Contestazioni del debitore esecutato al progetto di distribuzione con restituzione del residuo (art. 512 c.p.c.)

Girolamo Venturella

inquadramento

Una volta esaurita la fase liquidatoria, con la trasformazione in denaro dei beni pignorati, si apre l'ultima fase del procedimento esecutivo (v. Cass. S.U., n. 11178/1995), ossia quella distributiva. Il giudice dell'esecuzione (o il professionista delegato ex art. 591-bis c.p.c.) forma il progetto di distribuzione delle somme ricavate dalla vendita non più tardi di trenta giorni dal versamento del prezzo, qualora concorrano almeno due creditori (così l'art. 596, comma 1 c.p.c.). L'ultimo comma dell'art. 596 c.p.c. è stato riformulato dal d. lgs. n. 149/2022 (c.d. “Riforma Cartabia”), come modificato dalla l. n. 197/2022, il quale ha disposto (con l'art. 35, comma 1) che «Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti». Durante l'udienza fissata per l'audizione delle parti, queste possono sollevare contestazioni in relazione alle modalità di partecipazione o al progetto di distribuzione predisposto dal giudice, il quale può comunque disattendere le stesse contestazioni ordinando il pagamento così come originariamente predisposto. La pronuncia del giudice assume la forma dell'ordinanza, impugnabile con l'opposizione agli atti esecutivi (617). Il progetto di distribuzione contiene sia la graduazione dei creditori (ossia, la collocazione secondo il rango del credito di ciascun creditore concorrente, al privilegio o al chirografo), sia la liquidazione, consistente nella attribuzione quantitativa delle somme concretamente attribuibili a ciascun creditore. Nel caso in cui il debitore non concordi con le determinazioni del giudice dell'esecuzione (ovvero, con quelle compendiate dal P.D. nella bozza del progetto di distribuzione da questi trasmesso al giudice dell'esecuzione, perché lo faccia proprio – si rammenta, al riguardo, che il progetto di distribuzione è atto del giudice), è sua facoltà proporre contestazioni mediante ricorso al giudice stesso, allo scopo di ottenerne la modifica. In tal guisa, si introduce la c.d. controversia distributiva, ossia (per quanto qui interessa) la controversia tra i creditori e il debitore o il terzo assoggettato all'espropriazione, circa la sussistenza o l'ammontare di uno o più crediti o circa la sussistenza di diritti di prelazione. La controversia distributiva, in forza del disposto dell'art. 512 c.p.c., come modificato dal c.d. Decreto competitività (d.l. n. 35/2005, conv. in l. n. 80/2005), consta oggi di due fasi: una prima, che si svolge dinanzi al giudice dell'esecuzione, che deliba (sommariamente – v. Cass. III, n. 15654/2013) le contestazioni inerenti il progetto e le risolve con ordinanza, adottata nell'ambito dell'udienza di approvazione del progetto stesso ex art. 598 c.p.c., appunto apportando, ove occorra, le necessarie modifiche al progetto di distribuzione già depositato; una seconda, a seguito dell'opposizione da proporsi avverso detta ordinanza, nelle forme e nei termini di cui all'art. 617 c.p.c. Tale ultimo giudizio si svolge con plena cognitio dinanzi a giudice-persona fisica diversa dal giudice dell'esecuzione che ha adottato l'ordinanza ex art. 512 c.p.c., ai sensi dell'art. 186-bis disp. att. c.p.c., e viene definito con sentenza non impugnabile, ma solo ricorribile per cassazione (ex art. 111 Cost.).

Formula

TRIBUNALE DI ....

Sez. Esecuzioni Immobiliari

Procedura Esecutiva Immobiliare n. .... / ....

promossa da “ .... ”

contro “ .... ”

Giudice dell'esecuzione: Dott. ....

CONTESTAZIONI DEL DEBITORE ESECUTATO AL PROGETTO DI DISTRIBUZIONE

(ART. 512 C.P.C.)

Il Sig. ...., nato a .... il ...., C.F. ...., residente in ...., via .... n. ...., quale debitore esecutato in seno alla presente esecuzione immobiliare, rappresentato e difeso dall'Avv. ...., giusta procura in calce alla comparsa di costituzione/al presente atto

PREMESSO

– che il professionista delegato Dott./Avv./Notaio .... in data .... ha trasmesso la bozza del progetto di distribuzione;

– che la S.S. ha conseguentemente adottato il progetto di distribuzione, depositato in data ...., fissando l'udienza per l'approvazione per la data del .... [1];

– rilevato che in detto progetto il credito vantato dalla banca .... s.p.a., in linea ipotecaria, in forza di mutuo in notaio ...., è stato determinato in Euro .... al privilegio ed in Euro .... al chirografo;

– che detta liquidazione si rivela, tuttavia, erronea e/o illegittima giacché derivante da una non corretta applicazione della disposizione di cui all'art. 2855 c.c.;

– rilevato, infatti, che il comma primo della citata disposizione prevede che sono collocate al rango ipotecario le spese dell'atto di costituzione d'ipoteca, quelle dell'iscrizione e rinnovazione e quelle ordinarie occorrenti per l'intervento nel processo di esecuzione;

– rilevato che il comma secondo della medesima disposizione disciplina, altresì, i c.d. “interessi del triennio” oggetto di specifica ed analitica modalità di calcolo;

– rilevato che già la nota di precisazione del credito depositata dalla Banca si pone in contrasto con lo spirito e la lettera delle citate disposizioni, di natura cogente e imperativa, e che il P.D. ha ripreso pedissequamente detti errori, riportandoli nella bozza del progetto trasmesso alle parti;

– ritenuto che, conseguentemente, resti liberata e dunque residua la somma di Euro ...., suscettibile di essere restituita all'esponente debitore esecutato a mente dell'art. 510, ultimo comma c.p.c.

Tanto premesso, l'esponente

CHIEDE

Che la S.S. voglia accogliere i superiori rilievi e, conseguentemente, previ gli incombenti di rito, modificare il progetto di distribuzione nel senso sopra esposto, se del caso sospendendo la distribuzione ai sensi dell'art. 512, comma 2 c.p.c.

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

[1]Periodo da inserire se il giudice dell'esecuzione ha firmato la bozza del progetto di distribuzione (come chi scrive ritiene necessario).

commento

A seguito della Riforma Cartabia, il novellato art. 596 c.p.c. stabilisce che il professionista delegato fissa innanzi a se l'audizione delle parti per la discussione sul progetto di distribuzione. Tra la comunicazione dell'invito e la data della comparizione innanzi al delegato debbono intercorrere almeno dieci giorni. Ove sorgano contestazioni il professionista delegato ne darà conto nel processo verbale e rimetterà gli atti al G.E. che provvederà ai sensi dell'art. 512 c.p.c. Ai sensi dell'art. 512 c.p.c. se, in sede di distribuzione, sorge controversia tra creditori concorrenti o tra creditore e debitore o terzo assoggettato all'espropriazione, circa la sussistenza o l'ammontare di uno o più crediti o circa la sussistenza di diritti di prelazione, il G.E. risolverà con ordinanza le questioni prospettategli dopo però aver compiuto i necessari accertamenti (anche in ordine alla rituale instaurazione del contraddittorio) e dopo aver sentito le parti. In funzione della sua decisione il G.E. può sospendere in tutto o in parte la distribuzione della somma ricavata. Avverso l'ordinanza del G.E. le parti possono proporre opposizione ex art. 617, comma 2 c.p.c. In sede di contestazioni al riparto, al fine di comporre il conflitto insorto tra le parti, il G.E. potrà:

• ammettere prove costituende;

• introdurre altri mezzi di prova secondo modalità anche atipiche (ad es. può acquisire sommarie informazioni, disporre l'esibizione di documenti contabili ovvero disporre una consulenza contabile).

Stante la finalità deflattiva dell'istruttoria sommaria, secondo la Soldi il G.E. ha un'ampia facoltà di scelta tra tutti gli strumenti di indagine che gli consentano di risolvere la controversia in maniera esaustiva, così da evitare il successivo giudizio. Per completezza va precisato che, se di regola l'onere della prova grava su colui che propone la controversia, in caso di controversia ex art. 512 c.p.c. il creditore che vanti pretese che non trovino immediata evidenza nel titolo esecutivo sarà tenuto a fornire la prova della loro sussistenza, spettando a colui che rivendica la posizione di vantaggio darne dimostrazione.

Esaurita l'istruttoria, il G.E. emette l'ordinanza con cui: – conferma il progetto di distribuzione nei termini in cui era già stato predisposto, se ritiene che le questioni prospettate siano infondate; ovvero – modifica il progetto di distribuzione, motivando le ragioni di fatto e di diritto per cui ritiene di accogliere le doglianze formulate. L'ordinanza del G.E., sia che abbia rigettato sia che abbia accolto la contestazione, conserva la natura di provvedimento esecutivo emesso nell'ambito dei suoi poteri ordinatori. Con la stessa ordinanza il G.E. dichiara esecutivo il progetto così come confermato o modificato, si tratta infatti di ordinanza «ipoteticamente idonea a concludere la fase distributiva ove le parti diano ad essa acquiescenza e non propongano opposizione agli atti esecutivi».

L'art. 596, comma 3 c.p.c. prevede che il G.E. possa disporre la distribuzione «anche parziale, delle somme ricavate, in favore di creditori aventi diritto all'accantonamento a norma dell'articolo 510, comma 3, ovvero di creditori i cui crediti costituiscano oggetto di controversia a norma dell'articolo 512, qualora sia presentata una fideiussione autonoma, irrevocabile e a prima richiesta ... idonea a garantire la restituzione alla procedura delle somme che risultino ripartite in eccesso, anche in forza di provvedimenti provvisoriamente esecutivi sopravvenuti, oltre agli interessi .... La fideiussione è escussa dal custode o dal professionista delegato su autorizzazione del giudice». La ratio della norma è quella di consentire lo svincolo delle somme spettanti al creditore «contestato» una volta che il piano di riparto sia stato dichiarato esecutivo per effetto dell'ordinanza del G.E., prevedendo che: – in assenza di opposizione ex art. 617 c.p.c., lo svincolo può avvenire anche senza il rilascio di fideiussione; – in caso di opposizione ex art. 617 c.p.c., lo svincolo potrà avvenire solo previo rilascio di garanzia fideiussoria.

Avverso l'ordinanza del G.E. emessa ai sensi dell'art. 512 c.p.c. le parti possono proporre opposizione agli atti esecutivi. Con l'opposizione si apre un incidente cognitivo vero e proprio regolato dalla disciplina generale prevista per le opposizioni agli atti esecutivi. L'oggetto dell'opposizione non sarà rappresentato dal progetto di distribuzione, bensì dall'ordinanza che risolve le controversie su di esso insorte. In via eccezionale, l'opposizione potrà essere proposta avverso il progetto di distribuzione anche per fare valere errores in procedendo verificatisi nella fase prodromica alla sua predisposizione o in sede di sua approvazione, oppure per fare valere il mancato rispetto da parte del delegato nella sua predisposizione delle istruzioni impartitegli dal G.E.

La riforma del processo civile attuata con d.lgs. n. 149/2022 ha modificato sia l'art. 596 c.p.c. che i successivi artt. 597 e 598 c.p.c., ampliando le funzioni del professionista delegato nella fase della distribuzione del ricavato della vendita forzata. Al professionista delegato è affidato, infatti, il potenziale svolgimento di tutta la fase della distribuzione del ricavato ed, in particolare, oltre alla predisposizione del piano di riparto:

• la convocazione delle parti innanzi a sé per l'audizione e la discussione sul progetto;

• l'approvazione del progetto in caso di mancata comparizione delle parti o di mancata contestazione;

• il compito di provvedere al materiale pagamento delle singole quote agli assegnatari.

Una volta approvato il progetto di distribuzione il G.E. lo dichiara esecutivo, mandando al professionista delegato per gli adempimenti di sua competenza, autorizzandolo al pagamento delle singole quote in esecuzione del piano approvato. Il professionista delegato, quindi, procede alla distribuzione delle somme secondo le previsioni del progetto. Ai sensi del terzo comma dell'art. 596 c.p.c. «Il giudice dell'esecuzione può disporre la distribuzione, anche parziale, delle somme ricavate, in favore di creditori aventi diritto all'accantonamento a norma dell'articolo 510, terzo comma, ovvero di creditori i cui crediti costituiscano oggetto di controversia a norma dell'articolo 512, qualora sia presentata una fideiussione autonoma, irrevocabile e a prima richiesta, rilasciata da uno dei soggetti di cui all'articolo 574, comma 1, secondo periodo, idonea a garantire la restituzione alla procedura delle somme che risultino ripartite in eccesso, anche in forza di provvedimenti provvisoriamente esecutivi sopravvenuti, oltre agli interessi, ... La fideiussione è escussa dal custode o dal professionista delegato su autorizzazione del giudice. Le disposizioni del presente comma si applicano anche ai creditori che avrebbero diritto alla distribuzione delle somme ricavate nel caso in cui risulti insussistente, in tutto o in parte, il credito del soggetto avente diritto all'accantonamento ovvero oggetto di controversia a norma del primo periodo del presente comma»

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