Atto di precetto su provvedimenti ex art. 710 c.c. (ante Riforma Cartabia)InquadramentoI provvedimenti relativi ai coniugi e alla prole che sono stati adottati con la sentenza di separazione possono essere – ai sensi dell'art. 710 c.p.c. - modificati in ogni tempo su richiesta dell'interessato. Il provvedimento assume la forma del decreto e costituisce titolo esecutivo, azionabile da coniuge insoddisfatto in sede esecutiva previa notifica dell'atto di precetto. L'art. 710 c.p.c. è stato abrogato dal d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (cd. Riforma Cartabia), come modificato dalla l. 29 dicembre 2022, n. 197. Permanendo, tuttavia, l'efficacia esecutiva dei provvedimenti emessi in tale ambito, si lascia a disposizione dell'utente il testo della formula. Si ricorda, inoltre, che con il decreto legislativo n. 149/2022 è stato inserito un ultimo comma all'art. 474 c.p.c.: «il titolo è emesso in esecuzione da tutti gli ufficiali che ne siano richiesti e da chiunque spetti, con l'assistenza del pubblico ministero e il concorso di tutti gli ufficiali della forza pubblica, quando ne siano legalmente richiesti». Tale aggiunta ha comportato che per i procedimenti instaurati dal 1° marzo 2023, non è più necessaria l'apposizione della formula esecutiva sugli atti da parte degli ufficiali giudiziari; con la conseguenza pratica che per procedere esecutivamente è sufficiente munirsi di una copia dell'atto in copia attestata conforme all'originale, salvo diversa disposizione di legge. FormulaATTO DI PRECETTO (L'art. 710 c.p.c. è stato abrogato dal d.lgs. n. 149/2022, cd. Riforma Cartabia, come modificato dalla l. n. 197/2022. Permanendo, tuttavia, l'efficacia esecutiva dei provvedimenti emessi in tale ambito, si lascia a disposizione dell'utente il testo della formula) Ad istanza della Sig. ..., C.F. ..., nata a ... il ... e residente in ... alla Via ... rappresentata e difesa dall'Avv. ... C.F. ... con studio in ... alla via ..., PEC ..., ove elettivamente domicilia come da procura in calce (o a margine) del presente atto [1]; ovvero se non munito di difensore: Ad istanza del Sig. ..., C.F. ..., nato a ... il ..., residente in ... alla via ... ed elettivamente domiciliato in ... (il domicilio deve essere presso il comune in cui ha sede il giudice) ovvero Ad istanza del Sig. ..., C.F. ..., nato a ... il ... e residente in ... alla via ... il quale chiede di ricevere notifiche e/o comunicazioni all'indirizzo di posta elettronica ... ovvero elettivamente domiciliato presso il seguente domicilio digitale speciale [2] PREMESSO - che con provvedimento del ... il Tribunale ha omologato l'accordo di separazione tra i coniugi Sig. ... /ha dichiarato la separazione tra i coniugi ... disponendo – tra gli altri - ... (descrivere obbligo); - che successivamente con decreto del ... emesso il ..., il Tribunale, in accoglimento della domanda proposta da ....ai sensi dell'art. 710 c.p.c., ha disposto la modifica del capo relativo a ... e per l'effetto ha disposto che ...; - che a partire dal mese di ... il Sig. ... ha cessato di corrispondere alla istante la somma dovuta a titolo di assegno di mantenimento di importo pari ad € ... fino al ... indicare la data del deposito del deposito della domanda di riduzione) e successivamente di Euro ... (inserire importo aggiornato) [3]; - che l'istante ha, altresì, anticipato spese per Euro ... relative a spese mediche e/o scolastiche, i cui giustificativi si allegano al presente atto [4]; - che pertanto all'attualità il predetto è debitore della complessiva somma di € ..., oltre agli interessi legali decorrenti da ciascuna scadenza di pagamento fino alla data del soddisfo [5]; - che il decreto di modifica delle pattuizioni, è stato notificato al debitore il ... ovvero viene notificato coevamente al presente atto; tanto premesso INTIMA E FA PRECETTO al Sig. ..., C.F. ..., nato a ... il ... e residente in ... alla via ... di pagare, entro e non oltre dieci giorni dal ricevimento del presente atto, l'importo di Euro ..., oltre interessi legali dalle singole scadenze fino al soddisfo, ed Euro ..., oltre oneri fiscali per le competenze del presente atto, nonché spese sostenute e a sostenere, con l'espresso avvertimento che in caso di inadempimento, si procederà all'esecuzione forzata. Si informa che il debitore può avvalersi della procedura conciliativa, per tramite degli organismi di composizione delle controversie, proponendo al suddetto creditore un piano di rientro entro il medesimo termine di dieci giorni dalla ricezione della notifica del presente atto. Al riguardo si avvisa che il giudice competenze per l'esecuzione è ... [6] Salvo ogni diritto. Firma Avv. ... RELATA DI NOTIFICA Ad istanza di ..., si notifichi a tutti i fini e conseguenze di legge a .... 1. Non essendo atto del processo, il precetto può essere, a norma dell'art. 125 c.p.c., sottoscritto dalla parte personalmente, ma nulla toglie che possa farsi rappresentare da un avvocato ovvero da un mandatario munito di procura. 2. Il d.lgs. n. 164/2024 ha modificato l'art. 480 c.p.c. nella parte in cui prevede che se il precetto è sottoscritto dalla parte personalmente la dichiarazione di residenza o elezione di domicilio della parte istante nel comune in cui ha sede il giudice oppure l'indicazione dell'indirizzo di posta elettronica certificata risultante dai pubblici elenchi o l'elezione di un domicilio digitale speciale. In mancanza, le opposizioni al precetto si propongono davanti al giudice del luogo in cui è stato notificato e le notificazioni alla parte istante si fanno presso la cancelleria del giudice stesso salvo quanto previsto dall'art. 149-bis. 3. Gli effetti della modifica ex art. 710 c.p.c. retroagiscono alla domanda di riduzione, per cui chi non ha pagato, non è più tenuto a versare le somme, ma – considerato il carattere sostanzialmente alimentare dell'assegno di mantenimento – se sono state pagate non devono essere restituite. In questo senso, Cass. n. 13609/2016. Sulla decorrenza dell'eventuale riduzione dal momento della pronuncia, Cass. n. 14027/2017. 4. Si ritiene che quanto stabilito in sede di separazione in base al quale ciascun genitore è obbligato pro quota alla corresponsione delle spese a favore del minore costituisce titolo esecutivo idoneo senza necessità di alcun intervento da parte del giudice ma solo se il genitore creditore alleghi e documenti l'effettiva sopravvivenza degli esborsi al momento della notifica dell'atto di precetto. Il debitore, infatti, deve essere messo in condizioni di potere sin da subito verificare la correttezza o meno delle somme indicate nell'atto di precetto, senza dover essere costretto a proporre opposizione, nell'ambito della quale l'allegazione documentale (e la relativa prova) non può essere sanata senza costituire una remissione in termini atipica (in questo senso la cit. Cass. n. 11316/2011). 5. Il diritto alla corresponsione di un assegno di mantenimento ha ad oggetto più prestazioni autonome, distinte e periodiche in funzione delle singole scadenze, in relazione alle quali sorge, volta per volta, l'interesse del creditore a ciascun adempimento e che produce interessi corrispettivi ex art. 1282 c.c. 6. Il d.lgs. n. 164/2024 ha modificato l'art. 480 c.p.c. nella parte in cui prevede che il precetto deve contenere anche l'indicazione del giudice competente per l'esecuzione. COMMENTOAi sensi dell'art. 710 c.p.c., i provvedimenti relativi ai coniugi e alla prole che sono stati adottati con la sentenza di separazione possono essere modificati in ogni tempo, trattandosi di provvedimenti dipendenti dalle circostanze esistenti al momento in cui vengono pattuiti dalle parti in caso di separazione consensuale o imposti dal giudice in caso di separazione giudiziale. Il principio sostanziale di modificabilità è espresso a) per i rapporti tra coniugi nell'art. 156 c.c., che all'ultimo comma prevede che «qualora sopravvengano giustificati motivi, il giudice, su istanza di parte, può disporre la revoca o la modifica dei provvedimenti di cui ai commi precedenti» e b) per le questioni connesse alla responsabilità genitoriale nell'art. 337-quinquies (come introdotto dal d.lgs. n. 154/2013), che afferma che «i genitori hanno diritto di chiedere in ogni tempo la revisione delle disposizioni concernenti l'affidamento dei figli, l'attribuzione dell'esercizio della responsabilità genitoriale su di essi e delle eventuali disposizioni relative alla misura e alla modalità del contributo». A partire da Cass. S.U., n. 8389/1993 è stato sempre confermato il principio che la domanda di modifica ai sensi dell'art. 710 c.p.c. dei provvedimenti riguardanti il coniuge e i figli conseguenti alla separazione presuppone il passaggio in giudicato della sentenza (ovvero dell'omologa della consensuale). La giurisprudenza successiva si è adeguata costantemente allo stesso principio. Quanto alla provvisoria esecuzione del decreto emesso all'esito del procedimento di modifica, in passato era prevalsa l'opinione che, argomentando sulle norme in materia di procedimenti camerali, non ne riconosceva l'immediata esecutorietà, salvo espressa disposizione in tal senso da parte del giudice ravvisando ragioni di urgenza (in questo senso Cass. n. 9373/2011). Il principio è stato poi ribaltato a partire dalla Cass. n. 4376/2012, secondo cui la scelta del rito camerale è stata dettata allo scopo di snellire le forme del procedimento e in vista dell'accelerazione della tutela assicurata, di talché il provvedimento di modifica delle condizioni di separazione (tanto consensuale che giudiziale), a chiusura del procedimento, è immediatamente e automaticamente esecutivo per quanto si desume all'interno dello stesso art. 710 c.p.c. A dirimere il contrasto, Cass. S.U., n. 10064/2013, che ha affermato il principio per il quale in materia di revisione delle disposizioni concernenti l'affidamento dei figli e di quelle relative alla misura e alle modalità dei contributi da corrispondere a seguito dello scioglimento e della cessazione degli effetti civili del matrimonio, a norma dell'art. 9 della l. n. 898/1970, e successive modificazioni, il decreto pronunciato dal tribunale è immediatamente esecutivo, in conformità di una regola più generale, desumibile dall'art. 4 della stessa legge, che è incompatibile con l'art. 741 c.p.c. Da ciò consegue che il coniuge insoddisfatto può chiedere il pagamento delle somme dovute e non corrisposte al coniuge gravato da tale obbligo, cristallizzato nel decreto ex art. 710 c.p.c., con la notifica del precetto, che non richiede contenuto ulteriore rispetto a quanto previsto dall'art. 480 c.p.c., salvo l'allegazione e la prova della documentazione relative a spese mediche e/o scolastiche rientranti nella categoria delle spese cd. straordinarie. Invero, è da tener presente che gli effetti della modifica ex art. 710 c.p.c. retroagiscono alla domanda di riduzione, per cui chi non ha pagato, non è più tenuto a versare le somme, che, considerato il carattere sostanzialmente alimentare dell'assegno di mantenimento, se sono state pagate, non devono essere restituite. In questo senso, Cass. n. 13609/2016 secondo cui il carattere sostanzialmente alimentare dell'assegno di mantenimento a favore del figlio maggiorenne, in regime di separazione, comporta che la normale retroattività della statuizione giudiziale di riduzione al momento della domanda vada contemperata con i principi d'irripetibilità, impignorabilità e non compensabilità di dette prestazioni, con la conseguenza che la parte che abbia già ricevuto, per ogni singolo periodo, le prestazioni previste dalla sentenza di separazione non può essere costretta a restituirle, né può vedersi opporre in compensazione, per qualsivoglia ragione di credito, quanto ricevuto a tale titolo, mentre ove il soggetto obbligato non abbia ancora corrisposto le somme dovute, per tutti i periodi pregressi, tali prestazioni non sono più dovute in base al provvedimento di modificazione delle condizioni di separazione. Tuttavia, l'irripetibilità delle somme versate dal genitore obbligato all'ex coniuge si giustifica solo dove gli importi riscossi abbiano assunto una concreta funzione alimentare, la quale non ricorre nelle ipotesi in cui ne abbiano beneficiato i figli maggiorenni che ormai abbiano una indipendenza economica in un periodo in cui era noto il rischio restitutorio (in questo senso, Cass. n. 3659/2020). Sulla decorrenza dell'eventuale riduzione dal momento della pronuncia, Cass. n. 14027/2017 secondo cui in tema di separazione personale la riduzione dell'assegno di mantenimento in favore del coniuge decorre dal momento della pronuncia giudiziale che ne modifica la misura. La natura di titolo esecutivo è riconosciuta solo riguardo alle obbligazioni già definite nell'ammontare (ad es. il contributo al mantenimento per il coniuge e per i figli), non anche per le spese che debbano essere affrontate per il prosieguo, con la conseguenza che nel caso in cui il coniuge onerato alla contribuzione delle spese straordinarie, sia pure pro quota, non adempia, al fine di legittimare l'esecuzione forzata, occorre adire nuovamente il giudice affinché accerti l'effettiva sussistenza delle condizioni di fatto che determinano l'insorgenza stessa dell'obbligo di esborso di quelle spese, e ne determini l'esatto ammontare (in questo senso, Cass. n. 782/1999; Cass. n. 1758/2008; Cass. n. 4543/2011; Cass. n. 10381/2014). Con la sentenza Cass. n. 11316/2011 è stato, tuttavia, chiarito che il principio va temperato e mantenuto fermo con riferimento alle sole spese effettivamente straordinarie e diverse da quelle medico-sanitarie e scolastiche, siccome riguardanti eventi il cui accadimento sia oggettivamente incerto: al contrario, il provvedimento con cui in sede di separazione (non importa se consensuale o giudiziale, ovvero se provvisorio o definitivo, oppure se presidenziale o meno) si stabilisca, ai sensi dell'art. 155 c.c., comma 2, quale modo di contribuire al mantenimento dei figli, che il genitore non affidatario paghi, sia pure pro quota, le spese mediche e scolastiche ordinarie relative ai figli, costituisce esso stesso titolo esecutivo e non richiede, nell'ipotesi di non spontanea ottemperanza da parte dell'obbligato ed al fine di legittimare l'esecuzione forzata, un ulteriore intervento del giudice, qualora il genitore creditore possa allegare ed opportunamente documentare l'effettiva sopravvenienza degli specifici esborsi contemplati dal titolo e la relativa entità. Il debitore, infatti, deve essere messo in condizioni di potere sin da subito verificare la correttezza o meno delle somme indicate nell'atto di precetto, senza dover essere costretto a proporre opposizione, nell'ambito della quale l'allegazione documentale (e la relativa prova) non può essere sanata senza costituire una remissione in termini atipica (in questo senso la cit. Cass. n. 11316/2011). Non essendo atto del processo, il precetto può essere, a norma dell'art. 125 c.p.c., sottoscritto dalla parte personalmente che ai sensi dell'art. 480 c.p.c. così come novellato deve dichiarare la propria residenza o eleggere domicilio nel comune in cui ha sede il giudice oppure indicare l'indirizzo di posta elettronica certificata risultante dai pubblici elenchi o eleggere un domicilio digitale speciale. In mancanza, le opposizioni al precetto si propongono davanti al giudice del luogo in cui è stato notificato e le notificazioni alla parte istante si fanno presso la cancelleria del giudice stesso salvo quanto previsto dall'art. 149-bis. Nulla toglie, tuttavia, che possa farsi rappresentare da un avvocato ovvero da un mandatario munito di procura. |