Pignoramento di navi (o di loro carati) (art. 644 cod. nav.)inquadramentoIl codice della navigazione, a proposito dell'esecuzione forzata su navi e galleggianti, richiama le norme del codice di procedura civile limitatamente a poche fattispecie che richiedevano una disciplina adattata alla particolare natura dei beni di riferimento. Questa disciplina risulta sintetica, in parte lasciata ad espliciti richiami alla normativa del codice di procedura civile e incompleta a costituire un corpo normativo autosufficiente. È pertanto necessario integrarne le disposizioni con le regole dettate per le controversie ordinarie tutte le volte in cui esse si rivelano compatibili e applicabili nonostante la specificità della materia. L'esecuzione può avere ad oggetto la nave nell'intero diritto di proprietà su di essa oppure quote di tale diritto, denominate carati, a loro volta frazionabili. In entrambi i casi il pignoramento è eseguito mediante la notifica di un atto di parte. La formula che segue è conforme all'opinione che reputa applicabili le disposizioni di cui all'art. 492 c.p.c. per quanto riguarda gli avvisi da comunicarsi al debitore. Formula
ISTANZA DI PIGNORAMENTO [1] (ARTT. 644-651 COD. NAV.) La Banca .... s.p.a. (C.F. ....) con sede in ...., in persona del legale rappresentante Sig. ...., residente in ...., C.F. ...., quale Presidente del consiglio di amministrazione, domiciliato agli effetti di questa procedura presso la persona e nello studio dell'Avv. .... (C.F. ....; PEC .... in ...., che lo rappresenta e difende per delega a margine dell'atto di precetto PREMESSO – che con sentenza Corte di appello di ...., in data ...., numero ...., la società .... in liquidazione, con sede in ...., è stata condannata a pagare all'esponente istituto bancario la somma di Euro .... comprensiva di capitale e spese, oltre interessi e successive maturate e maturande; – che la sentenza, notificata alla detta società in data ...., è passata in giudicato per mancata impugnazione nei termini, come da certificazione della cancelleria nella copia autentica che si produce; – che in data .... fu notificato alla medesima società atto di precetto per la complessiva somma di Euro ....; – che il debito non è stato onorato nei termini di legge; – che è intenzione della esponente creditrice di procedere con esecuzione forzata nei confronti della nominata debitrice per ottenere il pagamento di quanto come sopra dovuto; – che la società debitrice risulta essere proprietaria di un bene mobile registrato costituito dalla nave ...., adibita a trasporto di merci alla rinfusa, iscritta nel registro navale del compartimento marittimo di ...., pertanto italiana a tutti gli effetti, attualmente ferma per riparazioni nei cantieri di manutenzione del porto di ..... Tanto premesso, l'esponente istituto bancario dichiara con il presente atto di voler sottoporre a pignoramento la nave suddetta per essere soddisfatto del proprio credito. Salvo ogni proprio diritto e con riserva di ulteriormente agire ove occorra. Luogo e data .... Sottoscrizione della parte .... Autentica e sottoscrizione dell'Avvocato .... ATTO DI PIGNORAMENTO Io sottoscritto Ufficiale giudiziario addetto all'ufficio unico di ...., preso atto di quanto sopra e su istanza dell'Avv. .... INGIUNGO alla società .... in liquidazione, quale proprietaria debitrice, nella persona del liquidatore Dott. ...., di astenersi da qualunque atto che possa sottrarre alla garanzia dei crediti per cui si procede la nave così identificata: nome .... nazionalità .... proprietà .... iscrizione nel registro navi .... di tonnellate .... adibita a trasporto merci come da documenti .... INVITO il debitore, nella persona del detto ...., ad effettuare presso la cancelleria del giudice dell'esecuzione la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio in uno dei comuni del circondario del tribunale di ...., o di indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o eleggere un domicilio digitale speciale; con l'avvertimento che, in mancanza ovvero in caso di irreperibilità presso la residenza dichiarata o il domicilio eletto, le successive notifiche e le comunicazioni verranno effettuate presso la detta cancelleria, salvo quanto previsto dall'art. 149-bis c.p.c. AVVERTO il debitore sopra nominato che può chiedere di sostituire alla nave pignorata una somma di denaro pari all'importo dovuto al creditore pignorante e ai creditori intervenuti, comprensivo del capitale, degli interessi e delle spese, previa istanza da depositarsi prima che sia disposta la vendita unitamente ad una somma non inferiore a un sesto dell'importo per cui è stato eseguito il pignoramento e dei crediti dei creditori intervenuti indicati nei rispettivi atti di intervento, dedotti i versamenti effettuati di cui deve essere data prova documentale. AVVERTO altresì il medesimo debitore che può proporre opposizione ma che questa è inammissibile se è proposta dopo che è stata disposta la vendita o l'assegnazione, salvo che sia fondata su fatti sopravvenuti ovvero che l'opponente dimostri di non aver potuto proporla tempestivamente per causa a lui non imputabile. INTIMO al comandante della nave suddetta identificato, come da documenti che acquisisco in copia, nel Sig. .... di non fare partire la nave senza previa autorizzazione del giudice dell'esecuzione. Luogo e data .... L'Ufficiale giudiziario .... Relazione di notifica A nome e per conto della Banca .... e su richiesta dell'Avv. .... che la rappresenta HO NOTIFICATO copia conforme del presente atto e con modalità telematiche a: – società .... in liquidazione, nella persona del liquidatore Dott. .... con consegna nel suo studio al collega Dott. .... egli momentaneamente assente; – Sig. .... nella sua qualità di comandante della nave .... con plico raccomandato a/r a mezzo del servizio postale ai sensi di legge. [1]L'atto di pignoramento è predisposto dal creditore procedente e affidato all'ufficiale giudiziario per la notifica. In conseguenza della digitalizzazione del processo civile le notifiche a cura dell'ufficiale giudiziario seguono le regole di cui agli artt. 149-bis c.p.c.; art. 16 d.l. n. 179/2012 (modalità telematiche); e 3 l. n. 53/1994, e successive modificazioni. Dopo la notifica il creditore deve provvedere a far iscrivere l'atto nel registro di iscrizione della nave o del galleggiante e, ove si tratti di navi maggiori, a far annotare il pignoramento sull'atto di nazionalità. commentoPrincipi generali Il codice della navigazione detta una disciplina che anche per le procedure di esecuzione forzata si pone come autonoma da quella del diritto civile. La ragione della specificità normativa è dovuta alle caratteristiche economico-giuridiche dei beni cui si rivolge ed alla particolarità delle loro destinazioni di utilizzo. Per quanto propriamente concerne il diritto marittimo, la nave e i mezzi ad esse parificati nel regime giuridico hanno una propria nazionalità indipendente dal luogo in cui di volta in volta si trovano ed hanno una funzione dinamica tipicamente commerciale. Questi aspetti forniscono la ragione di un peculiare trattamento giuridico esteso alle fattispecie di espropriazione forzata. Le disposizioni in proposito del codice della navigazione sono di applicazione esclusiva mentre quelle ordinarie dettate dal codice di rito civile soccorrono quando sono espressamente richiamate come norme di riferimento o quando sono strettamente necessarie a integrare una normativa mancante. La natura di applicazione esclusiva ha indotto Cass. III, n. 3127/1987, ad affermare che l'atto di precetto su navi e galleggianti non è regolato dall'art. 480 c.p.c. e che pertanto il termine della sua efficacia è quello inderogabile di trenta giorni fissato dall'art. 648, comma 2, cod. nav. L'autonomia di trattamento giuridico presuppone che sussista una precisa condizione. Si suppone, infatti, che i beni che vi sono sottoposti siano stati registrati nei registri pubblici tenuti dagli uffici dei compartimenti marittimi: ove questa registrazione manchi o non sia prevista, navi e galleggianti sono considerati beni mobili ai sensi del diritto comune (Cass. n. 2445/1993). Già da tempo si era chiarito che l'iscrizione di una nave o di un galleggiante nei pubblici registri ha la finalità di identificare la nave nei suoi elementi caratteristici, di attribuire ad essa la qualifica di “nazionale” nonché di valere come pubblicità dichiarativa per rendere opponibile ai terzi le vicende dell'imbarcazione (Cass. pen. III, n. 401/1983, che aveva escluso che l'iscrizione nel registro navale di un natante falsamente indicato come imbarcazione da diporto fosse fidefaciente di tale qualità). Nell'ambito dell'espropriazione immobiliare il codice di procedura civile consente la ricerca dei beni da sottoporre a pignoramento con strumenti telematici. Il fatto che le navi e in genere i galleggianti debbano essere iscritti e immatricolati in registri accessibili al pubblico rende agevole una siffatta ricerca anche per quanto si riferisce all'espropriazione forzata regolata dal codice della navigazione. In proposito si pone il quesito di poter considerare trasferibile nel diritto marittimo la normativa civilistica, che circonda di cautele la detta ricerca telematica (artt. 492-bis e ss. c.p.c.). Dopo la riforma del processo civile disposta dal d.lgs. n. 149/2022, l'estensione in via interpretativa appare giustificata, dato che questo provvedimento ha ampliato le facoltà per il creditore di ricorrervi: infatti, una preventiva autorizzazione ad opera del presidente del tribunale, in precedenza prevista come condizione necessaria, è attualmente richiesta soltanto per il caso in cui l'urgenza di provvedere non consenta di attendere la scadenza del termine ad adempiere assegnato con il precetto al debitore. Si vedano anche gli artt. 155-ter e segg. disp. att. c.p.c. Oggetto dell'esecuzione forzata Le disposizioni specifiche del codice della navigazione in tema di esecuzione forzata riguardano le navi e i galleggianti della navigazione marittima e della navigazione interna. La definizione di questi beni è contenuta nell'art. 136 il quale definisce come navi qualsiasi costruzione destinata al trasporto per acqua, anche a scopo di rimorchio, di pesca, di diporto o di altra utilità; e aggiunge che le disposizioni riguardanti le navi si applicano, in quanto non sia diversamente disposto, anche ai galleggianti mobili adibiti a qualsiasi servizio attinente alla navigazione o al traffico in acque marittime o interne. Dispone, a sua volta, l'art. 62 del regolamento per la navigazione interna che, in mancanza di elementi dai quali risulti che la destinazione prevalente a servizi attinenti alla navigazione e al traffico in acque interne, si considerano galleggianti le costruzioni che non siano dotate di mezzi di propulsione propria. L'art. 645 cod. nav. esclude, però, dall'esecuzione le navi da guerra e le altre di interesse pubblico espressamente da esso menzionate. La Corte di cassazione ha chiarito che il naviglio della guardia di finanza ha natura di nave militare, in quanto iscritta nel ruolo delle navi militari, comandata da personale militare e recante i segni distintivi delle forze armate; ma non è nave da guerra se non è comandata da un ufficiale di marina al servizio dello Stato iscritto nell'apposito ruolo degli ufficiali (Cass. pen. III, n. 6626/2020). Per il tribunale di Agrigento (2 luglio 2019) il medesimo naviglio è considerato da guerra quando opera al di fuori delle acque territoriali. La dottrina accenna in proposito a un difetto di giurisdizione, assoluto per quanto riguarda la proprietà statale, relativo per le altre ipotesi. Navi e galleggianti si caratterizzano per la loro destinazione al trasporto per via di acqua; ma secondo una diffusa opinione, ai fini dell'applicazione delle norme in tema di espropriazione non è indispensabile che tali beni siano attualmente ed effettivamente idonei allo spostamento ed al trasporto (sono pignorabili anche le navi in costruzione); ciò che rileva è la loro mobilità considerata in astratto. È, infatti, nave o galleggiante anche ciò che viene rimorchiato ed è privo di una mobilità propria, come avviene per la gru e per la draga che vengono portate da altro mezzo sul luogo del loro impiego (App. Venezia 13 giugno 2005, in Dir. maritt., 2007, 1208). Non è stato considerato nave né assimilabile alla nave un bacino galleggiante di carenaggio, pure se dotato dei requisiti della mobilità e dell'attitudine alla navigazione (Cass. n. 9589/1994, in fattispecie concernente imposizioni fiscali). Non costituiscono oggetto di esecuzione i mezzi che hanno perduto definitivamente l'attitudine ad essere destinati al trasporto, quali le navi in demolizione e i relitti (Cass. n. 7020/2005; Trib. Trieste 14 agosto 2008, in Dir. maritt., 2009, 1235). Si è affermato che la nave perisce come tale quando ne vengono meno gli elementi essenziali, vale a dire, quando si verifica una situazione per cui non può più essere considerata una costruzione atta e destinata al trasporto di cose e persone per acqua: situazione che può verificarsi per naufragio derivante da cause esogene (collisione, investimento, tempesta, uragano, azione bellica, ecc....) ovvero endogene (esplosione, cedimento di parti, falle, allagamento) o, comunque, per un'alterazione irreversibile delle sue componenti (ad es., l'incendio). Costituisce compito del giudice di merito accertare se, nelle fattispecie concrete, trattasi di nave o di semplice relitto (Cass. III, 6134/1995). Sono soggette ad esecuzione forzata anche le navi straniere: artt. 653,655,657 cod. nav., nel rispetto, comunque, delle regole internazionali. L'art. 645 cod. nav. dichiara non espropriabili le navi pronte a partir o in corso di navigazione, a meno che si tratti di tutelare crediti sorti a causa del viaggio che stanno per intraprendere o che proseguono. In proposito la norma citata precisa che la nave marittima si reputa pronta a partire quando il comandante ha ricevuto le spedizioni; mentre per le navi della navigazione interna rileva il rilascio dell'autorizzazione a partire ad opera del comandante del porto. Le spedizioni sono regolate dall'art. 181 cod. nav. e si risolvono nell'apposizione di un visto sulla dichiarazione integrativa di partenza rilasciato dal comandante del porto o dall'autorità consolare. In tema di diritti doganali si osserva il criterio diverso per cui rileva la valutazione in concreto accertabile oggettivamente dal giudice, secondo un apprezzamento da operare ex ante non limitato all'attitudine tecnico-fisica di salpare le ancore ma che include l'assenza di vincoli tali da precludere alla nave di partire in qualsiasi momento e a sua discrezione (Cass. trib., n. 5482/2020). L'espropriazione può riguardare la nave nella sua interezza o quote della proprietà su di essa. Tali quote assumono il tradizionale nome di carati (in numero di 24, a loro volta frazionabili) e costituiscono porzioni indivise e ideali del complessivo valore della nave, suscettibili di appartenere a proprietari diversi. Giurisdizione Sono soggetti ad espropriazione in Italia le navi e i galleggianti, italiani o stranieri, che si trovano in spazi acquei sottoposti alla sovranità statale o in località non soggette alla sovranità di alcuno stato (art. 4 cod. nav.). Non vi sono sottoposte le navi, italiane o straniere, che si trovano in spazi acquei di sovranità estera e neppure le navi di stati esteri aventi la qualità di veicolo destinato a servizio governativo non commerciale. In materia sono vigenti Convenzioni internazionali. quale la Convenzione di Bruxelles del 27 settembre 1968, resa esecutiva con l. n. 804/1971. Alla disciplina così risultante si sono aggiunti altri impegni assunti dall'Italia nei suoi rapporti internazionali in materie settoriali. Per lo specifico tema dell'esecuzione su navi è vigente la Convenzione di Bruxelles datata 10 maggio 1952, resa esecutiva con l. n. 880/1977, poi modificata dalla Convenzione di Ginevra 12 marzo 1999, prevalentemente dedicata alla disciplina del sequestro. Nelle materie civile e commerciale, in genere, la Convenzione del 1968 è stata sostituita, per i Paesi membri della UE, dapprima dal Regolamento comunitario n. 44/2001 e poi dal Regolamento n. 1215/2012. Vige, ove non contraddetta dalle Convenzioni, la regola di cui all'art. 3 della l. n. 218/1995, di riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato, per la quale la giurisdizione italiana sussiste quando il convenuto è domiciliato o residente in Italia o vi ha un rappresentante autorizzato a stare in giudizio. La destinazione, in concreto, del bene appartenente a uno stato estero all'adempimento delle sue funzioni pubbliche ne comporta, in sede esecutiva, l'impignorabilità, da farsi valere con l'opposizione all'esecuzione (Cass. III, n. 2041/2010). La giurisprudenza ha affermato che nella pendenza del processo di esecuzione è inammissibile la proposizione del regolamento preventivo di giurisdizione, predisposto unicamente per il giudizio di cognizione (Cass. S.U., ord., n. 1216/2022). Nei confronti dello straniero a bordo di nave straniera non sussiste la giurisdizione italiana potendo le autorità italiane esercitare poteri di polizia solo con l'autorizzazione dello stato di bandiera (Cass. pen. IV, n. 13596/2019). Giudice competente Giudice competente per l'esecuzione forzata è il Tribunale. La competenza per territorio è stabilita in base alla circoscrizione in cui la nave o il galleggiante si trova, secondo un criterio che tiene conto della mobilità dei beni e che, inoltre, corrisponde a quello seguito per l'espropriazione ordinaria di cose mobili e cose immobili (art. 26 c.p.c.). La competenza è inderogabile e funzionale. Non sono stabilite norme per il caso in cui la nave sia in navigazione, in acque territoriali o internazionali. La dottrina ha offerto soluzioni disparate: è competente il giudice costiero se la nave è in acque territoriali; si tiene conto del luogo da cui la nave è salpata; si considera il luogo nel quale è previsto l'approdo. Sembra preferibile ritenere competente il luogo di attracco, quale ubicazione che ne consente il fermo e la custodia: sempre che sussista al riguardo la giurisdizione italiana. L'incompetenza, in difetto di specifiche disposizioni in proposito, è rilevabile nei tempi e nei limiti di cui all'art. 38 c.p.c., una volta che avverso il pignoramento sia proposta l'opposizione. L'esigenza di delimitare nel tempo la proponibilità e la rilevabilità dell'incompetenza induce a ritenere che il momento ultimo, di preclusione, al riguardo è costituito dall'udienza in cui, ai sensi dell'art. 655 cod. nav., il giudice dell'esecuzione sente le parti per provvedere sulla domanda di vendita. In ogni caso avverso i provvedimenti del giudice dell'esecuzione, affermativi o negativi della propria competenza, è proponibile soltanto l'opposizione agli atti esecutivi e non anche il regolamento di competenza: principio affermato a proposito dell'esecuzione forzata ordinaria (Cass. III, ord., n. 4506/2022; Cass. III, ord., n. 38368/2021). Atto di pignoramento Il pignoramento è atto di ufficiale giudiziario da compiersi su precisa istanza della parte interessata munita di precetto. L'art. 650 cod. nav. ne specifica il contenuto, che si differenzia in parte da quello disciplinato dal codice di rito civile in relazione all'esecuzione sui comuni beni mobili. La norma citata stabilisce, infatti, che il pignoramento su navi, su quote di navi e su galleggianti consiste nella notifica di un atto contenente l'ingiunzione al proprietario di astenersi da atti di disposizione del bene e contenente, altresì, l'intimazione al comandante di non far partire la nave. Ingiunzione e intimazione sostituiscono, in tema di esecuzione su navi e galleggianti, la materiale apprensione dei beni mobili che nel rito civilistico di esecuzione su beni diversi, soggetti a disciplina ordinaria, rappresenta il momento di produzione di effetti dell'atto di pignoramento. La normativa civilistica si è nel tempo evoluta per l'esigenza di assicurare al debitore la possibilità concreta di essere avvertito della procedura che viene intrapresa a suo danno e delle facoltà che la normativa gli attribuisce per evitare il vincolo dei suoi beni e difendersi. Deve ritenersi che le ragioni protettive suddette debbano valere, per identità di situazioni, anche con riguardo al pignoramento di navi e aeromobili, non ostandovi particolari motivi in contrario. La formula sopra estesa, di conseguenza, è adeguata all'attuale testo dell'art. 492 c.p.c. che richiede quali elementi necessari dell'atto dell'ufficiale giudiziario: – l'intimazione al debitore di astenersi da qualunque atto diretto a sottrare alla garanzia del credito i beni che si assoggettano all'espropriazione e i loro frutti; – l'invito al debitore di effettuare presso la cancelleria del giudice dell'esecuzione la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio in uno dei comuni del circondario, con avvertimento che, in mancanza ovvero in caso di irreperibilità, le notificazioni e le comunicazioni saranno eseguite in cancelleria; sul punto l'art. 492 c.p.c. è stato modificato dal d.lgs. id correzione della riforma del processo civile introdotta dal d.lgs. n. 149/2022 e il pignoramento deve contenere anche l'invito al debitore ad indicare un indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici registri o l'elezione di un domicilio digitale speciale. – l'avvertimento che il debitore può chiedere di sostituire alle cose pignorate una somma di denaro pari all'importo dovuto al creditore pignorante e ai creditori intervenuti per capitale, interessi e spese (conversione del pignoramento); – l'avvertimento che l'opposizione è inammissibile se è proposta dopo che è stata disposta la vendita o l'assegnazione, salvo che sia fondata su fatti sopravvenuti ovvero che l'opponente dimostri di non aver potuto proporla tempestivamente per causa a lui non imputabile. Modo del pignoramento La normativa prevede come forma di attuazione del pignoramento la notifica di un atto di parte a mezzo di ufficiale giudiziario. La mancanza di norme di dettaglio induce a ritenere che essa sia da compiersi nei modi previsti per gli atti della procedura civile: sì che l'evoluzione della disciplina del settore deve far ritenere applicabili anche alla materia in oggetto gli strumenti messi a disposizione dagli sviluppi della tecnica informatica. La digitalizzazione del processo civile ha radicalmente mutato la disciplina delle notificazioni. Per quelle da eseguirsi dall'ufficiale giudiziario si vedano l'art. 149-bis c.p.c. e le norme del Codice dell'amministrazione digitaled.lgs. n. 82/2005. Poiché le navi e i galleggianti sono per definizione destinati a spostarsi e trasferirsi, l'art. 650 dispone che se la nave è in corso di navigazione il giudice competente per l'esecuzione possa prescrivere che la notificazione del pignoramento al comandante sia eseguita a mezzo di telegramma collazionato con avviso di ricevimento ovvero mediante comunicazione radiotelegrafica degli estremi del pignoramento. La normativa deroga a quella vigente per la notifica degli atti preliminari al pignoramento quando consistono in emanazioni degli uffici tributari. In questi casi le notificazioni possono essere effettuate alla residenza risultante dai registri di immatricolazione (Cass. V, n. 739/2017, in tema di avviso di accertamento). Il vizio di notificazione dell'atto di pignoramento è sanato dalla proposizione dell'opposizione, a meno che l'opponente deduca di avere subìto un concreto pregiudizio al diritto di difesa verificatosi prima di aver avuto conoscenza dell'espropriazione forzata oppure che la notificazione sia radicalmente inesistente (Cass. III, ord., n. 9903/2021; Cass. III, n. 11290/2020). La successiva trascrizione del pignoramento ha unicamente una funzione di pubblicità dichiarativa. Soggetti destinatari della notifica dell'atto di pignoramento I soggetti ai quali l'atto di pignoramento deve essere notificato sono, per l'espropriazione della nave o del galleggiante, il debitore che ne sia proprietario e il comandante. Nell'espropriazione della quota la notifica riguarda anche il proprietario di questa. Per il debitore esecutato la notifica può essere validamente eseguita al raccomandatario o al capo scalo che ne abbia ex lege la rappresentanza sostanziale e processuale. Si ritiene, però, in base al disposto dell'art. 670, comma 2, cod. nav. che il pignoramento vada notificato anche al proprietario non armatore o non esercente ed all'eventuale terzo proprietario, nei cui confronti l'espropriazione può essere effettuata. La notifica al comandante segue le regole generali e può farsi a mani di un primo ufficiale o di un altro addetto di bordo che di lui faccia le veci (art. 139 c.p.c.). La notificazione che venisse diretta al comandante del porto, non necessaria ex lege, avrebbe una funzione di semplice notizia: comunque utile a porlo nelle condizioni di impedire la partenza della nave, come intimatogli. Efficacia del pignoramento Il pignoramento di navi e galleggianti è perfetto con la sua notificazione. Da tale momento decorre il termine di cessazione della sua efficacia. Entro novanta giorni deve essere proposta l'istanza di vendita. |