Istanza di conversione del pignoramento

Francesco Bartolini

Inquadramento

La conversione del pignoramento in una somma di denaro è uno degli istituti apprestati in favore del debitore allo scopo di consentirgli di adempiere alle sue obbligazioni pecuniarie conservando al suo patrimonio i beni che sono stati vincolati, con l'avvenuto pignoramento, alla vendita forzosa. La disciplina normativa è stata ripetutamente modificata nella ricerca del punto di equilibrio tra il detto favore e la responsabilità debitoria patrimoniale verso i creditori.

Formula

TRIBUNALE DI ...

ALL'ILL.MO SIG. GIUDICE DELL'ESECUZIONE

RICORSO PER CONVERSIONE DEL PIGNORAMENTO [1]

nel procedimento di esecuzione forzata R. es. n. ... promosso da:

S.p.a. ... con sede in ..., rappresentata e assistita dall'Avv. ... come in atti entrambi generalizzati

CONTRO

il Sig. ..., residente in ..., generalizzato ed elettivamente domiciliato come in atti.

Premesso che in data ..., la s.p.a. ..., ha fatto notificare nei confronti del Sig. ... dapprima un atto di precetto e successivamente un atto di pignoramento su autoveicolo ..., di proprietà, con intimazione a pagarle, entro giorni dieci dalla notifica, la complessiva somma di Euro ..., asseritamente dovutale per differenze sul prezzo di acquisto di un autoveicolo;

che a seguito del detto pignoramento ha avuto inizio la procedura esecutiva con l'iscrizione a ruolo, da parte del creditore procedente, e con il contestuale deposito dei documenti richiesti dall'art. 521-bis c.p.c.;

che ad oggi non è stata ancora disposta la vendita o l'assegnazione né è stata depositata la relativa richiesta;

che l'esponente ha interesse a conservare la proprietà e la disponibilità dei beni pignorati e che non ha proposto altre istanze di conversione in precedenza [2];

CHIEDE

ai sensi dell'art. 495 c.p.c. di essere ammesso a sostituire al bene pignorato, come sopra indicato, una somma di denaro pari, oltre alle spese di esecuzione, all'importo dovuto al creditore procedente e ai creditori intervenuti, comprensivo del capitale, degli interessi e delle spese.

Allo scopo si deposita unitamente al presente ricorso un assegno circolare non trasferibile intestato alla procedura esecutiva per un importo pari a un sesto dei crediti per cui è stato eseguito il pignoramento e dei crediti dei creditori intervenuti, per complessivi euro ..., con riserva di integrare l'importo ove ritenuto insufficiente.

Si allega assegno n. ..., data ....

Si producono: ....

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

1. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale, e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv. con modif. in l. n. 111/2011). L'art. 125 c.p.c. fa obbligo al difensore di indicare il proprio codice fiscale. L'obbligo di indicare anche il numero di fax è stato soppresso dal Correttivo della riforma del processo civile di cui al d.lgs. n. 149/2022. Lo stesso art. 125 imponeva ai difensori di indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata; attualmente tutti i professionisti tenuto all'iscrizione in albi o elenchi hanno l'obbligo di munirsi di un domicilio digitale iscritto nell'elenco nazionale dei domicili digitali dei professionisti e delle imprese (art. 3-bis d.lgs. n. 82/2005, Codice dell'amministrazione digitale). Gli atti del processo devono attualmente essere tutti depositati con modalità telematiche (artt. 87 e 196-quater disp. att. c.p.c.). L'art. 499 c.p.c. impone all'interveniente due oneri di allegazione, consistenti nell'indicare il diritto di credito vantato e nello specificare il documento rappresentativo del credito: non anche di produrre il documento, occorrente nel momento della distribuzione della somma ricavata (Cass. III, n. 23145/2014).

2. Deve intendersi, nel medesimo procedimento: Cass. n. 15362/2017.

COMMENTO

Principi generali

La l. n. 162/2014, di conversione del d.l. n. 132/2014, ha, con il nuovo art. 521-bis c.p.c., introdotto nella disciplina del codice uno strumento specifico di tutela del creditore riguardante l'esecuzione forzata su autoveicoli, motoveicoli e rimorchi. L'innovazione riguarda le fasi di reperimento del bene da assoggettare all'espropriazione e di costituzione del vincolo su di esso: per le attività successive, dinanzi al giudice, si osservano le disposizioni dettate in genere per l'esecuzione su cose mobili.

Legittimazione

L'art. 495 c.p.c. indica nel debitore esecutato il soggetto legittimato alla richiesta di conversione del pignoramento in una somma di denaro. La giurisprudenza ha ammesso alla conversione anche il terzo il cui bene sia stato assoggettato al pignoramento per un debito altrui (Cass. III, n. 4059/1979) ed altresì il terzo acquirente del bene pignorato (Cass. II, n. 8250/2009).

La conversione

La determinazione della somma da sostituire ai beni pignorati è effettuata dal giudice dell'esecuzione dopo avere sentito le parti in una apposita udienza. Il giudice deve tener conto delle somme maturate sino al momento dell'udienza (Cass. III, n. 940/2012). La determinazione delle somme dovute per la conversione del pignoramento, si deve tenere conto anche dei creditori intervenuti successivamente alla relativa istanza, fino all'udienza nella quale il giudice provvede (ovvero si riserva di provvedere) sulla medesima con l'ordinanza di cui dell'art. 495, comma 3 c.p.c. Tali interventi, peraltro, non incidono ex post sull'ammissibilità della domanda, con specifico riferimento alla quantificazione dell'importo che deve essere versato, a titolo cauzionale, al momento di presentazione della stessa. La valutazione da compiersi è sommaria e non deve considerare l'esistenza o l'ammontare dei singoli crediti né l'esistenza dei diritti di prelazione, in quanto le questioni in proposito possono porsi solo in sede di distribuzione della somma ricavata (Cass. ord., n. 411/2020; Cass. III, n. 18538/2007).

La conversione opera una modificazione limitata all'oggetto dell'esecuzione. L'esecutato, nel versare la somma, non si libera dalla sua obbligazione e l'espropriazione si dirige sulla somma depositata. L'effetto dunque è molto diverso da quello prodotto dal pagamento a mani dell'ufficiale giudiziario (art. 494 c.p.c.), che ha effetto estintivo dell'obbligo.

Avverso l'ordinanza che ammette la conversione è proponibile l'opposizione agli atti esecutivi (Cass. III, n. 20733/2009).

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