Istanza di provvedimento per impedire la partenza della nave (art. 646 cod. nav.).

Francesco Bartolini

Inquadramento

Il pignoramento della nave si esegue mediante un atto notificato sia al suo proprietario, debitore o comunque soggetto passivo dell'esecuzione, perché si astenga da atti diretti a sottrarre il bene alla garanzia del credito dell'esecutante, e sia al comandante della nave, con intimazione di non farla partire o, se questa è in navigazione, di non farla ripartire dal luogo di arrivo. Se il creditore ritiene che l'ingiunzione al debitore e l'intimazione al comandante non siano sufficienti a escludere il pericolo di un allontanamento della nave, tale da rendere impossibile o difficoltoso il soddisfacimento forzoso su di essa e comunque contrario alle finalità esecutive, può chiedere al giudice dell'esecuzione che siano adottati i provvedimenti opportuni a impedire siffatto allontanamento. Nel caso di urgenza i provvedimenti possono essere chiesti al comandante del porto o all'autorità di polizia giudiziaria del luogo in cui si trova la nave.

Formula

TRIBUNALE CIVILE DI ...

ALL'ILL.MO SIG. GIUDICE DELL'ESECUZIONE [1]

Nel procedimento di esecuzione forzata n. r. es. ... promosso da:

BANCA ... s.p.a. con sede legale in ..., in persona del Sig. ... e per questa procedura rappresentata e assistita dall'Avv. ..., come in atti generalizzati

CONTRO

Società ... s.r.l. con sede legale in ..., in persona dell'amministratore unico Sig. ..., rappresentato e assistito dagli Avv. ..., debitrice esecutata, anch'essa generalizzata in atti

A nome e per conto della propria assistita Banca ..., il sottoscritto che la rappresenta in giudizio espone quanto segue.

In data ... l'Istituto bancario notificò alla s.r.l. ... atto di precetto con intimazione a pagare la somma di Euro ... dovuta come da decreto ingiuntivo Tribunale di ..., in data ..., divenuto esecutivo per ordinanza ...;

il debito non è stato saldato nei termini di legge;

a fronte dell'inerzia della debitrice l'Istituto bancario ha fatto notificare formale atto di pignoramento onde intraprendere l'espropriazione forzata ed essere soddisfatto del proprio credito;

il pignoramento è stato così effettuato:

- per notifica alla debitrice, in qualità di proprietaria del bene pignorato, eseguita in data ... con spedizione a mezzo raccomandata consegnata ad addetto all'ufficio, incaricato di ricevere la corrispondenza;

- per notifica al comandante della nave, Sig. ..., con consegna a sue mani in data ...;

e con oggetto: nave di nazionalità italiana, nome ... iscritta nel registro del compartimento marittimo di ... con dati di identificazione ....

Gli atti notificati contenevano tanto l'ingiunzione al debitore di non compiere atti diretti a sottrarre il bene pignorato alla garanzia del credito quanto l'intimazione al comandante della nave di non farla partire dal porto di ... nel quale essa attualmente si trova.

Risulta, da attendibili informazioni ricevute, che la nave suddetta ha quasi completato il carico di viveri e combustibile e che imminente si profila il suo allontanamento verso destinazione ignota all'esponente [2];

l'allontanamento cagionerebbe grave e irreparabile danno all'esponente istituto creditore, la cui unica garanzia per il credito vantato è costituita dalla nave pignorata e dai suoi arredi.

Tanto premesso, l'esponente chiede a codesto onorevole Giudice dell'esecuzione di adottare i provvedimenti occorrenti ad assicurare che la nave pignorata non lasci il porto nel quale si trova e ordini alle autorità portuali di non rilasciare l'autorizzazione alla partenza.

Si producono:

...

...

....

Con riserva di produrre e dedurre.

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

1. Tutti gli atti del processo devono essere redatti in forma chiara e sintetica (art. 121 c.p.c. e d.m. n. 110/2023). Il deposito degli atti e dei documenti da parte dei difensori ha luogo esclusivamente con modalità telematiche (artt. 87 e 196-quater disp. att. c.p.c.).

2. La nave costiera si considera pronta a partire quando il comandante ha ricevuto le spedizioni, che sono le carte di bordo da vistarsi dal comandante del porto o dall'autorità consolare quando la nave è in un porto estero. La nave della navigazione interna è invece pronta a partire quando il comandante di bordo ha dato l'autorizzazione alla partenza.

COMMENTO

Principi generali

Il codice della navigazione detta una disciplina autonoma da quella del diritto civile che riguarda anche le procedure esecutive sui particolari beni destinatari delle sue disposizioni. La ragione della specificità normativa è dovuta alle caratteristiche economico-giuridiche di questi beni ed alla particolarità delle loro destinazioni di utilizzo. Questi aspetti forniscono la ragione di un peculiare trattamento giuridico che lo rende di applicazione esclusiva. Le regole dettate dal codice di procedura civile soccorrono a completarlo unicamente quando sono espressamente richiamate come norme di riferimento. Una delle fattispecie nelle quali il diritto marittimo assume caratteristiche specifiche e divergenti è quella dei provvedimenti cautelari: se, infatti, anche sulle navi e gli aerei sono consentiti i sequestri conservativo e giudiziario, la mobilità che è connotato tipico di questi beni ha richiesto l'adozione di accorgimenti che impediscano la loro agevole sottrazione alla garanzia dei creditori. In proposito l'art. 646 cod. nav. consente di chiedere che dall'autorità sia impedita la partenza della nave.

L'autonomia di trattamento giuridico, sia pure con il limite che consegue al rinvio alle norme ordinarie sostanziali e processuali, presuppone che sussista una precisa condizione. Si suppone, infatti, che i beni che vi sono sottoposti siano stati registrati nei registri pubblici tenuti dagli uffici dei compartimenti marittimi: ove questa registrazione manchi o non sia prevista, navi e galleggianti sono considerati beni mobili ai sensi del diritto comune.

Competenza

La formula che si propone ipotizza che il giudice dell'esecuzione sia stato già nominato dal presidente del tribunale. Se la nomina non è ancora avvenuta, l'istanza va proposta al tribunale competente ai sensi dell'art. 643 cod. nav.

La richiesta

La disposizione dettata dall'art. 646 non descrive la forma e il contenuto della richiesta di provvedimento impeditivo della partenza della nave. Se rivolta all'autorità giudiziaria per ottenerne un intervento, l'atto si risolve in un ricorso (art. 125 c.p.c.). Se rivolta ad altre autorità, può essere proposta anche in forma verbale. In proposito può ritenersi applicabile, per analogia di situazioni, l'art. 486 c.p.c. per il quale le domande e le istanze che si propongono al giudice dell'esecuzione, se la legge non dispone altrimenti, sono proposte oralmente quando avvengono all'udienza; o con ricorso da depositarsi con modalità telematiche, come tutti gli atti processuali (artt. 87 e 196-quater disp. att. c.p.c.), negli altri casi. Il d.lgs. n. 164/2024, di integrazione e correzione del d.lgs. n. 149/2022 (riforma processuale Cartabia) ha soppresso dal testo dell'art. 486 il riferimento al deposito in cancelleria. Quanto a funzione e contenuto esso si individua per i soggetti cui può essere rivolto (il giudice dell'esecuzione, delegato se già nominato, altrimenti il tribunale ex art. 643 cod. nav.) e per lo scopo, costituito dall'assicurare che la nave pignorata non venga spostata in luogo che ostacoli il seguito della procedura di espropriazione. In pratica, la misura tende ad evitare un allontanamento della nave dal luogo del pignoramento e l'inutilità degli ulteriori atti dell'esecuzione, come potrebbe avvenire nel caso di avvio verso luoghi di extraterritorialità.

Nei casi in cui il provvedimento è adottato in forma di ordinanza dall'autorità marittima, ne va assicurata la pubblicazione nell'albo dell'ufficio per le ordinanze del capo del circondario per i porti e le altre zone demaniali marittime e di mare territoriale della sua circoscrizione (art. 59 Regolamento esecutivo codice della navigazione). La Corte di cassazione (ord., n. 20536/2020) ha affermato che tale specifica forma di pubblicità non è contemplata espressamente a pena di inefficacia o di nullità dell'atto e che pertanto essa è surrogabile con altra forma che ne garantisca ugualmente e idoneamente la stessa conoscibilità.

Non è definita dalla normativa la natura del provvedimento. Esso è certamente un atto amministrativo quando è emesso da autorità esponenti della Pubblica amministrazione ma costituisce un atto di esercizio della giurisdizione, sa pure non contenziosa, quando l'ordine è pronunciato dal giudice. In questo caso deve ritenersi che l'ordine costituisca una misura cautelare da ricondurre alle figure giuridiche disciplinate dal rito cautelare uniforme (art. 669-quaterdecies c.p.c.). Poiché a tutte le forme impositive di restrizioni devono corrispondere strumenti di tutela e di difesa, ne segue che avverso i provvedimenti del giudice può essere proposto il reclamo cautelare di cui all'art. 669-terdecies.

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