Opposizione agli atti esecutivi avverso la decisione del giudice dell'esecuzione di accertamento dell'inadempimentoinquadramentoNell'ipotesi di procedura esecutiva già in corso avente ad oggetto l'immobile oggetto della clausola marciana di cui all'art. 48-bis del TUB, l'accertamento dell'inadempimento del debitore, ove quest'ultimo lo richieda, è effettuato dal giudice dell'esecuzione con ordinanza ed il valore di stima del bene è determinato da un esperto nominato dal medesimo giudice. L'ordinanza del giudice dell'esecuzione è suscettibile di opposizione agli atti esecutivi. FormulaTRIBUNALE DI .... [1] OPPOSIZIONE AGLI ATTI ESECUTIVI Per ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa come in atti; -debitrice esecutata- CONTRO ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa come in atti; -creditore intervenuto- NONCHÉ NEI CONFRONTI DI ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa come in atti; - creditore procedente- PREMESSO CHE 1. In data ...., Tizio sottoponeva a pignoramento l'immobile di proprietà della società Beta sito in ...., identificato in Catasto .... (doc. 1); 2.In data ...., peraltro, tale bene era stato oggetto di clausola cd. marciana ex art. 48-bis TUB nell'ambito del contratto stipulato tra l'odierna esponente e la società .... (doc. 2); 2. in data ...., maturato l'inadempimento rilevante ex art. 48-bis, comma 5, TUB che consentiva alla stessa di avvalersi della predetta clausola ed ottenere il trasferimento della proprietà del predetto bene immobile la società finanziatrice è intervenuta nella presente procedura esecutiva immobiliare, nelle more intrapresa dal creditore procedente Tizio; 3. con ricorso in data ...., l'odierna ricorrente ha chiesto al Giudice dell'esecuzione di accertare l'insussistenza dell'inadempimento rilevante per l'operare del trasferimento del bene staggito in favore del finanziatore, deducendo ....; 4. mediante ordinanza ...., comunicata all'esponente in data ...., il Giudice dell'esecuzione ha ritenuto che fosse invece maturata la condizione di inadempimento che consentiva all'esponente di avvalersi della clausola cd. marciana; 5. tale ordinanza è palesemente illegittima, atteso che ....; Per tali ragioni CHIEDE CHE l'Ill.mo Giudice dell'esecuzione Immobiliare voglia fissare udienza di comparizione delle parti [2] ed all'esito della stessa annullare la predetta ordinanza, con vittoria di spese [3] . Luogo e data .... Firma Avv. .... [1]La prima fase sommaria dell'opposizione agli atti esecutivi si svolge dinanzi allo stesso giudice dell'esecuzione che ha emesso l'atto oggetto di opposizione. Con circolare del Ministero della Giustizia del 3 marzo 2015, è stato chiarito che nella prima fase c.d. sommaria dinanzi al giudice dell'esecuzione delle opposizioni esecutive non è dovuto alcun contributo unificato, trattandosi di un incidente di esecuzione. Ove venga introdotto il giudizio di merito andrà invece versato il contributo unificato al momento dell'iscrizione della causa a ruolo, contributo da determinarsi, per l'opposizione agli atti esecutivi, nell'importo fisso di Euro 168,00. [2]Nella fase sommaria delle opposizioni esecutive il procedimento si svolge nelle forme camerali ai sensi dell'art. 185 disp. att. c.p.c. Nella fase sommaria delle opposizioni esecutive il procedimento si svolge nelle forme camerali ai sensi dell'art. 185 disp. att. c.p.c. La S.C. ha avuto occasione di chiarire che la prima fase sommaria dinanzi al giudice dell'esecuzione costituisce connotato indefettibile del procedimento nell'attuale sistema delle opposizioni esecutive. La Corte ha in particolare evidenziato che la preliminare fase sommaria delle opposizioni esecutive (successive all'inizio dell'esecuzione) davanti al giudice dell'esecuzione (ai sensi degli artt. 615, comma 2, 617, comma 2, e 618, nonché 619) è necessaria ed inderogabile, in quanto prevista non solo per la tutela degli interessi delle parti del giudizio di opposizione ma anche di tutte le parti del processo esecutivo e, soprattutto, in funzione di esigenze pubblicistiche, di economia processuale, di efficienza e regolarità del processo esecutivo e di deflazione del contenzioso ordinario. La Corte ha inoltre precisato che l'omissione di tale fase, come il suo irregolare svolgimento, laddove abbia impedito la regolare instaurazione del contraddittorio nell'ambito del processo esecutivo ed il preventivo esame dell'opposizione da parte del giudice dell'esecuzione – non solo in vista di eventuali richieste cautelari di parte, ma anche dell'eventuale esercizio dei suoi poteri officiosi diretti a regolare il corso dell'esecuzione – determina l'improponibilità della domanda di merito e l'improcedibilità del giudizio di opposizione a cognizione piena (Cass. n. 25170/2018). [3]È incontroverso che nella struttura delle opposizioni, ai sensi degli artt. 615, comma 2, 617 e 619 c.p.c., emergente dalla riforma di cui alla l. n. 52/2006, il giudice dell'esecuzione, con il provvedimento che chiude la fase sommaria davanti a sé — sia che rigetti, sia che accolga l'istanza di sospensione o la richiesta di adozione di provvedimenti indilazionabili, fissando il termine per l'introduzione del giudizio di merito, o, quando previsto, quello per la riassunzione davanti al giudice competente —, deve provvedere sulle spese della fase sommaria, potendosi, peraltro, ridiscutere tale statuizione nell'ambito del giudizio di merito (Cass. III, n. 22033/2011). commentoL'accertamento dell'inadempimento del debitore compiuto dal giudice dell'esecuzione ai sensi dell'art. 48-bis, comma 10 TUB, con ordinanza non può essere, considerato “l'ambiente esecutivo” nel quale viene effettuato e che il giudice dell'esecuzione non è deputato all'accertamento di diritti soggettivi, idoneo al giudicato ma assume una valenza meramente endo-procedimentale. Pertanto, pur nel silenzio normativo sulla questione, tenuto conto delle regole generali, l'ordinanza in questione, quale atto del giudice dell'esecuzione, soggiace ad opposizione agli atti esecutivi, opposizione demandata solo nella prima fase c.d. necessaria al giudice dell'esecuzione e che, su impulso di ciascuna delle parti, può dare in seguito luogo ad un'opposizione c.d. di merito. L'opposizione dovrà quindi essere proposta nel termine perentorio di venti giorni dalla conoscenza legale dell'atto (nel senso che la relativa eccezione, ove la questione non sia stata rilevata e decisa nei gradi di merito, possa essere formulata anche in sede di legittimità v. Cass. S.U., n. 8501/2021). Questo assetto implica che se non viene proposta alcuna opposizione l'atto esecutivo con il quale il giudice dell'esecuzione “accerta” l'inadempimento, in realtà non avrà alcuna valenza di accertamento e potrà essere posto in discussione in un ordinario giudizio di accertamento negativo della pretesa creditoria. Diversamente, se viene proposta opposizione agli atti esecutivi contro l'ordinanza del giudice dell'esecuzione che accerta l'inadempimento del debitore, instaurato l'eventuale giudizio di merito ex art. 618 c.p.c. la sentenza conclusiva dello stesso sarà idonea al giudicato sulla sussistenza o meno dell'inadempimento del debitore. |