Atto di pignoramento presso terzi dello stipendio dell'ex coniuge

Giorgia Viola

inquadramento

Il procedimento di espropriazione presso terzi si caratterizza perché il pignoramento ha ad oggetto beni o somme di denaro appartenenti al debitore esecutato che si trovano in possesso di un terzo, sicché tutto il meccanismo processuale ruota intorno alla dichiarazione dello stesso.

È frequente che il pignoramento in questione venga proposto dal coniuge separato ovvero dall'ex coniuge per il recupero coattivo dell'assegno di mantenimento ed abbia ad oggetto somme del debitore percepite a titolo di stipendio ovvero di crediti alimentari, per i quali l'art. 545 c.p.c. pone limiti alla pignorabilità nell'intento di evitare che siano pignorate le somme necessarie alla soddisfazione di esigenze primarie della persona.

La riforma Cartabia ha modificato (anche) il pignoramento in commento, stabilendo all'art. 543 c.p.c. l'obbligo a carico del creditore di notificare al debitore e al terzo l'avviso dell'iscrizione a ruolo e di depositare l'atto notificato nel fascicolo dell'esecuzione entro l'udienza di comparizione come indicata.

Formula

TRIBUNALE DI .... [1]

ATTO DI PIGNORAMENTO PRESSO TERZI

Ad istanza del Sig. ...., C.F. ...., nato a .... il .... e residente in .... alla via .... rappresentato e difeso dall'avv. .... C.F. .... con studio in .... alla via ...., PEC ...., ove elettivamente domicilia come da procura in calce (o a margine) dell'atto di precetto ovvero del presente atto di pignoramento [2] ;

PREMESSO

– che l'istante è creditrice del sig. .... nato a .... il ...., in forza della sentenza n .... emessa il .... (oppure .... del verbale di omologa della separazione consensuale tra i coniugi del .... oppure dell'accordo raggiunto in data .... nell'ambito della negoziazione assistita ....) che ha stabilito il pagamento di un assegno di mantenimento di Euro .... mensili a far data dal ....;

– che il Sig. .... non ha corrisposto l'assegno di mantenimento a far data dal ...., così da essere debitore di Euro ...., oltre che spese mediche e scolastiche per l'importo di Euro ....;

– che in data .... è stato notificato atto di precetto per il complessivo importo di Euro .... oltre interessi dalle singole scadenze;

– che il debitore nulla ha corrisposto;

– che è interesse dell'istante procedere al recupero coattivo del proprio credito, chiedendo il pignoramento delle somme dovute a qualunque titolo (in specie per ciò che riguarda la retribuzione, il TFR e ogni altra indennità) dal datore di lavoro al Sig. ....;

– che con provvedimento del .... il Tribunale ha autorizzato la pignorabilità delle somme percepite a titolo di stipendio fino alla concorrenza del .... [3] ;

– che il Sig. .... è creditore di .... in forza del rapporto di lavoro subordinato;

– che l'istante intende sottoporre a pignoramento tutti i crediti vantati per ogni e qualsiasi titolo dal Sig. .... nei confronti di ...., in forza del predetto rapporto di lavoro subordinato;

tanto premesso

CITA

il Sig. ....

A COMPARIRE

innanzi all'intestato Tribunale, Giudice designando, per l'udienza del giorno ...., ore .... [4]

INVITA

il terzo pignorato (indicare le generalità) a rendere la dichiarazione di cui all'art. 547 c.p.c. al creditore procedente nel termine di dieci giorni dalla notificazione del presente atto nel domicilio eletto a mezzo raccomandata o posta elettronica certificata;

INVITA

Il terzo pignorato ...., ai sensi dell'art. 543 comma 2 c.p.c., a non disporre delle suddette somme senza ordine del giudice;

AVVERTE

il terzo che, in caso di mancata comunicazione della dichiarazione, la stessa dovrà essere resa dal terzo comparendo in un'apposita udienza e quando il terzo non compare o, sebbene non comparso, non rende la dichiarazione, il credito pignorato, nell'ammontare sopra indicato, si considererà non contestato ai fini del procedimento in corso e dell'esecuzione fondata sul provvedimento di assegnazione (ex art. 543 comma 4 c.p.c.);

PRECISA

che, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 547 c.p.c., la dichiarazione dovrà specificare le somme di cui il terzo è debitore, quando egli ne deve eseguire il pagamento ed indicare, in ordine a tale credito, i pignoramenti o sequestri eventualmente eseguiti presso di lui e le cessioni che gli sono state notificate o che ha accettato.

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

Ciò premesso, il sottoscritto Ufficiale Giudiziario addetto al Tribunale di ....,

– visto l'atto di pignoramento presso terzi richiesto come in atti dall'Avv. ...., nella sua qualità di procuratore del Sig. ....;

– vista l'autorizzazione del Presidente del Tribunale al pignoramento fino al 50% (ovvero la diversa percentuale autorizzata) delle retribuzioni ed accessori dovute al debitore dal datore di lavoro;

HO SOTTOPOSTO A PIGNORAMENTO

nei limiti di legge, tutte le somme dovute a qualsiasi titolo o causa al(debitore) dal (terzo) e ciò ai sensi dell'art. 546, comma 1 c.p.c., nei limiti dell'importo del credito precettato aumentato di 1.000,00 euro per i crediti fino a 1.100,00 euro, di 1.600,00 euro per i crediti da 1.100,01 euro fino a 3.200,00 euro e della metà per i crediti superiori a 3.200,00 euro, e comunque sino al saldo effettivo e/o salva diversa liquidazione stabilita dal Giudice [5] e, nel contempo,

HO AVVERTITO

Il debitore che ha la facoltà di chiedere di sostituire ai crediti ed alle cose pignorate una somma di denaro pari all'importo dovuto al creditore pignorante ed agli eventuali creditori intervenuti, comprensivo di capitale, interessi e spese, oltre che delle spese di esecuzione, sempre che – a pena di inammissibilità – sia da egli depositata in cancelleria, prima che venga disposta l'assegnazione, la relativa istanza, unitamente ad una somma di denaro non inferiore ad un sesto dell'importo del credito per il quale è stato eseguito il pignoramento e dei crediti dei creditori intervenuti indicati nei rispettivi atti di intervento [6] ;

HO INTIMATO

al terzo pignorato, ai sensi dell'art. 543, comma 2, c.p.c., di non disporre delle somme pignorate senza ordine del giudice dell'esecuzione, avvertendo che in difetto verranno applicate le sanzioni previste dalla legge, e che, dal giorno della notifica del presente atto, il terzo pignorato è soggetto, ex art. 546, comma 1 c.p.c., relativamente alle somme dovute al debitore e nei limiti dell'importo del credito precettato aumentato di 1.000,00 euro per i crediti fino a 1.100,00 euro, di 1.600,00 euro per i crediti da 1.100,01 euro fino a 3.200,00 euro e della metà per i crediti superiori a 3.200,00 euro, agli obblighi che la legge impone al custode

HO AVVERTITO

Il debitore Sig. .... che a norma dell'art. 615, comma 2, terzo periodo c.p.c. l'opposizione all'esecuzione è inammissibile se è proposta dopo che è stata disposta la vendita o l'assegnazione a norma degli artt. 530,552 e 569 c.p.c., salvo che sia fondata su fatti sopravvenuti ovvero che l'opponente dimostri di non aver potuto proporla tempestivamente per causa a lui non imputabile [7] .

HO INVITATO

Il debitore Sig. .... ad effettuare presso la cancelleria del giudice dell'esecuzione la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio in uno dei comuni del circondario in cui ha sede il giudice competente per l'esecuzione o ad indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici registri o eleggere un domicilio digitale speciale, con avvertimento che, in mancanza, ovvero in caso di irreperibilità presso la residenza dichiarata o il domicilio eletto, le successive notifiche o comunicazioni a lui dirette saranno effettuate presso la cancelleria dello stesso giudice, salvo quanto previsto dall'articolo 149-bis[8]

HO INGIUNTO

– al debitore Sig. .... di astenersi da qualsiasi atto che possa sottrarre alla garanzia del credito di cui sopra i beni ed i crediti assoggettati all'espropriazione

HO NOTIFICATO [9]

Copia del predetto atto a:

Sig. .... (debitore).

Sig. .... (terzo).

RELATA DI NOTIFICA

Ad istanza dell'Avv. ...., nella qualità di procuratore di ...., si notifichi a tutti i fini e conseguenze di legge a .....

[1]]La regola generale in tema di competenza per territorio nell'espropriazione presso terzi, dopo la riforma di cui al d.l. n. 132/2014, è quella per la quale la competenza spetta al Tribunale del luogo di residenza, domicilio o dimora del debitore esecutato; precedentemente, il foro era individuato in quello del terzo debitore, che nel caso di pignoramento di stipendi e pensioni dei pubblici dipendenti era disciplinata dagli artt. 3 e 4, d.P.R. n. 180/1950, dedicati alle esecuzioni a carico dei dipendenti rispettivamente dello Stato e di altre pubbliche amministrazioni. Con la riforma Cartabia l'art. 26-bis, comma 1 c.p.c. prevede che dal 22 giugno 2022 sarà competente per l'esecuzione forzata «il giudice del luogo dove ha sede l'ufficio dell'Avvocatura dello Stato nel cui distretto il creditore ha la residenza, il domicilio, la dimora o la sede.»

[2]A norma dell'art. 543 c.p.c., comma 2, n. 3, l'atto di pignoramento deve contenere «la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio nel comune in cui ha sede il tribunale competente» da parte del creditore procedente, nonché l'indicazione del suo indirizzo di Posta Elettronica Certificata. La violazione dell'obbligo di dichiarazione o elezione di domicilio non determina la nullità dell'atto ma comporta che le notificazioni e le comunicazioni dovranno essere fatte alla cancelleria del giudice adito (così come prescritto dall'art. 489, comma 2, c.p.c.). Il d.lgs. n. 164/2024 ha stabilito che se il creditore sta in giudizio personalmente, in luogo dell'indirizzo di posta elettronica certificato, l'atto può contenere la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio nel comune in cui ha sede il tribunale competente. L'indicazione dell'indirizzo di Posta Elettronica certificata è stata poi inserita dall'art. 1, comma 20, l. n. 228/2012: «Il terzo pignorato, esclusi i casi di crediti originati da un rapporto di lavoro, per i quali è obbligato a partecipare all'udienza, può inviare all'indirizzo PEC indicato dal creditore la dichiarazione circa la sussistenza o meno del credito, in alternativa all'invio a mezzo raccomandata, come era già previsto dal 2006». Anche in questo caso la mancanza dell'indicazione dell'indirizzo PEC non costituisce, comunque, causa di invalidità del pignoramento.

[3]L'autorizzazione presidenziale è richiesta come condizione di efficacia del pignoramento nell'ambito dell'espropriazione di crediti di natura alimentare (per cause di alimenti). Del pari è necessaria l'autorizzazione giudiziale che solo quando il creditore intenda pignorare la retribuzione in misura superiore al quinto Cass. n. 15374/2007.

L'autorizzazione deve indicare la misura entro la quale può avvenire il pignoramento del credito alimentare e tale elemento deve risultare chiaramente dall'atto di pignoramento.

[4]Il legislatore continua a prevedere la citazione del debitore a comparire davanti al giudice competente nel rispetto del termine di 10 giorni, per l'udienza di comparizione di cui all'art. 501 c.p.c. (non trattandosi dell'introduzione di un processo di natura contenziosa non è prevista l'osservanza dei termini ex art. 163-bis c.p.c.).

Va evidenziato come il mancato rispetto del termine di dieci giorni di cui all'art. 501c.p.c., previsto dall'art. 543 c.p.c., per la comparizione, non è causa di nullità della citazione se, come previsto dall'art. 156, comma 3 c.p.c., «l'atto ha raggiunto lo scopo a cui è destinato». In questo senso, Cass. n. 983/1991; Cass. n. 6312/1993; Cass. n. 682/2012.

[5]Trattasi di modifica introdotta dal decreto legge che introduce «Ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza» (PNRR) in GU n. 52 del 2 marzo 2024.

[6]L'art. 4, comma 1, lett. a), d.l. n. 135/2018 ha modificato da un quinto ad un sesto la somma da versare a momento dell'istanza di conversione del pignoramento ed ha cambiato anche il numero massimo di rate che da trentasei sono passate a quarantotto.

[7]L'art. 4, comma 1, lett. a) del d.l. n. 59/2016, ha previsto, inserendo un nuovo periodo nel comma 3 dell'art. 492 c.p.c., questo ulteriore avvertimento per il debitore che deve essere inserito nell'atto di pignoramento.

[8]Il d.lgs. n. 164/2024 ha modificato l'art. 492 c.p.c. inserendo la facoltà per il debitore di eleggere un domicilio digitale speciale ovvero di indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi

[9]Nell'espropriazione presso terzi, l'ufficiale giudiziario, compiute le operazioni, consegna senza ritardo al creditore il processo verbale, il titolo esecutivo ed il precetto. Sarà quindi il creditore stesso ad essere onerato, entro i 30 giorni successivi dalla consegna dell'atto di pignoramento da parte dell'ufficiale giudiziario, dell'iscrizione a ruolo della procedura esecutiva per espropriazione (secondo modalità telematiche dal 31 marzo 2015) compilando la nota di iscrizione a ruolo e depositando copia conforme del titolo esecutivo e del precetto. Se entro il termine di trenta giorni dalla consegna dell'atto da parte dell'ufficiale giudiziario il creditore non provvede all'iscrizione a ruolo della procedura ne deriverà l'inefficacia del pignoramento.

commento

Il procedimento di espropriazione presso terzi si caratterizza perché il pignoramento ha ad oggetto beni o somme di denaro appartenenti al debitore esecutato che si trovano in possesso di un terzo (debitor debitoris), che è chiamato a rendere una dichiarazione specificando di quali cose o di quali somme è debitore o si trova in possesso e quando ne deve eseguire il pagamento o la consegna all'esecutato.

Da tempo è stato superato l'orientamento giurisprudenziale secondo cui il terzo pignorato sarebbe parte del processo esecutivo (Cass. n. 1425/1977), mentre si è ormai consolidata l'opinione che ritiene che il terzo è estraneo al processo di espropriazione, che si svolge tra creditori (procedente ed intervenuti) e debitore, cosicché, non essendo rivolta domanda alcuna nei confronti del terzo pignorato, questi ha la veste di terzo estraneo al processo in corso inter alios (cfr. già Cass. n. 6242/1987 e la giurisprudenza successiva, tra cui Cass. n. 6432/2003, Cass. n. 18352/2005, Cass. n. 25567/2011).

Stando alla tesi più accreditata e diffusa, il pignoramento presso terzi rappresenta una fattispecie a formazione progressiva: prende avvio dalla notificazione dell'atto, contemplata dall'art. 543 c.p.c. e da cui scaturiscono effetti meramente prodromici (tra cui, in particolare, il sorgere degli obblighi di custodia a carico del terzo, ai sensi dell'art. 546 c.c.) e si perfeziona e si completa solo quando possa considerarsi accertata l'esistenza del bene mobile o del credito oggetto del pignoramento con la dichiarazione positiva del terzo ovvero con l'accertamento del relativo obbligo (in questo senso, V. Colesanti, Il terzo debitore nel pignoramento di crediti, Milano, 1967, II, passim, e Pignoramento presso terzi, in Enc. dir., XXXIII, Milano 1983, spec. p. 843. In giurisprudenza, Cass. n. 2857/2015, Cass. n. 10826/2014; Cass. n. 17349/2011).

L'atto di pignoramento presso terzi deve, poi, essere corredato dell'ingiunzione al debitore e dell'intimazione al terzo di non disporre, senza ordine del giudice, delle somme o delle cose dovute al debitore esecutato.

Il pignoramento dello stipendio è una delle forme di pignoramento presso terzi.

La norma cardine è l'art. 545 c.p.c., che, nell'intento di evitare che siano pignorate le somme necessarie alla soddisfazione di esigenze primarie della persona, pone dei limiti al principio generale stabilito dall'art. 2740 c.c. della responsabilità patrimoniale del debitore.

La disposizione, da considerarsi eccezionale ed insuscettibile di applicazione analogica, stabilisce in linea generale che le somme derivanti dalle retribuzioni possono essere pignorate nella misura di un quinto, limite che può essere aumentato fino alla metà, su autorizzazione del presidente del tribunale, allorquando si tratti di azione esecutiva proposta per il recupero dei crediti alimentari. Più precisamente a norma dei commi 3, 4 e 5 della norma in esame:

– il limite della impignorabilità della retribuzione oltre il quinto non opera con riferimento all'esecuzione promossa dal creditore per contributo al mantenimento della prole, avendo questo funzione alimentare (Cass. n. 15374/2007);

– è necessaria l'autorizzazione giudiziale solo quando il creditore intenda pignorare la retribuzione in misura superiore al quinto (Cass n. 15374/2007);

– le somme derivanti dalla retribuzione possono essere pignorati, anche per la soddisfazione di crediti alimentari, al massimo fino alla metà e, nell'ipotesi in cui il medesimo credito sia già assoggettato ad esecuzione forzata, sono pignorabili al massimo nella misura pari alla differenza tra la metà del credito di lavoro e quanto già assoggettato al precedente pignoramento (o ai precedenti pignoramenti) con la precisazione che il carattere della simultaneità deve essere reale e non riferibile alla mera successione di pignoramenti;

– tale limite vale anche in caso di concorrenza tra il pignoramento dello stipendio e la decurtazione di esso per versamento diretto dell'assegno di mantenimento in favore della moglie separata e del figlio affidato (Trib. Pescara 8 luglio 2003).

La dottrina non è univoca nel definire la categoria dei crediti alimentari cui vengono ricondotti da taluno esclusivamente i crediti aventi natura intrinsecamente alimentare per specifica disposizione di legge, da altri solo i crediti aventi natura negoziale, da altri ancora entrambi le tipologie.

L'autorizzazione presidenziale è richiesta come condizione di efficacia del pignoramento nell'ambito dell'espropriazione di crediti di natura alimentare (per cause di alimenti), la cui mancanza va fatta valere con l'opposizione all'esecuzione; rimedio questo esperibile anche quando il debitore lamenti la eccessività della misura per la quale sia accordata l'autorizzazione. Il rimedio accordato al creditore avverso il provvedimento pronunciato sulla istanza di autorizzazione è, invece, rappresentato dall'opposizione agli atti esecutivi.

L'autorizzazione deve indicare la misura entro la quale può avvenire il pignoramento del credito alimentare e tale elemento deve risultare chiaramente dall'atto di pignoramento.

Alla cessione del trattamento di fine rapporto non si applica il limite del quinto (Cass. n. 3913/2020).

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