Istanza di liquidazione del compenso da parte del custodeinquadramentoNell'esecuzione mobiliare, ai sensi dell'art. 522 c.p.c., il custode giudiziario ha diritto al compenso solo se l'ha richiesto all'atto della nomina e se l'ufficiale giudiziario glielo ha conseguentemente riconosciuto. Il compenso, peraltro, non spetta qualora il custode nominato sia il debitore, il creditore o loro familiari (il coniuge per quest'ultimo). L'art. 65 c.p.c. stabilisce che il compenso è liquidato dal giudice dell'esecuzione con decreto. Con d.m. n. 80/2009, diretto alla determinazione dei «compensi spettanti nei processi di espropriazione forzata ai custodi dei beni pignorati, nominati in sostituzione del debitore, nonché agli addetti all'asporto ed al trasporto di tali beni». Gli artt. 4, 5 e 6 di detto decreto regolano i compensi spettanti al custode giudiziario di beni mobili, avuto riguardo alla varietà e complessità delle attività espletabili e al valore di detti beni. FormulaTRIBUNALE DI .... Sez. Esecuzioni Mobiliari Procedura esecutiva mobiliare n. .... / .... promossa da “ .... ” contro “ .... ” Giudice dell'Esecuzione: Dott. .... ISTANZA DI LIQUIDAZIONE COMPENSI DEL CUSTODE GIUDIZIARIO Il sottoscritto Dott./Avv. ...., nella sua qualità di custode giudiziario dei beni mobili pignorati nella procedura esecutiva ad istanza di .... [1] nei confronti di .... [2]; PREMESSO CHE – in data .... sono stati pignorati a ministero dell'Ufficiale giudiziario Dott. .... presso l'abitazione del Sig. .... i beni mobili consistenti in .... [3] di cui al verbale di pignoramento in pari data ...., – l'esponente è stato nominato custode giudiziario dei suddetti beni, consistenti in .... [4] con provvedimento del .... – i beni pignorati sono stati venduti come da verbale di vendita del ...., in favore del Sig. ...., per il prezzo di Euro ....; – il sottoscritto custode ha provveduto all'asporto, alla conservazione e alla successiva consegna dei beni in favore dell'aggiudicatario, come da verbale di consegna del .... – sono stati ultimati tutti gli adempimenti inerenti all'incarico ricevuto; – il Comune in cui è stato eseguito il pignoramento dei suddetti beni mobili dista km. 20 dalla sede dell'intestato Tribunale, CHIEDE ai sensi degli artt. 4, comma 1, lett. g), nn. 1 e 2 del d.m. n. 80/2009, la liquidazione del compenso e del rimborso spese per le attività svolte, che così si indicano analiticamente: 1) Per la custodia (metri cubi 3 x 79 giorni) = Euro 23,70 2) Per le spese di accesso (euro 0,68 x 10km) = Euro 6,80 3) Per i compensi di asporto (euro 18,00 x 3 h) = Euro 54,00 dunque complessivamente Euro 84,50 (ottantaquattro/50) oltre IVA e accessori di legge. Con osservanza. Luogo e data .... Il custode giudiziario .... [1]Indicare nominativo del creditore procedente. [2]Indicare nominativo del debitore. [3]Effettuare descrizione sommaria dei beni pignorati, specificando la consistenza e la tipologia. [4]Effettuare descrizione sommaria dei beni pignorati, specificando la consistenza e la tipologia. commentoIl compenso spettante al custode giudiziario, liquidato dal giudice dell'esecuzione con decreto che costituisce titolo esecutivo ai sensi dell'art. 65 c.p.c. e dell'art. 53 disp. att. c.p.c., è di norma prelevato dalle somme ricavate dalla vendita e comunque dal compendio attivo, ex art. 509 c.p.c. In caso di insufficienza, secondo consolidato orientamento giurisprudenziale (Cass. III, n. 2875/2003), esso deve essere integrato dal creditore procedente, ma non anche dal creditore intervenuto nell'esecuzione, che non abbia provocato atti del procedimento. Le spettanze del custode sono liquidate, come già detto, ai sensi degli artt. 4,5 e 6 del d.m. n. 80/2009, che rispettivamente disciplinano i compensi per l'attività di custodia dei beni mobili, i compensi per l'attività di custodia presso i locali del debitore e i compensi per le attività di asporto e trasferimento. Il custode ha diritto al compenso laddove lo abbia richiesto e gli sia stato riconosciuto dall'ufficiale giudiziario al momento della nomina. Tale disciplina non sembra trovare applicazione, tuttavia, per l'Istituto Vendite Giudiziarie, i cui compensi sono fissati dal Ministero della Giustizia ai sensi dell'art. 159, comma 3, disp. att. Inoltre è stato precisato in giurisprudenza che al custode nominato direttamente dal giudice che dispone il sequestro non è applicabile l'art. 522, per la parte in cui stabilisce che il terzo che è stato nominato custode dall'ufficiale giudiziario non ha diritto a compenso se non l'ha chiesto e non gli è stato riconosciuto dall'ufficiale giudiziario all'atto della nomina (Cass. n. 4780/1997). Non hanno diritto al compenso i soggetti indicati dal primo comma dell'art. 521, ovvero le parti e i loro familiari. A riguardo, la S.C. ha evidenziato che deve escludersi il diritto a compenso in tutti i casi in cui sia nominata custode una delle parti in lite, anche se con il consenso della controparte, posto che, se il contendente nominato custode risultasse soccombente, non avrebbe titolo per ottenere dalla controparte il compenso per un'attività resa necessaria da una sua pretesa o da una sua resistenza prive di fondamento, e se, viceversa, risultasse vittorioso, la sua attività si sarebbe risolta nella gestione del bene in favore di sé medesimo, onde sarebbe incongruo attribuirgli un compenso da porre a carico della controparte (Cass. n. 4870/1997). Sulla questione, in una successiva decisione, la S.C. ha inoltre precisato che l'ambito applicativo dell'art. 522, comma 2, che, attraverso il rinvio all'art. 521, esclude il diritto al compenso in tutti i casi in cui sia nominata custode del bene sequestrato una delle parti sostanziali del giudizio, non può estendersi al di là del suo significato letterale, onde la norma non è riferibile all'attività svolta dal curatore fallimentare, il quale sia stato nominato custode dal giudice del sequestro, trattandosi di attività che, non essendo riconducibile all'ambito delle funzioni spettanti al medesimo quale amministratore del patrimonio del creditore sequestrante, va remunerata separatamente (Cass. n. 24959/2011). Il compenso del custode rientra nell'ambito delle spese dell'esecuzione e, pertanto, ai sensi dell'art. 95 deve essere posto a carico del debitore in sede di distribuzione della massa attiva. Se non si perviene alla distribuzione del ricavato (perché, ad esempio, il bene rimane invenduto) o se lo stesso è insufficiente il compenso resta a carico del creditore procedente (dovendo escludersi che sia invece a carico del creditore intervenuto che non abbia compiuto atti di impulso del procedimento: Cass. n. 24443/2010). Con riferimento, invece, al compenso del custode nominato a fronte della concessione di un sequestro giudiziario, si è affermato che poiché lo stesso assume la qualità di amministratore dei beni sequestrati per conto di colui il quale, in definitiva, ne sia dichiarato proprietario o possessore, sicché solo quest'ultimo resta vincolato per i negozi giuridici posti in essere dal sequestratario durante l'amministrazione, ne deriva che, mentre le spese di custodia ed il compenso dovuto al custode vanno posti a carico della parte soccombente, le passività della gestione gravano sul proprietario (o possessore), nel cui interesse l'amministrazione è stata tenuta e nei cui confronti il custode sarebbe stato responsabile per comportamento doloso o colposo, contrario ai doveri dell'ufficio (Cass. n. 2429/1988). Il decreto con cui il giudice dell'esecuzione liquida il compenso al custode dei beni pignorati, pur se emesso in sede di distribuzione del ricavato della vendita, ha natura d'ingiunzione di pagamento nei confronti della parte indicata nel provvedimento come obbligata all'anticipazione del compenso e pertanto avverso lo stesso è esperibile l'opposizione a decreto ingiuntivo e non il ricorso straordinario cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost. (Cass. n. 2625/2003). In accordo con la più risalente giurisprudenza di legittimità, invece, il decreto di liquidazione del compenso costituisce titolo esecutivo contro la parte tenuta a corrispondere il compenso stesso (Cass. n. 2172/1969). Il custode, anche se non ha diritto al compenso, deve essere rimborsato delle spese sostenute per la custodia dei beni pignorati. Le spese devono essere anticipate dal creditore procedente e se ciò non avviene il custode può rifiutare l'incarico, dovendo altrimenti sostenerle e potendo richiederne il pagamento al giudice dell'esecuzione con il ricavato dalla vendita dei beni pignorati (Cass. n. 2875/1976). |