Memoria difensiva del lavoratore all'opposizione all'esecuzione del datore di lavoro per differenze retributive

Francesco Bartolini

Inquadramento

La proposizione dell'opposizione all'esecuzione, se l'esecuzione non è ancora iniziata, dà luogo all'instaurazione di un giudizio di cognizione sul merito da trattarsi nelle forme delle controversie individuali di lavoro quando concerne pretese fondate sul rapporto di lavoro subordinato. Se l'esecuzione è già stata iniziata, l'opposizione è presentata al giudice dell'esecuzione e se questi non è competente per il merito, il processo deve essere riassunto dinanzi al giudice competente per materia e per valore. Nel successivo giudizio di merito si applica, se la materia concerne il rapporto di lavoro subordinato e i rapporti equiparati, la normativa concernente le controversie lavorative. Si considera di seguito il caso in cui l'opposizione all'esecuzione è proposta avverso il pignoramento, a esecuzione iniziata, e l'atto è rivolto al giudice dell'esecuzione. Sebbene gli artt. 615 e 616 non ne facciano espressa menzione deve ritenersi che l'opposto possa presentare al giudice dell'esecuzione in vista dell'udienza di comparizione una memoria difensiva relativa alla questione di competenza oggetto della fase sommaria.

Formula

TRIBUNALE DI ...

Al Sig. GIUDICE DELL'ESECUZIONE

MEMORIA DIFENSIVA [1]

nel procedimento di opposizione all'esecuzione iniziata promosso da:

s.r.l. ..., rappresentata e difesa dall'Avv. ..., come in atti

CONTRO

..., C.F. ... [2] , residente in ..., C.F. ..., rappresentato e difeso dal sottoscritto Avv. ... (C.F. ...; PEC ...) 2 presso il quale è domiciliato, nella persona e nello studio ubicato in ....

Visto il ricorso per opposizione all'esecuzione notificato in data ... a richiesta della s.r.l. ... e visto il decreto di fissazione dell'odierna udienza per la comparizione delle parti, si costituisce in giudizio il Sig. ... per contestare sin da questa fase sommaria integralmente la pretesa avversaria e far dichiarare infondate le argomentazioni in fatto e in diritto esposte nell'atto di opposizione.

L'esecuzione forzata oggetto di opposizione è stata intrapresa sulla base della sentenza del tribunale giudice del lavoro di ... all'udienza delli ..., depositata in data ....

La sentenza ha pronunciato la condanna della s.r.l. ... a pagare al Sig. ... la somma di euro ... a titolo di differenze retributive dovute in conseguenza delle mansioni svolte, proprie di una qualifica superiore a quella attribuitagli, oltre a interessi e spese di giudizio.

La sentenza è stata notificata alla soccombente s.r.l. ... come titolo esecutivo ai sensi dell'art. 431, primo comma c.p.c. e nella stessa data è stato intimato precetto per intimare il pronto pagamento del dovuto. A seguito del protratto inadempimento è stato effettuato atto di pignoramento per verbale di ufficiale giudiziario in data ....

Tanto premesso, si osserva quanto segue.

Con atto notificato il ... parte debitrice, opponendosi all'esecuzione così intrapresa, sostiene che il rapporto con l'esponente non ha natura di rapporto lavorativo a titolo subordinato in quanto ... e chiede pertanto che il giudice dell'esecuzione trattenga l'opposizione e, dichiarata la propria competenza, si pronunci nel merito

Le suddette asserzioni sono totalmente infondate e in ogni caso non possono invalidare l'efficacia esecutiva del titolo né la legittimità del pignoramento in quanto ....

Tanto riferito, con il presente atto si eccepisce, sin d'ora, con riserva di riproposizione nella competente sede, in fatto e in diritto:

...

Con riserva di meglio e compiutamente esporre le proprie difese e formulare le proprie conclusioni, chiede che la S.V. voglia dichiarare la propria incompetenza per materia e fissare il termine perentorio per l'introduzione della causa di merito davanti al competente Tribunale giudice del lavoro.

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

1. L'art. 121 c.p.c. dispone che tutti gli atti del processo siano redatti in modo chiaro e sintetico. Con il d.m. n. 110/2023, sono stati stabiliti i criteri da osservare per la redazione degli atti giudiziari e i limiti dimensionali da rispettare, con le relative eccezioni, nonché gli schemi informatici degli atti occorrenti per la loro elaborazione informatica. Il loro deposito e il deposito dei documenti ha luogo esclusivamente con modalità telematiche (artt. 87 e 196-quater disp. att.  c.p.c.).

2. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio devono essere indicati le generalità complete, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv. dalla l. n. 111/2011). L'art. 125 c.p.c. impone al difensore di indicare nel primo atto difensivo il codice fiscale; la stessa disposizione faceva obbligo di indicare anche il numero di fax. Questo obbligo è stato soppresso dal correttivo al d.lgs. n. 149/2022, di riforma del processo civile. Attualmente l'art. 3-bis d.lgs. n. 82/2005, fa obbligo ai professionisti tenuti all'iscrizione in albi o in elenchi di dotarsi di un domicilio digitale iscritto nell'elenco dell'Indice nazionale dei domicili digitali dei professionisti e delle imprese.

COMMENTO

Principi generali

L'opposizione all'esecuzione introduce una causa di cognizione da trattarsi, se riguarda le materie di cui all'art. 409 c.p.c., nelle forme previste per le controversie individuali di lavoro. La formula che si propone riguarda il caso dell'esecuzione già proposta e dell'atto difensivo con il quale la parte convenuta in opposizione chiede, nella fase sommaria, la rimessione del processo al giudice del lavoro.

Procedimento

In base alle generali regole in tema di contraddittorio, deve ritenersi che l'opposto, cui è notificato il decreto di convocazione delle parti, possa rispondere all'atto di opposizione altrui con una propria memoria da depositare tempestivamente in vista dell'udienza nella fase sommaria, ancor prima, cioè, di costituirsi formalmente nella causa di merito.

In tema di opposizione all'esecuzione e agli atti esecutivi, il decreto con il quale il giudice dell'esecuzione fissa davanti a sé l'udienza per la fase sommaria, assegnando un termine perentorio per la notificazione del ricorso e dello stesso decreto all'opposto, non è soggetto a comunicazione, a cura della cancelleria, al ricorrente, sicché ove quest'ultimo lasci scadere il termine perentorio fissato, incorre nella declaratoria di inammissibilità dell'opposizione, senza potere beneficiare della rimessione in termini. Invece, se il ricorso è stato regolarmente notificato, la mancata comparizione delle parti non incide sull'ammissibilità della domanda e non preclude la possibilità di pervenire ad una pronuncia nel merito, in quanto la regolare instaurazione del contraddittorio pone le condizioni minime per l'attivazione dei poteri officiosi del giudice dell'esecuzione in ordine alla verifica dei presupposti di procedibilità dell'azione espropriativa (Cass. III, n. 11291/2020). Il provvedimento adottato dal giudice dell'esecuzione ai sensi dell'art. 616 o dell'art. 618 c.p.c., sia esso di prosecuzione innanzi a sé del procedimento di opposizione, sia esso di rimessione al giudice ritenuto competente, costituisce atto ordinatorio di direzione del processo esecutivo e non cognitivo in ordine alla individuazione del giudice competente a conoscere della causa, non ha contenuto decisorio implicito sulla competenza (vi sia stato o meno contrasto fra le parti in ordine al giudice competente) e, di conseguenza, avverso lo stesso non è proponibile la richiesta d'ufficio del regolamento di competenza (Cass. VI, ord., n. 8044/2020). Per Cass. III, n. 10806/2020 ove il giudice dell'opposizione, all'esito della fase sommaria, erroneamente assegni alle parti, con l'ordinanza ex art. 616 c.p.c., un termine maggiore rispetto a quello di tre mesi previsto dall'art. 307, comma 3, c.p.c. per introdurre il giudizio di merito o riassumerlo davanti all'ufficio giudiziario competente, non incorre in decadenza la parte che instauri tale giudizio oltre lo spirare dei tre mesi, ma entro il termine in concreto assegnatogli, poiché la legge rimette al giudice di determinare un termine di decadenza entro un limite minimo e massimo, ma non fissa essa stessa un termine perentorio, sostitutivo di quello giudiziario. La Corte suprema (sez. III, ord., n. 21512/2021) ha affermato che nell'ambito di tutte le cosiddette "opposizioni esecutive", il termine per la costituzione in giudizio della parte che introduca la fase di merito non subisce alcuna riduzione, essendo, pertanto, di dieci giorni dalla prima notificazione dell'atto di citazione. Tuttavia, la tardiva iscrizione a ruolo della causa non determina l'improcedibilità del giudizio, ma soltanto l'applicazione delle regole generali di cui agli artt. 171 e 307 c.p.c., assolvendo l'iscrizione a ruolo, mero adempimento amministrativo, la funzione di rimarcare l'autonomia della fase a cognizione piena rispetto a quella sommaria dell'opposizione.

Poiché l'opposizione al precetto costituisce giudizio di cognizione, tutte le vicende relative al credito portato in esecuzione, ancorché successive alla data di notificazione del predetto atto, devono essere considerate dal giudice dell'opposizione, il quale è tenuto a procedere ad una verifica dell'esistenza del credito stesso, e del suo esatto ammontare, con riferimento alla data della decisione del predetto giudizio di opposizione. Ne consegue che il creditore opposto, ove non abbia specificato nel precetto la fonte del suo credito, è legittimato a fornire detta specificazione nel corso del giudizio di opposizione al precetto, documentando l'esistenza e l'importo attuale del credito stesso; il giudice dell'opposizione, in tal caso, è tenuto a tener conto delle deduzioni e allegazioni fornite dall'opposto nel corso del giudizio di opposizione (Cass. II, ord., n. 14705/2022).

Alle opposizioni all'esecuzione non si applica la sospensione dei termini processuali nel periodo feriale (Cass. I, n. 11317/2004).

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