Opposizione all'atto di pignoramento presso terzi dello stipendioInquadramentoSecondo l'opinione tradizionale nel processo di esecuzione non vi sono controversie da decidere ma diritti da attuare. Ciò non esclude, però, la possibilità per i soggetti legittimati di proporre opposizione per tutelare i diritti soggettivi in esso coinvolti (nel caso del creditore) ovvero per accertare l'esistenza di una causa di improcedibilità o di chiusura in rito (nel caso del debitore). Nell'espropriazione presso terzi, il debitore può proporre opposizione per far valere l'impignorabilità delle somme percepite a titolo retributivo, pur se, con la riforma dell'art. 545 c.p.c., il giudice dell'esecuzione ha il potere-dovere di rilevarla d'ufficio e la sua inerzia può essere censurata tramite l'opposizione agli atti esecutivi anche avverso l'ordinanza di assegnazione che non ne tenga conto. FormulaTribunale di ... [1] RICORSO IN OPPOSIZIONE ALL'ESECUZIONE EX ART. 615, COMMA 2 C.P.C. E 617 C.P.C. Nella procedura esecutiva n. ... / ... RE Udienza del ... – GE dott. ... Ad istanza del Sig. ..., C.F. ..., nato a ... il ... e residente in ... alla via ... rappresentato e difeso dall'avv. ... C.F. ... con studio in ... alla via ..., PEC ..., ove elettivamente domicilia come da procura in calce (o a margine) del presente atto; PREMESSO - che con atto di pignoramento, notificato il ... la Sig.ra ..., deducendo: - di essere creditrice dell'istante, a fronte del mantenimento dovuto in forza del titolo costituito dalla sentenza n. ... emessa il ... / dal verbale di omologa della separazione consensuale tra i coniugi del ... / dall'accordo raggiunto in data ... nell'ambito della negoziazione assistita ... che ha stabilito il pagamento di Euro ... mensili; - che in data ... è stato notificato atto di precetto per il complessivo importo di Euro ... così come derivante dal mancato pagamento dell'assegno di mantenimento a far data dal ..., oltre che spese mediche e scolastiche per l'importo di Euro ...; - di aver ottenuto dal Presidente del Tribunale ovvero da giudice all'uopo designato autorizzazione a rivalersi sulla retribuzione del coniuge fino al limite del ... (indicare la percentuale); ha sottoposto ad esecuzione tutti i crediti vantati per ogni e qualsiasi titolo dal terzo Sig. ... in forza rapporto di lavoro subordinato intercorrente tra le parti; - che il ricorrente intende proporre formale opposizione avverso tale pignoramento per i seguenti motivi: INDICARE I MOTIVI Da tutto quanto esposto è evidente la fondatezza delle eccezioni sollevate e, dunque, l'illegittimità della proposta esecuzione, per cui è palese la sussistenza del requisito del fumus boni juris. Altrettanto indubbia è la sussistenza del periculum in mora, che è in re ipsa, ossia sussiste per il semplice fatto che, nei confronti del ricorrente, sia iniziata una procedura esecutiva immobiliare, fondata su ... Alla luce di tutto ciò si chiede che il giudice dell'esecuzione sospenda anche inaudita altera parte la presente opposizione. Tanto premesso, l'istante ... come sopra rappresentato e difeso, RICORRE all'Ill.mo Giudicante, quale giudice dell'esecuzione, affinché, previa fissazione dell'udienza di comparizione delle parti, con termine per la notifica del presente ricorso e del pedissequo decreto, rigettata ogni contraria istanza, deduzione ed eccezione, voglia accogliere il presente ricorso e, per l'effetto: - sospendere anche inaudita altera parte l'esecuzione ovvero il processo ex art. 618 - 624 c.p.c., fissando il termine per il giudizio di merito [2]; - nel merito, dichiarare la nullità e l'infondatezza della procedura esecutiva n. ... per le motivazioni di cui in narrativa; Con vittoria di spese, diritti ed onorari di causa. Si allegano, in copia, i seguenti documenti: INDICARE DOCUMENTI Salvo ogni diritto. Avv. ... 1. Per le cause di opposizione all'esecuzione forzata è competente il giudice del luogo in cui l'esecuzione si compie. 2. Nel caso in cui si prospettino motivi d'urgenza, il giudice dell'esecuzione, nel medesimo decreto che fissa la comparizione delle parti, può disporre la sospensione dell'esecuzione. Quest'ultima potrà essere confermata, modificata o revocata nel successivo provvedimento. I gravi motivi sui quali si fonda la predetta sospensione devono consistere nel pericolo che il provvedimento di sospensione adattato in seno alla fase sommaria non sia più in grado di scongiurare il pregiudizio paventato dall'opponente. COMMENTOA mente dell'art. 543 c.p.c. il pignoramento presso terzi si articola come una fattispecie a formazione progressiva che prende avvio dalla notificazione dell'atto, da cui scaturiscono effetti meramente prodromici (tra cui, in particolare, il sorgere degli obblighi di custodia a carico del terzo, ai sensi dell'art. 546 c.c.) e si perfeziona e si completa solo quando possa considerarsi accertata l'esistenza del bene mobile o del credito oggetto del pignoramento con la dichiarazione positiva del terzo ovvero con l'accertamento del relativo obbligo (in questo senso, V. Colesanti, Il terzo debitore nel pignoramento di crediti, Milano 1967, II, passim, e Pignoramento presso terzi, in Enc. dir., XXXIII, Milano 1983, spec. p. 843. In giurisprudenza, Cass. n. 2857/2015; Cass. n. 10826/2014; Cass. n. 17349/2011). Soggetti legittimati a proporre opposizione sono il debitore esecutato e il creditore; non lo è, invece, il terzo pignorato, che rimane estraneo alla procedura esecutiva, della quale non è parte (per tutte, Cass. n. 18352/2005), così come non è parte del giudizio di opposizione (per tutte Cass. n. 13069/2007 da ultimo Cass. n. 10813/2020). Al riguardo, tuttavia, non è da sottacere l'opposto orientamento che riconosce la qualifica di litisconsorte al terzo pignorato, sul presupposto del probabile interessamento di questi alla legittimità e alla validità del pignoramento, in quanto comportano la sua liberazione dal vincolo (Cass. n. 15703/2002; Cass. n. 2430/1990; Cass. n. 3899/2020). Soggetti legittimati a proporre opposizione sono il debitore esecutato e il creditore; non lo è, invece, il terzo pignorato, che rimane estraneo alla procedura esecutiva, della quale non è parte (per tutte, Cass. n. 18352/2005), così come non è parte del giudizio di opposizione (per tutte Cass. n. 13069/2007). Al riguardo, tuttavia, non è da sottacere l'opposto orientamento che riconosce la qualifica di litisconsorte al terzo pignorato, sul presupposto del probabile interessamento di questi alla legittimità e alla validità del pignoramento, in quanto comportano la sua liberazione dal vincolo (Cass. n. 15703/2002; Cass. n. 2430/1990). L'opposizione si propone con ricorso sottoscritto da un difensore munito di procura da depositarsi presso la cancelleria del giudice dell'esecuzione. In relazione alla forma del ricorso, una parte della dottrina ha ritenuto che il ricorso debba avere forma rigorosamente scritta (in questo senso, Andrioli, Commento al codice di procedura civile, Vol. 3, 1957, Napoli, p. 337 ss.;P. Castoro, Il processo esecutivo nel suo aspetto pratico, Milano, 2006). Al contrario, la dottrina più recente e la giurisprudenza di legittimità ha ritenuto l'ammissibilità della opposizione proposta con modalità equipollenti (in questo senso, Mandrioli, alla voce Opposizione, in Enciclopedia del diritto, Vol. 3, Milano, 1980. In giurisprudenza, Cass. S.U., n. 10187/1998 secondo cui sia per l'opposizione all'esecuzione che per l'opposizione agli atti esecutivi avanzate nel corso del procedimento già iniziato, le forme previste dagli art. 615, comma 2 e 617, comma 2 c.p.c. non sono richieste a pena di nullità e le predette opposizioni possono, pertanto, essere proposte anche oralmente nell'udienza davanti al giudice dell'esecuzione, ovvero mediante deposito, in tale udienza, di una comparsa di risposta, essendo anche tali forme idonee al raggiungimento dello scopo (costituzione del rapporto processuale cognitivo) proprio degli atti predetti. Conformi, Cass. n. 27162/2006; Cass. n. 10132/2003). Nella prospettazione del codice antecedente alla riforma del 2016, l'opposizione all'esecuzione non prevedeva un termine finale di ammissibilità, ma poteva proporsi sino fino al momento dell'effettivo esaurimento delle operazioni esecutive. Attualmente l'opposizione all'esecuzione nella nuova formulazione dell'art. 615, comma 2 c.p.c. (così come emendato dal d.l. n. 59/2016) è sottoposta al rispetto dei limiti temporali preclusivi a pena di inammissibilità e, dunque, l'ordinanza che dispone la vendita o l'assegnazione, salvo i motivi sopravvenuti ovvero la mancata proposizione per causa non imputabile. Resta, invece, fermo il termine di venti giorni dalla conoscenza, legale o di fatto, dell'atto asseritamente viziato (sul punto con diffusa motivazione, Cass. n. 3430/2018) per la proposizione dell'opposizione agli atti esecutivi. I motivi deducibili in sede di opposizione possono essere individuati nell'alveo delle eccezioni dirette a contestare l'esistenza del diritto di credito della parte istante a promuovere l'esecuzione e, dunque: - la mancanza del titolo esecutivo, che trova il proprio fondamento nel principio dell'efficacia incondizionata del titolo esecutivo di cui al brocardo latino nulla executio sine titulo e il limite nella regola per cui il giudicato copre il dedotto e il deducibile; - l'impignorabilità dei crediti anche alla luce della formulazione dell'art. 545 c.p.c., che dispone che i crediti derivanti dalle retribuzioni (e voci connesse) possono essere pignorati fino al limite di un quinto ad eccezione di esecuzione per il soddisfacimento dei crediti per contributo al mantenimento del coniuge e della prole, avendo questi funzione alimentare (Cass. n. 15374/2007), per i quali è possibile ottenere l'autorizzazione da parte del Presidente del Tribunale ovvero da un giudice da questi delegato a fissare il limite entro cui contenere il pignoramento che oscilla tra il quinto e la metà. In tal caso, in base al principio della vicinanza della prova, spetta all'opponente dare la prova dell'impignorabilità (per il riparto dell'onere della prova nel regime della impignorabilità dei fondi degli enti locali, comunque analogicamente applicabile, Cass. n. 19103/2020). Al riguardo, la mancanza dell'autorizzazione presidenziale deve essere fatta valere con l'opposizione all'esecuzione, rimedio esperibile anche quando il debitore lamenti la eccessività della misura per la quale sia accordata l'autorizzazione. Su tale ultimo punto, è da rilevare in ogni caso che la situazione è parzialmente cambiata con la riforma dell'art. 545 c.p.c., che stabilisce che il pignoramento eseguito oltre i limiti di pignorabilità previsti per i crediti previdenziali e retributivi è affetto da parziale inefficacia, che può essere rilevata dal giudice anche d'ufficio. In questo caso, dunque, l'opposizione all'esecuzione non è più l'unico strumento esperibile né il debitore esecutato è l'unico che possa (e debba) fare valere l'impignorabilità, in quanto il giudice dell'esecuzione ha il potere-dovere di rilevarla d'ufficio e la sua inerzia può essere censurata tramite l'opposizione agli atti esecutivi anche contro l'ordinanza di assegnazione che non ne tenga conto (in questo senso, Cass. n. 10243/2015). È, infine, da segnalare che è possibile richiedere in via d'urgenza la sospensione dell'esecuzione allorquando ricorrano gravi motivi, che devono consistere nel pericolo che il provvedimento di sospensione adattato in seno alla fase sommaria non sia più in grado di scongiurare il pregiudizio paventato dall'opponente. |