Istanza per la conservazione dei beni mobili pignorati

Girolamo Venturella

Inquadramento

A differenza di quanto previsto per l'esecuzione immobiliare dall'art. 559, comma 1 c.p.c., per l'espropriazione di beni mobili il debitore esecutato non è onerato della custodia dei beni stessi ex lege, con la conseguenza che l'Ufficiale giudiziario deve sempre procedere alla nomina del custode, ex art. 521 c.p.c. Mentre la scelta della persona da nominare è sempre libera, qualora si tratti di estraneo, occorre invece il consenso del creditore pignorante nel caso in cui si proceda alla nomina del debitore, di persone della sua famiglia o che con lui convivono; al contempo, occorre invece il consenso del debitore affinché venga nominato custode il creditore pignorante o il suo coniuge. Si tratta, all'evidenza, di forme di cautela dettate dalla natura dei beni pignorati, facilmente occultabili o suscettibili di dispersione o soppressione. Nel rinviare alle formule sulla custodia in generale per maggiore approfondimento, occorre qui evidenziare che il custode non può usare le cose pignorate senza l'autorizzazione del giudice dell'esecuzione e deve rendere il conto a norma dell'art. 593 c.p.c. Inoltre, quando è depositata l'istanza di vendita il giudice dispone la sostituzione del custode nominando l'Istituto Vendite Giudiziarie (I.V.G.), che entro trenta giorni provvede al trasporto dei beni pignorati presso la propria sede o altri locali nella propria disponibilità. Gli addetti dell'istituto, ove necessario per l'apprensione dei beni, possono aprire porte, ripostigli e recipienti e richiedere l'assistenza della forza pubblica. Per i beni che risultano difficilmente trasportabili con l'impiego dei mezzi usualmente utilizzati l'I.V.G. può chiedere al Giudice dell'esecuzione di essere autorizzato a provvedere alla loro custodia nel luogo in cui si trovano.

Formula

ISTANZA PER LA CONSERVAZIONE DEI BENI MOBILI PIGNORATI

(ART. 521 C.P.C.)

Il sottoscritto Dott./Avv. ..., nella sua qualità di custode giudiziario dei beni mobili pignorati nella procedura esecutiva ad istanza di ... [1] nei confronti di ... [2];

PREMESSO CHE

- in data ... sono stati pignorati a ministero dell'Ufficiale giudiziario Dott. ... presso l'abitazione del Sig. ... i beni mobili consistenti in ... [3] di cui al verbale di pignoramento in pari data ...,

- il sottoscritto è stato nominato custode giudiziario dei suddetti beni in data ..., come risulta dal processo verbale in pari data, ove anche è raccolta la propria accettazione;

CONSIDERATO CHE

- trattasi di beni ingombranti e difficilmente amovibili, tanto che ne appare opportuna la relativa conservazione in loco fino alla data della vendita

(oppure: si rende necessaria ed opportuna l'asportazione degli stessi in magazzino nella disponibilità del sottoscritto custode),

CHIEDE

- che l'Ufficiale giudiziario [4] voglia autorizzare il sottoscritto custode giudiziario, ai sensi dell'art. 521 c.p.c., nel senso sopra richiesto, per i motivi suindicati.

Luogo e data ...

Il custode giudiziario ...

1. Indicare nominativo del creditore.

2. Indicare nominativo del debitore.

3. Effettuare descrizione sommaria dei beni pignorati, specificando la consistenza e la tipologia.

4. Il custode deve proporre l'istanza al Giudice dell'esecuzione nel caso in cui la sua nomina sia stata disposta da quest'ultimo.

COMMENTO

La nomina del custode giudiziario dei beni pignorati ne comporta l'assunzione di particolari obblighi di custodia ed amministrazione, ovviamente variabili a seconda della natura dei beni e delle modalità di conferimento dell'ufficio. La formula che precede inerisce specificamente al luogo di conservazione dei beni, in quanto l'art. 521, comma 3 c.p.c., prevede che sia l'Ufficiale giudiziario che ha effettuato il pignoramento ad autorizzare il custode a conservare i beni stessi o nel luogo in cui essi si trovavano all'atto del pignoramento, ovvero ad asportarli e conservarli altrove. L'istanza di cui alla formula, ovviamente, può essere sostituita da una istanza raccolta a verbale all'atto della nomina, ove le operazioni di pignoramento e di nomina del custode si svolgano contestualmente o in stretta connessione cronologica.

Senza il consenso del debitore, non possono essere nominati custode il creditore ed il suo coniuge, né, reciprocamente, il debitore ed i familiari conviventi senza il consenso del creditore.

Secondo alcuni, il consenso può anche essere tacito e desumersi dalla mancata contestazione della nomina di uno dei predetti soggetti da parte, a seconda dei casi, del creditore e del debitore (Satta III, 278).

Ai fini della nomina a custode è necessaria la capacità di agire (Castoro, 465).

La nomina del custode acquista di regola efficacia con l'accettazione, mediante sottoscrizione del processo verbale dal quale risulta la nomina (Bonsignori, 191).

Il provvedimento di sostituzione del custode ha natura meramente conservativa ed ordinatoria ed è quindi sottratto ad ogni impugnazione, come peraltro espressamente disposto dall'art. 66 (Cass. n. 6064/1995).

L'ordinanza di sostituzione può comunque essere modificata e revocata ex art. 487 sino a quando abbia avuto esecuzione (Castoro, 465).

La custodia deve essere esercitata usando la diligenza del buon padre di famiglia (Cass. n. 467/1969).

Il custode deve compiere ciò che è necessario a conservare le cose affidategli tanto nella loro materialità quanto nel loro status giuridico-economico (Castoro, 466).

Il custode è legittimato attivamente e passivamente nelle azioni relative all'amministrazione ed alla conservazione delle cose pignorate, ma solo per eventi successivi alla costituzione del rapporto di custodia (Cass. n. 2428/1988; Cass. n. 381/1974).

Le azioni a tutela della proprietà e le azioni possessorie per fatti avvenuti anteriormente al sorgere del vincolo di custodia spettano ancora al debitore (Cass. n. 3127/1984).

Il custode non è legittimato a proporre le opposizioni esecutive, non essendo parte del processo esecutivo e dovendo limitarsi ad amministrare e custodire il compendio pignorato (Cass. n. 381/1974).

Il custode è tenuto a richiedere al giudice dell'esecuzione l'autorizzazione per l'uso della cosa, che può rendersi necessario sia per finalità conservative che produttive nell'ipotesi di beni suscettibili di produrre frutti naturali o civili. Il custode è tenuto a rendere il conto ai sensi dell'art. 593. Pertanto, nel termine fissato dal giudice dell'esecuzione e in ogni caso alla fine di ciascun trimestre, deve presentare il conto della sua gestione e depositare le rendite disponibili nei modi stabiliti dal giudice, ed, al termine della gestione, deve presentare il rendiconto finale. I conti parziali e quello finale debbono essere approvati dal giudice dell'esecuzione con ordinanza che si ritiene non impugnabile, neppure ex art. 617 (Castoro, 468).

La norma in esame è stata modificata dalla l. n. 52/2006 nel senso di prevedere che dopo il deposito dell'istanza di vendita il giudice dell'esecuzione sostituisce il custode già nominato con l'Istituto Vendite Giudiziarie che provvederà, di regola, all'asporto dei beni pignorati presso la propria sede o altri locali nella propria disponibilità. L'obbligo di custodia dell'Istituto Vendite Giudiziarie sorge con l'asporto dei beni (Cass. n. 7577/1991).

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