (per gli Enti soggetti al regime di tesoreria unica ex lege n. 720/1984): con accreditamento in conto di Tesoreria Unica, tesoreria di .... conto numero .... ]; h) ai fini del presente procedimento di eleggere domicilio presso: nome: ....; cognome: ....; città ....; indirizzo: ...., C.A.P. ....; e-mail – PEC, tel.: ....; i). alla presente dichiarazione sono allegati i seguenti documenti: – copia del documento di identità in corso di validità da parte del dichiarante; – copia del tesserino del codice fiscale o tesserino sanitario del dichiarante; [1]Modello conforme a quello presente sul sito del Ministero della giustizia, approvato con decreto del Capo Dipartimento per gli affari di giustizia del 28 ottobre 2016. commentoDisciplina del procedimento amministrativo per la liquidazione ed il pagamento di indennizzi ex lege Pinto Il contenuto dell'art. 5-sexies, l. Pinto può essere così sintetizzato: – il creditore deve inoltrare all'amministrazione debitrice una dichiarazione ai sensi degli artt. 46 e 47, d.P.R. n. 445/2000 che attesti «la mancata riscossione di somme per il medesimo titolo, l'esercizio di azioni giudiziarie per lo stesso credito, l'ammontare degli importi che l'amministrazione è ancora tenuta a corrispondere, la modalità di riscossione prescelta»; – la dichiarazione in esame ha efficacia semestrale e «deve essere rinnovata a richiesta della pubblica amministrazione»; – l'amministrazione effettua il pagamento (se possibile per intero, ricorrendo alle risorse stanziate negli appositi capitoli di bilancio e salvo il ricorso ad anticipazioni di cassa presso le Tesorerie) entro sei mesi dalla data in cui sono integralmente assolti gli obblighi previsti ai commi precedenti; – tale termine non inizia a decorrere in caso di mancata, incompleta o irregolare trasmissione della dichiarazione ovvero della documentazione di cui ai commi precedenti; – nelle more, «i creditori non possono procedere all'esecuzione forzata, alla notifica dell'atto di precetto ( ....)» (comma 7); – nel processo di esecuzione forzata, anche in corso, «non può essere disposto il pagamento di somme o l'assegnazione di crediti in favore dei creditori di somme liquidate a norma della presente legge in caso di mancato, incompleto o irregolare adempimento degli obblighi di comunicazione ( ....)» [comma 11]. Rapporti con l'azione esecutiva In merito al rapporto con l'azione esecutiva rileva quanto disposto dall'art. 5-quinquies, l. Pinto. Ai sensi di tale disposizione: – non sono ammessi, in rapporto ai crediti in questione, atti (di sequestro e, per quanto qui specificamente interessa) di pignoramento presso la Tesoreria centrale o le Tesorerie provinciali dello Stato; – i (sequestri ed i) pignoramenti posti in essere in questa forma sono nulli e la nullità è rilevabile d'ufficio; – tali atti non determinano obblighi di accantonamento in capo alle Tesorerie e non «sospendono l'accreditamento di somme a favore delle Amministrazioni interessate. Le Tesorerie in tali casi rendono dichiarazione negativa, richiamando gli estremi della presente disposizione di legge»; – ferme restando le previsioni contenute nei commi 294-bis e 294-ter dell'art. 1, l. n. 266/2005, «i creditori di dette somme, a pena di nullità rilevabile d'ufficio, eseguono i pignoramenti e i sequestri esclusivamente [corsivo nostro] secondo le disposizioni del libro III, titolo II, capo II del codice di procedura civile, con atto notificato ai Ministeri di cui all'arti. 3, comma 2, ovvero al funzionario delegato del distretto in cui è stato emesso il provvedimento giurisdizionale posto in esecuzione, con l'effetto di sospendere ogni emissione di ordinativi di pagamento relativamente alle somme pignorate» (comma 2). Questo significa che il pignoramento in esame ha luogo nelle forme del pignoramento mobiliare presso il debitore (individuato in ragione della natura del procedimento giudiziario della cui eccessiva durata si tratta) – e più specificamente del c.d. pignoramento contabile (v. l'art. 1, d.l. n. 313/1993, conv. con modifiche in l. n. 460/1994) – e non già nelle forme del c.d. presso terzi; – per altro verso, va ricordato che il comma 294-ter dell'art. 1, prima citato, richiamando il precedente comma 294-bis, dispone la impignorabilità dei «fondi e alle contabilità speciali del Ministero dell'economia e delle finanze destinati al pagamento di somme liquidate a norma della l. n. 89/2001». Ammissibilità del pignoramento presso terzi Fermo restando che l'azione esecutiva per il recupero di crediti ex lege Pinto presuppone il previo inutile esaurimento di un procedimento amministrativo, e fermo restando, quindi, che l'art. 5-sexies introduce una condizione di procedibilità dell'azione esecutiva di cui si tratta, una questione problematica attiene all'ammissibilità del pignoramento nella forma c.d. presso terzi. Da un lato, infatti, l'art. 5-quinquies prevede, al comma 2, che il creditore debba procedere esclusivamente (ed a pena di nullità rilevabile d'ufficio) nelle forme del pignoramento diretto presso il debitore (nella peculiare variante del pignoramento contabile). Dall'altro lato, l'art. 5-sexies prevede, al comma 11, che nell'esecuzione “anche in corso” non può essere disposto il pagamento di somme o l'assegnazione di crediti in favore dei creditori di somme liquidate a norma della presente legge se il creditore non ha adempiuto agli obblighi di comunicazione impostigli da tale disposizione. Sul punto la giurisprudenza è divisa: – nel senso che tale ultima norma avrebbe determinato l'abrogazione tacita dell'art. 5-quinquies, cit. ed in specie la previsione, contenuta nella stessa, che il recupero delle somme dovute ex lege Pinto debba avvenire esclusivamente nelle forme del pignoramento diretto, con esclusione, quindi, del pignoramento presso terzi, v. Trib. Napoli 20 dicembre 2017; – per altra tesi, il comma 11 della disposizione in esame si riferirebbe al solo caso di procedura esecutiva pendente posta in essere (perché intrapresa prima dell'introduzione dell'art. 5-quinquies) nelle forme dell'espropriazione forzata di crediti; anche in questo caso, il creditore intanto potrebbe iniziare l'azione esecutiva (anche quella eventualmente ammissibile nella forma del presso terzi) in quanto abbia assolto agli obblighi di comunicazione ed abbia atteso il termine di sei mesi senza che, malgrado il loro adempimento, l'amministrazione non abbia provveduto al pagamento (v. Trib. Napoli 25 maggio 2018). Inammissibilità del giudizio di ottemperanza La giurisprudenza amministrativa ritiene che, a fronte della ratio della riforma del 2013 e degli ulteriori obiettivi perseguiti, il giudizio di ottemperanza non costituisce per il creditore una tutela maggiormente satisfattiva del proprio credito rispetto a quella rappresentata dall'ordinanza di assegnazione, ai sensi dell'art. 5-quinquies l. n. 89/2001. Infatti, in presenza di un'ordinanza di assegnazione e in caso di perdurante inadempimento dell'Amministrazione resistente per incapienza dei relativi capitoli di bilancio, il Commissario ad acta, nominato dal G.A., non potrebbe compiere nessuna attività ulteriore al già intervenuto pignoramento delle somme giacenti in capitoli di contabilità speciale ovvero nei fondi liberamente pignorabili presso l'originario debitore per far ottenere al creditore quanto a lui dovuto (tra le tante v. T.A.R. Lazio n. 9655/2020). Spese di esecuzione e “abuso del diritto” La CEDU, con decisioni del 16 maggio 2023, Ferrara e altri c. Italia ha dichiarato inammissibili i ricorsi proposti da avvocati italiani e diretti ad ottenere la condanna dell'Italia per il mancato pagamento delle spese di esecuzione relative a procedimenti per il recupero di crediti ex lege Pinto; in specie, la Corte ha ritenuto abusiva la sistematica “frammentazione” delle procedure esecutive intentate per recuperare il pagamento delle somme liquidate in favori di più persone nell'ambito di un unico procedimento ex lege Pinto, nonché quelle incardinate separatamente per parti e difensori. |