Istanza di vendita beni mobili pignoratiInquadramentoL'istanza di vendita, disciplinata quanto all'esecuzione mobiliare dall'art. 529 c.p.c., costituisce l'atto di impulso con cui il creditore pignorante richiede al giudice dell'esecuzione di fissare la vendita del bene pignorato, al fine di consentirne la relativa liquidazione e il consequenziale soddisfacimento coattivo delle proprie ragioni di credito. Ognuno dei creditori, compresi gli intervenuti muniti di titolo esecutivo, può chiedere la distribuzione del danaro e la vendita di tutti gli altri beni. Decorsi almeno dieci giorni (tranne che per le cose deteriorabili, delle quali può essere disposta l'assegnazione o la vendita immediata) dal pignoramento eseguito a norma dell'art. 518 c.p.c., il creditore procedente deve presentare in Cancelleria l'istanza di vendita del bene mediante ricorso. I creditori possono chiedere l'assegnazione dei titoli di credito e delle altre cose il cui valore risulti dal listino di borsa o di mercato. Decorsi i dieci giorni successivi al pignoramento (termine abbreviato nel caso in cui si tratti di beni deteriorabili), il creditore pignorante od i creditori intervenuti tempestivamente e muniti di titolo esecutivo, possono chiedere la distribuzione del denaro e la vendita di tutti gli altri beni pignorati, mentre dei titoli di credito e delle cose il cui valore risulta dal listino di borsa o di mercato essi possono chiederne anche l'assegnazione. Il termine di dieci giorni è un termine dilatorio, ed è soggetto a sospensione feriale ex art. 1, l. n. 742/1969; ad esso si aggiunge quello acceleratorio di 45 giorni, posto a pena di inefficacia del pignoramento medesimo ex art. 497 del c.p.c. L'inosservanza del termine dilatorio è stata considerata dalla dottrina come causa di nullità dell'istanza di vendita, di assegnazione o di distribuzione, da far valere nei termini e nelle forme dell'opposizione agli atti esecutivi ex art. 617 del c.p.c. FormulaTRIBUNALE DI ... Sez. Esecuzioni Mobiliari Procedura esecutiva mobiliare n. ... / ... promossa da " ... ” contro “ ... ” Giudice dell'Esecuzione: Dott. ... ISTANZA DI VENDITA MOBILIARE (ART. 529 C.P.C.) Nell'interesse di ... in persona del proprio Legale Rappresentante, con sede in ..., via ..., n. ..., C.F. ... e P.I. ..., rappresentata e difesa, come da procura in calce all'atto di pignoramento immobiliare, dall'Avv. ..., C.F. ..., ed elettivamente domiciliata presso e nel di lui studio in ..., via ... PREMESSO CHE - a ministero dell'Ufficiale Giudiziario presso il Tribunale di ... con verbale in data ... è stato effettuato il pignoramento mobiliare in danno del debitore ... per la soddisfazione del credito vantato nei confronti di quest'ultimo dall'odierno istante in forza del titolo esecutivo costituito da ... [1]; - che sono stati pignorati i seguenti beni mobili: 1 ...; 2 ...; 3 ... - sino alla data odierna parte debitrice non ha provveduto a pagare alcunché, pertanto necessita procedere agli incanti con vendita all'asta dei beni pignorati; - rilevato che è trascorso il termine dilatorio del pignoramento, come prescritto dall'art. 501 c.p.c.; CHIEDE che venga fissata l'udienza di autorizzazione alla vendita dei beni mobili come sopra pignorati con determinazione delle relative modalità. (eventuale) Allega certificato di iscrizione dei privilegi gravanti sui beni mobili e copia dell'avviso notificato ai sensi dell'art. 498 c.p.c. Luogo e data ... Firma Avv. ... 1. Indicare il titolo esecutivo di cui è munito il creditore procedente. COMMENTOIl creditore procedente, ovvero i creditori muniti di titolo esecutivo - che ai sensi dell'art. 500 c.p.c., in quanto titolari dell'azione c.d. espropriativa, possono partecipare all'espropriazione provocandone i singoli atti – devono esercitare tale potere non oltre quarantacinque giorni dall'esecuzione del pignoramento, ex art. 497 c.p.c., mediante la presentazione dell'istanza di vendita o di assegnazione. Essa, ai sensi dell'art. 501 c.p.c. «non può essere proposta se non decorsi dieci giorni dal pignoramento, tranne che per le cose deteriorabili, delle quali può essere disposta l'assegnazione o la vendita immediata». L'istanza, in particolare, segna l'inizio della fase liquidatoria del processo esecutivo, tendente a trasformare il bene pignorato in denaro, onde procedere alla distribuzione in favore dei creditori, che rappresenta l'ultima fase del procedimento. V. Cass. S.U., n. 11178/1995, che stabilisce che il processo esecutivo si presenta strutturato non già come una sequenza continua di atti ordinati ad un unico provvedimento finale - secondo lo schema proprio del processo di cognizione - bensì come una successione di subprocedimenti, cioè in una serie autonoma di atti ordinati a distinti provvedimenti successivi. Tale autonomia di ciascuna fase rispetto a quella precedente comporta che le situazioni invalidanti, che si producano nella fase che è conclusa dalla ordinanza di autorizzazione della vendita, sono suscettibili di rilievo nel corso ulteriore del processo - mediante opposizione agli atti esecutivi proponibile anche dopo che detta ordinanza è stata pronunciata o d'ufficio dal giudice dell'esecuzione, in deroga all'espresso dettato dell'art. 569 c.p.c. - solo in quanto impediscano che il processo consegua il risultato che ne costituisce lo scopo, e cioè l'espropriazione del bene pignorato come mezzo per la soddisfazione dei creditori, mentre ogni altra situazione invalidante, di per sé non preclusiva del conseguimento dello scopo del processo, deve essere eccepita con opposizione agli atti esecutivi nei termini di decadenza disposti dal menzionato art. 569 c.p.c. L'istanza si propone con ricorso al giudice dell'esecuzione. Esso dev'essere sottoscritto dal creditore procedente o dal creditore intervenuto titolato, qualora abilitati a stare in giudizio personalmente ai sensi dell'art. 82 c.p.c., ovvero dal difensore munito di procura. Secondo Cass. III, n. 17514/2003, l'eventuale vizio attinente alla sottoscrizione va denunciato con l'opposizione agli atti esecutivi, anche oltre il termine di decadenza, in quanto attiene alla necessità della difesa tecnica del creditore nel processo esecutivo. Tuttavia, la Cass. III, n. 14449/2016, ha precisato che detto vizio deve essere fatto valere, ai sensi dell'art. 617 c.p.c., «nel termine di decadenza per l'opposizione, atteso che la finalità del processo esecutivo di giungere ad una sollecita chiusura della fase espropriativa non tollera che esso possa trovarsi in una situazione di perenne incertezza». Unitamente all'istanza devono essere depositati, nell'espropriazione mobiliare, il certificato d'iscrizione dei privilegi gravanti sui beni pignorati, previsto dall'art. 529, comma 3 c.p.c., ove esistenti. Il dies a quo va individuato nella data di stesura del verbale di pignoramento, ai sensi dell'art. 518 c.p.c., ovvero – nel caso di pignoramento di autoveicoli ex art. 521-bis c.p.c. – così come modificati dall'art. 3, comma 7, lett. i), d.lgs. n. 164/2024 - nella data di deposito della nota di iscrizione a ruolo, ovvero nella data di deposito delle copie conformi degli atti, ai sensi dell'art. 159-ter disp. att. c.p.c. In dottrina è discussa la natura dell'assegnazione prevista dalla norma in commento. In particolare, per alcuni si di assegnazione satisfattiva (Satta III, 281), da altri, invece, la si considera di duplice natura, vuoi satisfattiva, vuoi vendita (c.d. assegnazione vendita), cosicché si rende necessario regolare l'eventuale contrasto, nel caso di presentazione di istanza satisfattiva e di assegnazione-vendita, da parte di diversi creditori (Bonsignori, 174). Il secondo comma della disposizione in esame limita la possibilità di richiedere l'assegnazione ai titoli di credito ed agli beni il cui valore risulta dal listino di borsa o di mercato. È quindi inammissibile l'istanza di assegnazione di beni mobili pignorati non deteriorabili diversi da quelli contemplati dall'art. 529, comma 2 (Trib. Modena 5 aprile 2013, con riguardo ad una “vetrina-credenza”). Sempre nella prassi si è invece ritenuto che poiché il mercato di autoveicoli consta di un vero e proprio listino di mercato, tanto che i prezzi medi di compravendita di autovetture usate sono pubblicati su varie riviste, il creditore procedente può chiedere, in alternativa alla vendita, l'assegnazione dell'autovettura pignorata (Trib. Ascoli Piceno 13 aprile 2008, in Dir. e lav. Marche, 2008, n. 1-2, 76). Nell'ipotesi di assegnazione di un bene mobile diverso da quelli indicati dal comma 2 il provvedimento sarà nullo, senza che possa trovare applicazione la regola dettata dall'art. 2929 c.c., secondo cui la nullità degli atti esecutivi che hanno preceduto la vendita e l'assegnazione non ha effetto riguardo all'acquirente o all'assegnatario, regola che non è applicabile alle nullità che riguardino proprio la vendita o l'assegnazione, cioè quando si tratti di vizi che direttamente le riguardino ovvero ad esse obbligatoriamente prodromici (Cass. n. 27526/2014). Il provvedimento di assegnazione, in quanto atto del processo esecutivo, può essere contestato mediante la proposizione dell'opposizione agli atti esecutivi e non già con i rimedi propri del processo di cognizione, come il ricorso straordinario per cassazione (Cass. n. 7166/1997). |