Atto di precetto su decreto di omologa della separazione consensuale (ante Riforma Cartabia)InquadramentoIl verbale di separazione consensuale seguito dal relativo decreto di omologazione del tribunale, nel modello procedimentale delineato dall'art. 711 c.p.c., è l'atto destinato a contenere l'accordo dei coniugi a vivere separati, le condizioni relative all'affidamento ed all'educazione dei figli minori e tutte le clausole di carattere patrimoniale (riguardanti i coniugi ed il mantenimento della prole) regolatrici dell'assetto economico della separazione consensuale. Se nell'omologa di separazione sono contenuti degli specifici e determinati obblighi e uno dei coniugi è inadempiente, l'altro che si assume creditore può avviare l'azione esecutiva previa notifica del precetto, il cui contenuto non si discosta da quanto previsto dall'art. 480 c.p.c., fatta salva l'allegazione della documentazione relative a spese mediche e/o scolastiche rientranti nella categoria delle spese cd. straordinarie. Il d.lgs. n. 149/2022 (cd. Riforma Cartabia), come modificato dalla l. n. 197/2022, ha riformato alcuni aspetti procedurale della separazione consensuale. Come è noto, tale tipo di separazione, già disciplinata dagli artt. 706 e ss. c.p.c., è attualmente disciplinata dall'art. 473-bis.51 (inserito nel Libro II, Titolo IV-bis, Capo III, Sezione II del Codice di Procedura civile, che disciplina le nuove norme del procedimento in materia di persone, minorenni e famiglie). In particolare, in base alla richiamata disposizione, a seguito del deposito del ricorso, il presidente fisserà l'udienza per la comparizione delle parti davanti al giudice relatore e disporrà la trasmissione degli atti al pubblico ministero, il quale esprimerà il proprio parere entro tre giorni prima della data dell'udienza. All'udienza il giudice sentirà le parti e preso atto della loro volontà di non riconciliarsi, rimette la causa in decisione e il collegio provvederà con sentenza con la quale omologa o prende atto degli accordi intervenuti tra le parti. Se gli accordi dovessero essere in contrasto con gli interessi dei figli, convocherà le parti indicando loro le modificazioni da adottare, e, in caso di inidonea soluzione, rigetterà allo stato la domanda. Viene, tuttavia, lasciata la formula nella sua originaria formulazione stante la possibilità che vi siano provvedimenti al tempo emessi nell'ambito dell'art. 711 c.p.c. ed ancora azionare. Si ricorda, inoltre, che con il decreto legislativo n. 149/2022 è stato inserito un ultimo comma all'art. 474 c.p.c.: «il titolo è emesso in esecuzione da tutti gli ufficiali che ne siano richiesti e da chiunque spetti, con l'assistenza del pubblico ministero e il concorso di tutti gli ufficiali della forza pubblica, quando ne siano legalmente richiesti». Tale aggiunta ha comportato che per i procedimenti instaurati dal 1° marzo 2023, non è più necessaria l'apposizione della formula esecutiva sugli atti da parte degli ufficiali giudiziari; con la conseguenza pratica che per procedere esecutivamente è sufficiente munirsi di una copia dell'atto in copia attestata conforme all'originale, salvo diversa disposizione di legge. FormulaATTO DI PRECETTO (Si riporta la formula nella sua originaria formulazione stante la possibilità che vi siano provvedimenti al tempo emessi nell'ambito dell'art. 711 c.p.c. ed ancora azionare) Ad istanza della Sig.ra ..., C.F. ..., nata a ... il ... e residente in ... alla Via ... rappresentata e difesa dall'avv. ... C.F. ... con studio in ... alla Via ..., PEC ..., ove elettivamente domicilia come da procura in calce (o a margine) del presente atto [1]; ovvero se non munito di difensore: Ad istanza del Sig. ..., C.F. ..., nato a ... il ..., residente in ... alla via ... ed elettivamente domiciliato in ... (il domicilio deve essere presso il comune in cui ha sede il giudice) ovvero Ad istanza del Sig. ..., C.F. ..., nato a ... il ... e residente in ... alla via ... il quale chiede di ricevere notifiche e/o comunicazioni all'indirizzo di posta elettronica ... ovvero elettivamente domiciliato presso il seguente domicilio digitale speciale [2] PREMESSO - che a seguito del ricorso per separazione consensuale presentato dai coniugi ... innanzi al Tribunale di ..., questi all'udienza del ..., confermando la concorde volontà di addivenire alla separazione, hanno convenuto – tra gli altri – una specifica regolamentazione dei reciproci interessi economici e precisamente ...; - che l'accordo di separazione così raggiunto è stato omologato in data ...; - che a partire dal mese di ... il Sig. ... ha cessato di corrispondere alla istante la somma dovuta a titolo di assegno di mantenimento di importo pari ad Euro ...; - che l'istante ha, altresì, anticipato spese per Euro ... relative a spese mediche e/o scolastiche, i cui giustificativi si allegano al presente atto [3]; - che pertanto all'attualità il predetto è debitore della complessiva somma di Euro ..., oltre agli interessi legali decorrenti da ciascuna scadenza di pagamento fino alla data del soddisfo [4]; - che il verbale di separazione (nel quale sono analiticamente indicati gli obblighi del debitore), è stato notificato al debitore ... ... ... ... ovvero viene notificata coevamente al presente atto; tanto premesso INTIMA E FA PRECETTO al Sig. ..., C.F. ..., nato a ... il ... e residente in ... alla via ... di pagare, entro e non oltre dieci giorni dal ricevimento del presente atto, l'importo di Euro ..., oltre interessi legali dalle singole scadenze fino al soddisfo, ed Euro ..., oltre oneri fiscali per le competenze del presente atto, nonché spese sostenute e a sostenere, con l'espresso avvertimento che in caso di inadempimento, si procederà all'esecuzione forzata. Si informa che il debitore può avvalersi della procedura conciliativa, per tramite degli organismi di composizione delle controversie, proponendo al suddetto creditore un piano di rientro entro il medesimo termine di dieci giorni dalla ricezione della notifica del presente atto. Al riguardo si avvisa che il giudice competenze per l'esecuzione è ... [5] . Salvo ogni diritto. Firma Avv. ... RELATA DI NOTIFICA Ad istanza di ... si notifichi a tutti i fini e conseguenze di legge a .... 1. Non essendo atto del processo, il precetto può essere, a norma dell'art. 125 c.p.c., sottoscritto dalla parte personalmente, ma nulla toglie che possa farsi rappresentare da un avvocato ovvero da un mandatario munito di procura. 2. Il d.lgs. n. 164/2024 ha modificato l'art. 480 c.p.c. nella parte in cui prevede che se il precetto è sottoscritto dalla parte personalmente la dichiarazione di residenza o elezione di domicilio della parte istante nel comune in cui ha sede il giudice oppure l'indicazione dell'indirizzo di posta elettronica certificata risultante dai pubblici elenchi o l'elezione di un domicilio digitale speciale. In mancanza, le opposizioni al precetto si propongono davanti al giudice del luogo in cui è stato notificato e le notificazioni alla parte istante si fanno presso la cancelleria del giudice stesso salvo quanto previsto dall'art. 149-bis. 3. Si ritiene che quanto stabilito in sede di separazione in base al quale ciascun genitore è obbligato pro quota alla corresponsione delle spese a favore del minore costituisce titolo esecutivo idoneo senza necessità di alcun intervento da parte del giudice ma solo se il genitore creditore alleghi e documenti l'effettiva sopravvivenza degli esborsi al momento della notifica dell'atto di precetto. Il debitore, infatti, deve essere messo in condizioni di potere sin da subito verificare la correttezza o meno delle somme indicate nell'atto di precetto, senza dover essere costretto a proporre opposizione, nell'ambito della quale l'allegazione documentale (e la relativa prova) non può essere sanata senza costituire una remissione in termini atipica (in questo senso la cit. Cass. n. 11316/2011). 4. Il diritto alla corresponsione di un assegno di mantenimento ha ad oggetto più prestazioni autonome, distinte e periodiche in funzione delle singole scadenze, in relazione alle quali sorge, volta per volta, l'interesse del creditore a ciascun adempimento e che produce interessi corrispettivi ex art. 1282 c.c. 5. Il d.lgs. n. 164/2024 ha modificato l'art. 480 c.p.c. nella parte in cui prevede che il precetto deve contenere anche l'indicazione del giudice competente per l'esecuzione. COMMENTOIl verbale di separazione consensuale, seguito dal relativo decreto di omologazione del tribunale, nel modello procedimentale delineato dall'art. 711 c.p.c., è l'atto destinato a contenere l'accordo dei coniugi a vivere separati, le condizioni relative all'affidamento ed all'educazione dei figli minori e tutte le clausole di carattere patrimoniale (riguardanti i coniugi ed il mantenimento della prole) regolatrici dell'assetto economico della separazione consensuale. In dottrina e in giurisprudenza non vi è univocità di vedute in merito all'individuazione del titolo esecutivo. Vi è chi lo ha individuato nel verbale di separazione consensuale redatto davanti al Presidente del tribunale (App. Bologna 9 maggio 1946) e chi ha affermato che nella separazione consensuale i titoli esecutivi siano il verbale di conciliazione, che ha natura contrattuale e la sua efficacia, a prescindere se sia stato o meno omologato, e il decreto di omologazione di natura giudiziaria che assorbe il verbale di conciliazione senza far venir meno la sua efficacia (App. Bari 31 dicembre 1969). In quest'ultimo caso, in dottrina si è ritenuto che la fattispecie in esame rientri nel c.d. titolo esecutivo complesso: «La separazione consensuale acquista efficacia, compresa quella esecutiva, con l'omologazione del tribunale che provvede in camera di consiglio su relazione del presidente. Forma del provvedimento è il decreto, che costituisce col verbale di separazione consensuale un titolo esecutivo complesso» (Castoro P., Il processo di esecuzione nel suo aspetto pratico, a cura di Castoro N. R. e Castoro A. P., Milano, 2008). La più recente dottrina (Ferrando, Il matrimonio, Milano, 2002), sul presupposto che l'intervento del giudice non è diretto a far valere un pubblico interesse ma assolve, a contrario, ad una funzione di controllo preventiva per superare ogni possibile contrasto durante il periodo di separazione, sostiene, invece, che è l'accordo (e non il provvedimento del giudice) la fonte che determina le condizioni della separazione consensuale. In altri termini, nella separazione consensuale gli accordi raggiunti dai coniugi - sia con riferimento a loro stessi che all'eventuale prole - sono soggetti alla mera omologazione del giudice, con funzione di controllo sulla legittimità e non sul merito, che deve limitarsi a verificare che le clausole pattuite non siano nulle per contrarietà a norme imperative o all'ordine pubblico e che, comunque, tutelino l'interesse morale e materiale della prole. È chiaro, dunque, che laddove il tribunale abbia notizia di vizi del consenso o ravvisi ragioni di illiceità per contrasto con “diritti inderogabili”, dovrà rifiutare l'omologazione. A contrario, se l'intervento giudiziale ha esito positivo, il decreto di omologazione renderà efficace l'accordo di separazione già verbalizzato e quest'ultimo assumerà piena efficacia di titolo esecutivo, costituendo peraltro titolo per l'iscrizione dell'ipoteca giudiziale - al pari - della sentenza di separazione giudiziale. Pertanto, se nell'omologa di separazione sono contenuti degli specifici e determinati obblighi e uno dei coniugi è inadempiente, l'altro che si assume creditore può avviare l'azione esecutiva, previa notifica del precetto sulla base del titolo esecutivo costituito dal verbale (e non dal decreto di omologazione), su cui andrà apposta la formula esecutiva. In giurisprudenza, l'efficacia esecutiva del verbale di separazione consensuale omologato viene, sia pur laconicamente, affermata da App. Venezia, ord. 28 aprile 1987. Si discute, inoltre, se costituiscano validi titoli esecutivi, idonei ex art. 474 c.p.c. a legittimare l'esecuzione forzata quei provvedimenti nei quali è previsto l'obbligo di contribuire al rimborso delle spese diverse dall'importo dedotto a titolo di assegno di mantenimento, dove non vi è chiara certezza, liquidità ed esigibilità delle stesse. Al riguardo, la Cassazione ha a più riprese stabilito che le sentenze e i provvedimenti giurisdizionali non costituiscono titolo esecutivo quanto alla pretesa del rimborso delle spese straordinarie dato che, in tali casi, il credito è incerto ed illiquido, potendo essere determinato solo attraverso l'utilizzazione di documenti estranei al “documento – titolo” (cfr. Cass. n. 1758/2008 e Cass. n. 4543/2011). Con la sentenza Cass. n. 11316/2011 è stato, tuttavia, chiarito che il principio va temperato e mantenuto fermo con riferimento alle sole spese effettivamente straordinarie e diverse da quelle medico-sanitarie e scolastiche, siccome riguardanti eventi il cui accadimento sia oggettivamente incerto: al contrario, il provvedimento con cui in sede di separazione (non importa se consensuale o giudiziale, ovvero se provvisorio o definitivo, oppure se presidenziale o meno) si stabilisca, ai sensi dell'articolo 155 c.c., comma 2, quale modo di contribuire al mantenimento dei figli, che il genitore non affidatario paghi, sia pure pro quota, le spese mediche e scolastiche ordinarie relative ai figli, costituisce esso stesso titolo esecutivo e non richiede, nell'ipotesi di non spontanea ottemperanza da parte dell'obbligato ed al fine di legittimare l'esecuzione forzata, un ulteriore intervento del giudice, qualora il genitore creditore possa allegare ed opportunamente documentare l'effettiva sopravvenienza degli specifici esborsi contemplati dal titolo e la relativa entità. In altri termini, è sempre necessario un ulteriore intervento del giudice allorquando le somme da pagare non siano determinate o determinabili in base al titolo con un semplice calcolo aritmetico (in questo senso, da ultimo Cass. ord., n. 4513/2020). In buona sostanza, dunque, quanto stabilito in sede di separazione - in base al quale ciascun genitore è obbligato pro quota alla corresponsione delle spese a favore del minore - costituisce titolo esecutivo idoneo senza necessità di alcun intervento da parte del giudice ma solo se il genitore creditore alleghi e documenti l'effettiva sopravvivenza degli esborsi al momento della notifica dell'atto di precetto. Il debitore, infatti, deve essere messo in condizioni di potere sin da subito verificare la correttezza o meno delle somme indicate nell'atto di precetto, senza dover essere costretto a proporre opposizione, nell'ambito della quale l'allegazione documentale (e la relativa prova) non può essere sanata senza costituire una remissione in termini atipica (in questo senso la cit. Cass. n. 11316/2011). Di conseguenza, all'atto di precetto, il cui contenuto non si discosta da quanto previsto dall'art. 480 c.p.c., va allegata la documentazione relative a spese mediche e/o scolastiche rientranti nella categoria delle spese cd. straordinarie. È bene segnalare che i ratei mensili di separazione e di divorzio per il coniuge, essendo prestazioni che devono essere pagate periodicamente in termini inferiori all'anno, sono assimilabili alla nozione di “pensioni alimentari” e si prescrivono ai sensi dell'art. 2948, n. 4 c.c. in cinque anni, che non decorrono da un unico termine, cioè dalla data di pronuncia della sentenza di separazione bensì dalle singole scadenze di pagamento (Cass. n. 7981/2014). Discorso diverso per l'azione di regresso del coniuge per anticipazioni, per la quale il Trib. Roma con la sentenza n. 7400/2014 ha statuito che il termine di prescrizione è decennale, non vertendosi in materia di alimenti ma di regresso in materia di obbligazioni solidali. Non essendo atto del processo, il precetto può essere, a norma dell'art. 125 c.p.c., sottoscritto dalla parte personalmente che ai sensi dell'art. 480 c.p.c. così come novellato deve dichiarare la propria residenza o eleggere domicilio nel comune in cui ha sede il giudice oppure indicare l'indirizzo di posta elettronica certificata risultante dai pubblici elenchi o eleggere un domicilio digitale speciale. In mancanza, le opposizioni al precetto si propongono davanti al giudice del luogo in cui è stato notificato e le notificazioni alla parte istante si fanno presso la cancelleria del giudice stesso salvo quanto previsto dall'art. 149-bis. Nulla toglie, tuttavia, che possa farsi rappresentare da un avvocato ovvero da un mandatario munito di procura. |